Per tanti, e per buone ragioni, sembra che questo 2011 sia stato un anno piuttosto negativo.
Per quanto mi riguarda, devo sinceramente dire che è stato un anno difficile. Un po' duro a volte, e sicuramente stancante. Tuttavia, se dovessi fare una selezione, questo 2011 lo metterei con assoluta certezza nel "gruppo" degli anni positivi.
Da quando ho mollato una parte di quello che ero e che facevo per inseguirne un'altra, non riesco a ricordare momenti di particolare tristezza, sfortuna o insoddisfazione. Certo ci sono stati sempre alti e bassi, e anche questo ultimo mese di Dicembre se vogliamo non è stato particolarmente elevato o positivo. Quest'anno è stato insomma un nuovo tassello di questa parte della mia vita fatta di esami, incertezze e domande per un futuro ancora fumoso, ma che io trovo sempre e comunque bellissima.
Il 2011 è stato un altro anno lontano dalla scrittura. Pochi aggiornamenti del blog, ma indirizzati forse a persone che ne coglieranno una maggiore utilità rispetto a chi magari si divertiva con i miei aggiornamenti più vecchi, per poi però scordarsene rapidamente.
Nel 2011 ho studiato molto e ho superato alcuni esami importanti. Più di questo, il 2011 è stato l'anno in cui ho iniziato ad andare in ospedale. A parlare con i pazienti, e a fare le mie prime - piccolissime - esperienze pratiche come futuro medico (visto che a questo punto la cosa si fa un po' più probabile).
In questo 2011 sono entrato per la prima volta in sala operatoria. Ho assistito a interventi a cielo aperto, endoscopie, punture lombari... e poi in reparto ho visto prelievi venosi, emogas, toracentesi. E per la prima volta quest'anno ho provato una sensazione nuova: di quando hai una paura assurda di una cosa, ma poi prendi questa paura e la rivolti letteralmente contro quello che ti spaventava. E di colpo ti ritrovi immerso in una sensazione completamente nuova, come se potessi fare qualsiasi cosa: come se tutto quello che avviene nel mondo fosse lontano, innocuo, semplice.
Non mi ero mai sentito in questo modo con i libri, o facendo l'ingegnere. Non dico che sia impossibile, ma a me non era successo mai. Qualche anno fa il mio mondo era solo carta e storie inventate: burocrazia, fatture, romanzi... cose bellissime e poetiche, utili e importanti. Ma la carta e le parole sono una specie di gabbia: ti danno quello che ti serve per sopravvivere, ma alla fine dei conti non sei mai completamente vivo.
A Dicembre 2011, la settimana scorsa, per la prima volta non mi sono sentito troppo in imbarazzo quando un paziente - vedendomi con il camice - mi ha chiamato dottore. Io dico sempre a tutti che sono ancora uno studente, ma se ci penso bene come altro avrebbe potuto chiamarmi? Non c'è una qualifica specifica per gli ingegneri in reparto, e nessuno ti chiamerà mai semplicemente "studente". Insomma ho realizzato che è normale che mi chiamino così, e non ci faccio più molto caso.
Infine, sempre in questo 2011, ho suonato per la prima volta col mio gruppetto davanti a un pubblico. Niente di particolarmente speciale: una festa dove suonavano anche altre persone, una mezz'ora per i pezzi nostri e poi un po' di quello che viene insieme a qualche musicista più esperto di me.
E pure quella è stata una cosa abbastanza faticosa: le prove, lo stress, la tensione subito prima di cominciare. Però mi è piaciuto anche quello.
Certe volte mi dico che se avessi iniziato prima ora suonerei meglio. Ora sare già laureato e specializzato da tempo, e ora potrei seguire e organizzare la mia vita con più calma. E spesso mi domando come ho fatto ad aspettare tutto questo tempo prima di iniziare a seguire le cose che mi appassionavano sul serio, e come mai ci ho messo così tanto prima di iniziare a vivere la vita che sognavo piuttosto che la vita che mi era capitata.
Ma forse è così un po' per tutti: ognuno di noi segue un certo percorso prima di scoprire che cosa vuole essere davvero. E forse questo tempo è stato necessario per arrivare a trovare la mia strada, nel 2011 o giù di lì.
E se ancora non l'avete trovata, vi auguro che il 2012 vi porti la vostra.
Simone
31/12/11
24/12/11
I miei auguri di Natale.
L'alberello sarà un po' piccolo... ma l'importante e quello che ci trovate sotto, no? |
Quest'anno ho comprato quasi esclusivamente giocattoli per nipoti, figli d'amici, figliastri, figliocci e ragazzini vari. Alla fine credo che il Natale dei regali, delle campanelle e delle pubblicità buoniste sia un bel momento per i bambini, e spero che lo sarà anche quello di quest'anno.
Al contrario, in questo periodo tanti adulti sono spesso un po' scontenti e pessimisti. Sarà che è proprio un momento storico un po' deprimente, sarà la politica, le tasse o semplicemente l'anno che è andato male. Saranno tante cose, ma per molti le feste sono un momento in cui si tirano le somme, e non sempre c'è tutta questa voglia di stappare bottiglie e festeggiare.
