Io non so se con questo post riuscirò a darvi un'idea dello stato mentale totalmente confuso nel quale mi trovo... ma voglio comunque provarci. Sto parlando dell'esame di Patologia Integrata 1 (Cardio e Pneumo) e di tutto il materiale che ho dovuto prendere per (provare a) prepararlo. Come vedrete, è una cosa che - personalmente - fa una certa impressione.
Iniziamo l'Harrison, "fondamentale" manuale di Medicina Interna. Formato da 2 tomi scritti piccolissimi e con le pagine di carta velina, la parte da sapere per questo esame si attesta attorno alle 300, 400 pagine. Forse meno, perché non mi ricordo.
Prezzo = 230 (duecentotrenta) euro. Scontato che se no sono 300.
L'ho chiamato fondamentale perché, in realtà, è assolutamente inutile: secondo me è un buon manuale da consultazione per uno specializzando, ma per uno studente che parte da zero manca completamente delle nozioni basilari ed è tutto troppo, troppo dispersivo.
Per la parte di clinica di Cardiologia, molto meglio studiare sulle dispense della copisteria... che in realtà sono le fotocopie di un altro manuale del quale forse - finché non me lo compro - conviene omettere il nome. In totale saranno 250 pagine, ma sembra che non ci sia tutto quello che bisogna sapere.
Prezzo = 15 euro.
La parte di Cardiologia va (ovviamente) ampliata con lo sudio dell'elettrocardiogramma, che ho fatto sul Dubin.
Il Dubin è uno dei migliori libri mai scritti, e non solo per quel che riguarda la Medicina. Saranno un 400 pagine scritte molto larghe con le foto e i disegni.
Qui trovate la mia recensione.
Prezzo = 40 Euro.
Passiamo alla parte di Pneumologia. Qui me la sono cavata con un libro solo, 750 pagine per fortuna non troppo dense.
Prezzo = 60 Euro.
E secondo me, essendo un esame di Cardiologia e Pneumologia per studenti del terzo anno, a questo si sarebbero anche potuti accontentare. Ma io sono ignorante, perché non sapevo che ogni patologia non è completa senza la sua parte di Anatomia Patologica:
In questo caso sono altri due libri che tutto sommato mi piacciono pure (le foto sono agghiaccianti) e dei quali la parte da sapere per questo esame si attesta attorno alle 300 pagine.
Costo = 125 Euro.
E vorrei dirvi che adesso basta, ma invece no... perché manca tutta la parte di Farmacologia.
Farmacologia è una materia spalmata su due anni di corsi e suddivisa in 12 esoneri. Però te la chiedono pure durante gli altri esami, per cui devi saperla anche prima di averla studiata... perché funziona così.
Per prepararla avevo preso questo libro che vedete nella foto. Pagine per Cardio/Pneumo saranno circa 200.
Prezzo = 80 Euro.
Ho detto avevo preso, perché in realtà è molto più facile studiare sulle fotocopie delle sbobinature delle lezioni di un altro professore, che si trovano in copisteria:
Le dispense sono un po' confuse, ma quelle ti chiedono per cui il libro mi sa che posso anche buttarlo.
Prezzo = 20 euro.
E vorrei dirvi che stavolta è davvero finita. Invece no, perché io sono un po' stupido e già che c'ero tempo fa ho comprato anche questo:
Il dottor Netter è uno dei miei eroi personali, il suo manuale di Medicina Interna è meraviglioso (peccato che con tutta 'sta roba da studiare non avrò mai il tempo di sfogliarlo) e a suo tempo ho parlato di lui anche qui.
Prezzo = 105 Euro.
Facciamo due conti, e alcune considerazioni:
Pagine totali per un singolo esame (anche se con le dispense è un po' complicato) = circa 1900.
Soldi effettivamente imprescindibili (ma l'ho scoperto dopo) = 260 euro.
Soldi per testi che potevo risparmiarmi (ma l'ho scoperto dopo) = 415 Euro.
Le 1900 pagine sono all'estremo superiore degli esami di medicina, e mi sa che questo è l'esame più "lungo". O di sicuro lo spero vivamente.
La spesa è paragonabile a quella affrontata per Anatomia, anche se qui per fortuna molti testi (Anatomia Patologica, Farmacologia, il Netter) serviranno per molti altri esami. Insomma è una specie di investimento, anche se è evidente che non è una spesa che tutti possono affrontare e che molti studenti devono accontentarsi di libri usati, fotocopie o semplicemente di facoltà meno onerose.
Da un punto di vista della preparazione complessiva, di quanto cioè mi aspetto di imparare davvero da questo esame, mi trovo un po' in dubbio.
- Da un lato, grazie anche ai tirocini e alle cose imparate con altre materie, credo che alla fine di questo terzo anno avrò effettivamente appreso qualcosa di concreto.
