05/04/12

Entrare a Medicina, fare tutti gli esami... e poi passare a Economia? La storia di Fausto.

J.M.Keynes, noto economista. O così dicono.
Ciao Simone...

Com'è strano il mondo! Ho trovato questo tuo blog cercando su Google queste parole: "cambiare facoltà dopo 3 anni". Sai quale facoltà sto frequentando? Medicina! xD

Al termine del liceo (scientifico) ero molto indeciso sulla scelta universitaria. In particolare il grosso dubbio era tra economia e medicina. Alla fine scelsi medicina attratto dalle migliori prospettive lavorative, ma ahimé questo criterio non poteva essere più sbagliato!

Ora sono al 3° anno, in pari, con una media del 28 spaccato, entrato al primo tentativo tra i primi 30 al famosissimo test eppure... sono mesi che non riesco più a dormire, tormentato da quello che (ormai) ho confermato essere un errore. Perchè? Perchè ormai ne ho le scatole piene di questo studio mnemonico vuoto, che non mi suscita alcuna curiosità. E più si va verso le patologia minore è il mio interesse! Vedere poi tutti i miei colleghi entusiasti ed esaltati per un tirocinio quando io non l'ho neanche completato per quanto poco me ne fregava...

Sin dal 1° anno non ero convinto della bontà della mia scelta, ma non me la sentivo di interrompere subito. Così, trainato da fisiologia (l'unico esame che mi ha veramente interessato) sono arrivato fino al 3° anno.

Dopo essermi messo il paraocchi per 2 anni, è già da diversi mesi che penso di tornare sui miei passi, e iscrivermi a economia. Non riesco però a farmi venire il coraggio. Motivi?

-L'età! Questa maledetta età! Medicina è l'unica facoltà che ti può dare un futuro a prescindere dall'età di iscrizione. Economia è l'ultima! 3 anni di ritardo nella laurea temo siano un fardello molto grosso per le eventuali aziende o banche.

-Mi piacerà veramente? Ora sono molto attratto dai temi di economia: leggo spesso articoli a riguardo sui giornali, ho letto alcuni libri e quando chiacchero con i miei amici laureandi di economia è ormai diventata famosa la loro battuta "ne sai più te di noi!". Eppure, realisticamente, so che immergendosi le cose possono cambiare.

-Il lavoro, posto che riesca a trovarlo: sarà veramente gratificante?

-Il "peso sociale". Mi prenderebbero tutti per pazzo! xD I miei colleghi di università per primi.

Spero di riuscire presto a sciogliere la matassa, in un senso o in un altro...

Dr. Faustus

134 commenti:

Simone ha detto...

Ripeto quello che ho detto a Fausto (o Dr. Faustus, come si è firmato) anche nei commenti qualche giorno fa: un po' tutte le facoltà si limitano a uno studio mnemonico e ripetitivo, e probabilmente si annoierà anche a Economia e Commercio.

Tutto sta capire cosa vuole fare veramente dopo... e l'età sì può essere un guaio grosso in certi settori, ma 3 anni non sono molti.

Simone

Escaper ha detto...

Allora...che consiglio dare al giovane medico-economico?
1) Ritrova la Passione per la medicina. Concludi per mettere una bandierina su il tuo successo.

2) Ti piace l'economia? Benissimo. Una volta terminata medicina puoi fare due cose: iscriverti ad una laurea triennale in economia (scegliendo bene tra un percorso Aziendalistico, Finanziario, Economico (my passion))...a cui far seguire una laurea magistrale, un master all'estero fino ad arrivare ad un PHD. La strada è questa. Ma puoi sempre fermarti ad un master. Mi hanno sempre detto: la laurea triennale è solo un'infarinatura e penso seriamente a completare la magistrale.

Oppure potresti fare il grande salto: Forte della padronanza dell'inglese, puoi cimentarti in un master in Health Economics (la traduzione italiana economia della salute non rende giustizia al corso). Quali sono le determinanti della domanda e offerta di servizi per la salute? Come procedere ad una loro valutazione costi-benefici di politiche sanitarie? Come monitorare il sistema sanitario? (Tratto da Wikipedia). In Inghilterra è un settore molto sviluppato, in Italia meno. Alcune università consentono l'accesso a tale master anche senza una triennale in economia (dovresti informarti).

Devi decidere solo su queste cose: il pensiero di colleghi, amici, familiari, criceti e affini è solo opinione.
Tienici informato sulle tue scelte.
Ci siamo passati tutti...e siamo tutti vivi.
A presto.

Emanuele ha detto...

Un po' la mail che avrei voluto scrivere io da tempo, anche se con dati diversi

Laureatomi da pochissimo in Medicina (proprio per mettere la "bandierina") è ormai dal IV anno che i dubbi sul mio futuro da medico mi tormentano... non so, vedo tutti entusiasti, tutti che ti giudicano come se avessi vinto al superenalotto (O_o) eppure il pensiero che questa non sia la mia strada è sempre imperante nella mia mente... ed a 27 anni un dubbio del genere è di certo qualcosa che non ti fa vivere proprio serenamente...

Al momento sto facendo il tirocinio post-laurea per l'esame di abilitazione e da Luglio sarò a tutti gli effetti medico... ma è giusto continuare con simili dubbi? ... l'idea di mandare tutto a monte non è mai stata tanto forte onestamente

saluti da un aficionado lettore

Simone ha detto...

Escaper: grazie per l'intervento. Ma non è un po' troppo finire medicina (almeno altri 3 anni) più triennale più magistrale più master? Il master in economia sanitaria per medici/sanitari (se esiste una cosa simile) mi sembrerebbe un percorso più fattibile.

Comunque di economia non so nulla e anzi ho giusto delle nozioni errate, per cui su queste cose non so che dire.

Emanuele: be', intanto a 27 anni ti abiliti e una cosa l'hai fatta. Poi cerca di capire cosa vuoi fare davvero... cioè, il medico è una professione talmente vasta che puoi fare cose assolutamente diverse (in reparto, davanti a un PC, in laboratorio, nell'insegnamento) ed è difficile che non ti piaccia proprio nulla.

Io pure come ingegnere alcune cose mi sarebbero piaciute (tipo lavorare nelle grandi strutture) ma la realtà lavorativa è fatta di piccoli progetti e tanta burocrazia e quello proprio non lo sopportavo.

Però insomma prima magari provaci a capire se un qualcosa di "medichese" ti piace... e poi nel caso vedi che altro vorresti fare.

Simone

Escaper ha detto...

@Simone: Dipende dalle aspirazioni di Fausto. Poi, in un'epoca in cui l'età della vita si allunga c'è sempre tempo. Fattore imprescindibile la PASSIONE. Non mi stancherò mai di dirlo. La Passione per qualcosa muove montagne.
Poi ripeto: i master all'estero in Health Economics non sono solo per coloro che possono vantare un bachalor degree (una triennale italiana per intenderci) in economics, finance, accounting etc...

Per esperienza, posso dire il percorso "economico" di una laurea in economia è molto, molto, e dico molto teorico. Si parla di Pil, teorie della crescita, modelli economici, problemi dello sviluppo, tematiche ambientali, scelte del consumatore, fallimenti di mercato, inflazione, crisi monetaria, determinazione del tasso di cambio, teorie del benessere, politiche delle banche centrali, tutto supportato da grafici ed elaborazioni statistiche.
Non ho avuto il piacere ( o la sfortuna) di incrociare un solo argomento inerente alla finanza e alla gestione delle imprese, tematiche certamente tecniche ma facilmente spendibili nel mondo delle aziende.

Non resta che scegliere quanto voler imparare. Gli argomenti non mancano di certo.

Simone ha detto...

Escaper: sì ti capisco. E' che io avendo potuto (e visto che iniziavo tardissimo) per me avrei scelto un percorso più corto... ma ovviamente Medicina si fa solo con la laurea di 6 anni e fare altro non era possibile.

Simone

Escaper ha detto...

Medicina è un mondo a parte e, fortunatamente, non è stato oggetto di quella scellerata decisione del 3+2.
Avrei voluto ottenere la laurea del vecchio ordinamento e invece mi trovo con una triennale e la falsa convinzione (almeno tra i miei prof) di poter essere chiamato dottore come i laureati del vecchio ordinamento.Ma soprattutto di sapere qualcosa!

Anonimo ha detto...

Sono un tuo coetaneo, anch'io al 3 anno di medicina e, ahimè, anch'io in preda a dubbi atroci (nel mio caso "medicina o scienze politiche??); mi sembri ancora più determinato di me a voler far altro nella vita. Io a dirla tutta sono più frenato da un esame che non riesco a passare, tu hai ben altri motivi.. 3 anni "persi" non sono pochi ma d'altronde è il tempo che ti è servito a capire cosa vuoi e cosa ti piace... e poi diciamocelo, se uno vale avrà successo e scavalcherà gente più giovane... magari non in Italia ma chi può dirlo! Cambia tutto così rapidamente nel mondo del lavoro che è inutile basarsi sulla situazione odierna dove, peraltro faticano, tutti a trovare lavoro... anche chi ha fatto tutto in tempo!
Secondo me non ha senso diventare prima medico. In ogni caso sono d'accordo con Escaper la decisione spetta solo a te, so che può essere difficile, ma hai già (e con te tantissima gente)lasciato troppo spazio alle statistiche. Buona fortuna! Lorenzo

Agroterapista ha detto...

Ciao Simo e ciao ragazzi, è importante vedere che non si è gli unici ad avere delle incertezze sul proprio futuro. Quello che posso consigliare a Fausto è di finire medicina e magari fare alcuni di quei master gestionali per medici, qui all'università di Bologna ho visto qualche pubblicità di corsi del genere. Per economia dipende più dal lavoro che vuoi fare. Contabile? bancario? agente di commercio? commercialista? promotore finanziario? Ci sono diversi medici laureati che fanno altro nella vita; Peter Gomez (scrive i libri con Travaglio), Luttazzi,tanti politici Ignazio Marino etc...

Anonimo ha detto...

cosa sono tre anni in una vita di ottanta?
credi che una persona di quarant'anni sia molto diversa da una di quarantatré ?
tutto quello che facciamo in qualche modo ci sarà utile, anche solo per crescere.

credo che tu possa ancora scegliere cosa sia meglio per te!
concordo con Escape : la passione muove ogni cosa e forse si passa da li per essere felici.
c.

Simone ha detto...

Come sempre, grazie a tutti per i vostri interventi!

Simone

Doctor Faustus ha detto...

Hai riportato il mio post affiancato da una foto di Keynes... quale onore! :D Ti perdono l'avermi censurato i Clash!

@Escaper
Hai fatto centro! La mia passione, anche se non l'avevo specificato, è per l'Economia Politica (Economics, per dirla alla english way). Sono proprio i discorsi di teoria pura, volti alla comprensione globale di un fenomeno, che mi affascinano maggiormente. Al contrario non ho mai amato troppo le discipline "pratiche". Fondamentalmente mi affascinano esattamente gli argomenti che hai citato!

Tuttavia so bene che la carriera accademica (magari verso l'Health Economics? Interesting!) che dovrei prendere per seguire questa passione è molto dura, sotto diversi punti di vista:
1)Capacità intelletive: Ok, ho fatto 5 anni di liceo PNI con la mia prof di mate che mi implorava di iscrivermi a Ingegneria, in quanto mi vedeva portato. Ma non so se potrei davvero essere all'altezza per una carriera simile...
2)Capacità psicologiche: Stare tanti anni all'estero da soli non è uno scherzo... O.o
3)Disponiblità economiche: la mia famiglia dovrebbe ancora mantermi a lungo...

Medicina mi appare noiosa e pesante, ma ha un grosso vantaggio: da più sicurezza!

PS. Mi pare di capire quindi che tu stia seguendo proprio questa strada... sbaglio?

@Emanuele
Eheh, basta anche solo che dica a una persona che non mi conosce che studio medicina che subito si perde in elogi sperticati, posso immaginarmi se dovessi dirgli che mi sono laureato...

Non riesco veramente a capirla tutta questa deferenza verso questo CdL... Dal mio punto di vista ritengo molto (ma molto!) più degno di stima uno studente di Matematica o di Ingegneria...

Comunque posso anch'io darti il suggerimento di Simone: se ti sei reso conto anche tu che la medicina non è la tua strada, e proprio non te la senti di diventare medico, ci sono molte specializzazione di fatto non-mediche (ex. la fisica medica). Prova a esaminarle...

@Agroterapista
Mi infomerò riguardo ai master cui ti riferisci.

Per la professione, come ho già scritto, ciò che effettivametne mi attrae è lo studio dell'Economia, non tanto le professioni che si potrebbero svolgere. E questo renderebbe il mio eventuale futuro in quell'ambito molto più incerto...

Comunque, se proprio dovessi buttarmi in una professione per esigenze pratiche, lo farei nell'ambito della finanza.

Mi ha fatto piacere questo confronto... Mi unisco a Simone nel ringraziare tutti per le risposte :)

Sandro Sandro ha detto...

Mi sono laureato in giurisprudenza con più di un dubbio sul mio reale interesse nei confronti della materia e ora ho 28 anni e mi ritrovo in un vicolo cieco. I tribunali non sono il mio "Habitat naturale" e il lavoro d'ufficio non mi rende poi così felice o cmq il pensiero di svolgere un lavoro d'ufficio non mi entusiasma. Insomma io ho messo la bandierina sul mio percorso universitario ma forse avrei fatto meglio ad ascoltare le vocine che dentro di me ogni tanto parlavano.......se ti piace Economia segui il tuo istinto. Medicina è una passione e solo in tale modo un medico potrà essere un Buon medico....non è necessario mettere le bandierine su qualcosa che non ci appartiene.

Escaper ha detto...

@Dr.Faustus:
Non mi interessa nulla di borsa & finanza (o meglio non ho MAI affrontato tali temi); non mi piace il classico "Economia e Commercio" con tutti le questioni inerenti alla fiscalità delle imprese, marketing e management.

Sono rimasto positivamente affascinato da Politica economica ( che come saprai è diversa da Economia politica), Econometria è affascinante, Statistica descrittiva e inferenza statistica..brividi lungo la schiena. L'unica pecca? Sono materie di esami e, come tali, sono strutturate in modo tale da fartele odiare per tutto il semestre ( Tutto dipende da come sono spiegati gli argomenti). I libri consigliati sono in lingua inglese e credimi le versioni italiane sono molto romanzate rispetto ai libri originali in inglese dove si arriva subito al punto. Che posso dirti ancora? Tutta l'Economia è basata su modelli: pretendere di poter spiegare la realtà attraverso un modello sarebbe come voler mangiare il menù di un ristorante. Quindi i modelli "funzionano" solo rispettando quelle condizioni.....e per ogni mano alzata che chiedeva "ma se cambia questa condizione?", i modelli "esplodevano", non funzionavano più, con mio grande dispiacere e disappunto.

Se, poi, pensi di riuscire a sopportare, una volta imparato bene il modello, che il mondo reale ha infinite condizioni non riconducibili ad un modello....beh...Benvenuto nel club di Economia!


@Sandro Sandro: L'attualità dovrebbe dimostrarti ogni giorno come ci sia un gran bisogno di Norme che governino l'Economia. L'economia non può essere lasciata senza regole: ciò a cui giunge, dopo modelli, cifre, statistiche e sintesi, raramente include il fattore UMANO ( inteso come insieme di bisogni non materiali, aspirazioni,desideri, valori non monetari). Giustizia > Leggi > Equità > Benessere > Felicità.

@ Simone Navarra: Chiedo scusa per comizi in spazi altrui.

P,s Il mio blog è a vostra disposizione per condividere queste Passioni.

Anonimo ha detto...

Dott. Faust una domanda: non è che ti sei appassionato all'economia perché da 3 anni a questa parte non si parla d'altro? Anch'io che non ho nessun interesse particolare per questa materia ho iniziato a leggere articoli su articoli di economia ed anche un blog interessante di economisti (noisefromamerika), ma questo interesse si è scatenato perché ce la propinano in tutte le salse e ormai sembra che tutto deve passare da lì. Si parla solo di economia in questo paese, al momento i nostri governanti sono tutti economisti. Tuttavia prima o poi questa moda passerà, ti interesserà ancora l'economia? Pensaci bene, il mio è solo uno spunto per una riflessione in più.

