Mi piace di tanto in tanto dare una rinfrescata al blog aggiornandone l'aspetto, e mi piace aver messo un po' d'acqua tra i post adesso che con l'estate si muore di caldo. Oltre a modificare lo sfondo, ho eliminato le immagini e le recensioni del mio primo (e ultimo) libro pubblicato e degli ebook scaricabili gratuitamente.
Credo che la mia carriera di scrittore abbia lasciato spazio a cose più degne di interesse, utili e gratificanti, e di tanto in tanto nella vita fa bene prendere gli scatoloni pieni di cianfrusaglie e buttare tutto nel secchio.
Poi vi dirò la nuda e cruda verità: credo che l'editoria sia un settore estremamente duro e difficile e che io - detto senza inventarmi cazzate - non ero abbastanza bravo per lavorarci davvero. I miei testi non erano abbastanza incisivi, i miei romanzi non erano abbastanza scorrevoli e le mie idee non erano abbastanza commerciabili. Credo anche però che nell'editoria moderna non ci sia né spazio né interesse nei confronti di nuovi autori, che la cultura non passi più attraverso la narrativa se non a parole e quando si parla di ottenere qualche vantaggio economico. Ritengo infine che gli ebook abbiano già fatto il loro tempo... se mai ce ne sia stato uno.
Poi se ci tenete le mie cose le trovate ancora nei vecchi blog, ma è per l'appunto roba vecchia mentre qui ho voluto dare una bella ripulita.
Altro cambiamento è che, per la prima volta in vita mia, ho mollato una prova universitaria per andarmene invece in vacanza. Voglio dire che stavo preparando un esonero di farmacologia, ma dopo 2 giorni che fissavo le pagine come un idiota e senza riuscire a concentrarmi ho realizzato che non avrei mai fatto in tempo a studiare come si deve, e ho rimandato tutto a settembre.
Magari non vi sembrerà questa grande notizia, ma dopo l'esame di Patologia Integrata 1 ero veramente distrutto e aver staccato la spina per qualche giorno mi ha consentito di riprendermi un po' e di riposarmi come si deve.
In tutto questo ho pensato che l'impegno che mettiamo nelle cose e gli interessi che coltiviamo vadano finalizzati anche a vivere meglio. E intendo vivere meglio sia noi come singoli individui, ma anche noi come società e le persone che abbiamo intorno. La maturità, lo studio, la cultura e il lavoro devono farci stare meglio di quando non le avevamo, perché altrimenti a che servirebbero?
E credo che capire quello che puoi riuscire a fare e quello che invece ti costa troppo sia un miglioramento personale, un qualcosa che ho raggiunto in questi anni di ritorno allo studio. Una crescita personale è anche capire e ammettere che una cosa non è andata come speravamo, saperlo accettare e ricominciare un nuovo percorso. Anche saper sopravvivere a un errore disastroso che abbiamo fatto senza sconfinare nella tragedia o lasciare che vada tutto a rotoli è una capacità che si può apprendere.
Questa cosa tre anni fa, prima di iniziare medicina, non sapevo farla. Mi incaponivo su tanti problemi anche quando era evidente che fosse fatica sprecata, e non vedevo il vantaggio a lungo termine che può arrivare dall'affrontare un ostacolo da un'altra prospettiva... o anche solo dopo essersi riposati un po'.
Ed esserci riuscito adesso credo che un po' dimostri che - per me - tornare all'università sia stata una scelta efficace, in grado di schiodarmi da un certo modo di vivere e da certi comportamenti. E mi fa pensare che lo studio e la cultura, ma quella vera non le minchiate dei romanzetti commerciali, ti portino a vivere meglio e ad affrontare la vita in un modo diverso.
Simone
31/07/11
25/07/11
Prendere una seconda laurea: c'è anche chi ci ripensa, e si accontenta della prima.
Dopo tanto entusiasmo con le ultime esperienze di chi cambia facoltà e di chi ce l'ha fatta, riporto anche l'opinione di qualcuno che ha deciso diversamente:
Ciao Simone,
ho trovato questa pagina dopo aver scoperto il tuo nuovo blog. Voglio lasciare qui la mia decisione, opposta a quella tua :-)
Io fino a qualche giorno fa mi reputavo un candidato ai prossimi test per medicina. Ho 29 anni, laureato in biologia, ho fatto una breve esperienza di ricerca all'estero fino a gennaio. Poco prima di ritornare, mi sentivo un po' frustrato della situazione lavorativa e così ho detto: basta biologia, ritento il test di medicina dopo 11 anni dal primo e fallimentare tentativo dopo la maturità.
Da dicembre fino a qualche giorno fa ho studiato come un matto sui libri di ammissione, mi vedevo già studente come te... poi, 3 duri giorni mi hanno riportato alla realtà e ho deciso di non voler fare questa follia.