A queste persone, e a tutti gli adulti in generale, auguro che il cenone e le feste che seguiranno portino un po' di riposo, l'affetto di chiunque vi passi anche solo vicino e l'energia per affrontare quest'ultima settimana del 2011.
E buon Natale a tutti quanti!
Simone
21/12/11
Varie figure di m... in reparto.
La mia futura specializzazione... ma comunque c'è di peggio. |
- Sono a Medicina Interna, di pomeriggio. Il che vuol dire che siamo io, un professore e uno specializzando che dovrebbe essere da qualche parte ma non si sa dove.
Arriva un nuovo paziente dal Pronto Soccorso, e credo per spingermi ad avere più fiducia in me stesso il professore mi dice "vacci a parlare tu, che io adesso arrivo".
Ok: canzone di sottofondo tipo quella di Rocky, vado dal paziente e mi presento. Contate sempre che io sono uno col camice e un bel po' di capelli bianchi che sembro lo zio degli altri studenti, per cui immaginate come può vedermi lui: cioè, non è che mi hanno dato la targhetta con la scritta "medico" cancellata col pennarello, e sotto scritto "ex-ingegnere". Sembro tipo quasi uno che potrebbe effettivamente avere la parvenza di lavorare lì.
E insomma, io mi presento con 'sto cavolo di taccuino su cui mi annoto le varie cose che succedono in reparto. Chiedo al paziente come va e come non va. Perché lo hanno ricoverato, se è stato in ospedale altre volte e se ha altre patologie. E intanto mi scrivo qualcosa per non dimenticarmi tutto 30 secondi dopo.
A un certo punto lui mi informa che è stato operato anni prima di una cosa strana, che non ho mai sentito nominare. Lì per lì ho la tentazione di far finta di aver capito e di scarabocchiare qualcosa a casaccio (tecnica ingegneristica riciclabilissima anche in campo medico) ma poi scuoto la testa e chiedo: "che malattia ha detto che aveva, scusi?"
Lui fa una faccia come per dire: ma dove cazzo sono finito?! E meno male che subito dopo è arrivato il professore, che se no mi sa che cambiava ospedale.
E per quanto riguarda il taccuino: dopo un po' mi sono rotto di portarmelo sempre appresso, e l'ho buttato.
- Reparto di cardiologia. O mi sa che era sempre Medicina interna, non mi ricordo.
Uno specializzando ci fa vedere l'esame obiettivo di un paziente: come si sente la milza, il fegato, eccetera eccetera. Poi fa provare noi, a turno.
"Ora ascolta il cuore" mi dice.
Io come si sente il cuore me l'ero appena ripassato, per cui prendo il fonendoscopio e lo passo senza esitazione su tutti i punti corretti: focolaio Aortico, Polmonare, Tricuspide, Mitralico... le iniziali formano la parola ApParTaMento (be', più o meno lo fanno), ho inventato questo bel trucchetto per ricordarmele, ed effettivamente ha funzionato. Mi sento proprio troppo figo.
"E com'è il battito?"
"Tutto a posto!" rispondo io, convintissimo. "Regolare e quelle altre cose in medichese".
"Ma come è possibile?" lo specializzando è ApParenTeMente sconcertato. "Come fai a dire che è tutto a posto?!"
Io rimetto il fonendoscopio sul torace. Solo stavolta invece di fare il secchione mi concentro su quello che sto facendo, e sento una cosa che fa tipo TutuTUTUMtuTUtumTUMtum, il suono meno regolare che può esistere: il paziente ha una fibrillazione atriale, e la Cardiologia è la scienza che studia il cuore.
O almeno così ho capito.
- Reparto di Urologia.
Esco dalla sala operatoria dopo aver visto parte di un intervento. Fuori, nel corridoio, ci sono i parenti della persona che stanno operando, e vengono tutti da me per chiedere informazioni.
"Come va l'intervento?" mi domandano. "Sta andando tutto bene?"
E io lo so che non devo dire nulla a nessuno. Cioè, io non so nulla di chirurgia. Sul serio. E poi non è nemmeno una cosa che posso fare. E poi che succede se sparo una cavolata?
Però i parenti insistono. Sono in ansia e preoccupati, e stanno lì da chissà quante ore. E io mannaggia a me che sono buono o semplicemente stupido, e che non riesco a ignorare la gente. Mi dico che mi terrò sul più vago e generico possibile, così almeno non combino qualche casino.
"Ho visto solo una parte piccolissima dell'intervento" dico. "Non avevano nemmeno tolto la milza".
E quelli tipo un altro po' e svengono.
"LA MILZA?!" mi fanno, con gli occhi sbarrati. "Ma doveva essere operato AL RENE!"
Ecco: io lo sapevo che dovevo fare lo stronzo, e andarmene senza dire nulla! E se lo scopriva il professore mi sa che finiva proprio che mi rincuorava di brutto. Per fortuna alla fine è vento fuori che in ospedale c'è più di una sala operatoria (incredibile, eh?) e avevo semplicemente visto un altro intervento.