Doctor Faustus ha detto...

@Anonimo
La tua è una domanda comprensibilissima... basta seguire un po' di attualità politica per iniziare a porsi qualche domanda sul mondo dell'economia. Da li ad arrivare ad incuriosirsi e poi ad appassionarsi il passo è breve.

Io mi tengo informato quotidianamente sull'attualità, quindi non posso negare che questa possa avere una certa influenza. Tuttavia, come ho scritto nel mio intervento, il mio interesse per l'economia è antecedente a questo periodo burrascoso: io ero già indeciso ai tempi della scelta dell'università, non è una passione che mi è sorta dopo. 3 anni fa non si può certo dire che l'economia occupasse sui giornali il peso che occupa oggi...

Figurati che ero talmente indeciso che andai persino in visita alla Bocconi, e passai almeno 1-2 mesi con l'idea di iscrivermi a quell'univeristà. La pesante retta annuale, e l'elevato costo della vita a Milano, mi hanno fatto poi desistere.

Questo interesse ha quindi un'origine precedente... Probabilmente è nato sia da una vecchia attività commerciale che aveva la mia famiglia, sia negli anni del liceo: in particolare dagli approfondimenti di ambito socio-economico su cui si soffermava frequentemente il mio profesore di Storia e Filosofia.

Doctor Faustus ha detto...

PS. Seguo anch'io NFA! Nonostante la sconfinata saccenza di alcuni autori (Boldrin per primo xD) lo trovo molto interessante e accessibile anche per chi (come me) non ha seguito quel corso di studi.

Eddy ha detto...

Caro Simone mi ero perso questo interessantissimo post nella lettura affezioanta del tuo blog....
Certo che sto benedetto 3° anni di medicina è la classica crisi del 7à anno delle relazioni di coppia! manda in crisi un pò tutti! Mi ritrovo perfettamente nei dubbi di Fuasto e nella situazione di Emanuele che sono stati pressapoco i miei e posso dire come li ho affrontati visto che ho trent'anni una laurea in M&C presa 4 anni fa e non volendo più fare il medico nel senso classico del termine ho 2rimodulato la mia professionalità su altre vie...
Anche io quando sono entrato a medicina non è che ero sicurissimo della scelta fatta ero stato più spinto dal prestigio della professione da uninteresse generale per le discipline "del polo della vita" e dal fatto di essere entrato con altri 4 amici di classe che da un reale da parte di un reale ardore del famigerato "fuoco sacro" della medicina. sta di fato che poi fino al III anno come i clienti di un supermercato trasportati sulla scala mobile mi sono ritrovato al III anno: li è cominciata la vita di reparto, i tirocini e il contatto con la parte pratica della disciplina, dove mi sono reso conto che dopo tutto la professione non è che mi intetressase più di tanto ed anzi mi metteva anche a disagio. Grnde crisi!: stavo malissimo, ansia, volevo cambiare uni ma tenuto conto dell'età avanzata, pressioni dei genitori, ttale confusione su che fare decisi di continuare e salito di nuovo sul natro traportatatore sono arrivato alla laurea cum laude con un internato e una tesi clinica senza grande convinzione. quando si è arrivati al momento dei concorsi altra grande crisi: ma lo volevo fare veramente il medico? ce l'avrei fatta a fare questa professione a vita?!? Panico!e dè qui che salta fuori la specializzaizone in Igiene e Medicina Preventiva che è forse un possibile suggerimento che può accontentare Fausto ed Emanuele: è la disciplina meno anzi per nulal clinica della professione ed è quella che abbrccia anche le tematiche di naura politico- economico - sanitaria a carattere sia generale che gestionale della salute quello che si affrontà unpò anche nei master sull'Health economic di cui sopra che potrete fare dopo se vi interessano le tematiche se prendere in considerazione questa starada. Ovviamnete si studiano anche tanti altri aspetti di ambito sanitario inerenti la sanità pubblica. la scuola l'ho appena finita è li sono riuscito in questi 4 anni di spec sia a placare in parte le mie ansie sia atrovare qualcosa che risucisse anche a gratificarmi. Divesra è la situazione occupazionale che mi si prospetta adesso sotto vari aspetti, ma questa è un'altra storia... certo anche io al termine di questo querel durata 11 anni se tornassi indietro non farei mai più edicina ma mi isciverei ad economia o ing gest. e devo dira la veirtà ogni tanto ora che ho finito mi è venuta in mente l'idea di fare il "salto" alla simone.... chiedo scusa per questo lunghissimo e forse tardivo post, ma ho letto solo ora questa pagina. certo questa è solo la mia storia con tue le limitazioni e le specificità del caso... ma psero possa essere utile in qualche modo a chi come me si è trovato ad affrontare le mie stesse angoscie e proccupazioni... spero leggiate questo post @Emanuele e @Fasuto e spero posso esservi utile. rimango a disposizione per qualsiaisi chirimento. Saluti Eddy
P.S. Fisica Medica non è per medici

Simone ha detto...

Grazie Eddy! Di "Faustus" purtroppo non credo di avere una mail per avvisarlo, ma spero che passi di tanto in tanto così da trovare il tuo messaggio.

Simone

Doctor Faustus ha detto...

@Eddy
Grazie per il tuo intervento. Ho salvato il blog di Simone tra i preferiti, quindi ogni tanto vengo ancora a curiosare :)

In un certo senso mi fa piacere scoprire che la crisi al 3° anno è una cosa comune. Quello che mi preoccupa è che la mia non è tanto una crisi passeggera per una perdita di voglia di studiare (ho passato un altro esame anche 1 settimana fa), ma piuttosto una crisi "strutturale": un dubbio sul mio futuro.

Proverò ad esaminare anche la specializzazione di Igiene che al momento la conosco solo per sentito dire. Dal nome l'ho sempre associata alla Microbiologia (esame da me odiatissimo che è stato la scintilla scatenante la crisi di quest'anno!). Se mi dici tuttavia che è legato alle tematiche politico-economiche della sanità potrebbe essere una possibile vie di uscita nel caso che riuscissi ad arrivare alla fine ma senza nessun interesse per le specializzazioni cliniche (le chirurgiche non le nomino neanche, le avevo escluse a priori sin dal primo giorno di università).

Nonostante abbia passato mesi di schizofrenia totale in cui un giorno decidevo di lasciare e il giorno dopo di rimanere ora forse mi sono più "stabilizzato":
più ci penso, meno trovo il coraggio di fare una scelta così grande per i motivi riportati nel post e nei miei commenti precedenti. Quindi "compromessi" di questo tipo potrebbero essere la Soluzione. Ma ancora, vista la forte volubilità che ho a riguardo, non posso dire l'ultima almeno fino al prossimo semestre.

Tuttavia se continuassi Medicina, a meno di non scoprire un mondo inaspettatamente gratificante, il rimorso che hai anche tu, il forte sospetto di avere fatto un errore in quella dannata scelta di 3 anni fa, temo che mi accompagnerà per sempre.

PS. Riguardo a Fisica Medica: credo dipenda dalle università... In alcune città ho letto che è una specialistica di Fisica, in altre di Medicina.

Eddy ha detto...

Microbiologia c'entra tangenzialmente con Igiene, ma sono due cose diverse... per quanto riguarda il rimorso bhè anche se aveesi trovato il coraggio di cambiare corso di studi non ho idea di come sarebbe andata la mia vita, se sarebbe stata serena nonstante i rischi e i problemi che avrei dovuto comunque affrontare facendomi carico di una scelta così importante come cambiare corso di studi al III anno. decidere in questi momenti è difficlissimo ed ogni opzione comporta dei rischi e genera delle perplessità. Il fatto è che forse ognuno di noi ha una sola possibilità nella vita di fare in modo che tutto, ma proprio tutto fili liscio fino all'ultimo traguardo: scegliere l'università giusta, fare un corso di strudi tempesivo e brillante,gratificare i genitori, arrivare quindi alla laurea nel migliore dei modi insomma... quando dubbi e tentennamenti cominciano e perdurano vuol dire che forse in qualcosa si è sbagliato ed allora bisogna bisogna fare le proprie valutazioni. Per me dato che non potevo più tornare indietro nè me la sentivo di cambiare strada la scelta è stata quella di trovare il modo migliore di andare avanti, trovando un percorso alternativo. Ma questa è stata la mia scelta. Spero tu possa trovare quella più giusta per te...

Simone ha detto...

Igiene è lo studio e l'applicazione delle norme che regolano la sanità e le procedure mediche. Dai vaccini a lavarsi le mani insomma.

Simone

Simone ha detto...

Eddy: le cose non filano mai completamente lisce per nessuno, bisogna sempre rimetterci le mani!

Simone

Eddy ha detto...

Igiene è un pò più articolata e complessa dei soli vaccini e del lavaggio delle mani. :-D

Simone ha detto...

Si lo so era per dare un'idea... diciamo che non è la mia materia preferita mi ricorda più la burocrazia applicata di quando facevo l'ingegnere. Per uno che vuole quel tipo di lavoro mi sa che è perfetto però :)

Simone

Simone ha detto...

Riporto da un commento in un altro post: Doctor Faustus ha detto...

Ciao Simone,
da tuo collega nello studio della medicina, condivido ogni singola riga che hai scritto! In particolare questa frase:

"A Medicina devi imparare a memoria senza pensare. È vero che i professori ti dicono che devi capire e imparare le cose col ragionamento (...) ma non è vero: all'esame chiedono nozioni mnemoniche o cose anti-intuitive"

Io, come te, odio questo studio iper-mnemonico (W mate!), per questo (considerando anche non ho mai avuto alcuna vocazione per la professione) se avessi saputo meglio cosa mi aspettava non avrei mai fatto la scelta di cui oggi mi pento...

Ho avuto modo di convivere in appartamento con un amico ingegnere nella mia esperienza fuori casa, e posso dirti che parlando tra noi avevamo messo in luce le stesse differenze che hai notato tu: studio mnemonico/ ragionato, voti inflazionati/voti bassi... e l'unico comune denominatore che avevamo individuato era la fatica!

Voglio usare questo spazio per ringraziare "Eddy" che nel post in cui hai riportato il mio intervento (http://www.simonenavarra.net/2012/04/entrare-medicina-fare-tutti-gli-esami-e.html) mi ha suggerito la specialistica in Igiene. In queste settimane mi sono informato un poco su internet e effettivamente ho potuto confermare che questa scuola prevede (anche) studi sull'economia del sistema sanitario e che apre la strada a un mestiere "amministrativo", di ufficio, e non di medico.

Io purtroppo ogni giorno (ormai ogni mese...) che passa non posso fare altro che confermare il mio pensiero: ho sbagliato. Tornando indietro nel tempo col senno del poi non lo rifarei, sceglierei economia.

Tuttavia, dopo 3 anni, non riesco a trovare il coraggio di fare questo grande salto, nonostante in questi mesi mi sia letteralmente logorato su questo pensiero. Terrò a mente di seguire quella strada che ora desidero per la prossima vita...
Per quanto riguarda questa, il suggerimento di Eddy mi ha aperto uno spiraglio, una "uscita di sicurezza" da questa facoltà! In 3 anni potrò cambiare idea nuovamente ma, per adesso, mi ha ridato un motivo per portare a termine questi anni che mi attendono. Probabilmente non ci riuscirei sapendo che il termine è un mestiere che non amo. Per questo ci tenevo in modo particolare a ringraziarlo nuovamente. Ovviamente il ringraziamento si estende anche a te che mi hai dato quello spazio, senza il quale non avrei avuto modo di confrontarmi con Eddy e gli altri che sono intervenuti in quel post! :)

Anonimo ha detto...

Quando si dice che il mondo è bello perchè vario..io invece a novembre finisco la magistrale in economia,a 25 anni,e ho trovato questo blog proprio scrivendo "iniziare medicina a 25 anni"..non avrei mai pensato neanche minimamente di vedermi in niente che possa neanche avvicinarsi all'ambito medico..mi ritrovo in una famiglia fatta di padre medico,ragazzo medico,zii infermieri,sorella ISF..e medicina l'ho sempre scartata solo perchè tutti mi dicevano che l'avrei dovuta fare..oggi mi pento come nn mai di nn averci nemmeno tentato.dopo il diploma e oggi mi sembra troppo tardi..eppure mi rodo perchè so di essere caparbia,ostinata e pronta al sacrificio..ho deciso che entro giugno mi tolgo le ultime 3materie..l'estate la passo a scrivere tesi e studiare per il test che proverò a settembre..non nego peró che la cosa mi spaventa..
Valentina

Simone ha detto...

Dai Valentina, io ho iniziato a 33 per te sarà una passeggiata!! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Simo il problema non è tanto l'età che mi fa paura (anche se ieri in preda alle lacrime l'ho detto a mio padre che,da un lato era entusiasta dall'altro mi diceva che forse non era il caso perchè avrei finito gli 11 anni a 36 anni e per lui era un pò troppo) ma ciò che mi terrorizza è cambiare totalmente vita!innanzitutto tutti coloro che mi circondano mi prenderebbero per pazza,poi ho paura di perdere la persona che ho a fianco (che non so se sarebbe disposto ad aspettarmi) poi ho paura di potermi perdere per strada..e non riuscire a continuare (reduce di 5 anni già di studio).
Simone io penso che anche per te non sia stata di certo una decisione facile da prendere come schioccare le dita, ma qual'è stata la molla che ti ha fatto decidere?
Valentina

Simone ha detto...

Io non so, se il problema è l'opinione di quelli che ti stanno intorno forse non lo stai facendo per te stessa... o no?

Certo se vuoi lavorare e sposarti non puoi ovviamente anche studiare medicina, perché sono troppe cose insieme. Decidi tu: cosa vuoi fare nei prossimi anni?

La mia "molla" è stata che non volevo arrivare a 40 anni facendo le stesse cose che facevo a 30, e volevo diventare la persona che sognavo di essere.

Intorno ho avuto favorevoli e contrari, alla fine la scelta è sempre un momento di crisi. Se poi ho ottenuto quello che volevo, ancora non lo so: di sicuro non mi sono tenuto il rimpianto, e questo già mi basta.

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone,ovviamente quando parlo di "altri" mi riferisco alla mia famiglia..fare un passo così grosso è giá difficile..se poi nn si ha il sostegno delle persone che stanno cn te 24h die..diventa tutto un macigno..ma non che l'opinione altrui sia mai stata una discriminante nelle mie scelte..
Ad ogni modo ne ho parlato con i miei e con il mio ragazzo e devo dire che la reazione nn me la sarei aspettata..un mix tra scetticismo(per il test e gli altri 6 anni di studio) ed entusiasmo (per voler fare una cosa così grande)..ma mi hanno tutti consigliato odontoiatria (mio padre ha uno studio dentistico quindi nell'eventualità passerebbe a me)..ma stare a guardare la bocca delle persone per 12h nn mi entusiasma molto..il mio sogno è pediatria/medicina interna!(a questo punto si pone il problema "realistico" fare la pediatra a 36/37 anni cominciando di nuovo da 0 o a 30 già il dentista?)
Più passa il tempo più il pensiero su un mio ipotetico futuro nel campo medico mi mette "le stelline al posto degli occhi"..è quello che VOGLIO!
Sai anche se non ci conosciamo leggere i tuoi post sul tuo cambio di vita mi riempie di speranze..per cui grazie!
p.s. in bocca al lupo per gli esami! :)
Valentina

Simone ha detto...

Certo Odontoiatria è molto più rapida e sicura... ma poi se non ti piace rischi di trovarti come tanti odontoiatri che vorrebbero (e potrebbero) fare molto di più e ma si sentono un po' limitati.

Che poi l'odontoiatra è un medico, solo di una parte specifica... non è che cambi tanto però se non ti piace urologia (per fare un esempio) non mi pare sensatissimo fare l'urologo.