Ho deciso che lotterò con tutte le mie forze in biologia, perché non posso andare a medicina solo perché mi piace, solo perché non ho trovato il lavoro dei sogni. Quello non esiste da nessuna parte, i colleghi che vi rovinano la giornata stanno dovunque, è il lavoro.
Io adesso che ho deciso di non ritornare una matricola mi sento felice perché sto pensando a nuove strade sul mio campo, e perché mi ci sono voluti circa 7 mesi per prendere questa decisione, ma devo dire che dopo questa lunghissima riflessione mi sento anche più "cresciuto".
Un consiglio: se avete una base solida da cui mantenervi come Simone, fatelo, non avete nulla da perdere, potrete sempre ritornare all'ovile. Se invece non avete nulla, cercate di spendervi il più possibile con quello che avete studiato, non inseguite qualcosa solo perché volete sfuggire dalla dura realtà, quella cioè che il lavoro non vi dà tanto. Credetemi, di questi tempi un lavoro è già tanto, perderlo solo per fantasie di vedervi col camice e rispettati (semmai lo trovate un posto da medico), per salvare la gente (non devi per forza essere medico per farlo), o per semplicemente fuggire dalla realtà del vostro lavoro attuale, potrebbe essere un errore imperdonabile.
Se a 35 anni vi ritrovate con una laurea in lettere, pensateci, impegnatevi per fare qualcosa con quello, tanto i cazzi sul lavoro ce li hanno tutti medici e non. Il mio è solo un consiglio, voi siete i padroni della vostra vita, in bocca al lupo a tutti!
Marco
Ciao Simone,
ho trovato questa pagina dopo aver scoperto il tuo nuovo blog. Voglio lasciare qui la mia decisione, opposta a quella tua :-)
Io fino a qualche giorno fa mi reputavo un candidato ai prossimi test per medicina. Ho 29 anni, laureato in biologia, ho fatto una breve esperienza di ricerca all'estero fino a gennaio. Poco prima di ritornare, mi sentivo un po' frustrato della situazione lavorativa e così ho detto: basta biologia, ritento il test di medicina dopo 11 anni dal primo e fallimentare tentativo dopo la maturità.
Da dicembre fino a qualche giorno fa ho studiato come un matto sui libri di ammissione, mi vedevo già studente come te... poi, 3 duri giorni mi hanno riportato alla realtà e ho deciso di non voler fare questa follia.
Ho deciso che lotterò con tutte le mie forze in biologia, perché non posso andare a medicina solo perché mi piace, solo perché non ho trovato il lavoro dei sogni. Quello non esiste da nessuna parte, i colleghi che vi rovinano la giornata stanno dovunque, è il lavoro.
Io adesso che ho deciso di non ritornare una matricola mi sento felice perché sto pensando a nuove strade sul mio campo, e perché mi ci sono voluti circa 7 mesi per prendere questa decisione, ma devo dire che dopo questa lunghissima riflessione mi sento anche più "cresciuto".
Un consiglio: se avete una base solida da cui mantenervi come Simone, fatelo, non avete nulla da perdere, potrete sempre ritornare all'ovile. Se invece non avete nulla, cercate di spendervi il più possibile con quello che avete studiato, non inseguite qualcosa solo perché volete sfuggire dalla dura realtà, quella cioè che il lavoro non vi dà tanto. Credetemi, di questi tempi un lavoro è già tanto, perderlo solo per fantasie di vedervi col camice e rispettati (semmai lo trovate un posto da medico), per salvare la gente (non devi per forza essere medico per farlo), o per semplicemente fuggire dalla realtà del vostro lavoro attuale, potrebbe essere un errore imperdonabile.
Se a 35 anni vi ritrovate con una laurea in lettere, pensateci, impegnatevi per fare qualcosa con quello, tanto i cazzi sul lavoro ce li hanno tutti medici e non. Il mio è solo un consiglio, voi siete i padroni della vostra vita, in bocca al lupo a tutti!
Marco
20/07/11
La mia (prima) mezza laurea in Medicina.
Oggi ho dato Patologia Integrata 1.
Sinceramente non sono troppo soddisfatto: ho dovuto studiare come un forsennato cose che per essere metabolizzate richiederebbero anni, e all'orale anche un po' per semplice sfiga (ma poteva sempre andare peggio) ho preso un voto tutt'altro che entusiasmante.
Che poi quando stavo a Ingegneria e prendevo un 18 ero felicissimo, qui prendo un 24 e rosico da morire per due giorni, forse tre. Forse anche per sempre, chi lo sa.
E insomma, comunque sia, è andata. Tra qui e Settembre mi restano ancora da fare alcuni esoneri di Farmacologia. Però, sulla carta, gli esami che dovevo dare li ho dati tutti, per cui il terzo anno di Medicina è praticamente oncluso.