- Dall'altro lato, sono fermamente convinto che 1900 pagine siano troppe per qualsiasi esame, e che sparpagliare temi e argomenti porti alla fine a un peggioramento della preparazione finale.
Un esame "grosso" la metà, per assurdo, porterebbe secondo me a studenti più preparati.
Simone
30/06/11
27/06/11
Tornato a lavoro. A studio. Allo studio, anche.
Eh sì, 4 giorni al mare bellissimi e rilassantissimi sono volati, e rieccomi a studiare... ma c'è anche un po' di lavoro all'orizzonte.
In questi giorni ho pensato che sto facendo gli ultimi esami del terzo anno, per cui se mi faccio due conti veloci e considero la tesi al pari del test di ammissione, posso dire che - più o meno - mi trovo a metà strada.
Di riflessioni da fare su questa metà percorso ce ne sarebbero un sacco: da cosa è cambiato nel mio lavoro, da cosa mi aspetto nel futuro e da come mi "sento" adesso. Penso perciò che dedicherò alcuni dei prossimi post a raccontare e riassumere questi 3 anni, o anche solo per fare un po' un punto della situazione come si deve. Cosa è cambiato, e cosa mi aspetto nei prossimi 3 anni?
Ora però non ho la concentrazione che mi serve, per cui mi limito a informarvi che sono tornato e ora sono a studio - inteso come ufficio - e dovrei studiare. O lavorare.
E invece - mannaggia a me - sto aggiornando 'sto cavolo di blog!
Simone
In questi giorni ho pensato che sto facendo gli ultimi esami del terzo anno, per cui se mi faccio due conti veloci e considero la tesi al pari del test di ammissione, posso dire che - più o meno - mi trovo a metà strada.
Di riflessioni da fare su questa metà percorso ce ne sarebbero un sacco: da cosa è cambiato nel mio lavoro, da cosa mi aspetto nel futuro e da come mi "sento" adesso. Penso perciò che dedicherò alcuni dei prossimi post a raccontare e riassumere questi 3 anni, o anche solo per fare un po' un punto della situazione come si deve. Cosa è cambiato, e cosa mi aspetto nei prossimi 3 anni?
Ora però non ho la concentrazione che mi serve, per cui mi limito a informarvi che sono tornato e ora sono a studio - inteso come ufficio - e dovrei studiare. O lavorare.
E invece - mannaggia a me - sto aggiornando 'sto cavolo di blog!
Simone
19/06/11
Gli esami del futuro... e qualcosa sulla scrittura.
Traduco la didascalia dell'immagine: il fantasma del Natale Futuro va da Scrooge, che stava preparando l'esame di Analisi 1... ma lo interroga invece su Scienza delle Costruzioni.
E adesso qualche parola sulle ultime novità di questi giorni:
Medicina: l'altro giorno ho fatto il primo pezzo di Farmacologia, la parte della cosiddetta farmacocinetica.
Ora vi spiego un attimo meglio: l'esame di Farmacologia è diviso in 12 pezzetti. Ogni volta che c'è un corso di Patologia Integrata (c'è quello sul cuore, quello sull'apparato respiratorio, quello sul sistema nervoso eccetera) poi devi sostenere a parte anche un mini esame sui farmaci inerenti a quelle determinate patologie.
E insomma io ho fatto il primo, che se è vero che a prepararlo c'è voluto poco è anche vero che alla fine andare lì e aspettare il tuo turno è sempre un po' come un esame normale, e fare il tutto 12 volte diventa davvero pesante oltre ogni possibile definizione di pesantezza... ma il bello di studiare è proprio questo, no? ^^
La cosa più bella di tutte è che, anche se la parte di Farmacologia ancora non l'hai fatta, i professori degli altri esami si aspettano che tu la sappia comunque e te la chiedono. Cioè devi sapere prima una cosa che studierai dopo, perché secondo i docenti è talmente importante che non ci può essere un momento che ancora non la sai, in tutta la tua vita.
E questo è un po' il leitmotiv (l'avrò scritto bene?) di tutti gli esami di quest'anno: a Immunologia mi hanno chiesto Fisiopatologia. A Fisiopatologia pensano che già conosci tutte le Integrate. A Metodologia ti chiedono Cardiologia e a Cardiologia vogliono che sai - appunto - Farmacologia. Il top si raggiunge con Medicina di laboratorio e Diagnostica per immagini, due esami del quinto anno che però - a detta di tutti i professori - voi queste cose sono importanti, perciò le dovete sapere lo stesso. Anche se siamo al terzo.