Simone

Anonimo ha detto...

Grazie Simone..a dire il vero sono piuttosto combattuta sulla scelta e in effetti per fugare questo dubbio quest'estate ho intenzione di frequentare un pó lo studio e vedere se è quello che mi interessa..se non è cosí rincorreró comunque il mio sogno e spero di entrarci a medicina..solo di una cosa sono certa,quello che faccio ora,l'idea di fare tre anni di praticantato aggratis e lavorare 30anni della mia vita facendo la commercialista e navigare ogni giorno in un mare di carte e numeri..ecco tutto questo sono certa di non volerlo fare..non mi darebbe alcuna soddisfazione personale..
sei da ammirare!
Valentina

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi, leggo quello che scrivete con grande emozione.
So che avete abbandonato questa conversazione da mesi, ma spero leggerete lo stesso il mio commento.
Io studio Medicina, sono al sesto anno, entrata al primo tentativo, mai andata fuori corso, buona media...E pure io mi sono pentita della mia scelta.
La mia passione era la matematica, ero anche molto portata (avrei fatto moooolta meno fatica). Non me la son sentita, però, di studiare matematica pura all'università, la mia paura era quella di non trovare lavoro.
Ho fatto il test per ingegneria elettronica, classificandomi tra i primi posti, e quello di Medicina. Ho avuto successo in entrambi.
L'ingegnere, oltre a non essere un lavoro che mi appassioni, mi sembrava troppo freddo, amo il contatto con le persone, prendermi cura di loro, mi gratifica dare amore.
Odio da sempre lo studio mnemonico, ma avevo deciso, presa dalla mia emotività, di non lasciarmi frenare da questo.
Già dal primo anno sono iniziati i dubbi: compagni di corso spietatamente competitivi, ambiente ospedaliero ansiogeno e deprimente, tutti stressatissimi, compresi i già medici stremati ed infelici.
Ora ho la prospettiva di un post laurea lungo e pieno di incertezze, con una famiglia che si sta veramente spremendo per mantenere me e mio fratello.
Ho quasi 25 anni e una relazione solida con un ragazzo anche lui studente di Medicina "preoccupato"...vorrei farmi una vita, avere dei figli, pensare anche a qualcosa che non sia solamente studio-lavoro. Eppure quanto sarà lunga ancora la mia strada?
Vorrei studiare e lavorare in un ambiente rilassante, con persone che non pensino solamente a calpestarmi-umiliarmi-sorpassarmi.
Volevo solamente un lavoro che mi gratificasse, credo di aver scelto una strada troppo difficile, nella quale le difficoltà "didattiche" sono davvero l'ultimo dei problemi.
Nella vita, certo, conta sentirsi realizzati. Ma quanto è giusto sacrificare per questo?
Forse sarei stata più felice da infermiera, avrei potuto dare amore e sentire il contatto umano in MOLTO meno tempo, con meno fatica, con meno responsabilità addosso...Ho avuto la "disgrazia" di essere una bambina ed un'adolescente secchiona, e di avere avuto dei genitori che han proiettato in me quello che loro non han potuto fare.
Comunque ormai non avrebbe senso per me tornare indietro, cerchiamo di esser grati per quello che abbiamo, anche nel rispetto di chi è in una situazione peggiore della nostra, o di chi darebbe tutto per raggiungere gli obiettivi che abbiamo raggiunto (o quasi) noi.
Per Valentina...il mio consiglio è di non farlo, non avrebbe senso. Goditi la tua relazione, costruitevi un futuro e siate felici. Cerca un lavoro, nell'ambito di quello che hai studiato, che ti interessi il più possibile e poi pensa ad altro. La felicità è fatta anche di altre cose, cose alle quali si deve rinunciare se si vuole puntare tutto sulla carriera.
Comunque per qualsiasi cosa deciderai di auguro tanta tanta fortuna! :)

Simone ha detto...

Ciao! Non so se Valentina leggerà questo messaggio, visto che come dici tu è un po' "vecchio". Comunque non si sa mai!

Quello che posso dirti io è che da come parli sembra che te la "prendi" un po' con te stessa per il modo in cui hai affrontato certe cose (parli di "ragazzina secchiona" e cose del genere) ma poi continui a ragionare in quello stesso modo.

Cioè se tu e il tuo ragazzo avete in mente qualcosa per essere più felici, allora provaci. Non è che devi sentirti obbligata alla specializzazione migliore di tutte, a tutti i costi e con 30 e lode a tutti gli esami. Puoi anche lavorare e avere una famiglia come fa mezzo mondo, senza pensare a chissà che cosa deve arrivare nel futuro.

Comunque sei giovanissima per cui hai tutto il tempo per decidere, ciao!

Simone

Doctor Faustus ha detto...

Vedo che in un modo o nell'altro questo post "vive ancora" nonostante ormai sia anziano di diversi mesi. Da "titolare" farò anch'io un aggiornamento sulla mia situazione attuale.

Nell'ultimo commento con cui avevo lasciato il blog scrivevo di aver deciso di continuare il mio percorso a Medicina, non avendo il coraggio di interromperlo, col fine eventualmente di iscrivermi poi alla specializzazione di Igiene, come consigliatomi anche da "Eddy".
Cosa è successo da allora?
Ho iniziato il 4° anno con i suoi esami di clinica e di chirurgia (ora in particolare sono alle prese con il famigerato e terribile Cario-Pneumo-Nefro) e i suoi tirocini. Purtroppo sto avendo l'ennesima conferma del mio errore: più si va verso la clinica e verso la pratica medica, minore è il mio interesse e maggiore è il mio disagio, il mio senso di inadeguatezza, il mio rimorso per non aver fatto una scelta diversa quando era il momento. Ormai le uniche cose che mi attraggono un po' sono i richiami alla Fisiologia, ma purtroppo non è su questo campo, per quanto importante, che si concentrano questi esami, ma piuttosto sullo sterminato elenco di sintomi, segni, tecniche diagnostiche, farmaci, legati ad una determinata malattia. Vista la fatica, il peso enorme, che sento nello studiare questi argomenti, che trovo veramente lontani dai miei interessi, per non parlare del forte disagio che mi suscita la frequenza dei reparti per i tirocini (mi sento letteralmente un pesce fuor d'acqua!), sto quasi iniziando a pentirmi di non aver troncato questo percorso universitario l'anno precedente... Di questo passo non so veramente se arriverò alla fine. La sola cosa che mi potrebbe far sperare è che, nonostante tutto, sono ancora in pari e con la stessa media... ma se anche arriverò alla fine a questi ritmi temo di rischiare l'esaurimento nervoso! O.o

I problemi non finiscono qui... Nel frattempo, per farmi coraggio, ho cercato di rimediare più informazioni possibili sulla specializzazione di Igiene, e ho potuto capire che si concentra essenzialmente su questi ambiti:
-Statistica / Epidemiologia
-Igiene (ambientale, degli alimenti...)
-Prevenzione: vaccini, screening...
-Management sanitario (con soli richiami ai concetti di Economia Sanitaria)
Ammesso e non concesso che riesca a conseguire la laurea in Medicina, e che mi iscriva a tale specializzazione, ho individuato tra i punti a favore in particolare l'orario di lavoro (di ufficio, molto più leggero rispetto a tutte le altre specializzazioni) ma anche importanti criticità:
-Degli argomenti che ho elencato, l'unico che potrebbe attirarmi è il Management Sanitario, e in parte la Statistica per via della mia passione per la Matematica. Ha senso dopo aver studiato già per 4 anni (sono buono, suppongo di finire in pari e taglio i primi 2) controvoglia iscriversi ad una scuola dove si seguono studi che comunque mi attirano solo parzialmente?
-Tuttavia ho anche forti dubbi riguardo al percorso lavorativo nel “management”: tale termine, che comunemente si associa all'ambito economico, inganna! Sempre spulciando su internet infatti ho potuto constatare che qui non ci si occupa tanto della gestione economica dell’ospedale (questo spetta alla direzione amministrativa), ma esclusivamente di quella sanitaria-organizzativa (direzione sanitaria), cioè di rifiuti ospedalieri, posti letto, infezioni nosocomiali, apparecchiature mediche, ecc... Temo che nulla di tutto questo possa appassionarmi.

Accetto di nuovo volentieri consigli e commenti, in particolare da chi (come Eddy) saprebbe dirmi qualcosa in più su questa specializzazione, molto vasta e, nei cui riguardi, le info che si trovano su internet sono abbastanza limitate. Le cose stanno effettivamente così?
Devo forse rassegnarmi a fare il gran salto? Sono veramente in crisi...

@Simone: leggo che la tua carriera procede bene, sei riuscito anche tu a superare quel mostro mnemonico di Anatomia Patologica, complimentoni! Continua così e in bocca al lupo per il futuro! ;)

Simone ha detto...

Non so, ma secondo te la laurea in economia ti darebbe modo di lavorare nel management e in ambienti più interessanti? Non so perchè pochi giorni fa qualcun altro (lo trovi tra i link a destra) parlava proprio di come gli studi di economia fossero deludenti...

Cioè mi sembra più un desiderio che poi nella realtà non so come si concretizzi, visto che non ho esperienze personali, ma certo se medicina ti fa così schifo non ha senso starci altri 7-10 anni. Devi solo capire se gli studi di economia portano a qualcosa che ti piace di più e non è solo un pezzo di carta che poi nelle varie aziende non si fila nessuno.

Simone

Doctor Faustus ha detto...

Ho letto anche su altri siti di alcune persone che sostengono che gli studi di Economia siano deludenti, ho diversi amici che ritengono deludenti quelli di Ingegneria e c'è persino chi ritiene deludenti quelli di Medicina...

Ognuno di noi ha delle attitudini personali che si sposano solo con alcuni percorsi universitari, mentre altri sono inadatti, come sai bene anche tu, viste le tante esperienze che raccogli a riguardo (la mia compresa) :)

Probabilmente il mestiere del medico non è adatto a me, questo l'ho già appurato, per cui, a meno di folgorazioni sulla via di Damasco, non si tratterebbe di fare altri 7-10 anni di Medicina, ma solo quello che basta per prendersi il pezzo di carta (2 se va bene)... Se magicamente ce la farò ad arrivare alla fine, placate le varie pressioni sociali e famigliari, la via preferenziale sarebbe appunto quella della specializzazione in Igiene che, poco ma sicuro, non prevede nessuna pratica clinica. Non sono per nulla certo che mi appassionerà, però forse è tempo che "mi metta l'anima in pace" e che mi rassegni: un lavoro va trovato e del resto, alla mia età, come dici anche tu, temo sia improponibile di questi tempi avviare una carriera di studio/lavorativa in ambito strettamente economico (e se anche fosse possibile ovviamente non avrò mai la certezza che potrà appagarmi come immagino), dovrò quindi accontentarmi di questa forma di "ripiego".

Rileggendomi forse l'altro ieri ho usato toni un po' "tragici", ma ero veramente abbattuto (e lo sono ancora) dalla paura per il futuro e dalla mole di CPN, nonostante questo esame in fondo mi appaia più digeribile di molti altri per il considerevole peso della Fisiopatologia. Quando arriveranno esami come "Diagnostica per Immagini", "Farmacologia" e chirurgie varie temo saranno dolori ben maggiori...

Vedremo... spero di resistere ma non lo garantisco! Terrò aggiornato questo post!

Anonimo ha detto...

anche io sto messa come voi e mi sono laureata in emdicina sono in auna crisi pazzesca avendo fatto uan tesi in clinica ed ora coem dal 4 anno anche se sono stata sempre molto brava come rendimento non voglio fare questo mestiere epr lo meno non il clinico tanto meno il chirurgo.

Simone ha detto...

Purtroppo tante persone capiscono solo "dopo" che una certa professione non faceva per loro... per me con ingegneria è stato così!

Simone

Anonimo ha detto...

io posso solo dire che ormai ci sono mi ono laureata e devo sfruttare ciò...m ne sono accorta verso il quarto anno ed ormainon potevo tornare più indietro . Ora devo pr forza ripiegare in qualcosa che si discosti dalla pratica clinica

Simone ha detto...

Io non so quale sia la tua situazione, comunque io ho ricominciato a 33 anni per cui almeno per me tornare indietro non è stato così difficile alla fine.

Però forse medicina ti consente un lavoro più di ricerca o teorico, per cui insomma trovare "altro" dalla clinica penso sia fattibile.

Simone

Anonimo ha detto...

Come per tutti voi, anche la storua dei miei studi è una storia di incertezza.
Dopo il diploma ho scelto di seguire il CdL in tecniche di laboratorio biomedico, incoraggiata dal racconto entusiastico di una ragazza. Medicina era una facoltà che mi attirava molto per il suo prestigio, ma l'ho esclusa per motivi economici (richiedeva una spesa davvero troppo grande che non avrei potuto chiedere ai miei).
Mai scelta fu più sbagliata! Già il I anno mi sono accorta che fare il tecnico non é ciò cui aspiravo, un po' perché non risponde a tutte le mie aspirazioni e un Po' perché vieni trattato sempre come l'ultima ruota del carro, inferiore (non si sa perché!) Anche al biologo neolaureato che ti firma il referto senza sapere nemmeno cosa significhi ciò che c'è scritto.
Nonostante ciò, ho serrato i denti e continuato per mettere la famosa "bandierina". Ora proverò ad assecondare la mia coscienza, spero di riuscire ad avere la forza di fare questo salto, sebbene con tre anni in più sulle spalle e tante agevolazioni in meno (come le borse di studio, da cui si é esclusi per principio).
Auguro a tutti voi di chiarire le vostre idee e scegliere ciò che vi fa stare meglio, indipendentemente da tutti i giudizi degli altri.
Un saluto, Elisa.

Simone ha detto...

Ciao Elisa! Grazie per aver raccontato la tua esperienza... vedrai che una volta iniziato è tutto più facile del previsto, in bocca al lupo!

Simone

valerio ha detto...

Però essere "l'ultima ruota del carro" in parte dipende anche da noi, nel senso:a) conta il ruolo ma anche la personalità e la competenza del singolo operatore, poi è chiaro che un infermiere difficilmente "si impone" su un cardiologo in caso di divergenza, ma puö farsi apprezzare nel tempo in modo che se dice una cosa il cardiologo lo ascolti con attenzione b) tutti umanamente ottenuta una qualifica vorremmo essere considerati autorità in materia,e invece te lo devi guadagnare (ricordo un divertente post di Simone dove diceva che l'ingegnere conta meno dell'omino del gas ) e , se hai a che fare con gente nuova ,ogni giorno di nuovo,a meno che tu non abbia vinto un nobel.

Alex ha detto...

Ho letto tutta la discussione. Il mio caso probabilmente è il peggiore di tutti: laureato in medicina e al terzo anno di specializzazione in chirurgia generale...con un piccolo problema ovvero fare il medico nn mi piace... l'ospedale mi angoscia, le notizie mediche nn mi interessano... Avrei dovuto studiare altro, economia in primis o scienze politiche o giurisprudenza anche, qualcosa che mi facesse capire come va il mondo; medicina nn ti insegna nulla se nn ciò che riguarda l'organismo umano (spesso anche male)! Sento frequentemente parlare di figura prestigiosa del medico. Un tempo forse! Oggi un medico medio è una persona che "forse" capisce qualcosa di medicina senza capire nulla del resto e con uno stipendio a dir poco mediocre tenendo conto degli anni di studio, delle responsabilità e dei turni di lavoro (notti, festivi, ecc..).
Il problema sapete qual è? È che mentre con altre lauree puoi decidere di cambiare, fare "altro", con medicina puoi fare solo il medico!

Simone ha detto...

Alex: se ti sposti verso igiene o management sanitario ala fine sono lavori molto simili a quello che può fare un ingegnere o un commercialista o un avvocato. Perché non dai uno sguardo da quelle parti?

D'accordo con te che oggi il medico sia un po' in "crisi" come professionista... ma dipende molto da noi e da come decidiamo di studiare e lavorare. Vale anche per molte altre professioni.