Ma voi, comunque sia, non chiedete mai informazioni agli studenti.
Simone
19/12/11
7 links (ma invece sono almeno 8 o 9) project.
Federico mi ha infilato in una di quelle catene per blogger che in genere detesto ed evito di appoggiare.
Però è un po' di tempo che non ho troppe idee originali per aggiornare il blog (parlare di università in fondo può diventare ripetitivo) per cui ho deciso di partecipare anche solo per cambiare un po' argomento di conversazione.
Insomma si trattava di linkare un po' di vecchi post del nostro blog secondo alcune indicazioni, ed eccoveli qua:
Il post il cui successo mi ha stupito
Però è un po' di tempo che non ho troppe idee originali per aggiornare il blog (parlare di università in fondo può diventare ripetitivo) per cui ho deciso di partecipare anche solo per cambiare un po' argomento di conversazione.
Insomma si trattava di linkare un po' di vecchi post del nostro blog secondo alcune indicazioni, ed eccoveli qua:
Il post il cui successo mi ha stupito
Iniziamo male: vi confesso che tante volte mi pare di aver scritto dei post fichissimi, e invece non se li fila nessuno. Post brutti invece pieni di commenti sono difficili da trovare, ma frugando un po' nei miei archivi... eccolo! L'ennesimo pianto da scrittore super turbo sfigato che potevo benissimo risparmiarmi e che magari era meglio se non ritiravo fuori... per cui, insomma, non ci cliccate!
Il post più popolare
Il post più popolare non è su questo blog, ma su quello vecchio che comunque anticipava il blog nuovo parlando della mia seconda laurea in Medicina: Lo trovate qua.
Visto che forse non vale, su questo blog ha avuto molto successo il post sulla paura del sangue.
Visto che forse non vale, su questo blog ha avuto molto successo il post sulla paura del sangue.
Il post più controverso
Uno qualunque di quelli sulla scrittura. Cioè quando ancora parlavo della scrittura in maniera molto polemica, prima di capire che avevo rotto il k@tso. Dopo questo post un po' di commentatori non li ho mai più visti, per cui magari era meglio che evitavo di ri-linkarvi pure questo. ^^
Il post più utile
Utile e blog sono due parole che non vanno troppo a braccetto. Con un post sul test di ammissione (ancora sul vecchio blog) ci avevo provato... ma non so quanto sia servito davvero.
Il post che non ha ricevuto l'attenzione che meritava
Ma dai, devo linkarvi tutto quello che ho scritto nel corso della mia vita? ^^ Ok, limitiamoci a questo sui migliori ebook gratuiti presenti in rete... che si è fermato a pochissimi titoli perché nessuno me ne ha consigliati altri.
Il post più bello
A me piace molto il racconto sulla morte della paura, che parla di quando mi portavano le cose terrificanti durante i laboratri di Anatomia. Anche quello sulla prima volta in sala operatoria non è male... e da quando non scrivo più scrivo molto meglio, non pare anche a voi?! ^^
Il post di cui vado più fiero
Ovviamente tutti quelli dove riporto le esperienze di chi mi ha contattato cercando consigli su una (prima o seconda) laurea o anche solo per raccontarmi una storia analoga alla mia.
Davvero, l'interazione e il rapporto con altre persone mi fa capire che tutto il tempo passato a scrivere e a studiare sia stato in qualche modo - e anche se in maniera appena percettibile - utile a qualcun altro... e quando bisogna tirare le somme, credo che le cose importanti siano soltanto queste.
A tutti quanti loro va insomma il mio più sincero ringraziamento... e il link ve l'ho messo qui.
Simone
Davvero, l'interazione e il rapporto con altre persone mi fa capire che tutto il tempo passato a scrivere e a studiare sia stato in qualche modo - e anche se in maniera appena percettibile - utile a qualcun altro... e quando bisogna tirare le somme, credo che le cose importanti siano soltanto queste.
A tutti quanti loro va insomma il mio più sincero ringraziamento... e il link ve l'ho messo qui.
Simone
15/12/11
Seconda laurea in Medicina: un periodo un po' del cavolo.
Lo "stop" all'uscita del libro era già stata una bella botta.
Poi ieri ho avuto l'esame di Gastrologia/Endocrinologia, e nonostante che avessi studiatoun casino abbastanza non ho superato lo scritto e mi hanno segato.
Come se non bastasse ho pure avuto una mezza influenza: ieri stavo a pezzi, oggi sono senza voce e penso che ne avrò ancora per qualche giorno.
E insomma, sono momenti come questo che non dico mi mettono dei dubbi o mi fanno venire qualche rimpianto, ma che un pochino mi buttano giù. Io 'sta stronzata che devi andare lì e ripetere le cose a memoria ai professori l'avevo già fatta almeno 50 volte, ai tempi di Ingegneria. E se questa storia degli esami è come una specie di tassa per poi poter svolgere la professione che ti piace, io a un certo punto potevo anche dire di avere già dato.
