
Questo post è un po' una
risPost (perdonatemi!) a una giustissima denuncia sociale che girava in rete tempo fa. E' anche un risPost a un certo modo di pensare - nel quale purtroppo ricado forse per primo io - secondo il quale i lavori creativi dovrebbero esistere in una specie di mondo magico e meraviglioso dove i soldi sbocciano da
posizioni etiche e sentimenti puri, mentre la gente onesta non vuole essere pagata
davvero. Essere pagati, tutto sommato, non sta
neanche bene.
Concezione comune, e anche tutto sommato veritiera, è che un artista con la A maiuscola o minuscola che vorrete metterci, per campare in Italia deve
vivere d'altro. Per campare
nel mondo deve vivere d'altro, preciserei io, che non vedo tutta questa differenza tra il nostro stupendo paese e i tanti posti dove mi è capitato di passare un po' di tempo. Per lo meno, non se ci confrontiamo col resto
d'Europa.
Eppure, nonostante queste premesse, è vero. Secondo me
è vero: se sei un creativo, un musicista, uno scrittore, un pittore o un qualsiasi
altro tizio che si occupa di lavori creativi, guadagnare qualche soldo è quasi impossibile. O meglio, riformuliamo la cosa in un modo più corretto: conosco
pochissime persone che, avendo una passione per un determinato aspetto della creatività, riescono a sfruttarla per portare a casa delle somme sufficienti
almeno a pagare l'affitto.
E allora, tanto per restare fedele al mio
insopportabile caratteraccio, andrò controcorrente: invece di fare il pianto pro
povero artista morto di fame, farò l'analisi del
meno povero artista che invece non è (ancora ?) deceduto per inedia. Se volete vi faccio
qualche nome: posso? Devo? Però qualcuno si offenderebbe, o sarebbe quantomeno antipatico fare i conti in tasca alla gente. In caso, se proprio
ci tenete, scrivetemi e ve li dirò in privato.
Lo scrittore che campa di scrittura: questa persona che conosco ha avuto forse la fortuna di incominciare in altri tempi, quando un suo romanzo di
ambientazione fantastica è stato pubblicato da un editore decente (vendendo comunque scommetto - perché non ne ho la minima idea - molto poco).
Questo scrittore, che io sappia, da 20 anni a questa parte collabora con
vari editori facendo editing, ha una casa editrice (non tutta sua) dove segue determinate pubblicazioni, e ha scritto
vari libri cercando spesso il genere o lo stile o comunque quello che veniva chiesto dal mercato e dagli editori per i quali lavora.
Oggi pubblica regolarmente con
editori enormi, gestisce le proprie pubblicazioni e si occupa di editing e altre cose dedicate alla scrittura.
Il musicista che campa di musica: questo qui è il mio maestro di batteria. Dopo non so che lavori ha iniziato a studiare musica, e adesso insegna in diverse scuole.
Per lavoro, poi, realizza
colonne sonore per documentari (non ho idea di come funzioni veramente quello che fa) e fa il turnista a pagamento per altri musicisti che hanno bisogno di qualcuno
esperto per i loro progetti.
La sua professione insomma è fatta di insegnamento e di tanto
suonare e risuonare per altri facendosi il mazzo a trasportare la batteria a destra e a sinistra. In cantiere ha diversi progetti musicali anche suoi, e
nessuno può sapere se andranno bene o male. In ogni caso ha ancora meno di 30 anni, per cui il tempo non gli manca.
Il pittore che campa di pittura: in realtà di questi ne conosco
una dozzina. Avendo prima esposto cose mie e poi lavorato come fotografo per un'associazione culturale, mi è capitato di conoscere
molti artisti, di fotografarli e di vedere come funziona il loro lavoro.
Ma qui devo dire che ci capisco poco: in genere credo che un
pittore sconosciuto debba arrangiarsi con centinaia di lavori e lavoretti. All'epoca mi consigliarono di proporre le mie foto per farci delle agende, o per abbellire delle lampade. In sostanza si tratta di
provare a vendere in tutti i modi quello che si realizza, aspettando che il nostro lavoro vada di più e sia più valorizzato.
Dico che non ci capisco molto perché la
pressoché totalità di pittori che ho conosciuto erano grandi (almeno 40, 50 anni) e ormai vendono singoli quadri per prezzi altissimi. Non so
come si venda un quadro, perché io non sarei in grado di trovare un cliente. Ma loro, evidentemente, sì.