Alex ha detto...

Igiene non è una brutta idea...il problema è però che se non riuscirai poi a diventare direttore generale cosa farai? Un lavoro di tipo esclusivamente amministrativo (carte e scartoffie) o cagate tipo controllo di qualità e prevenzione...
Sul fatto invece che molto dipenda dal nostro modo di studiare e lavorare sono d'accordo! Ma converrai che è molto difficile farlo senza che ti piaccia...fare il medico senza passione è molto difficile...

Anonimo ha detto...

come ti capisco alex, e ti rubo lo scettro di situazione peggiore. quest'anno, dopo essere arrivata alla fine di medicina con gli stessi dubbi (diamo un nome a questa sindrome?), ho deciso di mettere i piedi nella pozzanghera proibita, cioè in una delle facoltà che sembrano attirare noi poveri insoddisfatti ( materie economiche, gestionali..cose che non c'entrano nulla insomma..cose davvero interessanti e meno banali del previsto). non so assolutamente cosa ne sarà di me..una volta scesi dal nastro trasportatore che qualcuno qua sopra ha descritto, tutto è un'incognita enorme e dagli elogi del mondo si passa a sguardi a dir poco perplessi e pietosi. non consiglio follie simili a nessuno, io lavoro part time e ho l'età in cui si dovrebbe per lo meno avere chiaro cosa piace e cosa no..per non parlare dei commenti di cui sopra e della sensazione di diversità di cui farei volentieri a meno. forse è possibile adattarsi, finire la specialità e fare un master tipo mba, o trovare una specialità meno clinica, o attendere che questa benedetta passione colpisca inaspettatamente. non lo so, ognuno di noi in fondo in fondo sa se la situazione è "grave" o è solo un momento di stanchezza. scusate per lo sfogo, spero di non aver ammorbato troppo. in bocca al lupo a tutti. alice

Fabio ha detto...

Ciao a tutti, faccio i complimenti per il blog, che trovo molto interessante.. Attraverso anch'io un momento di indecisione, ma la mia situazione è confusa.. Ho 23 anni e sono alla specialistica di economia, ma da un paio di mesi ho smesso di frequentare.. Motivo? Indecisione ed incertezza.. Ho scelto economia perché stanco di materie scientifiche, volevo qualcosa di più tecnico, ma non mi sono mai innamorato della materia.. Fin dal primo anno temevo non si trattasse della scelta a me più consona, ma ho proseguito visto che i risultati arrivavano.. Una parte di me rimpiangeva però di non essermi concesso un po di tempo x pensare, e magari tentare con ingegneria.. Ora ho la sensazione di non aver reali competenze ( mi pesa molto l assoluta mancanza di praticità) e mi sto guardando attorno.. Avrebbe senso iniziare ingegneria a 24 anni? Ultimamente mi sento anche attratto da professioni sanitarie brevi che non avevo mai preso in considerazione.. Purtroppo mi sento un po confuso xD..
Scusate lo sfogo, auguro a tutti di seguire la propria strada e buone feste, Fabio

Anonimo ha detto...

Ciao Fausto, se ti piace seguire un blog come NFA allora penso che economia ti piaccia davvero. Per chi non è del campo o a chi non si interessa del mondo economico, penso che si annoierebbe subito e/o non ci capirebbe niente. Anche io come te (studio economia), trovo pesante lo studio prevalentemente nozionistico, preferendo quello più "ragionato", ma se sei già al terzo anno di medicina, pensaci bene. Oltre allo studio che fai all' uni, valuta il lavoro che dovresti svolgere in futuro e chiediti se veramente vorresti fare il medico. A mio parere, se la tua risposta è negativa, inutile continuare a perder tempo con un percorso di studi non solo impegnativo, ma che ti porterà a svolgere una professione poco gratificante. Altrimenti, se il tuo sogno è fare il medico, bè... stringi i denti e vai avanti, con la laurea sei già a metà strada. Stefano

Anonimo ha detto...

Ciao Simone,

leggo spesso il tuo blog, anche io come te ho studiato ingegneria ( per soli 3 anni ). Non avevo passato il test e mi ero arreso... poi mi sono deciso a riprovare e sono entrato. Forse sarebbe stato meglio fallire anche la seconda volta... sono al V anno ma devo fare gli esami del II... purtroppo studio l esame, ma pochi giorni prima - provato dall'ansia e dalla scarsa stima di me- rimando. Non sono mai stato bocciato, ho la media del 29.7 ma ormai sono bloccato...
Pongo 2 domande:
Simone, hai mai provato qualcosa di simile?
Secondo te, a 27 anni ( II anno ), devo rinunciare?

Simone ha detto...

Anonimo: mi spieghi che te ne fai di 29,7 di media se poi non ti laurei? Anche io ho l'ansia pre-esame come tutti, ma vado e li faccio e se prendo un brutto voto o mi bocciano amen, cose che capitano.


Insomma no non devi abbandonare. Impara a pretendere un po' meno da te stesso, e cerca di capire che abbandonare un percorso piuttosto che accettare un risultato inferiore alla perfezione non ti porterà da nessuna parte.

Posso riportare il tuo intervento in un post? Ciao!

Simone

Anonimo ha detto...

Grazie per la risposta ed il consiglio. So bene che è da stupidi non fare l'esame per paura di fare una figuraccia o non rendere al massimo... purtroppo nel mio caso credo che si tratti di qualcosa di patologico, o forse mi faccio realmente troppi problemi...

Per il post, puoi pubblicare il mio intervento, purché tu lo faccia conservando il mio anonimato .

Simone ha detto...

Grazie a te! Dopo lo metto... :)

Simone

Alex ha detto...

Alice...forse sarebbe davvero il caso di trovare un nome a questa condizione indecente in cui ci troviamo!!! Il tempo passa ma soluzioni "facili" non riesco a trovarne... Di una cosa però mi sono convinto: MEDICINA è per chi vuole fare il MEDICO, al di là di aspettative economiche o sociali o di altra natura. Per molti sarà una considerazione banale ma vi assicuro che io l'ho capito parecchio tardi...

Anonimo ha detto...

Ciao,ho letto con interesse molti dei commenti e forse egoisticamente,ho sentito come un sollievo. Ho 19 anni ed appena terminato il liceo ero confusa ed indecisa sul mio futuro. ho sempre avuto un forte "vocazione" artistica che però non riuscivo a coniugare con l'altra parte di me, desiderosa di fare qualche cosa di concreto dal punto di vista umano. Scelsi di fare medicina, affascinata dalla figura di persone in grado di sacrificarsi per gli altri e battersi per quella cosa che è la più importante, la vita. tuttavia, per quanto la mia testa mi diceva " ehi, sei fortunata, sei passata al test, farai la professione più giusta, potrai adempire il tuo dovere", dentro di me, sin dal primo viaggio di andata verso l'università, sentivo stridere qualcosa. di chi era quel sogno che stavo inseguendo? mio?doveva essere mio,ma lo era davvero?ho iniziato a frequentare le lezioni e non mi ha mai abbandonato quella sensazione di essere in un bellissimo posto, in una facoltà fantastica, tra ambizioni e progetti grandi ed importanti,troppo spesso ostentati per i miei gusti, ma non nel MIO posto. stavo uscendo dai miei binari e mi sono resa conto che il mio giudizio iniziale non era del tutto esatto. i medici non si sacrificano per gli altri, ma si danno agli altri, il che è diverso. sacrificarsi significa annullarsi per il bene altrui.ma chi vuole fare davvero il medico, lo fa innanzitutto per se stesso, cioè perchè lo vuole, lo desidera,lo fa sentire felice. per darsi bisogna prima possedersi. e questo non può accadere se stiamo dentro i panni di una professione non nostra. così, forse irresponsabilmente e con un nodo alla gola per il senso di colpa che provo ancora verso i miei, ho rinunciato agli studi. ora come ora non so dove andare e mi sento in colpa per aver messo davanti ad un mondo così problematico come quello dei malati e dei più deboli me stessa. tuttavia, al di là di tutto, mi sento di dirvi una cosa, che certamente non risolverà i vostri problemi ne tanto meno i miei, che mi disse un giorno mio padre: puoi essere padrone del mondo anche senza una laurea. questo per me non significa che studiare è inutile,anzi è forse necessario, ma non sufficiente. significa solo che forse, almeno per quanto mi riguarda, ho sbagliato cercando di identificarmi totalmente con un corso di laurea.ci etichettiamo con "ingegneri", "medici" " avvocati", ma siamo ben più complessi e non dovremmo aver paura di riconoscerlo. se abbiamo fatto una scelta sbagliata non abbiamo perso tempo. non stiamo cercando la carriera perfetta, ma solamente chi siamo. scusatemi se mi sono dilungata troppo senza darvi contributi pratici, ma ne ho sentito il bisogno. buona vita a tutti voi! Aras

Simone ha detto...

Aras: una decisione da padrone davvero non so se del mondo, ma sicuramente della tua vita. Complimenti! Posso riportare il tuo commento in un post?

Ciao e in bocca al lupo!

Simone

Anonimo ha detto...

Certo, si parla di padroni del proprio mondo.credo sia la cosa più difficile. Non ho problemi per l'utilizzo del commento, chiederò i diritti d'autore ; ). In bocca al lupo anche a te! Aras

Simone ha detto...

Grazie! Tra qualche giorno lo metto online.

Simone

Eddy ha detto...

Per Fausto.

Allora se cerchi aspetti squisitamente economici nella Spec. di Igiene e Medicina Preventiva orientata alla Direzione Sanitaria li potrai anche trovare (break even analysis, progettazione di business plan, VAN, analisi costi utilità-costi beneficio etc,) ma non ti occuperai esclusivamente di quello: per intenderci il lavoro è principalmente manageriale, imparerai anche nozioni di logistica (gestione delle scorte, determinazione del lotto di riordino, lotto di acquisito) con una miriade di campi di interesse di cui le discipline economiche fungeranno da supporto. Ovviamente la parte principale della professione è quella ch hai indicato tu: rischi clinico, infezioni ospedaliere, rifiuti. Ma ti garantisco che sono cose interessantissime. Poi c'è la Direzione Generale, l'alto management aziendale: definizione reti hub and spoke, indicatori di attività ospedaliera, determinazione budget aziendale, Health technology Assessment, PDTA etc. Insomma economia sanitaria con un forte orientamento all'operatività. Se vuoi poi occuparti di matematica pura e biostatistica c'è l'indirizzo epidemiologico: in questo senso fari il ricercatore puro, consulente per aziende ospedaliere policlinici universitari, ASL nella realizzazione di linee guida, analisi epidemiologiche di varia complessità e su svariati campi, anche con un orientamento economico. Segnalo a tal prorposito oltre a vari master universitari in epidemiologia, la scuola di specializzazione in Statistica sanitaria e biometria di nuova istituzione. A mio avviso tutto il resto che puoi fare con Igiene (prevenzione, vaccinazioni, necroscopie) so puttanate inutili e per nulla gratificanti. Poi si può completamente lasciare la professione: ma bisogna essere bravi, preparati in Pubblic Health, fluent english e si può lavorare per grandi società di consulenza importantissime e di respiro internazionale tipo mckinsey e fare il consulente nei più svariati campi di ambito sanitario in giro per il mondo. Se poi si vuole un orientamento più focalizzato al farmaco ci sono aziende farmaceutice che assumono e pagano benissimo esclusivamnete medici come consulenti per le figure di: medical scientific liaison, medical Advisore medical manager. Vede su internet per i dettagli.
A disposizione per dettagli

Anonimo ha detto...

lascio anch'io una riflessione in questo blog x me così interessante perché vede partecipare persone vere, persone che incontrano le difficoltà tipiche di chi ancora conserva un'umanità in un mondo così severo...io mi sono laureata in economia e commercio a Parma (ormai tanti anni fa), dopo che avevo frequentato per un anno farmacia, attirata da materie + legate all'attualità e pensando che aprisse tante prospettive di lavoro (allontanata da un'ambiente un po' snob che avevo incontrato a farmacia) (cmq già ai miei tempi del liceo si era condizionati nella scelta dalla voci sulle difficoltà nel trovare un lavoro in futuro, per cui si partiva già con dell'ansia..). Con gli anni il mio entusiasmo per la facoltà di economia è stato decisamente smontato: studio solo teorico, a volte insegnanti assolutamente non meritevoli (anzi diciamo pure inascoltabili), approccio a argomenti + disparati (non connessi tra loro) e senza dare una reale competenza in niente. Dopo la laurea (vecchio ordinamento) 3 mesi all'estero frequentando un corso di inglese intensivo e ottenendo il certificato toefl con un'ottima votazione (ai tempi gli insegnanti dicevano che l'inglese era fondamentale)->

Anonimo ha detto...

-> Speravo che una competenza lavorativa potesse essere costruita nel mondo del lavoro che permettesse di fare esperienze formative e professionalizzanti....per anni ho avuto esperienze una peggio dell'altra, nonostante ogni volta ci mettessi entusiasmo e ci credessi. Risultato mi sono arresa che restarmene a casa sia la soluzione meno peggiore per me, che già come persona ne ho risentito molto a livello di umore (anche x' nelle varie difficoltà incontrate spesso mi sono sentita famiglia e amicizie per niente vicine, addirittura a volte mi sono vista addossare colpe di situazioni assurde che invece non dipendevano certo da me...comunque da persona solare e positiva che ero sono diventata molto + cupa e chiusa)! Forse x' sono una donna, forse x' non ho agganci con persone di peso sociale che potrebbero come si suol dire "metterci una parola" (molte persone del mio paese che invece avevano agganci diversi non hanno certo avuto vita difficile come me), ma x quel che ho visto io, fare economia non è certo una scelta che possa essere poi ripagata. Io mi sono fatta l'idea che viviamo davvero in un mondo difficile, dove non si è mai abbastanza. Dove sembra che anche solo per poter essere minimamente considerati occorre essere o ingegneri o medici specialisti magari nei tempi e col massimo dei voti. Peccato che questa chiarezza mi sia arrivata tardi altrimenti avrei fatto da tempo scelte diverse! Comunque in base alla mia esperienza credo che tante difficoltà trovate nel seguire un corso di studi di una certa durata dipendano in gran parte dalla qualità dell'insegnamento, che gioca un ruolo davvero importante nell'alimentare la motivazione e tener lontani dubbi e scoraggiamenti vari. E' vero che tanto deve venire dalle persone stesse, ma la realtà esterna gioca un ruolo importante. E mi chiedo se la qualità dell'insegnamento non vari molto da facoltà a facoltà. Magari una stessa facoltà fatta in una città diversa può risultare molto + motivante se si trovano insegnanti migliori. Mi sbaglierò... Mi sbaglierò ma dubito che certi insegnanti inascoltabili che ho incontrato io si possano trovare alla Bocconi, e con questo non voglio dire che sia giusto che esistano facoltà di serie a e di serie b...anzi, questa è stata un'altra amara scoperta che ho fatto con gli anni, quando ne avevo 19 di anni non mi immaginavo certo un mondo così difficile e per certi versi subdolo...! io sarò stata anche sfortunata ma di gente in condizioni simili alla mia so che ce n'è diversa..il mio "consiglio" quindi è innanzitutto tener presente che il mondo del lavoro di oggi è per gran parte molto cinico e poco umano e quindi farsi forza per superare eventuali difficoltà nel mondo dello studio (che obiettivamente ne presenta tante per le quali molti ragazzi vanno in crisi) sperando di essere un po' fortunati nel mondo del lavoro magari grazie al fatto che possano giungere tempi migliori e che questa società malata possa col tempo guarire! Cecilia

Nimbus ha detto...

ma Fausto in questi due anni che cosa ha deciso? riesci a ricontattarlo?

Simone ha detto...

Perché avete ritirato fuori sto post è un mistero! :)

Comunque bellissimi commenti. Non so se ho una mail di fausto, ora non posso controllare ma proverò.

Grazie come sempre davvero a tutti! :)

Simone

Anonimo ha detto...

...perché c'è il link nel post di Aras...

Simone ha detto...