Poi mi sono rimesso in testa di ricominciare da zero, e alla fine ci sto e non mi lamento: l'ho deciso io. Però credo anche che tutto sommato non sia soltanto colpa mia se nella vita che facevo prima ero insoddisfatto e ho sentito il bisogno di cambiare. Credo che sia una cosa che è stata causata da me, ovvio, ma che non ho scelto lucidamente perché non sapevo cosa mi avrebbe riservato davvero il futuro.
Ovvio poi che non è che qualcuno è venuto da me e mi ha obbligato a iscrivermi a medicina, e anche questo l'ho voluto io. Ma è un voluto che suona quasi come obbligato, perché prima di prendere questa alternativa - davvero - non è che fossi una persona realizzata o che vivessi bene quella quotidianità che mi aveva stancato in un tempo così breve.
Ma insomma, in genere vado avanti senza farmi pesare lo studio più di tanto, come del resto avrete capito leggendo gli altri passaggi del mio blog. Studio e seguo e vado in reparto, e il 99% delle volte sono contento e soddisfatto.
Però, qualche volta, quando non va tutto proprio secondo i progetti allora insomma, un po' le cose si fanno un tantino più pesanti. Intanto se ti bocciano è comunque meno gratificante che se ti promuovono. Ma va', vero? ^^ Poi non è che ci sono tantissimi appelli, e subito gli altri esami iniziano a sovrapporsi e non sai più a chi dare i resti e che pesci pigliare. C'è sempre lo spettro di rimanere indietro (cosa che se avessi 20 anni sarebbe ininfluente, ma che ora non posso proprio permettermi) e alla fine ridare un esame - in qualsiasi modo la vogliate vedere - implica sempre un ulteriore carico di lavoro in più anche solo per andare lì la mattina dell'appello e aspettare il tuo turno.
Ma insomma, cerchiamo di rimetterci in sesto: intanto mi sto intossicando di probiotici e integratori alimentari per tirarmi un po' su dall'influenza. Cose che per inciso secondo me non servono a una minchia: non è che qui a Roma si soffra di malnutrizione di qualche tipo, e certe cose in più o le espelli tutte - il che è l'eventualità migliore - oppure ti intossicano di brutto ed era meglio che restavi solo malato. Però mi danno l'illusione che mi sto curando, mentre alla fine se sto male senza prendere niente mi pare che me la sono andata a cercare.
Poi devo riprendere a frequentare un po' i reparti, che per colpa dell'esame è un secolo che non metto il camice. Ora io volevo andare a Gastroenterologia a indirizzo clinico, ma forse ci sarà posto solo nel reparto che invece è chirurgico. Adesso la Clinica mi interessa più della Chirurgia (diciamo che a fare il chirurgo non mi ci vedo per niente) ma l'internato sarebbe con un professore spettacolare che sta per andare in pensione. Cioè, meglio che con questo professore mi sa che non si può capitare, e poi dopo la possibilià di andare appresso a lui non ci sarà più perché smetterà di insegnare... però di andare di nuovo 10 volte in sala operatoria - dopo l'internato a Urologia - non c'ho proprio voglia per niente.
Oppure posso andare un altro po' a Urologia, che è sempre chirurgia ma sarebbe una frequenza molto più soft... e poi così mi faccio vedere un po' dai professori prima dell'esame che a questo punto darò a Marzo e insomma è una scelta strategicamente migliore, ma il rischio è di non imparare poi molto di nuovo.
Ancora potrei riprendere a frequentare Medicina Interna, che per vedere della roba di interesse medico (che non darei per scontato) forse è il posto migliore di tutto l'ospedale, ma per gli esami che sto dando ora non serve a niente... e poi essendoci già stato volevo guardarmi prima un altro po' intorno. E poi sinceramente Medicina Interna è PESANTE perché devi sapere tutto di tutto e poi tanto c'è sempre qualcosa che non ti ricordi.
Oltre alla frequenza, devo decidere quando dare gli esami che mi mancano. Sicuramente ormai non posso fare tutto prima che ricomincino i corsi, per cui dopo tanti sforzi per rimettermi in pari finirò ancora una volta a seguire una materia mentre in realtà ne sto studiando un'altra (anche fisicamente durante le stesse lezioni). Ma questa cosa per gli studenti di Medicina è lo standard, e anzi era strano che per un po' fossi riuscito a studiare proprio le materie che stavo seguendo.
Insomma, come vedete ho le idee un po' confuse e sto un po' in un momento del cavolo. Ora questo fine settimana spero di riposarmi un po', e poi si ricomincia e si riparte e basta con lamentele e piagnistei del cavolo.
Almeno sperando che a Gennaio non mi seghino di nuovo! ^^
Simone
Poi ieri ho avuto l'esame di Gastrologia/Endocrinologia, e nonostante che avessi studiato
Come se non bastasse ho pure avuto una mezza influenza: ieri stavo a pezzi, oggi sono senza voce e penso che ne avrò ancora per qualche giorno.