Conclusi 3 anni ne restano altri 3, dei sei iniziali. E insomma: ancora non so bene che ne sarà di me in futuro, ancora non ho capito se sono completamente fuori di testa oppure la persona più sana del mondo, però a fare le divisioni ancora sono capace e 6-3 (che è una sottrazione) fa di nuovo 3, e questo vuol dire che ormai sono a metà.
Ho preso mezza laurea in Medicina.
Che poi, certo, mezza laurea non vuol dire nulla. Non è che puoi prescrivere un farmaco sì e uno no, oppure prendere metà stipendio. Mezza laurea, o anche solo un esame di meno, vuol dire nessuna laurea. E hai pure fatto un sacco di fatica per non ottenere ancora nulla.
Però, a questo punto... cioè, ricordo ancora quando dovevo fare il test di ammissione. I dubbi, la strizza totale di fare un'orecchietta minuscola sul foglio e di ritrovarmi col compito annullato. Pure il corso estivo coi ragazzi appena uscito dal Liceo mi sono fatto! Appena arrivato una delle insegnanti mi ha detto, chiaramente: ma tu, qui, che cavolo ci stai a fare?
E poi dirlo ai miei, la gente che mi criticava, l'ansia per le Anatomie e tutte le altre materie così mnemoniche che, a 33 anni, non sapevo se sarei stato in grado di affrontare oppure no. Qualcuno mi ha detto che mi sarei rotto i coglioni entro Natale. Qualcun altro era sicuro che avrei bazzicato un paio d'anni attorno all'università, e poi niente.
Però c'è stato anche un grande appoggio e molto incoraggiamento da tante persone, devo ammetterlo. Alla fine era un 50 e 50, e se senti solo il 50 che ti fa comodo la cosa non è per niente male. E a suo modo è stato bello anche rientrare all'università: tornare indietro, ricominciare da capo, riempirsi le giornate con qualcosa di nuovo. Non è che sia stato in fondo sempre faticoso, o pesante. Questo no.
E adesso diventa tutto un po' più facile. Ora mi faccio questi esoneri, poi a Settembre ricominciano i corsi e i tirocini, e via avanti per un altro anno. Con l'idea però che ormai è una routine, che ormai è tutto già visto e già fatto, e tocca solo continuare a spingere un altro po'.
Un'altra mezza laurea, così, nel giro di tre anni. E poi anche 'sta cosa è fatta.
Simone
Sinceramente non sono troppo soddisfatto: ho dovuto studiare come un forsennato cose che per essere metabolizzate richiederebbero anni, e all'orale anche un po' per semplice sfiga (ma poteva sempre andare peggio) ho preso un voto tutt'altro che entusiasmante.
Che poi quando stavo a Ingegneria e prendevo un 18 ero felicissimo, qui prendo un 24 e rosico da morire per due giorni, forse tre. Forse anche per sempre, chi lo sa.
E insomma, comunque sia, è andata. Tra qui e Settembre mi restano ancora da fare alcuni esoneri di Farmacologia. Però, sulla carta, gli esami che dovevo dare li ho dati tutti, per cui il terzo anno di Medicina è praticamente oncluso.
Conclusi 3 anni ne restano altri 3, dei sei iniziali. E insomma: ancora non so bene che ne sarà di me in futuro, ancora non ho capito se sono completamente fuori di testa oppure la persona più sana del mondo, però a fare le divisioni ancora sono capace e 6-3 (che è una sottrazione) fa di nuovo 3, e questo vuol dire che ormai sono a metà.
Ho preso mezza laurea in Medicina.
Che poi, certo, mezza laurea non vuol dire nulla. Non è che puoi prescrivere un farmaco sì e uno no, oppure prendere metà stipendio. Mezza laurea, o anche solo un esame di meno, vuol dire nessuna laurea. E hai pure fatto un sacco di fatica per non ottenere ancora nulla.
Però, a questo punto... cioè, ricordo ancora quando dovevo fare il test di ammissione. I dubbi, la strizza totale di fare un'orecchietta minuscola sul foglio e di ritrovarmi col compito annullato. Pure il corso estivo coi ragazzi appena uscito dal Liceo mi sono fatto! Appena arrivato una delle insegnanti mi ha detto, chiaramente: ma tu, qui, che cavolo ci stai a fare?
E poi dirlo ai miei, la gente che mi criticava, l'ansia per le Anatomie e tutte le altre materie così mnemoniche che, a 33 anni, non sapevo se sarei stato in grado di affrontare oppure no. Qualcuno mi ha detto che mi sarei rotto i coglioni entro Natale. Qualcun altro era sicuro che avrei bazzicato un paio d'anni attorno all'università, e poi niente.
Però c'è stato anche un grande appoggio e molto incoraggiamento da tante persone, devo ammetterlo. Alla fine era un 50 e 50, e se senti solo il 50 che ti fa comodo la cosa non è per niente male. E a suo modo è stato bello anche rientrare all'università: tornare indietro, ricominciare da capo, riempirsi le giornate con qualcosa di nuovo. Non è che sia stato in fondo sempre faticoso, o pesante. Questo no.