Ahaha sono proprio rinco... :)

Eddy ha detto...

huahauh...:-D

Anonimo ha detto...

Simone, è da un po' che ti seguo, e sono anche io, come molti altri a quanto pare, nel "limbo" dell'indecisione (anche se sono solo al terzo anno di ingegneria).
Inizio a credere che per capire se un lavoro fa per noi bisogna provare quel lavoro, nei limiti del possibile... che è anche il motivo che mi sta portando a mollare ingegneria dopo la triennale.
Credo che nelle facoltà scientifiche sia più difficile rivolgere lo sguardo al futuro lavoro perchè molte di queste discipline non hanno un "mestiere" associato (cosa sono un matematico, un fisico o un chimico oltre a insegnanti o ricercatori?).
Tu avevi fatto diverse esperienze al 118, puoi raccontare quello che è stato prima (ingegneria, il lavoro da ingegnere, il volontariato e poi la scelta di cambiare..)?
Quanto coraggio ci vuole per fare il "grande balzo"?
Come fai a capire se quello per cui cambi è veramente la scelta giusta?

Un altro potenziale ingegnere di nome Marco (che buffo no? :) )

Simone ha detto...

Marco: raccontare tutto il "prima" e come è nata l'idea di cambiare è veramente complicato... ma dici già molte cose tu: una professione che non ti realizza, la sensazione col volontariato e 118 di trovare qualcosa di meglio, e alla fine la scelta.

Non è facile e non è che puoi davvero saperlo prima, è comunque un salto nel vuoto.

Puoi magari farti un 'idea leggendo i post sotto il tag "autobiografia quasi seria". I primi in ordine di tempo sono a metà tra il vecchio lavoro e il ritoro all'università.

Simone

Giulia ha detto...

Non si può contattare fausto in qualche modo? :S

Anonimo ha detto...

Salve. Ho letto con attenzione i vostri commenti. Praticamente mi ritrovo anch'io nella stessa situazione di Fausto. IDENTICA. Studente di medicina anch'io al 4 anno adesso. Vorrei studiare Economia Aziendale. Ogni volta tento di convincermi ad andare avanti per finire, ma non mi piace quello che studio, né tantomeno voglio fare il medico. Al liceo ero molto bravo, il migliore (10 in tutte le materie per intenderci, anche se nella vita reale non vuol dire nulla, ma tutti mi spronavano a studiare perché era giusto e io li "assecondavo"). Penso anch'io alla possibilità di Igiene, tento di convincermi ogni volta, ma poi siamo punto e a capo.
Ho sempre studiato con passione a scuola, perché pensavo che lo studio fosse importante (come mi dicevano), ma poi, arrivato il momento della scelta universitaria, superai il test cosi per provare visto che era molto ambito, e poi rimasi in questa facoltà. Diciamo che in età scolare non avevo indagato le mie vere passioni o potenzialità, e alla scelta universitaria mi ritrovai confuso e andai in medicina solo per non rimanere disoccupato, non perché mi piacesse. Da quando studio mi sembra quasi di essere in guerra per la sopravvivenza, ma non mi va di vivere cosi: non possono mica lavorare solo i medici, ma anche tutti gli altri. Quando esco di casa non sono tutti medici le persone che vedo. Economia non la scelsi perché mi dicevanop: "che devi fare con economia, ecc.", mi convinsi che generasse disoccupazione, ma ora constato che è la laurea piu richiesta dalle aziende (Molte fonti lo dicono, anche il Sole 24 ore). Quindi ora bo, non so che fare. Sono molto tentato dal fare il salto.... l'università deve servire per studiare quello che piace, con la consapevolezza che non si avrà di sicuro un lavoro, ma almeno uno dovrebbe provarci. Anche le ingegnerie avevo considerato (dell'informazione soprattutto), quindi ciò provocò in me ulteriore dubbi. Probabilmente l'anno prossimo cambio per economia, poi vediamo.
Essere bravi in tutto, a scuola, è uno svantaggio, almeno così è stato per me.

Anonimo ha detto...

Ho dimenticato di firmare. Andrea.
Un in bocca al lupo a tutti!

Anonimo ha detto...

Ciao Simone,
ti seguo circa da inizio 2014. Complimenti per il blog (anzi, i blog) e per la tua forza nel perseguire i tuoi obiettivi. La storia di Fausto è davvero interessante, direi avvincente. Non esiste possibilità di ricontattarlo?
Io ho iniziato Medicina come te nel 2008, dopo essermi diplomata. Ripensando a questi anni di università, provo emozioni ambigue. Il tutto condito da una buona dose di ansia, che già provavo al liceo, ma che ero costretta a superare grazie alle scadenze a breve termine della scuola. Avevo scelto di provare il test di Medicina perché il piano degli studi mi piaceva moltissimo, trovavo interessanti (e anche in parte un po' misteriose) tutte le materie e anche se 6 anni mi sembravano un'eternità, decisi di provarci. Studiai per tutta l'estate, insieme a un'amica, e quindi passai il test. Il giorno in cui uscì la graduatoria lo ricordo benissimo. Ero gioia pura, entusiasmo, soddisfazione. L'ansia e la paura dell'attesa del risultato non c'erano più, non vedevo l'ora di cominciare. Poi con la prima sessione esami, sono cominciate di nuovo. I primi esami li feci con difficoltà,a volte tormentata dalla paura di non farcela. Non sono mai stata forte nello studio mnemonico e nozionistico. Per questo al liceo andavo bene nelle materie scientifiche e facevo fatica in Storia e Letteratura italiana...e anche all'università ho incontrato le stesse difficoltà, ma amplificate. Ho iniziato a pensare che se non riuscivo a superare un esame, avrei faticato anche a diventare un buon medico, e quindi quanto valevo come persona?
Ora sono nel primo anno da fuori corso e questa etichetta mi sta soffocando e bloccando. Ho fatto un esame a febbraio, e ora non riesco a trovare la voglia di studiare per fare gli ultimi 6 esami che mi mancano. La tesi è in stand-by e non sono neanche più sicura di volerla fare con questo professore. Il mio ragazzo intanto si è laureato a Marzo e ora sta per finire il tirocinio per l'esame di stato. Gli altri amici vanno avanti, con le loro difficoltà, ma pur sempre avanti. Io invece mi sento bloccata, passiva, ferma. Sono consapevole che così non posso andare avanti. Settimana scorsa ho deciso di chiedere un aiuto a una psicoterapeuta, per provare a capire perchè mi sento così inadeguata e inferiore agli altri. Spero che questo nuovo percorso mi dia un po' di serenità e di forza per raggiungere un obiettivo importante, che dovrebbe darmi gioia e che invece sto vivendo male. Ti ringrazio per questo importante spazio di condivisione.
Buona vita,
Federica

Simone ha detto...

Federica: ma un anno fuori corso... anche due, o tre... cosa te ne frega?! Tanto alla fine sempre il dottore per tutto il resto della vita ti toccherà fare. Non dare tutta questa importanza a qualche mese in più o in meno! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone, lo so me lo ripeto anche io... anche perché ho diversi amici in questa situazione e non mi sembra affatto un dramma. A volte però mi perdo nei miei pensieri e ciao... finisce che mi deprimo :)
Grazie per l'incoraggiamento!

Federica

Simone ha detto...

Federica: infatti a pensare troppo alle cose ci si stressa e basta. Cerca di stare più serena! :)

Simone

Anonimo ha detto...

.... e se volesse iniziare la facoltà di medicina ai 40 anni per diventare un chirurgo? Cosa mi potresti consigliare?

Simone ha detto...

Anonimo: niente è impossibile. Però fai 2 conti: 6 anni di medicina, un anno per entrare in specializzazione (almeno), 5 anni di chirurgia... e il problema poi è che con la specializzazione in chirurgia presa in Italia ci fai poco. In genere gli specializzandi non hanno molto spazio e al termine della formazione devono trovarsi qualche posto magari all'estero dove fare gavetta e imparare sul serio a operare.

Insomma potresti pensare di specializzarti comunque all'estero, dove ci sono più possibilità. Altrimenti a percorso "finito" prima di prendere il bisturi in mano come primo operatore rischi di avere un'età talmente avanzata che poi il chirurgo sul serio non l'avrai fatto mai.

Simone

Anna ha detto...

Salve, ho scoperto questo blog proprio nella ricerca di un consiglio. Io non ho mai sognato di fare il medico, ma ho optato comunque per questa scelta perché la materia mi interessava. La prima volta non ho passato il test, ma lo passai a una professione sanitaria (tnpee). Per quanto mi piacesse, sentivo che potevo e volevo fare di più. L'anno successivo il test l'ho passato e ho fatto "tranquillamente" gli esami fino al terzo anno. Metto le virgolette perché in quegli anni ho avuto seri problemi in famiglia, ma comunque ho retto. Proprio perché non sono wonderwoman é chiaro che prima o poi sarei scoppiata, e così è stato. Ansia e attacchi di panico mi hanno reso impossibile proseguire con serenità e quindi si sono accumulati ritardi su ritardi. A breve avrò 28 anni, sono iscritta al quinto anno, ma ho fatto solo tre esami del quarto,tutto il resto è da fare. Leggo che molti si bloccano su un esame in particolare. Per me non é stato così, o meglio ogni esame ha lo stesso carico di ansia. Molti dite che conta la passione e io ce l'ho. Quando riesco ad entrare nell'argomento mi appassiono ed è successo con tutti gli esami. Il punto è che sono lenta, ci metto più tempo del dovuto a preparare un esame,anche perché tendo a studiare per capire davvero e non solo per passare un esame in più, e mi colpevolizzo perché vorrei essere efficiente come un tempo, ma non é più così. Purtroppo subentra sempre il confronto con gli altri, la gente che ti chiede in continuazione quando ti laurei, familiari negativi che ti svalutano.da diverso tempo penso di abbandonare, ma non perché non mi piace medicina, al contrario, ma per liberarmi da questa oppressione che si ripercuote fisicamente soprattutto con insonnia e dolori psicosomatici vari. Vorrei tanto laurearmi e diventare un'anestesista, ma faccio fatica ad accettare il mio ritardo nonostante sia consapevole che non è dipeso da mancanza di passione o impegno, ma da cause di forza maggiore. Potete darmi un consiglio per favore? Grazie

Simone ha detto...

Ciao! Un po' ti rispondi da sola: fai fatica ad accettare la situazione, anche se sai che non è tutta colpa tua. Per cui insomma cerca di prendere con più determinazione questa idea: ti sei bloccata per un periodo, sei indietro e ti fa fatica studiare, ma è andata come è andata e adesso comunque puoi rimetterti in gioco. Non dare retta a chi ti scoraggia e mettiti sotto! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Perdonate la mia durezza nel dirvi "ma siete seri?" Io sono al quarto anno di Economia (di cui uno fuori corso). Quest'anno mi laurerò se tutto va bene... Ma non è questo il punto. Quando mi sono diplomata al liceo avrei voluto frequentare medicina, ma per diverse ragioni non ho potuto (vivo all'estero e qua non basta un test d'ingresso). Mi piacevano anche economia e giurisprudenza, così scelsi economia. Mi laurerò a 22 anni in Economics e con buonissimi voti. Tutti i miei colleghi mi invidiano poichè pensano che avrò un futuro nel mondo accademico, anche i professori mi hanno consigliato un PhD e sinceramente non mi dispiacerebbe fare ricerca.
In realtá stò pensando di laurearmi e poi cominciare a studiare medicina. L'età non mi spaventa e non dovrebbe spaventare neanche voti!! Credete che importi realmente a qualcuno se vi laureate a 24 o 27 anni? Ciò che importa sono che tipo di professionisti siete. Se non sarete capaci di essere degli ottimi medici ma potreste essere degli ottimi economisti, allora cosa aspettate?
Parlate di prendere decisioni migliori in altre vite e siete ventenni!! Ve lo dice una che studia economia: se aspirate ad essere uno dei tanti laureati di economia svogliati e superficiali, lasciate perdere, ma se amate questa materia e vorreste esplorarla e farla vostra, allora l'età non conta nulla!
Ve lo dico poichè ho fatto questo ragionamento su me stessa.. Meglio seguire i propri sogni per quanto in salita sia la strada che arrendersi ad una discesa mortale!

Giulia

Simone ha detto...

Giulia: grazie del commento. In effetti è assurdo sentirsi vecchi ad appena 20 o 30 anni... ma purtroppo per molti è davvero così e uscire da questo "stato mentale" è difficile.

Simone

Anonimo ha detto...

Alla fine qualcuno sa cosa ha deciso doctor faustus?
In ogni caso anche io sto vivendo una situazione in parte simile. Dovrei essere al quarto anno ma in realtà sono ancora al secondo.
Anche io ho scelto medicina più per aspetti lavorativi che altro, trascinato dalla curiosità per lo studio del corpo umano, che evidentemente non basta come motivazione.
Al liceo andavo bene, mi piaceva studiare, mai avuti problemi con le materie, anche se trovavo una palla studiare materie mnemoniche come storia; tuttavia la mole di studio la reggevo abbastanza facilmente.
Entrato all'università i problemi sono iniziati con istologia, e ho capito che quel tipo di studio mi avrebbe accompagnato fino alla fine. Ci metto un'eternità a preparare gli esami rispetto ai miei compagni di corso che paiono delle macchine da guerra. Tra ansia, blocchi continui, sono rimasto indietro.
Ma non mi va più di vivere così, anche perchè di motivazioni per fare il medico non ne ho granchè. Trovo una tortura ogni esame, non mi va più di mettermi a studiare a memoria robe come anatomia, patologia, elenchi di batteri, di farmaci, dosaggi etc
Mi laureerei chissà quando, i tirocini e lo studio mi porterebbero via tutto il tempo, e una volta laureato dovrei lottare per la specializzazione. Ma io di fare il medico non me la sento.
Io voglio fare una vita tranquilla, e con medicina questo non sarebbe possibile.

Simone ha detto...

Non ho più avuto notize... magari lui ci aggiornera? :)

Se vuoi cambiare penso che tu possa sempre farlo. Assicurati però di cercare una tua strada e di capire cosa cerchi davvero e cosa vorresti fare nella vita. Non "mollare" tutto senza un progetto o un nuovo percorso, rischi di rimanere senza niente in mano.

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, anche io appartengo alla schiera degli studenti di Medicina indecisi...
Sono al secondo anno, già indietro con gli esami (ma non è neanche questo il problema). Più vado avanti e più i dubbi aumentano. Le materie mi piacciono, ma non ho una vera passione per la Medicina... penso ogni giorno della mia vita di passare a Lettere, una facoltà che mi appassiona di più. Già dal principio ero indeciso tra Medicina e Lettere, ma poi molto superficialmente ho pensato che fosse stato meglio provare prima Medicina e nel caso cambiare. Le cose non sono andate però come pensavo: una volta entrati a Medicina, anche se si è molto sottopressione, la paura di lasciare è tanta e si rimane quasi intrappolati in questa facoltà; razionalmente si sa che è pura follia lasciare medicina per un'altra facoltà (specialmente se si tratta di lettere). Ci vorrebbe solo un grande coraggio e un pizzico di pazzia. Fateci sapere di Fausto. In bocca al lupo a tutti

Anonimo ha detto...

Ti consiglio vivamente di rimanere a Medicina: hai avuto la fortuna e le capacità di entrare in una delle facoltà più prestigiose, affascinanti e più remunerative. Abbandonare al secondo anno per trasferirsi a Lettere mi sembra un po' azzardato (anch'io sono affascinato dalle materie umanistiche, ma, purtroppo, come dicevano i latini che erano molto più lungimiranti di noi "litterae non dant panem", ovvero con le "lettere" non ci puoi costruire un futuro solido... la situazione a livello scolastico (leggasi insegnamento) è più che catastrofica, in quanto le graduatorie sono piene fino all'orlo. La professione medica è definita come "la più scientifica delle professioni umanistiche e la più umanistica delle professioni scientifiche".
Chiedo scusa al web master se mi son permesso di aprire una piccola parentesi... non mollare ;)

Anonimo ha detto...

