Se la mia iscrizione alla facoltà di Medicina ha avuto almeno un risultato positivo (oltre che bloccare la mia attività di romanziere) è che quando conosco delle persone nuove - o ne incontro di vecchie che non vedevo da un po' - ho sempre un ottimo argomento di conversazione, nonchè un sistema per sondare un po' meglio come ragiona e cosa pensa davvero la gente che conosco.
Adesso vi spiego: il fatto è che non c'è niente di strano, importante o pericoloso nel fare l'università (molta gente si prende una seconda laurea, tra l'altro). La cosa realmente sconvolgente, per gli interlocutori, è che il salto da ingegnere a medico è sufficientemente inusuale da costringerli a produrre una propria opinione, prima di dare una risposta.
Nessuno infatti ha voglia di sforzarsi davvero per dire qualcosa di interessante durante delle discussioni generiche in un locale o a una festa, e generalmente le conversazioni si svolgono seguendo un certo schema domanda - risposta - considerazione scontata. Vi faccio qualche esempio:
Domanda: tu che lavoro fai?
Risposta: pulisco i cessi alla stazione dei drogati.
Considerazione: ah, bello. Deve essere un lavoraccio, ma è comunque importante.
Ancora:
Domanda: tu che ne pensi degli extracomunitari?
Risposta: io gli extracomunitari secondo me bisogna aiutarli (?!) e poi, adesso che c'è Obama...
Considerazione: eh sì! Mica come in Italia, che invece ci prendono per il culo tutti.
E visto che sono ispirato:
Domanda: dove vai in vacanza questa estate?
Risposta: vado in una crociera di nudisti dove si fanno le orgie. Oppure orge, non so davvero come si scrive.
Considerazione: bella la crociera! E poi se due (o più) persone stanno bene insieme non vedo perchè si debba giudicarli.
Contro-considerazione scontata: sì, però la libertà finisce dove inizia quella degli altri.
Considerazione totale finale: eh sì, bisogna sempre rispettare gli altri.
Che discorsi illuminanti, vero? Avevo scritto un libro che parlava di questa cosa (Codice Aggiunto, mi sa che inizio a spaccarvi le scatole vero?) della gente cioè che - pur essendo apparentemente normale - non possiede una propria individualità e si comporta come un automa.
Ebbene, la mia seconda laurea in medicina costringe le persone a tirare fuori il proprio Codice Aggiunto, imponendogli di pensare: qual è la mia posizione etica nei confronti di questo evento? e produrre altresì una risposta. Insomma io arrivo da qualcuno che ho appena conosciuto, mi presento ciao, mi chiamo Simone. Sai, sono ingegnere e però poi quest'anno mi sono iscritto a medicina per motivi non chiari ai più, e appena vaghi anche a me. Cosa suscita in te questa fondamentale notizia?
Ed eccovi qualche considerazione, così vi fate qualche risata... o vi girano le palle come a me, a seconda dei casi.
- Ma medicina non sono sei anni?
- Ma poi quando ti laurei in medicina vuoi fare il medico?
- Non potevi scegliere una laurea breve, tipo Fisioterapia?
- Si vede che te lo puoi permettere!
- Ah be', ma tu hai fatto ingegneria a Roma Tre (dove notoriamente regalano le lauree)... mica era La Sapienza!
- Anch'io volevo fare medicina, poi non l'ho fatta per tutta una serie di colpe attribuibili agli altri.
- Smettila di guardarmi le tette!
- Pure io vorrei tanto iscrivermi alla facoltà X. Anche se poi non lo farò mai, perché evidentemente non voglio.
- Ah! Anch'io sono Ingegnere e Medico, e adesso sto facendo la pratica da avvocato... ma che fai, piangi?
- Ma ha prendere due lauree con una media bassa sono buoni tutti, ed equivale esattamente a non fare nulla. Proprio come (non) ho fatto io.
- Io invece ho preso tutti 30... e pensa che ci ho messo solo dieci anni.
- Ma a te non ti va proprio di fa un cazzo?!
- Vabbe', ma tu sei già laureato: impari subito.
- E chissene frega?! Al mondo c'è anche gente con problemi reali, sai?
E meno male: almeno una persona che dice le cose come stanno l'abbiamo trovata! ^^
Simone
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