E adesso diventa tutto un po' più facile. Ora mi faccio questi esoneri, poi a Settembre ricominciano i corsi e i tirocini, e via avanti per un altro anno. Con l'idea però che ormai è una routine, che ormai è tutto già visto e già fatto, e tocca solo continuare a spingere un altro po'.
Un'altra mezza laurea, così, nel giro di tre anni. E poi anche 'sta cosa è fatta.
Simone
17/07/11
Cambiare facoltà e ricominciare: e se poi siamo troppo "vecchi" per trovare lavoro?
Qui a sinistra vedete la rappresentazione di un tipico studente di Ingegneria fuori corso.
Qui sotto, invece, riporto la bellissima lettera che mi ha inviato Matteo:
Caro Simone,
io sono uno studente di ingegneria dell'informazione, 21 anni alla fine del 3° e che spera di laurearsi a dicembre. Da ormai 3-4 mesi mi sono reso conto di non frequentare la facoltà più adatta a me.
Fin da piccolo ho avuto due passioni, la scienza e l'informatica. Ho bramato di studiare informatica per anni e finalmente a 18 anni mi sono iscritto ad ingegneria ed ho passato 3 anni splendidi, ma ho anche capito il ruolo dell'ingegnere e non è per nulla adatto a me. Agli ingegneri piace ottimizzare, progettare... a me dà il voltastomaco. Ho avuto modo di fare vari corsi di matematica e fisica, e da un po' di tempo ho cominciato a pensare ad un mio possibile passaggio a Fisica.
Inutile dire che la cosa mi spaventa: non sono abituato a tornare sui miei passi su cose così importanti, ma ci sono alcune attenuanti che renderebbero la scelta un po' meno spaventosa:
-tutto sommato sono passati solo 3 anni.
-probabilmente mi riconoscerebbero un 90 crediti sui 180 della triennale, o se mi andasse di lusso anche qualcosa di più.
-fisica è attaccata ad ingegneria e continuerei a frequentare anche le mie amicizie ingegneristiche.
Mi spaventa però il fatto che comunque non la inizierei subito perchè ormai mi laureo. Se mi andasse di lusso mi laurerei a 25 anni e mezzo, 2 anni dopo rispetto ai miei coetanei. Non sono tanti, ma sento tanti che ricordano la preferenza delle aziende per i laureati sotto i 25 anni (anche se poi il mio sogno sarebbe il dottorato e l'insegnamento).
Insomma quei 2 anni mi fanno una paura tremenda.
Ne ho parlato con mia mamma, e dopo un po' ha dovuto ammettere che non mi può costringere a seguire un percorso che non mi piace e si è offerta di mediare con mio papà. Lui è un ingegnere di quelli convinti (un po' come ho letto in alcuni post del tuo blog) che esista solo ingegneria. I fisici sono folli, i matematici pazzi gli umanisti inutili etc etc... è frutto di una facoltà che troppo spesso ottimizza anche il modo di pensare degli studenti, e crea dei fierissimi ingegneri esaltati.
Diciamo che se mi iscrivessi a fisica sarebbe prima di tutto per vocazione. Amo capire il "come" delle cose, mi piace potermi interrogare sul perché (qui andiamo sulla filosofia e fisica ne è la gemella). Dopo aver esaltato la tecnica per tutta la mia vita ne riconosco i limiti e temo non mi darà mai nulla da un punto di vista umano.
Mi piacerebbe poter capire di più la natura; un ingegnere invece parte dagli studi fisici e matematici per creare qualcosa di nuovo. Un ingegnere sarebbe esaltato dal poter lavorare all'Intel... io sarei fiero di poter lavorare in un qualsiasi centro ricerche, ma soprattutto tenere lezioni su quello che ho studiato sperando di andare molto al di là di qualche equazione o circuito, sperando di trasmettere le domande che ogni uomo si pone, e la passione che ho verso quel che faccio nella vita.
Alla fine è sciocco impiegare la propria vita in un campo che non è il più adatto. La vita è davvero unica e passare 30-35 anni (5-8 ore al giorno per 5-6-7 giorni la settimana etc etc) a fare un lavoro che non si sente come proprio e che ti dà poco da un punto di vista umano, temo sia uno di quegli insegnamenti errati che si percepiscono oggi. Ogni lavoro è utile, ma troppe persone non si rendono conto che produrre in modo cieco per rispettare gli obblighi del vivere in società rischia di rendere la persona come un mero ingranaggio senza volontà propria.
Dover aver paura di non essere assunti perchè troppe aziende cercano il 24enne fresco di laurea, per sfruttarlo e dargli un salario minimo... è tristissimo.
Perdona questa lunghissima mail, se avrai voglia di leggerla e di darmi un tuo parere te ne sarò grato.