Ciao anonimo, ti ringrazio della risposta, ma sinceramente sono stanco dei consigli altrui di questo tipo. La vita è mia e non sono disposto a viverla guardando solo alla convenienza. So di quanto sia rischioso passare a lettere, ma forse preferisco arrangiarmi un domani e sentirmi a posto con me stesso, piuttosto che seguire un percorso che non sento mio fino in fondo. Medicina è una facoltà bellissima, questo lo so, ma a mio avviso per affrontarla bisogna essere davvero vocati. La cosa importante nella vita è sentirsi sereni ed io non mi sento tale, sento che mi manca qualcosa e che devo provare a cambiare la mia vita ora, prima che si vada ancora più avanti. Sono un ragazzo "malaticcio" e ho girato decine di medici per vari problemi di salute; la maggioranza dei medici che ho incontrato sono incompetenti e fanno la loro professione meccanicamente... Ho capito che molti medici non sono per niente "umani". Mi dispiace ma io non andrò ad ingrossare la fila dei medici frustrati e senza passione. Se entro la fine di quest'anno sarò ancora in conflitto con questa facoltà, passerò a lettere: mi sono dato proprio un altro anno per non agire avventatamente. I consigli lasciano il tempo che trovano...

Simone ha detto...

Ciao!
Anche il mio consiglio sarà uno dei tanti. Comunque quello che dico io è di pensare non tanto alla facoltà (che avrà una durata limitata) quanto al lavoro che vuoi fare. Dopo i 3-5 anni di lettere cosa vorresti fare? Cioè a cosa ti serve quella laurea? È uguale per medicina: dopo cosa vorresti fare e a cosa ti servirà? Alla fine sai che medico NON vuoi essere, che già è qualcosa. :)

Simone

Anonimo ha detto...

Ciao Simone! Ti ringrazio per il commento. A me sarebbe piaciuto insegnare lettere all'università... o magari fare il giornalista, ma informandomi bene e venendo a conoscenza della situazione tragica in questi ambiti ho pensato anche a qualcos'altro, ovvero Medicina. All'inizio ero confuso, pensavo che fare il medico mi potesse piacere, ma poi col passare dei mesi ho fatto un po' chiarezza, la voglia è venuta sempre meno e il fascino del camice è in parte sparito. Ho capito che non mi interessa per niente la chirurgia e quasi tutte le specialistiche eccetto psichiatria. Se non fosse per l'esistenza di questa branca un po' a sè della medicina, avrei già cambiato. Razionalmente mi potrei anche "accontentare" e andare avanti, ma emotivamente mi sento provato, ogni giorno ho difficoltà a studiare, non ho quella forte motivazione a continuare, quell'entusiasmo e desiderio di voler diventare medico, che per me è fondamentale. Mi dispiacerebbe assai lasciare, ma non posso vivere una vita in panni non miei. Il problema è che non mi sento realizzato, mentre vedo i miei colleghi tutti felici; penso che tu, che hai fatto l'ingegnere, possa capire meglio di me quello che provo: sento che qualcosa non è al posto giusto; forse era la stessa cosa per te. Le persone che guardano dall'esterno la situazione e dicono: continua, medicina è un'occasione unica ecc. ecc. non possono capire fino in fondo. A presto.

Anonimo ha detto...

Guarda, mi trovo esattamente nella tua identica situazione.
Visto che i consigli, come hai scritto tu, lasciano il tempo che trovano, ti racconto la mia esperienza. Ho decisamente abbandonato l'idea di studiare Lettere (non vorrei trovarmi a 60 anni senza casa, famiglia e con uno stipendio misero di 600/800 euro mensili). Tali passioni le si potranno coltivare per passione "a tempo libero"... a settembre tenterò il test d'accesso a Medicina, sperando che vada bene.
Attenzione: chiarisco, perché qualcuno potrebbe sentirsi chiamato in causa o offeso...
NON ho intenzione di studiare Medicina per lo stipendio. Credo che sia una professione prettamente umanistica che scientifica che permette ogni giorno di mettersi alla prova.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
spero mi leggerete.

Sono uno studente al quarto anno di medicina (sì, anche io), ma ho all'attivo pure un anno di biologia (durante il quale evidentemente non mi sono posto le domande giuste). Devo affrontare anatomia patologica e sono senza speranze da due mesi.

Come voi, i dubbi ci sono stati dall'inizio e ormai si sono acuiti all'inverosimile.

Due anni fa ero nella stessa situazione e feci il test per economia, lo passai senza studiare 1 giorno (dai, suvvia per noi che facciamo certi esami non ci possono spaventare cose come i diritti o la ragioneria).
All'atto della disiscrizione e ottenimento del nulla-osta dall'università trovai la segreteria chiusa. Ebbi un fatale ripensamento...

...ed eccomi qua, circa due anni dopo, un sacco di esami fatti con la forza di volontà (l'essere umano è dotato di qualità nascoste incredibili), ma con lo stato ansioso-depressivo che ormai mi ha consumato.

ECONOMIA non è una scienza del cazzo, bene o male ha una sua valenza, poi sta al singolo decidere cosa fare! Le lauree sono la base, poi noi ci mettiamo il resto!! Fatto sta che la triennale non ha mai ucciso nessuno, invece il ciclo unico di medicina, PER UNO CHE NON VUOLE FARE IL MEDICO, è follia.

Le soluzioni?

1- tentare di finire i 6 anni e poi buttarsi in azienda farmaceutica (ma ti pigliano con facilità dopo la laurea?)
2- levarsi dal cazzo e fare economia, sapendo bene che le probabilità di fare qualcosa nella vita sono bassissime, ma almeno non ZERO come l'aver studiato e sudato 6+ anni per la minchia di medicina


Riusciamo a capire fino in fondo perchè abbiamo fatto medicina e cosa ci frena dal mollarla?

Abbraccione

Anonimo ha detto...

Salve a tutti! Capito qui anche io per molti dubbi che mi sono venuti ultimamente. Sono alla fine del terzo anno (con gli esami indietro di un semestre) e con una media rispettabile. Ma non so perché mi sto sempre più chiedendo se è questa davvero la mia strada per la vita. Negli anni precedenti ho incontrato difficoltà ma avevo sempre in mente l'obiettivo finale di fare il medico. Ultimamente invece mi sembra che questa sia una via che richieda troppo sacrificio per me. Ho paura di perdermi gli anni della gioventù per intraprendere un percorso che chissà quando finirà. Leggo ovunque che ormai la categoria dei medici non è più una meta di lavoro sicuro. Tre anni fa scelsi medicina perché mi affascinava, tutto sommato era quello che avevo sempre sostenuto di voler fare e inoltre vedevo che questo avrebbe reso fiera la mia famiglia (senza nascondere che la vedevo come un investimento sicuro per il futuro). Tre anni fa passai anche il test di fisioterapia ma appena entrato in medicina la vidi come un'occasione troppo bella per rinunciare. Ora però vedo che tanti compagni di corso sono mossi da una passione che evidentemente io non ho in un modo così spropositato. Sono sempre stato appassionato di sport e per questo le specializzazioni che mi interessano di più sono ortopedia o medicina dello sport (forse più alla mia portata). Quello che mi spaventa maggiormente è che questo percorso ritarderà notevolmente la mia autonomia e una mia possibile famiglia. So che la risposta la Posso trovare solo dentro di me ma mi farebbe piacere sentire pareri o consigli.

Anonimo ha detto...

Rispondo all'ultimo messaggio di Anonimo:

capisco benissimo cosa intendi con 'perdita' di anni di gioventù: una volta chi studiava medicina era invidiato, la media delle persone doveva zappare la terra. Ora si è tutto rovesciato, tutti studiano, molti all'estero, tutti pubblicano la loro felicità (?) nei social mentre noi studiamo senza una motivazione particolare.

Fatti la domanda: MI PIACE L'OSPEDALE? CI PASSEREI DEGLI ANNI O ANCHE TUTTA LA VITA?

Se la risposta è sì, sacrificati, non troppo ecco dai, anche se finisci un anno o due in ritardo pazienza, almeno farai il medico e lo farai con passione..

Se la risposta è NO, allora prenditi del tempo e rifletti su cosa vuoi fare.

Se sei capitato su questo blog è perchè hai digitato qualcosa come "economia dopo medicina", "lasciare medicina al x anno". Dunque i dubbi sono forti e lo capisco, ma fatti quella domanda..

cheers

Fabrizio ha detto...

Ciao a tutti ragazzi, sono l'anonimo di qualche commento sopra che vuole cambiare medicina per lettere. Diamoci dei nomi o qui non si capisce niente con tutti sti anonimi! Io sono al secondo anno di medicina, ma per motivi vari, tra cui la mia continua crisi, sto appena per concludere gli esami del primo anno (mi manca istologia). Io credo che ognuno abbia una situazione completamente diversa e delle aspirazioni diverse, quindi la scelta può essere soltanto nostra! Però sono dell'idea che arrivati a un certo punto sia da sciocchi buttare tutto all'aria. Mi spiego meglio: arrivati al 4°,5° anno credo che sia meglio finire, dopo tanti, troppi sacrifici fatti! Poi dopo la laurea (che costerebbe solo un altro paio d'anni) si può sempre intraprendere un nuovo percorso, ma almeno si ha una laurea in medicina già in tasca, che non è poco...
quindi:
1)all'anonimo del quarto anno consiglio di finire, ormai manca pochissimo! e poi puoi sempre fare economia. Dove sta scritto che dopo la laurea devi fare per forza il medico? A quel punto puoi iscriverti a economia e magari nel frattempo ci pensi se poter fare qualcosa con la laurea in medicina.
2)l'anonimo del terzo anno mi sembra in una situazione un po' diversa da noi. Tu sembri più scoraggiato per i vari ostacoli del percorso, ma affermi di essere stato abbastanza convinto all'inizio di aver scelto medicina e che comunque avresti fatto fisioterapia in alternativa (a questo punto meglio medicina). Secondo me non devi farti scoraggiare da fattori esterni, l'unica domanda che ti devi fare e a cui devi rispondere è: voglio fare il medico? si/no. Non pensare ai sacrifici da fare per diventarlo (questa è un'altra cosa). Anche io sono indietro con gli esami e anche più di te, ma per me questo non è il problema in sè, chi è convinto di voler fare il medico ci può mettere pure 7,8 anni al posto di 6! chi se ne frega!
A presto, Fabrizio.

Simone ha detto...

Fabrizio: approvo e sottoscrivo tutto. Grazie per aver risposto al posto mio! :)

Simone

Anonimo ha detto...

Salve sono l'anonimo del terzo anno di qualche commento che aveva lasciato fisioterapia. In realtà in questo momento è vero che ho molti dubbi ma essi non riguardano il fatto di cambiare verso fisioterapia (so che a questo punto è molto meglio finire medicina). In realtà i dubbi mi vengono riguardo alla professione di giornalista sportivo visto che sono un grande appassionato di sport (soprattutto calcio e ciclismo ma non solo). Da qualche tempo a questa parte mi sembra di aver sviluppato una voglia di "raccontare" appunto gli eventi sportivi, girare il mondo al seguito di qualche sport e magari trovare lavoro in qualche tv o giornale importante (come Sky). Il tutto senza dimenticare che mio padre è già un giornalista sportivo da più di 30 anni. Unico problema sarebbe che ho già 22 anni e magari i giornalisti che fanno carriera a quest'eta hanno già molta esperienza. Altro problema il fatto che al liceo non sono mai stato bravissimo nei temi (anche se magari scrivendo su qualcosa di sportivo mi sentirei più pronto e a mio agio). Senza contare il fatto che a questo punto dovrei iniziare da capo con lettere o scienze politiche. L'alternativa potrebbe essere fare la specializzazione in medicina dello sport per provare a sviluppare questa passione per lo sport nell'ambito medico.
Grazie a tutti e attendo consigli o idee

Fabrizio ha detto...

Rieccomi qui, di tanto in tanto passo per dare un'occhiata al post.
Purtroppo nessuno può dirti cosa devi fare in quanto qui la maggior parte è confusa quanto te (o di più)! La professione del giornalista può essere svolta a vari livelli e non richiede una laurea specifica; non è detto che tu non possa esercitarla anche se continui medicina. Potresti fare il giornalista pubblicista e scrivere articoli sullo sport quando ti va e comunque continuare con medicina. Un mio professore di medicina del primo anno fa il giornalista e scrive per testate importanti (anche se è un giornalista scientifico). Il giornalismo può essere anche un'attività in più che si fa. O se proprio è la tua passione potresti lasciare medicina per dedicarti completamente a questa strada. In ogni caso non mi sembra che sia necessaria una laurea in lettere o scienze politiche per fare il giornalista sportivo; non credo neanche tu sia tanto svantaggiato visto che hai tuo padre che può aiutarti sicuramente in questo percorso. Anch'io ho la tua stessa età (sono al secondo anno perchè il primo anno dopo la scuola mi presi un anno sabbatico) e tuttavia l'anno prossimo anche io sto pensando seriamente di cambiare. Se hai questo dubbio continua a informarti e non scoraggiarti per l'età, magari ti schiarisci le idee. Facci sapere
Fabrizio

Freshman year never ends ha detto...

Io sono Filippo, ex anonimo del 4 anno per capirci.

Sì, la mia parte razionale vuole finire ovviamente, un paio d'anni si possono fare con le giuste energie. Io ripongo per così dire la mia motivazione in un percorso trasversale che abbracci temi economici, con un master, so che ce ne sono anche in italia di validi, ovvero che mettono in contatto con aziende per un lavoro non più di ospedale, ma di gestione, d'ufficio.

Devo fare i conti con la parte emotiva bambina tutti i giorni che si vorrebbe buttare dalla finestra.

Grazie Fabrizio.

Un abbraccione

Fabrizio ha detto...

Ciao Filippo, mi fa piacere risentirti. Capisco la tua sofferenza, ma dalle tue parole traspare troppa rassegnazione e frustrazione... ricordati che nessuno ti obbliga a fare medicina o a fare il medico! Sei tu che l'hai scelta e che sei andato avanti negli anni! Sei ancora giovane e anche se ti laureerai in medicina, puoi sempre ripartire da capo con il percorso che più ti aggrada; tante persone nella vita hanno fatto altro rispetto a quello a cui si erano indirizzati inizialmente, direi la maggioranza! Non mi sembra il caso di piangersi addosso, molto spesso siamo noi stessi a volerci infelici e a crogiolarci nell'insoddisfazione. Sta solo a noi decidere se essere felici, e non è una questione solo di facoltà: molto spesso le persone come noi, indecise se lasciare medicina o rimanere, hanno una personalità molto rigida, alte aspettative e non sono disposte ad accettare i rischi. E' una questione di cattiva personalità... Non credo sia un fatto di vocazione fare medicina (come tu dici nel tuo blog). Conosco tanti ragazzi che fanno medicina e non mi sembrano così presi o così appassionati, semplicemente fanno questo perché pensano alla realtà. Ci sono semplicemente persone molto più sofisticate ed altre molto più alla mano che probabilmente se non avessero fatto medicina avrebbero fatto altro e sarebbero state lo stesso contente. Smettiamo di perderci in finti idealismi; tanti e quasi tutti fanno i medici in maniera "normale", non hanno nessuna passione e nessuna voglia di essere amorevoli o di salvare vite, l'importante è portare lo stipendio a casa. Se poi a te questo non va bene allora cambia, nessuno te lo vieta, non hai 80 anni, ma 23... se cambi facoltà adesso prima dei 30 anni sarai già laureato in economia, non mi sembra sia un'età inaccettabile, non trovi? Siamo solo noi a trovarci i limiti e le scuse per continuare a soffrire perché evidentemente stiamo "bene" così. Un abbraccio
Fabrizio.

Simone ha detto...