Ma insomma, di che posso lamentarmi? Adesso mi faccio 4 giorni 4 contati di mare, e poi torno a Roma e mi rinchiudo davanti ai libri di Cardio e Pneumo, che ce l'ho a fine luglio. Saranno 1500 pagine sparpagliate su 6 libri, appunti, slide e dispense, più altri esami dei prossimi anni che secondo loro dovrei già sapere. Insomma è un esamone, ma durante il corso ho già letto un po' di cose e sono ottimista. E male che vada c'è la sessione di Settembre... e poi quella di Natale ^^.
Scrittura: 365 racconti horror per un anno, il libro a tema western all'italiana (se non sbaglio) pubblicato con altre 300 e sessanta quattro persone, è ormai disponibile. Se abitate vicino a qualche grosso megastore libraio magari lo troverete pure. Io devo ancora prenderne una copia, ma quando lo beccherò in libreria lo farò di certo, anche perché ormai leggo soltanto i libri miei ed è un po' che non ho niente di nuovo.
Oltre a questo, sempre con la Delos è in uscita Il magazzino dei mondi, una raccolta di fantascienza sempre con non so quante centinaia di autori (meno di 365 però, stavolta). Anche lì c'è un mio raccontino con Primo Mazzini, di quelli però che già avevo messo sul blog, per cui voi mi sa che l'avete già letto. In ogni caso, ne riparlerò un po' meglio tra qualche giorno.
A parte queste cosette e i due romanzi (i gatti e Primo Mazzini) che ho mandato in visione a un editore che forse potrebbe addirittura considerare di leggerli, il lato narrativo è morto e sepolto. Ma come vi ho già detto altre volte se devo essere sincero non è che la scrittura mi manchi: alla fine in questi anni è un po' come se avessi barattato la narrativa con l'università, e come serenità, allegria, soddisfazione e crescita personale sento di averci guadagnato infinitamente. Anche se poi quando studiavo Ingegneria in realtà scrivevo pure e mi sa anche meglio della roba che scrivo adesso...
Ma chissà come facevo?! ^^
Simone
E adesso qualche parola sulle ultime novità di questi giorni:
Medicina: l'altro giorno ho fatto il primo pezzo di Farmacologia, la parte della cosiddetta farmacocinetica.
Ora vi spiego un attimo meglio: l'esame di Farmacologia è diviso in 12 pezzetti. Ogni volta che c'è un corso di Patologia Integrata (c'è quello sul cuore, quello sull'apparato respiratorio, quello sul sistema nervoso eccetera) poi devi sostenere a parte anche un mini esame sui farmaci inerenti a quelle determinate patologie.
E insomma io ho fatto il primo, che se è vero che a prepararlo c'è voluto poco è anche vero che alla fine andare lì e aspettare il tuo turno è sempre un po' come un esame normale, e fare il tutto 12 volte diventa davvero pesante oltre ogni possibile definizione di pesantezza... ma il bello di studiare è proprio questo, no? ^^
La cosa più bella di tutte è che, anche se la parte di Farmacologia ancora non l'hai fatta, i professori degli altri esami si aspettano che tu la sappia comunque e te la chiedono. Cioè devi sapere prima una cosa che studierai dopo, perché secondo i docenti è talmente importante che non ci può essere un momento che ancora non la sai, in tutta la tua vita.
E questo è un po' il leitmotiv (l'avrò scritto bene?) di tutti gli esami di quest'anno: a Immunologia mi hanno chiesto Fisiopatologia. A Fisiopatologia pensano che già conosci tutte le Integrate. A Metodologia ti chiedono Cardiologia e a Cardiologia vogliono che sai - appunto - Farmacologia. Il top si raggiunge con Medicina di laboratorio e Diagnostica per immagini, due esami del quinto anno che però - a detta di tutti i professori - voi queste cose sono importanti, perciò le dovete sapere lo stesso. Anche se siamo al terzo.
Ma insomma, di che posso lamentarmi? Adesso mi faccio 4 giorni 4 contati di mare, e poi torno a Roma e mi rinchiudo davanti ai libri di Cardio e Pneumo, che ce l'ho a fine luglio. Saranno 1500 pagine sparpagliate su 6 libri, appunti, slide e dispense, più altri esami dei prossimi anni che secondo loro dovrei già sapere. Insomma è un esamone, ma durante il corso ho già letto un po' di cose e sono ottimista. E male che vada c'è la sessione di Settembre... e poi quella di Natale ^^.
Scrittura: 365 racconti horror per un anno, il libro a tema western all'italiana (se non sbaglio) pubblicato con altre 300 e sessanta quattro persone, è ormai disponibile. Se abitate vicino a qualche grosso megastore libraio magari lo troverete pure. Io devo ancora prenderne una copia, ma quando lo beccherò in libreria lo farò di certo, anche perché ormai leggo soltanto i libri miei ed è un po' che non ho niente di nuovo.