Ciao
Matteo
Qui sotto, invece, riporto la bellissima lettera che mi ha inviato Matteo:
Caro Simone,
io sono uno studente di ingegneria dell'informazione, 21 anni alla fine del 3° e che spera di laurearsi a dicembre. Da ormai 3-4 mesi mi sono reso conto di non frequentare la facoltà più adatta a me.
Fin da piccolo ho avuto due passioni, la scienza e l'informatica. Ho bramato di studiare informatica per anni e finalmente a 18 anni mi sono iscritto ad ingegneria ed ho passato 3 anni splendidi, ma ho anche capito il ruolo dell'ingegnere e non è per nulla adatto a me. Agli ingegneri piace ottimizzare, progettare... a me dà il voltastomaco. Ho avuto modo di fare vari corsi di matematica e fisica, e da un po' di tempo ho cominciato a pensare ad un mio possibile passaggio a Fisica.
Inutile dire che la cosa mi spaventa: non sono abituato a tornare sui miei passi su cose così importanti, ma ci sono alcune attenuanti che renderebbero la scelta un po' meno spaventosa:
-tutto sommato sono passati solo 3 anni.
-probabilmente mi riconoscerebbero un 90 crediti sui 180 della triennale, o se mi andasse di lusso anche qualcosa di più.
-fisica è attaccata ad ingegneria e continuerei a frequentare anche le mie amicizie ingegneristiche.
Mi spaventa però il fatto che comunque non la inizierei subito perchè ormai mi laureo. Se mi andasse di lusso mi laurerei a 25 anni e mezzo, 2 anni dopo rispetto ai miei coetanei. Non sono tanti, ma sento tanti che ricordano la preferenza delle aziende per i laureati sotto i 25 anni (anche se poi il mio sogno sarebbe il dottorato e l'insegnamento).
Insomma quei 2 anni mi fanno una paura tremenda.
Ne ho parlato con mia mamma, e dopo un po' ha dovuto ammettere che non mi può costringere a seguire un percorso che non mi piace e si è offerta di mediare con mio papà. Lui è un ingegnere di quelli convinti (un po' come ho letto in alcuni post del tuo blog) che esista solo ingegneria. I fisici sono folli, i matematici pazzi gli umanisti inutili etc etc... è frutto di una facoltà che troppo spesso ottimizza anche il modo di pensare degli studenti, e crea dei fierissimi ingegneri esaltati.
Diciamo che se mi iscrivessi a fisica sarebbe prima di tutto per vocazione. Amo capire il "come" delle cose, mi piace potermi interrogare sul perché (qui andiamo sulla filosofia e fisica ne è la gemella). Dopo aver esaltato la tecnica per tutta la mia vita ne riconosco i limiti e temo non mi darà mai nulla da un punto di vista umano.
Mi piacerebbe poter capire di più la natura; un ingegnere invece parte dagli studi fisici e matematici per creare qualcosa di nuovo. Un ingegnere sarebbe esaltato dal poter lavorare all'Intel... io sarei fiero di poter lavorare in un qualsiasi centro ricerche, ma soprattutto tenere lezioni su quello che ho studiato sperando di andare molto al di là di qualche equazione o circuito, sperando di trasmettere le domande che ogni uomo si pone, e la passione che ho verso quel che faccio nella vita.
Alla fine è sciocco impiegare la propria vita in un campo che non è il più adatto. La vita è davvero unica e passare 30-35 anni (5-8 ore al giorno per 5-6-7 giorni la settimana etc etc) a fare un lavoro che non si sente come proprio e che ti dà poco da un punto di vista umano, temo sia uno di quegli insegnamenti errati che si percepiscono oggi. Ogni lavoro è utile, ma troppe persone non si rendono conto che produrre in modo cieco per rispettare gli obblighi del vivere in società rischia di rendere la persona come un mero ingranaggio senza volontà propria.
Dover aver paura di non essere assunti perchè troppe aziende cercano il 24enne fresco di laurea, per sfruttarlo e dargli un salario minimo... è tristissimo.
Perdona questa lunghissima mail, se avrai voglia di leggerla e di darmi un tuo parere te ne sarò grato.
Ciao
Matteo
14/07/11
Segnalazione: come l'alba dopo la notte - di Morris Camilletti
Come l'alba dopo la notte è un romanzo breve che vede come protagonista un ragazzo di nome Julien, appartenente a famiglia benestante e insoddisfatto della propria vita.
Il suo desiderio di diventare artista e girare il mondo vendendo quadri urta con la volontà dei genitori che lo vogliono medico. All'insoddisfazione si unisce il rimorso per aver provocato l'incidente che manda in coma il suo migliore amico.
A tutto ciò Julien reagisce nella maniera sbagliata e arriva a toccare il fondo dal quale pensa di non poter più risalire.
In questo momento così difficile incontra Kate, una bellissima ragazza, che in qualche modo cambia la sua vita, ma non tutto è come sembra ai suoi occhi.