Anonimo/freshman: mi pare che a 20 sarai troppo GIOVANE al limite, visto che tutti i giornalisti che vedo in TV o in giro hanno 40-50 anni.
Se tuo padre può aiutarti, se ti pesa tanto lo studio e se insomma ti piace pure (mi pare di aver capito così) il tentativo della carriera da giornalista non mi sembra male. Molto più utile poi conoscere qualcuno del settore che saper fare i temi, credi a me! :)

Simone

Freshman year never ends ha detto...

Caro Fabrizio,

grazie per le parole, io di anni ne ho 24 e ne faccio 25 a breve.
Se mollo adesso non mi trovo più di fronte strade principali, ma stradine sterrate, ovunque vada. Non ho nessuno "dietro" pronto a reggere il contraccolpo, dovrei cercarmi un lavoro precario a vita probabilmente perchè, ammesso che riesca nell'impresa di fare un 3+2 in economia, o anche 3+master, arriverei alla soglia dei 30 con gente di 25 pronta a soffiarmi anche il posto da impiegato di ultimo livello.

Se guardi bene al mondo del lavoro con nulla in tasca a quest'età ti rendi conto del rischio..

Finire medicina e switchare in un ambito più economico tramite dei master dedicati sarebbe la soluzione, ma di fronte ci sono tanti tirocini che fiaccano il mio spirito, mentre amici e conoscenti progrediscono pian piano verso i loro obiettivi.
Finire il ciclo unico per avere una patente e sbarcare in altri lidi è un'ipotesi plausibile, ma come trovare le forze per affrontare i momenti duri? Ancora me lo chiedo.. E sì, hai ragione quando parli di personalità che pretende. Mi piacerebbe tutto sommato ottenere una posizione sociale rispettabile un giorno, non parlo di fare il direttore di alto livello, ma magari stare in un'azienda qualificata con buone mansioni e svolgere un lavoro più gratificante per me del medico.

Anche quella del crogiolarsi è un'altra verità, ho scelto (circa) io la strada della medicina. Ora tocca rimboccarsi le maniche e trovare un modo.

Abbraccio

Freshman year never ends ha detto...

Qualche novità?

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
Studente di medicina fine quarto anno (tra un po' in quinto), ma con gli esami al terzo (che spero di recuperare questa sessione).
Mi sono iscritto a medicina essenzialmente perché mi piaceva l'idea del medico e mi piacciono anche le cliniche devo dire (dopo tre anni di materie noiosissime!) ma sono ormai due estati che penso di cambiare facoltà:
1) Il frequentare i reparti mi ha messo a che fare con la sofferenza umana seria e, avendo avuto situazioni famigliari non piacevoli, questo mi mette a disagio e non mi sento in grado di dare supporto adeguato (se non psicologico?). Evito come la peste il reparto di oncologia che spero di non frequentare mai (per non avere crisi di pianto probabile ).
Da questo punto di vista le visite ambulatoriali mi mettono più a mio agio, ma non credo si faccia solo quello purtroppo.
2) Non voglio passare la vita in ospedale , vorrei un lavoro più tranquillo, con orari più decenti.

Ho escluso le specializzazioni chirurgiche e le varie cliniche "pesanti", in più ho sempre nutrito un certo interesse per la dermatologia (che non so esattamente quanto corrisponda al profilo "leggero") quindi finora sono andato avanti con il "tanto questo poi non lo devo fare tranquillo".
Ma sinceramente ho dei seri dubbi e penso sempre di più di aver sbagliato professione.!
La mia passione erano le lingue e mi informai anchd per le scuole di interpeteriato! ma all'epoca mi spaventò la cosa perché alla fine è un hobby..
Queste settimane mi sono informato anche per il passaggio di corso a odontoiatria o a farmacia, ma bene che vada mi devo rifare altri 4 anni di studio :000 e allo stesso tempo ho anche urgente bisogno di lavorare ed essere indipendentemente..

Scusate se vi ho "vomitato " un po' tutta la situazione spero di non annoiarvi ciao!

Ps: ma Fausto che fine ha fatto? E gli altri? Vi siete laureati? Sono curioso

Anonimo ha detto...

Ciao,

io torno ogni tanto per vedere se qualcuno ha commentato. Io sono quello del quarto sopra al tuo commento; è passato un anno, non ci posso credere, ora sono al quinto, sono riuscito a dare anatomia patologica tra sforzi immani e ora ho davvero esaurito le forze. Il fatto è che inizio a sdoppiare la personalità, ormai la medicina è un ambito di me che evito, non tiro fuori se non interpellato. E' pazzesco, è come stare in un film. Però non mi va neanche così male, spero di finire gli esami il prossimo inverno.
Io ho ragionato a lungo anche se le emozioni ogni tanto mi soverchiano ho gli stessi pensieri di Dr Faustus. E' stato un errore benchè mi sia piaciuto studiare i primi anni. Non lo rifarei e ora non so se prenderò una specializzazione.
Vorrei tanto tanto sapere che fanno tutti quelli che avevano commentato qua anni fa.. Anche la ragazza che si era poi iscritta a economia. Vorrei dire a tutti che penso ai vostri commenti spesso e mi danno coraggio.

Auguri a tutti quelli che sono o saranno medici contenti.
Io valuterò igiene, ma non sono affatto convinto.

Te a che punto sei, hai passato la metà?

CIao

Anonimo ha detto...

Salve a tutti,
Sono una ragazza e studentessa che fra qualche anno si troverà a dorver scegliere quale facoltà universitaria frequentare. Il problema esistenziale è che non so se scegliere Economia aziendale e management oppure Medicina e chirurgia. Ovviamente anziché procrastinare mi sono creata diversi piani e prospettive di vita, giusto perché non mi piace improvvisare facendo una scelta a caso. Se scegliessi Medicina e chirurgia mi piacerebbe inseguito diventare un chirurgo plastico/estetico ma gli anni di studio da affrontare mi spaventano e in più andrei a studiare per 6 anni cose che non interessano la chirurgia plastica direttamente ma solo materie che la riguardano in modo circostanziale(almeno così mi è sembrato visionando i vari piani di studio). Ovviamente da come si può intendere non sceglierei MAI medicina perché "voglio guarire le persone malate" ma perché sono una persona amante dell'estetica e la chirurgia mi appassiona particolarmente. Il secondo piano di vita (ma non per posizione) è il seguente: studiare economia aziendale e management e conseguire la specilistica in marketing o in un altro settore che mi permetta di lavorare in una maison di moda (ovviamente nella zona amministrativa ed economica) o in una multinazionale. La mia aspirazione verso una casa di moda (Gucci,Versace,Dior ecc.) è spiegata da fatto che io dall'età di 8 anni ho sempre voluto fare la stilista "da grande" ma,crescendo e maturando, ho capito che questo lavoro non mi appartiene.
VI PREGO DATEMI DEI CONSIGLI, al momento sono molto indecisa e confusa. Sarebbe molto importante per me leggere delle riflessioni su ciò che ho nella mia mente. GRAZIE

Anonimo ha detto...

per l' Anonimo un commento sopra, sono alice, ti posso aggiornare su di me.
ho preso la seconda laurea, per me era necessario farlo, mi sono data questa possibilità e ne sono contenta. ho fatto in fretta, nessun grosso problema e una soddisfazione notevole nello studiare senza dovermi dissociare! una novità per me direi dopo gli anni di medicina a maledirmi ogni esame perchè tutti volevano fare i medici e io no.
che poi a me la scienza piace e pure le persone, ma la clinica mi fa venir voglia di buttarmi dal balcone non ho mai capito perchè. a distanza di tempo ho capito che avrei fatto bene ad accettare questa realtà prima, anche io tornassi indietro non mi sarei iscritta, forse non mi sarei neanche laureata, ma è andata così. bisogna sbatterci la testa a volte.
ora il mio programma è di andare avanti per un'altra strada ed essere un po' meno severa con me stessa.
non consiglio soluzioni così drastiche comunque, se la tolleri fai Igiene che è una via più corta e remunerativa.
ti auguro di trovare una strada tua, fregatene di cosa pensano gli altri, il tempo speso a studiare non è mai perso. se medicina fosse giurisprudenza non ci faremmo tutti questi problemi a non fare la professione
ciao
alice

filippo/anonimo ha detto...

Ciao Alice, sono Filippo, l'anonimo.. Senti, ti va se ci sentiamo un attimo fuori dal blog, giusto per due chiacchiere?ti lascio la mia mail se ti va di contattarmi: filippobonaldi91@gmail.com

Io oramai ho fatto pure Medicina Interna, ho altri 5 esami e poi finisco, un pò di idee le ho schiarite, il morale va meglio e vedo il futuro con più positività.. Ci ho rimesso un sacco sì, però mi sono anche preso del tempo per me stesso e per divertirmi..

Grazie

filippo/anonimo ha detto...

Per la ragazza indecisa, sono sempre Filippo.
TI rispondo con franchezza, senza mezzi termini, ma non sono nessuno per dire cosa debbano fare gli altri, porto solo la mia esperienza.

Medicina è davvero lunga e merita una riflessione importante che purtroppo a 19-20 anni non si riesce a fare poichè non tutti, vorrei dire ben pochi, hanno già un Io strutturato, una chiara identità e una visione di sè stessi staccata da aspettative genitoriali o di altra sorta.
Nel tuo caso mi pare di intuire una propensione per una professione in cui il ruolo dell'immagine è forte. Su questo, medicina ed economia sono abbastanza contrapposte, a mio parere. Il rischio a medicina è quello di incagliarsi e vedere la meta farsi sempre più fioca, soffocata dalla mole di nozioni da ingurgitare come uno sciroppo che non piace. Io di 360 crediti universitari ne ho dedicati alla chirurgia plastica solo 2, poichè è materia specialistica, ovvero non ti viene insegnato quasi nulla nei 6 anni.

D'altra parte, a economia dovresti affrontare un mondo matematico e modellistico che in larghi tratti diventa noioso e ridondante, anche qua, se hai uno scientifico alle spalle sei coperta dal lato tecnico, ma rimane da vedere se l'aspirazione che hai è sufficiente a farti studiare senza troppi pensieri. Naturalmente studiare economia è diverso rispetto a medicina; sulla bilancia, davvero a medicina si studia tanto, troppo. Conosco frotte di laureati in economia poco convinti che però si sono traghettati fino in fondo senza rimetterci in salute mentale.

Personalmente, sconsiglio la medicina a qualcuno che non è perfettamente convinto, in quanto è totalizzante.
Ripeto, non vorrei che, di fronte a malati terminali, a piedi diabetici, a morbi di crohn, ad amputazioni e quant'altro quel pallino del chirurgo plastico svanisse. Nella medicina c'è davvero poco spazio per l'immagine. Economia è una facoltà molto più appropriata in tal senso. Ah, la chirurgia plastica in genere si occupa di lembi e innesti, ovvero stacca pezzi di cute e li attacca altrove per tappare una mancanza, detta in soldoni. La chirurgia estetica è solo una piccola branca della ch. plastica e arriva dopo anni di duro training con orari molto intensi in ospedale. Da me i chirurgi plastici arrivano alle 7 in ospedale e non escono prima delle 18-19.
La chirurgia plastica/estetica è, prima di tutto, CHIRURGIA.

Consiglio mio è
1- se riesci , nel tempo che rimane prima dei test, prova a farti un giro in ospedale, se riesci a trovare il modo di vedere cosa si fa davvero.
2- se non riesci, prova a vedere video di operazioni, ma guarda bene com'è fatto un piede diabetico in stadio avanzato, guarda come si fa una mastoplastica, guarda come si fanno innesti e lembi..e magari guarda un pò di tutto così ti fai lo stesso un'idea
3- se fai la 1 o la 2, ma ancora sei indecisa, nulla vieta di tentare il test e magari iscriversi e vedere come va..

filippo/anonimo ha detto...

RIflessione finale:
da quello che dici non mi sembra che la medicina stia nelle tue corde, se non altro perchè non ti è stato ancora possibile capire cosa sia davvero (io l'ho capito più o meno al terzo anno di medicina, fai conto te...) e non vorrei che, una volta capito di cosa si tratta, ti disilluda profondamente.
Mi sembra invece che tu abbia idee più assertive quando parli di economia. Poichè io mi sento un economista mancato (ho seguito dei corsi all'università e leggo libri dedicati), ti dico solo che l'unico problema potrebbe anche qua essere la disillusione. Tanti pensano di studiare e diventare manager ricchi e stimati, ma non capiscono che ci vuole sacrificio per fare certe carriere. Ad ogni modo, economia apre un pò a tutto, ti dà respiro. Ti permette di fare vacanze, feste, uscire spesso, vivere con meno pensieri... Giuro che non ho mai trovato un amico economista depresso, o quantomeno depresso come uno studente di medicina.

Ecco, se fai medicina poi non andrai mai in una maison della moda... starai in un ospedale a cucire pezzi.. a tanti piace eh, ma si parla di anni di studi duri, molto duri.

Beh, spero di averti aiutata e scusa la lunghezza. Per qualunque domanda io sono qua.

Ciao

Anonimo ha detto...

Ragazzi miei veramente allucinante leggere tutto questo. Incredibile notare come molti di voi hanno le stesse sensazioni e sentimenti che ho avuto io.

Io sono nella stessa situazione in cui era Alice nel 2013.

Ci sarebbero tante cose da dire comunque mi limito ad osservare:
1) che a vent'anni è legittimo non avere le idee chiare sul proprio futuro;
2) a volte ci sono pressioni sociali così forti da soffocarti;
3) lo studio di medicina è forse una trappola in questo senso perché per la sua grande mole non ti lascia il tempo di riflettere bene a te, e quindi uno se studia sempre si ritrova in men che non si dica dal terzo anno a laureato. Tenetelo presente questo!

Per il resto esprimo la mia solidarietà a tutti quanti.

Michele

Filippo ha detto...

Ciao Michele, ti va di raccontarci brevemente la tua storia?

Anonimo ha detto...

Ciao Filippo, praticamente è uguale a quella di Alice nel 2013. Laurea in medicina conseguita ma più per inerzia che per passione.
E a percorso completato angoscia totale per quel che riguarda il futuro. Michele

Anonimo ha detto...

Anch'io come Alice ho iniziato una seconda facoltà dopo aver finito questa, ma è una cosa che non consiglio di fare. Secondo me è meglio fermarsi prima. Michele

Filippo ha detto...

Per curiosità, che facoltà hai scelto?
Io comunque non ho avuto il coraggio di mollare a suo tempo e farlo ora sarebbe insensato. Ormai finisco, però, dato anche il caos del test di specializzazione, non me la sento di imbarcarmi per quella strada. Peccato che sia l'unica..
Anche se davanti ho ancora un anno è come se fossi alla fine, mi sto chiedendo cosa voglio fare e cosa posso fare. Ma purtroppo ogni notte vado a dormire senza aver concluso nulla.
Anche io ho pensato di iscrivermi a un'altra facoltà, però non so se ne valga la pena ormai..

Anonimo ha detto...

scienze politiche... M

filippo ha detto...

Ci sta.
Io cercherò qualcosa in Italia o all'estero, cerco di ampliare gli orizzonti sennò butto proprio nel cesso tutto..

Anonimo ha detto...

Ciao Filippo!
Sono la ragazza indecisa che ha scritto qualche mese fa.Effettivamente sono ancora perplessa ma le idee si stanno via via schiarendo. Mi sto prendendo del tempo per riflettere e alla fine penso proprio che proverò il test di Economia e management in Bocconi e quello di Medicina e chirurgia al San Raffaele. Quello di economia lo farò al quarto anno di scuola superiore perché alla Bocconi c'è la early session e poi successivamente (se ancora vorrò tentare anche medicina in base all'esito dell'esame di economia) proverò il test di medicina al quinto anno dopo la maturità.
Sfortunatamente non ho la possibilità di poter stare in ospedale per vedere ciò che si fa e al momento l'unica paura che ho nei confronti di medicina è il numero di anni di studio e alcune materie pesanti di cui dei ragazzi che hanno frequentato medicina mi hanno parlato come ad esempio anatomia. Non ho paura della mole di studio perché comunque sono una ragazza che è abituata a passare dalle 6 alle 7 ore a studiare ma nel corso di medicina ci sono materie che davvero mi terrorizzano come genetica o biofisica e fisiologia.
Per quanto riguarda economia, non sto purtroppo frequentando un liceo scientifico ma attualmente sto terminando il terzo anno del liceo artistico quindi le mie basi in matematica sono mediamente buone. Essenzialmente di economia devo ancora capire se mi piace l'indirizzo di studi in sé oppure la possibilità di poter studiare alla Bocconi che è una delle università più prestigiose in Italia. Diciamo che economia è una facoltà difficile da comprendere subito nella sua interezza proprio per la sua varietà ma penso che qualsiasi dubbio nel corso della triennale venga chiarito e comunque poi per la specialistica ci sono numerosi indirizzi quindi è abbastanza improbabile che in futuro non mi piaccia nulla.
Entrambe le facoltà mi attirano e cercherò, nel tempo che mi resta, di informarmi il più possibile sui vari aspetti che le caratterizzano con i corrispettivi pro e contro.
Ti ringrazio davvero di cuore per avermi risposto!