E insomma, sono momenti come questo che non dico mi mettono dei dubbi o mi fanno venire qualche rimpianto, ma che un pochino mi buttano giù. Io 'sta stronzata che devi andare lì e ripetere le cose a memoria ai professori l'avevo già fatta almeno 50 volte, ai tempi di Ingegneria. E se questa storia degli esami è come una specie di tassa per poi poter svolgere la professione che ti piace, io a un certo punto potevo anche dire di avere già dato.
Poi mi sono rimesso in testa di ricominciare da zero, e alla fine ci sto e non mi lamento: l'ho deciso io. Però credo anche che tutto sommato non sia soltanto colpa mia se nella vita che facevo prima ero insoddisfatto e ho sentito il bisogno di cambiare. Credo che sia una cosa che è stata causata da me, ovvio, ma che non ho scelto lucidamente perché non sapevo cosa mi avrebbe riservato davvero il futuro.
Ovvio poi che non è che qualcuno è venuto da me e mi ha obbligato a iscrivermi a medicina, e anche questo l'ho voluto io. Ma è un voluto che suona quasi come obbligato, perché prima di prendere questa alternativa - davvero - non è che fossi una persona realizzata o che vivessi bene quella quotidianità che mi aveva stancato in un tempo così breve.
Ma insomma, in genere vado avanti senza farmi pesare lo studio più di tanto, come del resto avrete capito leggendo gli altri passaggi del mio blog. Studio e seguo e vado in reparto, e il 99% delle volte sono contento e soddisfatto.
Però, qualche volta, quando non va tutto proprio secondo i progetti allora insomma, un po' le cose si fanno un tantino più pesanti. Intanto se ti bocciano è comunque meno gratificante che se ti promuovono. Ma va', vero? ^^ Poi non è che ci sono tantissimi appelli, e subito gli altri esami iniziano a sovrapporsi e non sai più a chi dare i resti e che pesci pigliare. C'è sempre lo spettro di rimanere indietro (cosa che se avessi 20 anni sarebbe ininfluente, ma che ora non posso proprio permettermi) e alla fine ridare un esame - in qualsiasi modo la vogliate vedere - implica sempre un ulteriore carico di lavoro in più anche solo per andare lì la mattina dell'appello e aspettare il tuo turno.
Ma insomma, cerchiamo di rimetterci in sesto: intanto mi sto intossicando di probiotici e integratori alimentari per tirarmi un po' su dall'influenza. Cose che per inciso secondo me non servono a una minchia: non è che qui a Roma si soffra di malnutrizione di qualche tipo, e certe cose in più o le espelli tutte - il che è l'eventualità migliore - oppure ti intossicano di brutto ed era meglio che restavi solo malato. Però mi danno l'illusione che mi sto curando, mentre alla fine se sto male senza prendere niente mi pare che me la sono andata a cercare.
Poi devo riprendere a frequentare un po' i reparti, che per colpa dell'esame è un secolo che non metto il camice. Ora io volevo andare a Gastroenterologia a indirizzo clinico, ma forse ci sarà posto solo nel reparto che invece è chirurgico. Adesso la Clinica mi interessa più della Chirurgia (diciamo che a fare il chirurgo non mi ci vedo per niente) ma l'internato sarebbe con un professore spettacolare che sta per andare in pensione. Cioè, meglio che con questo professore mi sa che non si può capitare, e poi dopo la possibilià di andare appresso a lui non ci sarà più perché smetterà di insegnare... però di andare di nuovo 10 volte in sala operatoria - dopo l'internato a Urologia - non c'ho proprio voglia per niente.
Oppure posso andare un altro po' a Urologia, che è sempre chirurgia ma sarebbe una frequenza molto più soft... e poi così mi faccio vedere un po' dai professori prima dell'esame che a questo punto darò a Marzo e insomma è una scelta strategicamente migliore, ma il rischio è di non imparare poi molto di nuovo.
Ancora potrei riprendere a frequentare Medicina Interna, che per vedere della roba di interesse medico (che non darei per scontato) forse è il posto migliore di tutto l'ospedale, ma per gli esami che sto dando ora non serve a niente... e poi essendoci già stato volevo guardarmi prima un altro po' intorno. E poi sinceramente Medicina Interna è PESANTE perché devi sapere tutto di tutto e poi tanto c'è sempre qualcosa che non ti ricordi.
Oltre alla frequenza, devo decidere quando dare gli esami che mi mancano. Sicuramente ormai non posso fare tutto prima che ricomincino i corsi, per cui dopo tanti sforzi per rimettermi in pari finirò ancora una volta a seguire una materia mentre in realtà ne sto studiando un'altra (anche fisicamente durante le stesse lezioni). Ma questa cosa per gli studenti di Medicina è lo standard, e anzi era strano che per un po' fossi riuscito a studiare proprio le materie che stavo seguendo.