Oltre a questo, sempre con la Delos è in uscita Il magazzino dei mondi, una raccolta di fantascienza sempre con non so quante centinaia di autori (meno di 365 però, stavolta). Anche lì c'è un mio raccontino con Primo Mazzini, di quelli però che già avevo messo sul blog, per cui voi mi sa che l'avete già letto. In ogni caso, ne riparlerò un po' meglio tra qualche giorno.
A parte queste cosette e i due romanzi (i gatti e Primo Mazzini) che ho mandato in visione a un editore che forse potrebbe addirittura considerare di leggerli, il lato narrativo è morto e sepolto. Ma come vi ho già detto altre volte se devo essere sincero non è che la scrittura mi manchi: alla fine in questi anni è un po' come se avessi barattato la narrativa con l'università, e come serenità, allegria, soddisfazione e crescita personale sento di averci guadagnato infinitamente. Anche se poi quando studiavo Ingegneria in realtà scrivevo pure e mi sa anche meglio della roba che scrivo adesso...
Ma chissà come facevo?! ^^
Simone
13/06/11
Brano musicale: In my hand.
Metto online un altro brano registrato sempre un po' alla cappero (qualcun altro direbbe LIVE) insieme al mio gruppetto.
In questo momento siamo io alla batteria, Mattia chitarra e voce e Gianluca al basso e voce quando capita pure lui. Per ora non abbiamo deciso nemmeno il nome del gruppo, e i brani (come del resto appare evidente appena premete play) sono ancora tutti da rivedere e - per quanto possibile - risuonare un po' meglio.
Questa In my hand mi piace perché è piuttosto "carica" e a suonarla mi diverto un sacco, anche se devo rivedere tutti i fill e i vari passaggi dalla strofa al ritornello che ancora non mi convincono troppo. In questa particolare registrazione, però, verso i 2 minuti e 20 secondi mi viene un fill che non lo so nemmeno io come e sembro un batterista vero... peccato che poi 10 secondi dopo ho fatto un casino e ho rovinato tutto. E vabbè. ^^
Al momento stiamo iniziando a provare anche qualche altro brano, e personalmente le ultime cose che sono venute fuori mi stanno piacendo un bel po'. Peccato solo che mi fossi scordato il registratore a casa, e delle ultime prove non mi sia rimasto nulla...
Vi ricordo anche che qui trovate il primo brano che ho messo online, e che ogni opinione è bene accetta.
Questo è il testo, scritto da Mattia:
IN MY HAND
Every night thinkin' about a million of words that I'd like to say
then I wake up and all the words fade into a blue morning
Every day we spent seems like an endless rainfalling over me and my friends helping us to go insane
And now I walk away
my dirty city is just the same
she's sleeping in my hand
she's sleeping in my hand
Defending my stability, another way to pull me down
flyin' over grain fields, mountains, everlasting doubts
And now I walk away
my dirty city is just the same
she's sleeping in my hand
she's sleeping in my hand
She's sleeping in my hand, and that's all I love to see
I wonder if you ever find a lunatic queen
Simone
09/06/11
Il mio quarantesimo esame.
Questa mattina ho dato Metodologia Clinica, e l'esame è andato molto bene.
E ora io non sono solito né dare troppo peso ai voti (anche perché non è che io abbia una media alta) e nemmeno vantarmi per il risultato di qualcosa che dipende anche dalla fortuna o dalla faccia da cuore che uno riesce a tirare fuori in un determinato momento.
Però a questo esame alla fine ci tenevo più che ad altri: un po' perché ci lavorano alcuni professori con i quali ho fatto tirocini e internati, e se facevo una figura del cavolo in reparto chi ci tornava più.
Un po' anche perché questa era una materia tutto sommato facile (nulla a che vedere con Biochimica o - che ne so - Microbiologia) sebbene con un programma misterioso e un orale che dipendeva anche dal fatto di essere interrogati da questo o da quell'altro docente. Però su quaranta esami che ho fatto (28 a Ingegneria, e per ora 12 di Medicina) in questo c'è stato il primo approccio al paziente con l'esame obiettivo, il riconoscimento dei segni, la decisione sugli accertamenti da fare e - in forma molto embrionale - la ricerca di una diagnosi.
E insomma alla fine questo esame era semplice ma conteneva anche un qualcosa di diverso con cui prima non mi ero mai cimentato: il primo "giro" in reparto, la prima volta che usi un fonendoscopio, il primo contatto reale con i pazienti e con le malattie. E il fatto di averlo superato cambia poco o nulla in un'ottica di una laurea infinita come quella in Medicina, ma mi sembra un ottimo punto di partenza.
Adesso tra un mese ho Patologia Integrata Uno, e si ripiomba sui nomi da imparare a memoria, lo scritto con le crocette (veramente c'erano le crocette pure a Metodologia, ma erano poche) e circa 1500 (mille-e-cinque-cento) pagine sparpagliate su sette libri, che se solo hai capito cosa bisogna studiare stai già un bel pezzo avanti.