Il romanzo è ambientato in un paesino italiano immerso tra le colline e affronta due tematiche principali e cioè il trovare la forza di rialzarsi dopo momenti di difficoltà e il legame indissolubile che si può creare tra due persone.
Sito personale di Morris Camilletti
Il suo desiderio di diventare artista e girare il mondo vendendo quadri urta con la volontà dei genitori che lo vogliono medico. All'insoddisfazione si unisce il rimorso per aver provocato l'incidente che manda in coma il suo migliore amico.
A tutto ciò Julien reagisce nella maniera sbagliata e arriva a toccare il fondo dal quale pensa di non poter più risalire.
In questo momento così difficile incontra Kate, una bellissima ragazza, che in qualche modo cambia la sua vita, ma non tutto è come sembra ai suoi occhi.
Il romanzo è ambientato in un paesino italiano immerso tra le colline e affronta due tematiche principali e cioè il trovare la forza di rialzarsi dopo momenti di difficoltà e il legame indissolubile che si può creare tra due persone.
Sito personale di Morris Camilletti
11/07/11
Il BLS, la rianimazione cardio polmonare, e la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco.
Mi permetto di condividere con voi una piccola considerazione che forse qualcuno troverà interessante: durante i corsi di aggiornamento sul BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation, sarebbe il cosiddetto massaggio cardiaco con l'uso del defibrillatore) io come istruttore domando sempre ai volontari se gli sia mai capitato di effettuare una rianimazione cardiopolmonare dal "vivo".
Domando cioè se, oltre che a seguire il corso e a defibrillare un manichino, durante il servizio in ambulanza sia mai capitato di intervenire su un vero arresto cardiaco.
Quello che è venuto fuori dalla mia (seppur ridottissima) analisi è che un buon 30% dei Volontari del Soccorso che svolgono servizi operativi si trova prima o poi a fare un BLS-D "reale", e che la preparazione e l'aggiornamento in questo campo siano effettivamente di importanza notevole.
Sempre da questa piccola analisi viene fuori che, in moltissimi casi, all'arrivo dell'ambulanza con i nostri volontari a bordo si scopre che sul posto, a rianimare il paziente, non c'è nessuno. Manca cioè, nella cosiddetta catena della sopravvivenza, la componente gestita dal soccorritore occasionale che chiama i soccorsi per poi iniziare il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Manca insomma il BLS-A, per chiamarlo in termini più precisi.
Quello che ne viene fuori è che su migliaia di casi di arresto cardiaco che si verificano a Roma ogni anno, solo una piccola parte riceve un soccorso adeguato. E questo non perché manchi la preparazione dei Volontari e dei soccorritori del 118, ma perché manca una cultura di base della popolazione che spieghi a tutti quanti cosa fare e come comportarsi in un caso di emergenza.
Per dirlo in termini molto più "sintetici", nessuno sa come comportarsi di fronte a una persona che si trovi in arresto cardiaco, e per questo quando arriva l'ambulanza e il defibrillatore si rischia che il soccorso risulti inefficace, e in ogni caso si peggiorano le possibilità di sopravvivenza e recupero del paziente.
Ripeto e sottolineo che questa è solo una considerazione che nasce dalla mia esperienza personale, ed essendo molto limitata non può certamente dirsi rappresentativa della realtà di tutti i soccorsi effettuati sul territorio del nostro paese.
Mi sembrava comunque importante e di interesse collettivo condividerla con voi tutti.
Simone
Domando cioè se, oltre che a seguire il corso e a defibrillare un manichino, durante il servizio in ambulanza sia mai capitato di intervenire su un vero arresto cardiaco.
Quello che è venuto fuori dalla mia (seppur ridottissima) analisi è che un buon 30% dei Volontari del Soccorso che svolgono servizi operativi si trova prima o poi a fare un BLS-D "reale", e che la preparazione e l'aggiornamento in questo campo siano effettivamente di importanza notevole.
Sempre da questa piccola analisi viene fuori che, in moltissimi casi, all'arrivo dell'ambulanza con i nostri volontari a bordo si scopre che sul posto, a rianimare il paziente, non c'è nessuno. Manca cioè, nella cosiddetta catena della sopravvivenza, la componente gestita dal soccorritore occasionale che chiama i soccorsi per poi iniziare il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca in attesa dell'arrivo dell'ambulanza. Manca insomma il BLS-A, per chiamarlo in termini più precisi.
Quello che ne viene fuori è che su migliaia di casi di arresto cardiaco che si verificano a Roma ogni anno, solo una piccola parte riceve un soccorso adeguato. E questo non perché manchi la preparazione dei Volontari e dei soccorritori del 118, ma perché manca una cultura di base della popolazione che spieghi a tutti quanti cosa fare e come comportarsi in un caso di emergenza.