Insomma, come vedete ho le idee un po' confuse e sto un po' in un momento del cavolo. Ora questo fine settimana spero di riposarmi un po', e poi si ricomincia e si riparte e basta con lamentele e piagnistei del cavolo.
Almeno sperando che a Gennaio non mi seghino di nuovo! ^^
Simone
09/12/11
Studiare Lettere Moderne mentre si sogna la laurea in Medicina: il lungo percorso di Gabriella.
Ciao Simone,
mi sono imbattuta nel tuo blog cercando "Iscriversi a Medicina a trent'anni", e incuriosita dal link la mia seconda laurea in medicina ho letto la tua storia che mi ha trasmesso tanta voglia di crederci ancora.
Mi chiamo Gabriella e ho 27 anni. La mia passione per la medicina è cresciuta pian piano e in maniera sempre più forte negli anni del liceo, ma provenendo da una maturità classica - quindi con scarsa preparazione nell'ambito scientifico - ho provato il test con rassegnazione, anche perchè non avevo frequentato alcun corso preparatorio... e l'esito fu scontato.
Demoralizzata mi iscrissi alla facoltà di Lettere Moderne, una strada del tutto diversa ma che pensavo di percorrere senza alcun problema provenendo da un liceo classico. Ma non c'è peggiore cosa nella vita di non seguire le proprie passioni, i propri sogni e ciò che apparentemente sembra un cammino facile diventa il più arduo: già dal primo anno la mia passione mi tormentava, anche perchè nel collegio in cui alloggiavo c'erano ragazze che frequentavano la facoltà di medicina e tutto mi riconduceva ad essa.
Programmi televisivi, amici, mio zio che è un dottore e ha sempre notato in me il mio interesse... ma in quell'anno oltre ad altri esami supero la versione di latino a primo colpo, lo scoglio più temuto nella facoltà di lettere. E per mancanza di coraggio, per paura, per poca autostima, per le troppe paranoie che mi contraddistinguono decido di abbandonare il pensiero di Medicina e continuare il percorso iniziato.
Va sempre peggio: invece di abbandonarmi, il pensiero aumenta sempre di più. Confido i miei tormenti ai miei genitori, che mi capiscono, ma mi consigliano di terminare altrimenti potrei trovarmi con nulla in mano. Passano gli anni. Faccio esami sporadici, fino ad arrivare a bloccarmi completamente. Mi ripetevo sempre "devo finire subito questo percorso e iniziare quello che da sempre ho voluto", ma era un circolo vizioso e le paure prendevano il sopravvento.
Mi sento insoddifatta, frustrata, una delusione per i miei genitori che sperano mi laurei l'anno nuovo. Quello che studio non mi stimola, invece io voglio studiare per aiutare gli altri a stare meglio. Voglio dare sollievo alle sofferenze altrui, voglio poter vedere il sorriso sul volto di una persona che mi ringrazia per avergli stretto la mano e non per averlo considerato un paziente come un altro. Voglio poter dare tutta me stessa agli altri, come ho fatto finora nella mia vita privata, dedicandomi ai miei genitori e ai miei amici.
Considero questa professione come una missione, e per troppo tempo ho lasciato che il mio sogno dormisse detro di me. Ma è arrivato il momento che prenda in mano la mia vita e la tua storia mi ha incoraggiata parecchio. Diversi altri sogni sono rimasti chiusi nel cassetto, come la danza e il teatro, ma non voglio arrivare ad un certo punto della mia vita con dei rimorsi e dei rimpianti: che senso avrebbe avuto vivere?
Devo lottare per ciò che mi piace, e se anche il cammino è lungo e difficile - se veramente è cucito per me - saprò affrontarlo! Questo nuovo anno lo dedicherò a completare la mia laurea triennale. Il prossimo m'iscriverò alla specialistica del mio corso, e nel frattempo comincerò a studiare. Non avendo basi scientifiche per me i test saranno più difficili, e quindi mi occoreranno due annetti per studiare tutti i programmi di biologia, chimica, fisica e matematica.
Nel frattempo potrei fare qualche supplenza in qualche scuola privata e mantenermi un po' per non gravare ancora del tutto sui miei, e se tutto va bene avrò trent'anni quando proverò il test ma sarò pronta, determinata e soddisfatta. Poi comincerà la parte più dura, ma con l'appoggio dei miei e di chi mi vuol bene e crede in me, sarà tutto più semplice.
Grazie per avermi fatto capire che tutto è possibile e che non bisogna mai perdersi d'animo. Spero in qualche tua parola di conforto e di sostegno, complimenti per la tua grinta e in bocca a lupo per tutto!
Un abbraccio,
Gabriella
Io a Gabriella ho già risposto in privato, e non sto a riportarvi tutto perché verrebbe un post infinito.
In sintesi, le ho consigliato che - a parer mio - potrebbe pensare di lasciar perdere la specialistica (visto che evidentemente i suoi interessi sono assolutamente da un'altra parte) e pensare subito al test di ammissione. Oppure al contrario di prendere la specialistica ma senza pensare più a Medicina, e di aiutare il prossimo magari facendo l'insegnante. Sono d'accordissimo sul completare la triennale, ma poi mi sembra inutile fare due cose quando la decisione poi sarà in ogni caso di abbandonarne una dopo aver fatto il doppio della fatica.