Nel frattempo penso che andrò qualche altra volta in reparto, a Medicina Interna, e vorrei frequentare un po' anche l'ambulatorio di Cardiologia: così magari mi imparo anche qualcosa di Cardiologico, appunto. O almeno spero.
Però adesso per qualche giorno libri e ospedali non li voglio nemmeno vedere, che sono un po' cotto. E domani me ne vado proprio al mare.
Simone
La foto che ho usato nel post è di questo autore.
E ora io non sono solito né dare troppo peso ai voti (anche perché non è che io abbia una media alta) e nemmeno vantarmi per il risultato di qualcosa che dipende anche dalla fortuna o dalla faccia da cuore che uno riesce a tirare fuori in un determinato momento.
Però a questo esame alla fine ci tenevo più che ad altri: un po' perché ci lavorano alcuni professori con i quali ho fatto tirocini e internati, e se facevo una figura del cavolo in reparto chi ci tornava più.
Un po' anche perché questa era una materia tutto sommato facile (nulla a che vedere con Biochimica o - che ne so - Microbiologia) sebbene con un programma misterioso e un orale che dipendeva anche dal fatto di essere interrogati da questo o da quell'altro docente. Però su quaranta esami che ho fatto (28 a Ingegneria, e per ora 12 di Medicina) in questo c'è stato il primo approccio al paziente con l'esame obiettivo, il riconoscimento dei segni, la decisione sugli accertamenti da fare e - in forma molto embrionale - la ricerca di una diagnosi.
E insomma alla fine questo esame era semplice ma conteneva anche un qualcosa di diverso con cui prima non mi ero mai cimentato: il primo "giro" in reparto, la prima volta che usi un fonendoscopio, il primo contatto reale con i pazienti e con le malattie. E il fatto di averlo superato cambia poco o nulla in un'ottica di una laurea infinita come quella in Medicina, ma mi sembra un ottimo punto di partenza.
Adesso tra un mese ho Patologia Integrata Uno, e si ripiomba sui nomi da imparare a memoria, lo scritto con le crocette (veramente c'erano le crocette pure a Metodologia, ma erano poche) e circa 1500 (mille-e-cinque-cento) pagine sparpagliate su sette libri, che se solo hai capito cosa bisogna studiare stai già un bel pezzo avanti.
Nel frattempo penso che andrò qualche altra volta in reparto, a Medicina Interna, e vorrei frequentare un po' anche l'ambulatorio di Cardiologia: così magari mi imparo anche qualcosa di Cardiologico, appunto. O almeno spero.
Però adesso per qualche giorno libri e ospedali non li voglio nemmeno vedere, che sono un po' cotto. E domani me ne vado proprio al mare.
Simone
La foto che ho usato nel post è di questo autore.
07/06/11
L'internato a Fisiopatologia Respiratoria.
L'internato a fisiopatologia respiratoria comincia alle 8 facciamo 8 e mezza, che tanto prima non c'è nessuno.
Noi siamo sei studenti del terzo, due o tre dell'ultimo anno, due specializzandi e un professore. Lo stesso professore che poi dovrà farci l'esame, per cui insomma meglio non farsi notare troppo.
I pazienti entrano uno alla volta, parlano un po' dei loro problemi e delle terapie che stanno seguendo. Poi fanno la spirometria (un esame che devi soffiare in un tubo) nel caso serva fanno anche un emogas (un esame che ti prendono il sangue da un'arteria del polso: attenzione ho scritto ARTERIA) e alla fine gli vengono dati farmaci, indicazioni e tutto il resto.
Il professore è uno di quelli bravi. O meglio, diciamo che è uno di quelli che si filano gli studenti, nel senso cioè che invece di fare le cose senza cagarti di striscio e non vedendo l'ora che te ne vai, si mette lì e prova a chiederti le cose e a vedere se hai capito.
Per prima cosa ci chiede cosa sono le patologie ostruttive e restrittive, e noi ovviamente non sappiamo una minchia e ci si mangia vivi. Dopo ci domanda che vogliono dire quei numeretti che vengono fuori dopo che soffi nel tubo, nessuno c'ha capito una mazza e ci si mangia di nuovo. Poi ci porta nello studio e ci fa leggere gli emogas da un librone dove li tiene archiviati, ma noi ovviamente non siamo capaci e lui ci fa capire che se ci sbagliamo all'esame forse era meglio non essere nati... o per lo meno non essersi iscritti a Medicina, o nel suo corso.