Per dirlo in termini molto più "sintetici", nessuno sa come comportarsi di fronte a una persona che si trovi in arresto cardiaco, e per questo quando arriva l'ambulanza e il defibrillatore si rischia che il soccorso risulti inefficace, e in ogni caso si peggiorano le possibilità di sopravvivenza e recupero del paziente.
Ripeto e sottolineo che questa è solo una considerazione che nasce dalla mia esperienza personale, ed essendo molto limitata non può certamente dirsi rappresentativa della realtà di tutti i soccorsi effettuati sul territorio del nostro paese.
Mi sembrava comunque importante e di interesse collettivo condividerla con voi tutti.
Simone
05/07/11
Segnalazioni, scrittori, il tirocinio e cose varie.
Un aggiornamento un po' rapido, su un po' di tutto,
Cominciamo da una segnalazione che voglio fare da un po': sul sito Med Bunker trovate 4 o 5 articoli interessantissimi riguardanti la cura Di Bella. E c'è anche un epub che racchiude tutto.
Il metodo Di Bella è una cosa della quale ho sentito parlare tantissimo in rete, e visto che per una volta questi articoli sembrano scritti da una persona che si è informata e che ha fatto delle ricerche, forse a qualcuno di quelli che seguono questo blog farà piacere leggerli.
Io personalmente non dico la mia opinione: un po' perché non essendo ancora laureato forse non è il caso, e un po' perché semplicemente non ho voglia di inserirmi in una discussione tanto importante andando di fretta, e rischiare così di apparire leggero e superficiale.
Medicina a 30 anni: sto continuando a studiare per Patologia Integrata. Forse oggi finisco la prima lettura, o forse la finisco domani. Non credo di avere materialmente il tempo di ripetere tutto, e visto che lo scritto è di quelli a crocette pignolissimi (Domanda: quale di questi farmaci che non hai mai sentito nominare causa più effetti collaterali. Risposta: ma farmacologia non era un altro esame?!) non è che la vedo benissimo.
Poi il 27 c'è un esonero di Farmacologia, per cui mi sa che proverò a fare anche quello e si finirà anche quest'anno fino a fine Luglio a studiare. Mi ha detto qualcuno: hai voluto la bicicletta?! Sì, però la bicicletta la volevo guidare, non che me la infilassero su per il... naso!
Tirocini studenti medicina: lo scrivo così perché trovo poca roba in rete con queste chiavi di ricerca, che invece secondo me sarebbero interessanti.
Dicevo: tirocini a medicina come studente. Domani andrò al reparto di Medicina Interna, ma penso che sia il caso di iniziare a cercare qualcos'altro.
Non che la Medicina Interna non mi interessi (anzi, è il settore che mi attira di più) ma credo che a questo punto mi manchi completamente una pratica più - per così dire - terra terra. In quel reparto vedo un sacco di cartelle e di pazienti ospedalizzati, e mi faccio un'idea di cosa bisogna andare a cercare nelle varie patologie, però mi servirebbe un approccio più pratico e più sistematico, qualcosa tipo un ambulatorio o anche uno studio di medicina generale.
Insomma, mi piacerebbe questa estate trovare qualcosa del genere, e passare così almeno parte delle mie vacanze.
Potrei chiedere alla Croce Rossa di partecipare a qualche PMA (posto medico avanzato, sono le tende che vedete durante le manifestazioni) ma c'è una specie di scoglio burocratico perché non so se ho tutte le abilitazioni necessarie (il corso per montare la tenda e cose del genere!) e non mi aspetto troppo di trovare medici così disponibili che vogliano stare lì a spiegarmi le cose.
Oppure potrei cercare un ambulatorio magari della Caritas. Ma pure lì non so tanto bene dove andare, a chi chiedere, e se bisogna prima fare dei corsi per diventare volontario e tutto il resto. Io non per essere antipatico, ma sono già volontario di una associazione e secondo me non ha senso cercarne un'altra se non per qualche collaborazione saltuaria. Forse sbaglio, chissà.
Infine potrei chiedere in giro per l'ospedale, magari proprio alla professoressa di Medicina Interna. Magari mi dice "guarda, ad agosto fanno ambulatorio qui e se ci vai ti fanno fare qualcosa". Chi lo sa? Penso che ci proverò.
Blog e altri blog: se avete notato (ma non credo) ho rimesso i link a un po' di blog di scrittori e siti interessanti. Quando ho deciso di smettere di usare il blog per la scrittura (e successivamente di chiudere coi libri in generale) avevo deciso allo stesso tempo di tagliare un po' i ponti col resto della rete.
Ora però sono passati mesi, e omai sono solo un lettore che alla fine può avere curiosità sulle iniziative che compaiono in rete o farsi quattro risate quando la gente fa le solite polemiche sul nulla e tutto il resto.