Lei comunque mi è parsa molto decisa in questa sua presa di posizione e pensa sempre di seguire il suo progetto. Voi magari dite la vostra, ciao!
Simone
mi sono imbattuta nel tuo blog cercando "Iscriversi a Medicina a trent'anni", e incuriosita dal link la mia seconda laurea in medicina ho letto la tua storia che mi ha trasmesso tanta voglia di crederci ancora.
Mi chiamo Gabriella e ho 27 anni. La mia passione per la medicina è cresciuta pian piano e in maniera sempre più forte negli anni del liceo, ma provenendo da una maturità classica - quindi con scarsa preparazione nell'ambito scientifico - ho provato il test con rassegnazione, anche perchè non avevo frequentato alcun corso preparatorio... e l'esito fu scontato.
Demoralizzata mi iscrissi alla facoltà di Lettere Moderne, una strada del tutto diversa ma che pensavo di percorrere senza alcun problema provenendo da un liceo classico. Ma non c'è peggiore cosa nella vita di non seguire le proprie passioni, i propri sogni e ciò che apparentemente sembra un cammino facile diventa il più arduo: già dal primo anno la mia passione mi tormentava, anche perchè nel collegio in cui alloggiavo c'erano ragazze che frequentavano la facoltà di medicina e tutto mi riconduceva ad essa.
Programmi televisivi, amici, mio zio che è un dottore e ha sempre notato in me il mio interesse... ma in quell'anno oltre ad altri esami supero la versione di latino a primo colpo, lo scoglio più temuto nella facoltà di lettere. E per mancanza di coraggio, per paura, per poca autostima, per le troppe paranoie che mi contraddistinguono decido di abbandonare il pensiero di Medicina e continuare il percorso iniziato.
Va sempre peggio: invece di abbandonarmi, il pensiero aumenta sempre di più. Confido i miei tormenti ai miei genitori, che mi capiscono, ma mi consigliano di terminare altrimenti potrei trovarmi con nulla in mano. Passano gli anni. Faccio esami sporadici, fino ad arrivare a bloccarmi completamente. Mi ripetevo sempre "devo finire subito questo percorso e iniziare quello che da sempre ho voluto", ma era un circolo vizioso e le paure prendevano il sopravvento.
Mi sento insoddifatta, frustrata, una delusione per i miei genitori che sperano mi laurei l'anno nuovo. Quello che studio non mi stimola, invece io voglio studiare per aiutare gli altri a stare meglio. Voglio dare sollievo alle sofferenze altrui, voglio poter vedere il sorriso sul volto di una persona che mi ringrazia per avergli stretto la mano e non per averlo considerato un paziente come un altro. Voglio poter dare tutta me stessa agli altri, come ho fatto finora nella mia vita privata, dedicandomi ai miei genitori e ai miei amici.
Considero questa professione come una missione, e per troppo tempo ho lasciato che il mio sogno dormisse detro di me. Ma è arrivato il momento che prenda in mano la mia vita e la tua storia mi ha incoraggiata parecchio. Diversi altri sogni sono rimasti chiusi nel cassetto, come la danza e il teatro, ma non voglio arrivare ad un certo punto della mia vita con dei rimorsi e dei rimpianti: che senso avrebbe avuto vivere?
Devo lottare per ciò che mi piace, e se anche il cammino è lungo e difficile - se veramente è cucito per me - saprò affrontarlo! Questo nuovo anno lo dedicherò a completare la mia laurea triennale. Il prossimo m'iscriverò alla specialistica del mio corso, e nel frattempo comincerò a studiare. Non avendo basi scientifiche per me i test saranno più difficili, e quindi mi occoreranno due annetti per studiare tutti i programmi di biologia, chimica, fisica e matematica.
Nel frattempo potrei fare qualche supplenza in qualche scuola privata e mantenermi un po' per non gravare ancora del tutto sui miei, e se tutto va bene avrò trent'anni quando proverò il test ma sarò pronta, determinata e soddisfatta. Poi comincerà la parte più dura, ma con l'appoggio dei miei e di chi mi vuol bene e crede in me, sarà tutto più semplice.
Grazie per avermi fatto capire che tutto è possibile e che non bisogna mai perdersi d'animo. Spero in qualche tua parola di conforto e di sostegno, complimenti per la tua grinta e in bocca a lupo per tutto!
Un abbraccio,
Gabriella
Io a Gabriella ho già risposto in privato, e non sto a riportarvi tutto perché verrebbe un post infinito.
In sintesi, le ho consigliato che - a parer mio - potrebbe pensare di lasciar perdere la specialistica (visto che evidentemente i suoi interessi sono assolutamente da un'altra parte) e pensare subito al test di ammissione. Oppure al contrario di prendere la specialistica ma senza pensare più a Medicina, e di aiutare il prossimo magari facendo l'insegnante. Sono d'accordissimo sul completare la triennale, ma poi mi sembra inutile fare due cose quando la decisione poi sarà in ogni caso di abbandonarne una dopo aver fatto il doppio della fatica.