E insomma 'sto tirocinio a fisiopatologia respiratoria alla fine è un po' stressante. Però visto che come ti sbagli il professore ti si inalbera, dal secondo giorno a leggere l'emogas siamo diventati tutti bravissimi e non ci sbagliamo mai. Quasi mai, forse. Oppure diciamo a volte, ecco. Verrebbe quasi da desiderare che ci fossero più professori desiderosi di riempirti di domande e farti a pezzi ogni cinque minuti, ma a pensarci un po' meglio forse conviene che ci siano anche un po' di quelli che non ti si filano nemmeno... che se no ogni volta che vai in reparto ti viene un esaurimento nervoso.
Il terzo giorno stiamo nuovamente lì alle 8 facciamo 8 e mezza, che tanto se no non c'è ancora nessuno. Vediamo i pazienti che fanno la spirometria: certi numerini ancora non l'ho capiti, però mi sembra di stare lì da otto anni invece che da 3 giorni soltanto. Chiedo se possiamo provare a fare noi il prelievo di sangue, che nella pratica come dicevo equivale a bucare l'arteria a un paziente con tutte le funeste conseguenze del caso. Solo ci dicono di no, mentre gli altri tirocinanti - chissà perché - c'hanno paura di farmi da cavia e allora niente.
Arriva pure il professore col temuto librone degli emogas. Solo che ormai (più o meno) a leggerli me lo sono imparato, e non è che ci sia questa enorme varietà di situazioni e numeretti da decifrare.
Ma se lo dico apertamente pare così brutto? Fisiopatologia respiratoria è una gran rottura di palle, come tutto l'esame di Pneumologia. Sono 4 formule di fisiologia espanse per 750 pagine di libro, con definizioni da sapere a memoria e gli stessi 3-4 test da ripetere all'infinito. E magari se uno fa il chirurgo o l'internista o qualcos'altro può essere anche interessante, ma a me che sto solo lì a guardare la noia mi ha sconfitto dopo 3 giorni.
L'ultimo giorno arriva un paziente giovane. Avrà 20 anni, più o meno. Massimo 25. In sintesi ha fatto una cura radio e chemioterapica per la Leucemia, e come spesso capita in questi casi radioterapia e chemioterapia gli hanno danneggiato i polmoni.
Adesso si sente bene, e in questi casi la cosa più difficile è convincere il paziente che la cura non è ancora terminata e che deve continuare a seguirla. Comunque sia il ragazzo gioca a calcetto. Ha un lavoro, e una vita come quella di qualsiasi suo coetaneo. Deve solo stare un po' attento ai polmoni, perché se certe cose le trascuri da giovane, poi quando sei vecchio finisce che hai un sacco di problemi... ma è un discorso che credo che valga un po' per tutti.
La Leucemia, invece, non ce l'ha più.
Simone
Noi siamo sei studenti del terzo, due o tre dell'ultimo anno, due specializzandi e un professore. Lo stesso professore che poi dovrà farci l'esame, per cui insomma meglio non farsi notare troppo.
I pazienti entrano uno alla volta, parlano un po' dei loro problemi e delle terapie che stanno seguendo. Poi fanno la spirometria (un esame che devi soffiare in un tubo) nel caso serva fanno anche un emogas (un esame che ti prendono il sangue da un'arteria del polso: attenzione ho scritto ARTERIA) e alla fine gli vengono dati farmaci, indicazioni e tutto il resto.
Il professore è uno di quelli bravi. O meglio, diciamo che è uno di quelli che si filano gli studenti, nel senso cioè che invece di fare le cose senza cagarti di striscio e non vedendo l'ora che te ne vai, si mette lì e prova a chiederti le cose e a vedere se hai capito.
Per prima cosa ci chiede cosa sono le patologie ostruttive e restrittive, e noi ovviamente non sappiamo una minchia e ci si mangia vivi. Dopo ci domanda che vogliono dire quei numeretti che vengono fuori dopo che soffi nel tubo, nessuno c'ha capito una mazza e ci si mangia di nuovo. Poi ci porta nello studio e ci fa leggere gli emogas da un librone dove li tiene archiviati, ma noi ovviamente non siamo capaci e lui ci fa capire che se ci sbagliamo all'esame forse era meglio non essere nati... o per lo meno non essersi iscritti a Medicina, o nel suo corso.
E insomma 'sto tirocinio a fisiopatologia respiratoria alla fine è un po' stressante. Però visto che come ti sbagli il professore ti si inalbera, dal secondo giorno a leggere l'emogas siamo diventati tutti bravissimi e non ci sbagliamo mai. Quasi mai, forse. Oppure diciamo a volte, ecco. Verrebbe quasi da desiderare che ci fossero più professori desiderosi di riempirti di domande e farti a pezzi ogni cinque minuti, ma a pensarci un po' meglio forse conviene che ci siano anche un po' di quelli che non ti si filano nemmeno... che se no ogni volta che vai in reparto ti viene un esaurimento nervoso.
