
In giro si parla
di ebook. Sì, se ne parlava già da un sacco di tempo, ma ora si stanno muovendo un po' tutti: autori emergenti che prima li snobbavano, editori piccoli, medi, grandi,
enormi... e anche qualche multinazionale che prima faceva decisamente altro, ma che ha fiutato l'affare.
Ottimo. O
meno ottimo, a seconda dei punti di vista. Intanto, vi ricordo che io continuo a
non parlare più di scrittura emergente, libri autoprodotti e autori in cerca di pubblicazione, e che infatti qui si discute
solo di ebook come mezzo e non come contenuto, se mai qualcuno sia
davvero in grado di mettercene uno.
Ok, sì, lo ammetto: è un po' comunque come parlare di scrittori emergenti ed editoria in ogni caso, e mi sto
arrampicando sugli specchi. Ma io farò comunque finta di essere rimasto sulle mie posizioni, e non mi rompete le palle.
Detto questo, ecco che penso degli ebook che stanno per uscire
in massa, e di tutto quello a essi correlato:
I-pad e lettori: l'ipad per leggere gli ebook
fa schifo, perché è retroilluminato e sotto il sole diverrete ciechi. O
cechi, non ricordo mai come si scrive. L'ipad, per chi non lo sapesse, è come un portatilino
uguale a quello che sto usando ora, solo che costa il triplo e non ha una tastiera per scriverci sul blog. Però è tipo un
game boy all'ennesima potenza, per cui
magari se me lo regalate non è che ci resto proprio male. Certo preferivo il
gameboy 3D che sta per uscire, ma mi accontento.
Detto questo, l'ipad è anche l'unico lettore che ha
senso di esistere, perché con quello che costano non mi compro un altro lettore
e-ink che ci leggi gli ebook e basta, ma un
coso della Apple che la gente lo guarda e ti dice "che figata!" anche se non sa a che cazzo serve. Così, almeno, farò la mia figura alle serate mondane.
Poi, cioè, con l'ipad puoi andare
su Internet... wow! Così non devi portarti appresso un ingombrante cellulare. Se non si fosse capita, ero ironico.
Marketing e store online: secondo me, e sempre
secondo me, visto che
itunes è stata l'unica cosa che è riuscita a vendere gli mp3 (cioè, davvero qualcuno
se li compra?)
ebook tunes o come si chiamerà la versione Apple del negozio di
libri online sarà l'unica cosa attraverso la quale la gente si comprerà gli ebook.
Unica fregatura, per uno che scrive
in Italiano, sarà il fatto di un possibile bacino di lettori molto ridotto rispetto a quello internazionale che invece si ritroverà chi scrive in inglese. Vedremo molti più
libri nostrani tradotti? Non lo so, vedremo.
Ebook autoprodotti: come dico ormai da anni, una volta che di roba da leggere ce ne sarà a tonnellate vorrà dire che scriversi e stamparsi (online) un ebook
da solo, sarà come scriversi e stamparsi da soli un
libro di carta (in tipografia). Visto che la gente avrà il
super mega negozio gigante per scaricarsi i libri, o ancora meglio avrà
emule per scaricarsi il nuovo best seller di Navarra (un
tizio argentino che scrive peggio di me, ma cavoli è UNO SCRITTORE ARGENTINO, qui da noi farà il botto) per quale assurda stracazzo di ragione dovrebbero volersi leggere il libro di Navarra,
quello vero (io), se non sanno nemmeno chi cavolo sono?
Cioè, ora vi faccio
il disegno: le agenzie letterarie si rifiutano di leggere i miei libri anche se la lettura sarebbe sotto compenso (
io do soldi a loro). Pronto? I vostri stupidi libri di scrittori mai sentiti nominale non se li leggono nemmeno se la gente
la pagate, sai chissene frega se sono "solo"
gratis? Se poi volete venderli, non so che cosa sperate: non è questione di bravura o qualità. La gente è attratta dalle
aspettative, e il fatto che un testo sia proposto in un dato modo (a pagamento in un negozio di un mega produttore di hardware, o con sopra il nome di una tizia giapponese che scrive roba da triturarsi le palle, ma cavolo: e' GIAPPONESE!) è fondamentale.
Prezzo degli ebook: ho letto di quanto dovrebbe
costare un ebook. Ora, secondo me dovrebbe costare meno di un libro cartaceo, ma è normale che non costi così
tanto meno.
Cioè, alla fine uno compra il testo e il lavoro
che c'è dietro, la forma cartacea o elettronica che sia non è parte del motivo per cui io acquisto un libro.
Poi però togli le spese di stampa e distribuzione (ma aggiungi comunque tutte le tasse e gabelle che rimangono) per cui insomma 10 euro un libro di carta e
5 euro un libro elettronico per me ci stanno. Fermo restando che, nel momento in cui devo davvero pagare, io mi compro un libro di carta best seller in versione economica che costa poco,
e vaffanculo.
Vendita degli ebook: secondo me, le vendite saranno
proporzionali a quelle dei libri. Ora all'estero la gente passerà al digitale più in fretta, qui ci vorrà più tempo, ma alla fine se un libro venderà stampato si venderà
anche in forma digitale.