Lei comunque mi è parsa molto decisa in questa sua presa di posizione e pensa sempre di seguire il suo progetto. Voi magari dite la vostra, ciao!
Simone
05/12/11
Imparare le cose a memoria.
... giallo rosso rosso blu verde... trenta e lode!!! |
E allora, io e un gruppetto di altri studenti registriamo le lezioni che si tengono in aula. Poi mettiamo la registrazione su Internet, e a ognuno di noi ne viene dato un pezzetto da riscrivere al computer.
In questo modo almeno hai tutto quello che bisogna studiare, e non devi stare lì a scrivere come un forsennato per 4 ore di lezione consecutive con la paura di esserti perso qualcosa.
Una volta insomma riportate su carta le lezioni, io stampo tutto quanto e me lo leggo una prima volta sottolineando a matita. Poi lo leggo una seconda volta, questa volta sottolineando con l'evidenziatore, e infine una terza lettura con un pennarellino rosso.
Dopo 3 letture in genere ho capito i (pochi) concetti farmacologici, ma ancora non so nulla: non ricordo i nomi dei farmaci, gli effetti collaterali sono un mistero e di saper nominare citocromi e inibitori vari non se ne parla propio nemmeno per sogno.
A questo punto allora prendo Excel (in realtà uso openoffice, ma è uguale) e faccio uno schema con tutti i farmaci, classe, effetto, effetti collaterali, metabolismo e note varie. Di solito uno schema riesco a farlo entrare in una sola pagina A4, stampata coi caratteri microscopici che mi sa che tra qualche anno non riuscirò più a leggere, per cui insomma è meglio se mi laureo in fretta.
E questa pagina coi caratteri microscopici me la stampo e me la porto in tasca, sempre. Così quando sono a lezione, al volo, me la riguardo un po'. Oppure quando sono in macchina fermo al semaforo. Me la porto alle cerimonie per quando mi annoio, me la porto quando gioco coi nipotini, quando vado a cena fuori... insomma alla fine cerco di rileggere tutto quanto almeno 2-3 volte al giorno. Di più quando la data dell'esame è imminente.
Per le cose più difficili, poi, faccio come delle filastrocche o delle storielle idiote: Non lo mangi? È buono! Questa è con le iniziali della formula leucocitaria: Neutrofili, Linfociti, Macrofagi, Eosinofili, Basofili... in ordine dalla percentuale più alta alla più bassa. Questa l'ho inventata per Istologia 3 anni fa, e mi sa che non me la scorderò mai.
Eppure, anche così, io tante cose non me le ricordo proprio neanche dopo averle rilette 100 volte. È capitato tipo coi nomi dei Glucocorticoidi. I NOMI e basta, cioè: Beclometasone Diproprionato, Futicasone, Triamcinolone... quanti ne ho detti, 3? Ecco, mi sa che sono 6-7 e gli altri non mi vengono proprio mai, chissà perché. E all'esame è andata allo stesso modo, e la professoressa mi ha pure cazziato dicendo che non mi impegno abbastanza e ci sono rimasto anche un po' male. Sarò rincretinito, ma a memorizzare ogni volta tutta quella montagna di roba non ce la faccio proprio. O meglio: ce la faccio, ma 5 minuti dopo avercela fatta me la sono già dimenticata di nuovo.
E Vabbe'. Per l'esonero sui farmaci di Endocrinologia, invece, Chiara mi ha spiegato un altro sistema: invece di fare la filastrocca o la storiella, così a parole, lei si fa i disegnini accanto ai nomi dei farmaci. I suoi fogli sono pieni di pirati (Pirazinamide e cose con la PIR) batteri, mostriciattoli, pupazzi... e ognuno ricorda il nome di qualche composto chimico o di qualche malattia. E insomma ci provo pure io: sullo schemino A4 dei farmaci, nella pagina bianca che sta dietro, mi faccio tutti i disegnini delle cose che non riesco a ricordare. Il Carbimazolo diventa una macchina (in inglese) presa a martelate, gli analoghi del GH sono tutti tizi palestratissimi, e poi vai di faccine che vomitano, bottiglie di latte (acidosi lattica) e altre cose vergognosissime del genere o peggio, che evito di dirvi.
Alla fine questa cosa dei disegnini l'ho imparata che era rimasto poco tempo prima dell'esame, e non l'ho messa a frutto al 100%. Eppure sono andato lì, mi ha chiesto quelle cavolo di Sulfuniluree, e io me le ricordavo tutte: Clorpropamide, Tolbutamite, Tolazamide... sono addirittura passati 3-4 giorni, eppure me le ricordo ancora!
Inutile dire che questa volta l'esonero è andato benissimo... e la professoressa non mi ha nemmeno cazziato.
Simone
Iscriviti a:
Post (Atom)