Il terzo giorno stiamo nuovamente lì alle 8 facciamo 8 e mezza, che tanto se no non c'è ancora nessuno. Vediamo i pazienti che fanno la spirometria: certi numerini ancora non l'ho capiti, però mi sembra di stare lì da otto anni invece che da 3 giorni soltanto. Chiedo se possiamo provare a fare noi il prelievo di sangue, che nella pratica come dicevo equivale a bucare l'arteria a un paziente con tutte le funeste conseguenze del caso. Solo ci dicono di no, mentre gli altri tirocinanti - chissà perché - c'hanno paura di farmi da cavia e allora niente.
Arriva pure il professore col temuto librone degli emogas. Solo che ormai (più o meno) a leggerli me lo sono imparato, e non è che ci sia questa enorme varietà di situazioni e numeretti da decifrare.
Ma se lo dico apertamente pare così brutto? Fisiopatologia respiratoria è una gran rottura di palle, come tutto l'esame di Pneumologia. Sono 4 formule di fisiologia espanse per 750 pagine di libro, con definizioni da sapere a memoria e gli stessi 3-4 test da ripetere all'infinito. E magari se uno fa il chirurgo o l'internista o qualcos'altro può essere anche interessante, ma a me che sto solo lì a guardare la noia mi ha sconfitto dopo 3 giorni.
L'ultimo giorno arriva un paziente giovane. Avrà 20 anni, più o meno. Massimo 25. In sintesi ha fatto una cura radio e chemioterapica per la Leucemia, e come spesso capita in questi casi radioterapia e chemioterapia gli hanno danneggiato i polmoni.
Adesso si sente bene, e in questi casi la cosa più difficile è convincere il paziente che la cura non è ancora terminata e che deve continuare a seguirla. Comunque sia il ragazzo gioca a calcetto. Ha un lavoro, e una vita come quella di qualsiasi suo coetaneo. Deve solo stare un po' attento ai polmoni, perché se certe cose le trascuri da giovane, poi quando sei vecchio finisce che hai un sacco di problemi... ma è un discorso che credo che valga un po' per tutti.
La Leucemia, invece, non ce l'ha più.
Simone
06/06/11
Finalmente pubblicato "Sangue, garofano e cannella", di Cinzia Pierangelini e Giovanni Buzi.
Vi dirò subito la verità: non mi piacciono i thriller, i torture movie, i film serbi, le storie prese dalla cronaca nera, i romanzi coi criminali e i serial killer emo che poverini non riescono ad avere una vita sentimentale stabile.
Aggiungo però che ho conosciuto Cinzia Pierangelini di persona, e posso assicurarvi che ha scritto dei libri bellissimi: ora che non sono più un autore posso anche sbottonarmi, e vi dirò che Cinzia è uno dei pochissimi autori emergenti italiani che sanno effettivamente scrivere, nel senso puramente materiale e meccanico e pragmatico di saper mettere insieme delle frasi di senso compiuto che non portino all'addormentamento nel giro di pochi secondi.
Di Giovanni Buzi, scomparso tragicamente da alcuni mesi, posso dirvi poco. L'ho incrociato solo qualche volta online, ma so che era stimato sia come autore che come artista e se Cinzia ha scelto di lavorare con lui - evidentemente - doveva esserci un motivo.
Detto questo, anni fa un piccolo editore ha proposto l'apertura di una collana dedicata ai serial killer. Una serie di romanzi brevi, basati su fatti di cronaca, probabilmente concepiti in seguito al successo che un certo tipo di storie stavano avendo in quel periodo.
E insomma Cinzia e Giovanni hanno scritto questo lavoro a quattro mani, nell'intenzione di proporlo a questa iniziativa. Solo che poi l'editore ci ha ripensato, non se ne è più fatto niente, e il libro è rimasto senza una effettiva pubblicazione... proprio come tipo tutti quelli che ho scritto io.
Ma Cinzia non si è arresa, e per ricordare l'amico e collega ha deciso di trovare comunque un editore per questo romanzo... e dopo (credo) anni finalmente ci è riuscita:
Sangue, garofano e cannella è uscito con Arduino Sacco Editore, e credo sia davvero un bel modo per valorizzare ancora una volta il lavoro di una persona che non c'è più, ma che evidentemente ha lasciato un segno in molte persone.
Il libro lo trovate qui, sul sito dell'editore.
Questo invece è il blog di Cinzia Pierangelini.
Mentre qui, se volete, trovate altre notizie su Giovanni Buzi, e parte delle sue opere pittoriche.
Simone
Aggiungo però che ho conosciuto Cinzia Pierangelini di persona, e posso assicurarvi che ha scritto dei libri bellissimi: ora che non sono più un autore posso anche sbottonarmi, e vi dirò che Cinzia è uno dei pochissimi autori emergenti italiani che sanno effettivamente scrivere, nel senso puramente materiale e meccanico e pragmatico di saper mettere insieme delle frasi di senso compiuto che non portino all'addormentamento nel giro di pochi secondi.