Quelli che trovate sulla destra sono i blog della gente che ho incontrato in rete. Con alcuni sono amico, con altri no , con altri ancora vado d'accordo e altri infine li prenderei a pedate. In ogni caso io mi interesso d'altro e se anche spesso in questi blog si parla di ebook, libri ed editoria io non mi occupo più di queste cose e alla fine posso dare giusto un'opinione dall'esterno e da disinformato, e nulla più.
Come dite? E stica... pperi di chi metto o non metto il link?! Eh sì, in effetti... avete ragione. ^^
Simone
Cominciamo da una segnalazione che voglio fare da un po': sul sito Med Bunker trovate 4 o 5 articoli interessantissimi riguardanti la cura Di Bella. E c'è anche un epub che racchiude tutto.
Il metodo Di Bella è una cosa della quale ho sentito parlare tantissimo in rete, e visto che per una volta questi articoli sembrano scritti da una persona che si è informata e che ha fatto delle ricerche, forse a qualcuno di quelli che seguono questo blog farà piacere leggerli.
Io personalmente non dico la mia opinione: un po' perché non essendo ancora laureato forse non è il caso, e un po' perché semplicemente non ho voglia di inserirmi in una discussione tanto importante andando di fretta, e rischiare così di apparire leggero e superficiale.
Medicina a 30 anni: sto continuando a studiare per Patologia Integrata. Forse oggi finisco la prima lettura, o forse la finisco domani. Non credo di avere materialmente il tempo di ripetere tutto, e visto che lo scritto è di quelli a crocette pignolissimi (Domanda: quale di questi farmaci che non hai mai sentito nominare causa più effetti collaterali. Risposta: ma farmacologia non era un altro esame?!) non è che la vedo benissimo.
Poi il 27 c'è un esonero di Farmacologia, per cui mi sa che proverò a fare anche quello e si finirà anche quest'anno fino a fine Luglio a studiare. Mi ha detto qualcuno: hai voluto la bicicletta?! Sì, però la bicicletta la volevo guidare, non che me la infilassero su per il... naso!
Tirocini studenti medicina: lo scrivo così perché trovo poca roba in rete con queste chiavi di ricerca, che invece secondo me sarebbero interessanti.
Dicevo: tirocini a medicina come studente. Domani andrò al reparto di Medicina Interna, ma penso che sia il caso di iniziare a cercare qualcos'altro.
Non che la Medicina Interna non mi interessi (anzi, è il settore che mi attira di più) ma credo che a questo punto mi manchi completamente una pratica più - per così dire - terra terra. In quel reparto vedo un sacco di cartelle e di pazienti ospedalizzati, e mi faccio un'idea di cosa bisogna andare a cercare nelle varie patologie, però mi servirebbe un approccio più pratico e più sistematico, qualcosa tipo un ambulatorio o anche uno studio di medicina generale.
Insomma, mi piacerebbe questa estate trovare qualcosa del genere, e passare così almeno parte delle mie vacanze.
Potrei chiedere alla Croce Rossa di partecipare a qualche PMA (posto medico avanzato, sono le tende che vedete durante le manifestazioni) ma c'è una specie di scoglio burocratico perché non so se ho tutte le abilitazioni necessarie (il corso per montare la tenda e cose del genere!) e non mi aspetto troppo di trovare medici così disponibili che vogliano stare lì a spiegarmi le cose.
Oppure potrei cercare un ambulatorio magari della Caritas. Ma pure lì non so tanto bene dove andare, a chi chiedere, e se bisogna prima fare dei corsi per diventare volontario e tutto il resto. Io non per essere antipatico, ma sono già volontario di una associazione e secondo me non ha senso cercarne un'altra se non per qualche collaborazione saltuaria. Forse sbaglio, chissà.
Infine potrei chiedere in giro per l'ospedale, magari proprio alla professoressa di Medicina Interna. Magari mi dice "guarda, ad agosto fanno ambulatorio qui e se ci vai ti fanno fare qualcosa". Chi lo sa? Penso che ci proverò.
Blog e altri blog: se avete notato (ma non credo) ho rimesso i link a un po' di blog di scrittori e siti interessanti. Quando ho deciso di smettere di usare il blog per la scrittura (e successivamente di chiudere coi libri in generale) avevo deciso allo stesso tempo di tagliare un po' i ponti col resto della rete.
Ora però sono passati mesi, e omai sono solo un lettore che alla fine può avere curiosità sulle iniziative che compaiono in rete o farsi quattro risate quando la gente fa le solite polemiche sul nulla e tutto il resto.
Quelli che trovate sulla destra sono i blog della gente che ho incontrato in rete. Con alcuni sono amico, con altri no , con altri ancora vado d'accordo e altri infine li prenderei a pedate. In ogni caso io mi interesso d'altro e se anche spesso in questi blog si parla di ebook, libri ed editoria io non mi occupo più di queste cose e alla fine posso dare giusto un'opinione dall'esterno e da disinformato, e nulla più.
Come dite? E stica... pperi di chi metto o non metto il link?! Eh sì, in effetti... avete ragione. ^^
Simone
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