
Credo che la mia carriera di scrittore abbia lasciato spazio a cose più degne di interesse, utili e gratificanti, e di tanto in tanto nella vita fa bene prendere gli scatoloni pieni di cianfrusaglie e buttare tutto nel secchio.
Poi vi dirò la nuda e cruda verità: credo che l'editoria sia un settore estremamente duro e difficile e che io - detto senza inventarmi cazzate - non ero abbastanza bravo per lavorarci davvero. I miei testi non erano abbastanza incisivi, i miei romanzi non erano abbastanza scorrevoli e le mie idee non erano abbastanza commerciabili. Credo anche però che nell'editoria moderna non ci sia né spazio né interesse nei confronti di nuovi autori, che la cultura non passi più attraverso la narrativa se non a parole e quando si parla di ottenere qualche vantaggio economico. Ritengo infine che gli ebook abbiano già fatto il loro tempo... se mai ce ne sia stato uno.
Poi se ci tenete le mie cose le trovate ancora nei vecchi blog, ma è per l'appunto roba vecchia mentre qui ho voluto dare una bella ripulita.
Altro cambiamento è che, per la prima volta in vita mia, ho mollato una prova universitaria per andarmene invece in vacanza. Voglio dire che stavo preparando un esonero di farmacologia, ma dopo 2 giorni che fissavo le pagine come un idiota e senza riuscire a concentrarmi ho realizzato che non avrei mai fatto in tempo a studiare come si deve, e ho rimandato tutto a settembre.
Magari non vi sembrerà questa grande notizia, ma dopo l'esame di Patologia Integrata 1 ero veramente distrutto e aver staccato la spina per qualche giorno mi ha consentito di riprendermi un po' e di riposarmi come si deve.
In tutto questo ho pensato che l'impegno che mettiamo nelle cose e gli interessi che coltiviamo vadano finalizzati anche a vivere meglio. E intendo vivere meglio sia noi come singoli individui, ma anche noi come società e le persone che abbiamo intorno. La maturità, lo studio, la cultura e il lavoro devono farci stare meglio di quando non le avevamo, perché altrimenti a che servirebbero?
E credo che capire quello che puoi riuscire a fare e quello che invece ti costa troppo sia un miglioramento personale, un qualcosa che ho raggiunto in questi anni di ritorno allo studio. Una crescita personale è anche capire e ammettere che una cosa non è andata come speravamo, saperlo accettare e ricominciare un nuovo percorso. Anche saper sopravvivere a un errore disastroso che abbiamo fatto senza sconfinare nella tragedia o lasciare che vada tutto a rotoli è una capacità che si può apprendere.
Questa cosa tre anni fa, prima di iniziare medicina, non sapevo farla. Mi incaponivo su tanti problemi anche quando era evidente che fosse fatica sprecata, e non vedevo il vantaggio a lungo termine che può arrivare dall'affrontare un ostacolo da un'altra prospettiva... o anche solo dopo essersi riposati un po'.
Ed esserci riuscito adesso credo che un po' dimostri che - per me - tornare all'università sia stata una scelta efficace, in grado di schiodarmi da un certo modo di vivere e da certi comportamenti. E mi fa pensare che lo studio e la cultura, ma quella vera non le minchiate dei romanzetti commerciali, ti portino a vivere meglio e ad affrontare la vita in un modo diverso.
Simone