Il grafico che campa di grafica: questo lo conoscete di sicuro perché è un amico del blog, e anche un amico col quale ogni tanto faccio una chiacchierata
di persona. Questa persona lavora nel marketing e nella pubblicità, mettendo il proprio lavoro al servizio di clienti che richiedono qualcosa in particolare per un determinato prodotto.
Un lavoro che di creativo forse
ha poco. O forse no, visto che a fare un bel logo o una buona campagna non sono assolutamente tutti capaci
e tutti bravi. Anzi, per me per essere forte come pubblicitario devi essere veramente qualcuno, perché vendere qualcosa è davvero difficile.
Il fotografo che campa di fotografia: vi sembrerà un po' da megalomane, ma io come fotografo avrei potuto lavorare. Dopo un po' che giravo per artisti e gallerie hanno iniziato addirittura a
darmi dei soldi, e dovevo solo scegliere se buttarmi completamente in quella direzione o se lasciar perdere. Alla fine ho lasciato perdere per fare lo scrittore medico... ma appunto io sono di quelli con la testa
nel mondo magico.
Altri miei amici fotografi fanno
book per modelle, fanno matrimoni e poi magari nel tempo libero realizzano le loro cose creative e artisticissime, che forse venderanno e forse no.
Ok. Conclusioni: io sarò un idiota, però tutti questi artisti che lavorano come tali hanno le seguenti caratteristiche in comune:
-
Sanno fare il loro lavoro per davvero: non è cioè che vogliono fare lo scrittore ma scrivono ignominie scritte male. Vogliono fare una cosa e -
prima di tutto - sanno come realizzare un lavoro almeno decente. Ora mi diranno che le case editrici pubblicano cose indecenti, e vabbe': il discorso ovviamente è
più complesso, ma di sicuro l'autore ha presentato all'editore qualcosa che rispondeva a certi requisiti. Che poi i requisiti siano a volte sbagliati o assurdi è un discorso che lascio
ad altri: io se vi ricordate con la critica letteraria ho poco a spartire e non sono argomenti nei quali mi interessa tornare.
Di sicuro quando facevo il fotografo dovevo
cogliere l'attimo (come diceva Bresson) e presentare immagini coi colori
al loro posto e che non fossero tutte mosse e fuori fuoco. Se facevo foto ignobili poi aivoglia a lamentarmi che non mi pagavano!
- Accettano di non fare solo quello che gli piace: alle volte, se devi vendere qualcosa, questo qualcosa deve
piacere a chi lo compra. Tutti i lavori sono così, più che mai i lavori in campo artistico che tutto sommato devono sottostare a questioni
di gusti ed esigenze altrui.
- Sono innamorati del proprio lavoro, e rispettano il lavoro degli altri. Rispettano il lavoro degli altri lo ripeto, visto che troppa gente se lo scorda.
- Se non possono sopravvivere con il loro lavoro principale, cercano un lavoro in un campo analogo: lo scrittore lavora nell'editing. Il pittore lavora per associazioni culturali, mostre, gallerie, programmmi TV dedicati all'arte. Il fotografo lavora sempre con photoshop e grafica, e
male che vada va a fare i matrimoni.
Nessuno, o quasi, che io conosca, si è tenuto il lavoro che gli dava
più sicurezza piuttosto che buttarsi nel lavoro che gli trasmetteva la passione. Se volete fare il musicista, insomma,
andate a fare il musicista porca troia! Non l'impiegato di banca.
- Non sono rimasti ad aspettare: sperando che arrivasse a cercarli qualcuno. Hanno visto dove conveniva andare, che cosa
andava fatto, e si sono mossi. E che il tutto non portasse ai risultati sperati era
una possibilità che hanno deciso di accettare.
-
Quelli bravi, in genere, li pagano. E questa è una frase che mi ha detto un mio amico, e che purtroppo mi sa che è proprio vera: tante volte, chi si sente tagliato fuori o pensa che le strade siano semplicemente tutte
chiuse a priori, è semplicemente un dilettante che non sa raggiungere il livello
minimo richiesto per poter pretendere di essere retribuito.
Ma spero
tanto che, questo amico, non si riferisse a me ^^.
Simone