Vale anche il contrario: se nessuno compra la versione cartacea, quella digitale resterà ugualmente invenduta. Parlo di
narrativa, eh, perché i manuali sono l'esatto opposto visto che le versioni elettroniche sono più pratiche. L'idea poi che un autore
si autoproduca e autovenda non ha mai funzionato prima, figuriamoci se potrà funzionare quando il mercato sarà stra-saturo di roba digitale.
Cioè, vi dico
le mie statistiche e poi voi fatevene quello che volete:
- Ebook scaricati gratuitamente dal mio sito in 3 anni: non lo so, direi 6000?
10 mila, forse, con tutte le varie sotto versioni. Ma forse sono molti di più, perché 2000 erano solo per
Mozart di Atlantide... ok, comunque sia mi sembrano tanti.
- Libri stampati in Print on demand venduti: 2 o 3. E questi - invece - sembrano pochi.
- Donazioni ricevute quando c'era il tristissimo tasto "donate": 1, di un amico.
Forse 2, ma credo 1.
- Ebook venduti: non ci ho mai provato. Una volta ho proposto un ebook
in due versioni, una gratuita e una in vendita, con un contenuto aggiuntivo. La versione gratuita avrà fatto almeno
1000 scaricamenti, ma credo di più. La versione in vendita non l'ha comprata nessuno, e il contenuto aggiuntivo manco me lo ricordo più
nemmeno io.
Comunque non ho mai messo un ebook
semplicemente in vendita, per conto suo. Anche perché non esiste una struttura che lo renda facile e comodo per un autore che fa tutto da sé. Ora esisterà con gli store della Apple e delle
società concorrenti, e ci si può provare. Magari sì, insomma, lo faccio. Però non mi aspetto nulla eh, giusto per vedere che succede.
Comunque per dirvi che,
evidentemente, nel momento in cui chiedi soldi devi semplicemente proporti come un autore professionale. Questo vuol dire che ti serve
un editore, ti serve una grafica, ti serve la pubblicità, ti serve un negozio decente. Ti servono insomma tante cose che da solo
non puoi fare, perché non è che sia impossibile ma una persona normale ha anche una cazzo di vita propria, oltre al fatto di mettere ebook su un sito, e se
chi fa da sé fa per tre - come dice il proverbio - allora 3 persone che fanno le cose è come se fossero
3x3 nove. Sempre se il proverbio non l'ho capito male.
Resta insomma il solito problema: ebook o carta che sia, il guaio è che ti serve un editore in grado di fare quello che va fatto, o comunque
una struttura che ti sostenga. Ora che gli ebook andranno di moda l'editore ti servirà ancora di più, perché la roba fatta in casa imploderà in un mare di pubblicità, opzioni, gingle e pupazzetti online che ci verranno
smitragliati contro dalle solite case enormi, e i nostri sitarelli solitari saranno tipo le bottiglie dei naufraghi che galleggiano in mezzo a un oceano in cui non ci sarà ombra di vita.
Il fatto è che al momento gli editori italiani sono
defunti e sepolti. Come dicevo, gli agenti letterari i libri non li leggono nemmeno sotto pagamento, gli editori piccoli non pubblicano
a priori cose che non sono nei binari delle loro collane (fantasy per bambini, thriller e sesso) gli editori grandi
se hai culo ti leggono. Se ho culo vinco pure al superenalotto... magari mi conviene di più tentare quello.
Certo, ora il formato ebook, più facile e soprattutto economico da proporre, potrebbe
aprire a quei generi e a quegli scrittori che ora sembrano
più rischiosi. Anche questo è da vedere, comunque è forse l'aspetto più interessante di questa specie di rivoluzione che stiamo vivendo.
Non credo poi che all'estero le cose vadano
diversamente. Ci sono certe persone che parlano con convinzione di farsi tradurre per avere successo nel mondo anglofono. Secondo me lì la situazione
è identica, perché ci saranno più editori ma anche gli scrittori sono centuplicati. E per di più hai un libro tradotto
da chissà chi, o addirittura che ti sei tradotto per conto tuo, e che magari è quasi illegibile. Perché non è che se traduci un libro parola per parola poi
suona bene come la versione originale, anche se l'inglese lo conosci perfettamente. E non è che se dici a un editore americano
"propongo questo libro a lei perché in Italia non l'ha voluto nessuno" ci fai proprio una
bella figura.
Ma la gente
sogna e vaga in un mondo fatto di preconcetti, assunzioni e realtà male interpretate. Ad aprire gli occhi forse lì per lì fa un po' male, ma poi almeno capisci che cazzo stai combinando e magari riesci pure
a sterzare prima di schiantarti da qualche parte. Ah, ma che bella frase: si vede che sono uno scrittore, no?
Comunque, insomma, per rispondere alla domanda del titolo.
Ebook, o non Ebook? Per quanto mi riguarda, tutto sommato,
è uguale. Cambia il contenuto, cambia la forma e cambia il supporto col quale possiamo leggerli.
Ma in fondo, sempre
di libri stiamo parlando. Ed è sempre la solita storia.
Simone