Di Giovanni Buzi, scomparso tragicamente da alcuni mesi, posso dirvi poco. L'ho incrociato solo qualche volta online, ma so che era stimato sia come autore che come artista e se Cinzia ha scelto di lavorare con lui - evidentemente - doveva esserci un motivo.
Detto questo, anni fa un piccolo editore ha proposto l'apertura di una collana dedicata ai serial killer. Una serie di romanzi brevi, basati su fatti di cronaca, probabilmente concepiti in seguito al successo che un certo tipo di storie stavano avendo in quel periodo.
E insomma Cinzia e Giovanni hanno scritto questo lavoro a quattro mani, nell'intenzione di proporlo a questa iniziativa. Solo che poi l'editore ci ha ripensato, non se ne è più fatto niente, e il libro è rimasto senza una effettiva pubblicazione... proprio come tipo tutti quelli che ho scritto io.
Ma Cinzia non si è arresa, e per ricordare l'amico e collega ha deciso di trovare comunque un editore per questo romanzo... e dopo (credo) anni finalmente ci è riuscita:
Sangue, garofano e cannella è uscito con Arduino Sacco Editore, e credo sia davvero un bel modo per valorizzare ancora una volta il lavoro di una persona che non c'è più, ma che evidentemente ha lasciato un segno in molte persone.
Il libro lo trovate qui, sul sito dell'editore.
Questo invece è il blog di Cinzia Pierangelini.
Mentre qui, se volete, trovate altre notizie su Giovanni Buzi, e parte delle sue opere pittoriche.
Simone
01/06/11
Ve l'avevo promesso: "Tonight", il primo brano del mio gruppetto!
Non sono andato a ricercarmi il post preciso, però credo di avervelo promesso un anno fa... anche se tutto sommato all'epoca stavo scherzando e non ci credevo tanto nemmeno io. Parlo del fatto che in uno dei vecchi post ho detto che - prima o poi - avrei messo online qualcosa di suonato da me con la batteria.
In realtà la mia idea era di registrare qualche cover suonando sopra la base originale, e mai mi sarei immaginato di avere addirittura dei brani "originali" da far sentire a qualcuno.
Che poi è solo una bozza registrata in saletta col registratorino portatile, che del gruppo non abbiamo scelto nemmeno il nome, che a me gli italiani che cantano in inglese mi stanno un po' sulle palle, che manca il secondo chitarrista e che tutto sommato non ci crederete ma io suono anche un po' meno male di così... però c'è questo Mattia che canta e suona la chitarra e secondo me a scrivere musica è anche bravino (io mi sono limitato a sistemare un po' la parte di batteria) e alla fine secondo me il risultato è piuttosto orecchiabile.
Gli altri membri del gruppo oltre a Mattia (chitarra e voce) e al sottoscritto (le bastonate sui tamburi) sono Alessandro (seconda chitarra) e Gianluca (basso). Visto che non mi ricordo il cognome di tutti e 4 allora scrivo solo i nomi e poi il resto ve lo dico la prossima volta, quando magari metto su un altro brano.
Ovviamente siete tutti liberi di commentare... però attenzione! Ora faccio parte di un gruppo - credo - indie rock punk progressive nu-metal o non so che altro, e siamo tutti dei ribelli anticonformisti e quelle boiate lì... per cui insomma andateci piano che i musicisti sono più sensibili degli scrittori! ^^
La prossima volta vi metto online una cosa più sul punk e molto veloce (sarà sulle 120-140 bastonate sui tamburi al minuto o giù di lì)... ma intanto me ne torno a studiare, che c'ho l'esame tra una settimana. Ma adesso non mi dite che invece di studiare suono la batteria e perdo un sacco di tempo... anche se purtroppo è vero! ^^
Simone
EDIT: aggiungo il testo, "prontamente" (tipo una settimana dopo) inviatomi da Mattia! ^^
TONIGHT
Let's think about ourselves tonight.
What are you gonna do with my rainy heart?
Why, day after day, I become so alone and you get so smart?
Let's think about ourselves.
Let's think about ourselves tonight.
What are you gonna do with my rainy heart?
Why, day after day, I become so alone and you get so smart?
Let's think about ourselves.
Oh mon amour, kill the moonlight
funeral march for a love parade
run off the road, run off the road out of sight
Kill the moonlight,
tonight
Keep it close and free your throat
all I wanna hear are my bad thoughts
rollin' round my head like a broken radio
Keep me close, be my sun
in a green field, or just in a fish bowl
Now my eyes 're prayin' for some light
I keep my hate, feed it with good pride
That's my floor, and that's all guys
say me how to leave behind
my beer, your god and this bad time.
Iscriviti a:
Post (Atom)