Ajla ha detto...

Ciao! Sono una ragazza di 20 anni (tra un mese 21) e non potevo trovare discussione più azzeccata della vostra in questi due mesi di pazze ricerche e attacchi d'ansia.
Vi racconto la mia breve storia.. Studiosa al liceo con ottimo rendimento, estremamente stimata dai professori, dai miei amici e compagni di classe, da tutta la mia famiglia proprio per la mia dedizione allo studio e il mio senso di responsabilità. Sempre pensato a medicina ma fino al quinto anno di liceo comunque non ero convinta. Non rifletto tantissimo e mi sembra sia la scelta giusta. Faccio il test senza prepararmi molto perché ero esausta dal liceo e perché avevo appena fatto comprare casa ai miei genitori occupandomi di tutto, dalla ricerca, al mutuo, agenti immobiliari, notai e compagnia bella siccome I miei non sarebbero stati capaci.. Non passo il test di medicina, mi faccio un anno di biotecnologie e quest'anno entro a medicina. Il primo semestre non lo frequento perché ho gli esami convalidati da biotecnologie e nulla adesso non sto facendo niente per questo motivo, quindi di base non sto sperimentando questo percorso ma ho avuto molto tempo per pensare, forse troppo (ben 5 mesi) e più ci penso e più sto male.. Ho sempre studiato tanto, senza dedicarmi molto a me stessa o a tutto io resto e ho troppa paura di continuare così, inoltre sono una persona tendenzialmente ansiosa per cui temo di vivere molto male questi 6 anni e non vorrei metterci troppo tempo a laurearmi.. Mi piace l'idea del medico e il rapporto umano, ma è come se non ne potessi più di libri e vorrei fare qualcosa di lavorativo subito o comunque intraprendere un percorso più veloce e mettermi subito il gioco perché so che ne sono capace, riesco davvero in tutto ciò che faccio e sembra che non mi piace tanto la cosa in sé quanto il modo con cui la faccio. Sto facendo la cameriera e davvero mi sta piacendo, addirittura mi hanno proposto dopo un mese un contratto in un ristorante importante nonostante molti siano a fare sto lavoro da più tempo senza aver ricevuto queste proposte e magari provengono anche da una scuola alberghiera.. Mi piace avere certezze proprio perché sono insicura ed ansiosa e credo di aver scelto medicina anche per la certezza che dà alla fine. Però fosse per me mi fermerei alla laurea o comunque farei medicina di base, ma non so se vale la pena spendere tutti questi anni. Ho troppa paura di perdermi durante il percorso. Stavo valutando una professione sanitaria ma nulla mi attrae, davvero non go interessi né passioni.. Addirittura mi sto informando su una scuola privata di ottica ed optometria che dà un diploma in due anni ma nel frattempo ti permette di lavorare nell'ambito e so che mi farei notare, non voglio sembrare arrogante, ma in tutte le esperienze che ho avuto, pratiche o meno, ho avuto subito successo e stima però ho paura di pentirmi di ogni scelta.. L'idea di non prendere una laurea mi uccide, nessuno lo avrebbe mai detto, io per prima. Non so davvero cosa voglio, ma desidero la serenità perché mi è sempre mancata e ho paura di essermi buttata nello studio solo perché soddisfazione potevo averne solo là.
Scusate la lunghezza del commento, ma sono così confusa che sono entrata in depressione e mi faccio seguire dallo psichiatra, anche se non assumo farmaci per mia scelta perché comunque tra rassegnazione o abitudine credo di farcela da sola. Ora come ora sono al primo anno di medicina e mi sento oppressa.
Ne approfitto per augurarvi un buon anno nuovo!
Ajla

Helena ha detto...

Ciao ragazzi, come va? Sono Helena (la ragazza del liceo indecisa su cose opposte). C'è qualche aggiornamento nelle vostre vite? Io devo andare al quinto e la mia scelta universitaria è ancora in alto mare però ho capito che l'estetica, la chirurgia e la moda non mi interessano decisamente più come prima. Ultimamente (da circa un anno ormai) mi sono interessata moltissimo all'attualità e alla politica pertanto ritengo che una laurea in economia o in giurisprudenza sia più consona a me dato che sono definite "scienze sociali". Inoltre determinato che i miei interessi sono vastissimi non so quanto mi converrebbe circoscrivermi al solo ambito scientifico. Riconosco anche che in me c'è un forte desiderio di riscatto sociale (non provengo da una famiglia agiata) e lo stipendio che percepisce una dottoressa mi alletta moltissimo. Non credo più di tanto nella cosiddetta "vocazione" anche perché ho conosciuto dei medici che sono molto bravi e competenti pur non avendo come finalità primaria il bene incondizionato per il prossimo ma piuttosto il guadagno facendosi pagare anche 300 euro a visita, (ben spesi per carità) non guardando il povero disgraziato che hanno davanti che magari spende quella cifra solo per avere delle risposte che la sanità pubblica a causa della generale imperizia non riesce a dare. Con una laurea in economia si trova lavoro sia in Italia che all'estero e questa cosa è sicuramente un plus perché se le cose dovessero mettersi male qui potrei sempre andarmene ma i soldi veri nel campo economico si iniziano a vedere tardi (potrei infatti passare come minimo 5 anni della mia vita dopo la laurea con uno stipendio mensile nel migliore dei casi di 1500 euro che meno l'affitto, spese varie ecc. non sono molti). Giurisprudenza mi piace e credo che sarebbe adatta a me perché sono abituata allo studio mnemonico mentre ad economia dovrei fare i conti con la matematica che per me è una brutta bestia. Tutto sommato giurisprudenza è ok e penso che potrei anche fare faville ma la RISTRETTISSIMA prospettiva lavorativa all'estero mi spaventa, mi frena e mi fa pensare ad economia che in ogni caso mi interessa. Sono abbastanza brava in inglese e sto valutando anche di intraprendere un corso di laurea in inglese giusto per "assicurarmi" di potermi mettere in salvo e dato che giurisprudenza non esiste in inglese in Italia perché giustamente si studia il diritto italiano mi rimane economia.
Mi rendo conto che più che un semplice messaggio in un blog il mio è un vero e proprio sfogo e mi scuso per la lunghezza semmai qualcuno leggerà ciò che sto scrivendo. La confusione è tanta, sono una persona indecisa che non sa prendere delle buone decisioni e la paura di sbagliare il corso di studi mi tormenta (soprattutto dopo aver sbagliato la scelta del liceo che mi sto comunque sorbendo a forza da 5 anni). Tutto quello che mi resta da fare è documentarmi, leggere, interrogarmi e analizzarmi al fine di sopraggiungere ad una scelta a cui penso ormai da 3/4 anni giusto perché non riesco a lasciare una cosa così importante in balia del caso e/o della fretta.
Un updating sulle vostre vite mi farebbe piacere e mi sarebbe anche molto utile.

SimF ha detto...

Spero che qualcuno possa rispondere ancora... ho trovato molti spunti di riflessione e vorrei condividere con voi quello che sto passando...nella speranza che qualcuno possa leggere .
eggere queste parole.
Ho 21 anni e frequento il primo anno di Medicina. Ci ho impiegato due anni per rientrare, in questi due anni però non ho combinato quasi nulla. Mi sono impegnata stando sola a casa a prepararmi per il test. Ogni giorno. Come un robot... Non ho mai pensato a delle alternative, un anno passai a dietistica e ostetricia ma non provai neppure perché non volevo fare nient'altro. Oggi mi ritrovo qui ad aver passato il test, sono esausta e con mille dubbi. Dubbi che sono diventati per me ossessioni. E se non volessi davvero diventare un Medico? Mi spiego, sono stata da sempre una studentessa studiosa, diligente, amante delle cose complesse e molto curiosa. Ho deciso di fare Medicina perché... Perché ho sempre ammirato questo corso di studi e ho sempre pensato che un percorso del genere mi avrebbe riempito di mille soddisfazioni. Il tempo e la difficoltà non mi hanno mai spaventato... Volevo quello punto e basta. Mi piacevano altre cose come la storia, ad esempio ma con una laurea in quel campo avrei fatto ben poco. Volevo essere Medico e nello specifico dicevo di voler fare il Neurologo perché sono ossessionata dalla mente, dai disturbi ( un po' anche quelli che riguardano i miei) e per questo mi sarebbe piaciuto questo percorso. La mia famiglia non ha mai avuto voce in capitolo nella mia scelta... Anzi mi proponevano altre strade perché non era detto che avrei trovato solo in quella strada soddisfazioni. Ora queste parole mi rimbombano in mente, sono passata e il mondo mi è crollato addosso. Ho paura di non volerlo più ma come è possibile capirlo solo ora? Mi dicono che questa confusione é dettata dall'ansia e stress accumulati ma allora perché mi sento in gabbia come se stessi vivendo un qualcosa che non é mio?
Ora mi dico ma perché non ho scelto di fare Logopedia? ero anche rientrata, tre anni e via potevo lavorare. Ho paura che diventare medico per me significhi troppo, troppa fatica, troppa responsabilità che forse non riuscirei a sorreggere. Ora non so più cosa sia meglio per me. Se cambiassi lo farei e poi magari mi pento ancora.... Sto seguendo un percorso psicoterapeutico perché il mio stato d'animo ha un forte carattere di tipo depressivo. Perché scrivo qui mi chiederete... Beh voglio sapere da chi é uno studente, da chi é medico come sembrano queste parole per voi? Voi che sapete cosa voglia dire questo percorso e cosa si debba affrontare. Non ho paura di leggere nessun giudizio, siete liberi di scrivermi quel che volete perché ho molto bisogno di parlare... Non ho un amico, un confidente oltre i miei cari e il mio ragazzo... E la psicoterapeuta.
Grazie a chiunque abbia voglia di rispondere

Doctor Faustus ha detto...

Un saluto a tutti quelli che hanno letto questo post che noto con sorpresa, dopo tanto tempo, essere ancora vivo con nuovi commenti. Dopo ben 8 anni da quanto l'autore del blog, Simone, ha riportato le mie parole sono ritornato in questa pagina.
Mi scuso per essere venuto meno alla promessa che ho fatto nell'ultimo mio commento di tenere aggiornato il post. Vedo che in tanti hanno scritto di problemi simili ai miei e alcuni hanno chiesto aggiornamenti. Ora colmerò questa lacuna per chi si ritrovasse in una situazione simile alla mia.

Negli anni scorsi, seguendo i consigli che mi erano stati dati ho tenuto duro, mi sono laureato, e mi sono iscritto alla specializzazione di Igiene, tutto nei tempi previsti. Messa così sembra facile, in realtà non nascondo che ho sofferto gravi problemi a livello psicologico a cavallo fra la laurea e l'ingresso in specializzazione, tanto che sono stato costretto a rivolgermi ad uno specialista. Questo mio problema professionale non ne sarà stata l'unica causa ma credo abbia avuto un peso non indifferente: gran parte dei miei problemi erano infatti dovuti ad una forte ansia per le malattie, ad ulteriore prova che il mestiere di medico non era per me in nessun modo sostenibile, non solo per il mio scarso interesse ma anche per lo stress psicologico che vi si accompagna.

Oggi sono all'ultimo anno della scuola di Igiene e posso trarre qualche conclusione su questo percorso. Gli aspetti positivi di questa scuola sono che:
-Ho trovato conferma del fatto che si tratta di un lavoro per nulla clinico ma di ufficio, impiegatizio. E grazie a questo sono quindi riuscito ad arrivare quasi alla fine senza grossi problemi.
-Gli orari, l'impegno richiesto, sono quelli standard per un lavoro da impiegato pubblico. Niente a che vedere con gli orari assurdi che fanno gli altri miei colleghi specializzandi medici. C'è quindi (relativamente alle altre specializzazioni) molto spazio per gli interessi personali e il tempo libero.
-Lo stipendio elevato: nonostante la relativa semplicità del lavoro rimane quello di base di un medico, che ha pochi eguali in Italia.

Gli aspetti negativi:
-Il principale è che purtroppo, per quanto non sia entrato "in crisi" come nel corso di studi grazie alla tranquillità del lavoro, questo non l'ho comunque trovato di mio interesse. Avevo scritto questi miei timori nel mio ultimo commento e purtroppo vi ho trovato conferma. In questi 4 anni (anche se ha contribuito il fatto che non ero nelle grazie dei professori) ho svolto per lo più mansioni banali che non necessitavano per nulla di competenze mediche specifiche. Il lavoro negli uffici di Igiene Pubblica ora lo conosco bene e si tratta di un lavoro spesso molto burocratico. Anche se c'è da dire che la qualità di vita sul lavoro dipende molto dall'ambiente in cui ci si trova (colleghi, direttore): dove questa era buona mi sono trovato comunque bene, e viceversa. Eddy (in un commento precedente) suggeriva che certe mansioni di Direzione Ospedaliera possano essere più interessanti, ma per quello che ho visto nel corso della mia frequenza non mi è parso, inoltre detesto troppo l'ambiente ospedaliero per seguire quell'indirizzo.
-Un ulteriore aspetto negativo, ma per me secondario, è la pressochè totale assenza di "prestigio" in questa professione: gli igienisti sono visti dagli altri medici (a mio avviso non del tutto a torto) come burocrati che non hanno niente a che fare con la medicina. Più triste è stato invece subire, a volte, della sgradevole ironia per questo mio lavoro da parte di amici e parenti.

Segue -->

Doctor Faustus ha detto...

In conclusione è andata come era prevedibile e come avevo scritto in principio, non ho cambiato parere in questi anni. Considero il mestiere dell'igienista per me un semplice ripiego, una scappatoia che mi ha consentito di salvare capre e cavoli, non un lavoro che mi entusiasma. E' l'inevitabile conseguenza del fatto che non ho avuto il coraggio di abbandonare una facoltà che con me non c'entrava nulla. Come ha scritto qualcuno sopra Medicina è una facoltà totalizzante fatta per futuri medici (ovviamente) e merita portarla a termine solo se si vuole diventare medici.
Se la Medicina non mi ha appassionato al contrario l'Economia invece mi appassiona ancora oggi e continuo a fare varie letture a riguardo per interesse personale, ad ulteriore conferma del mio grande errore di 10 anni fa.

Con il senno del poi quei 3 anni erano troppi per lasciare? Ho conosciuto gente che si è laureata in Economia anche con anni di ritardo e ha trovato lavoro. Alcuni, come avrei potuto fare io, sono entrati con 3 anni di ritardo dopo studi in altre facoltà e hanno trovato lavoro con la triennale. Le mie paure e il mio pessimismo mi hanno invece all'epoca bloccato. Magari Medicina fosse una facoltà "normale" come le altre divisa in triennale+magistrale... Quel blocco di 6 anni uniti sono una condanna.

Io ora, arrivato a questo punto, continuerò in questo percorso perchè è comunque un lavoro, per quanto noioso, ben pagato e relativamente tranquillo, di questi aspetti positivi ne sono consapevole... almeno fino a che non troverò altre occasioni migliori nel corso della mia vita.

Il mio consiglio oggi, a chi ha dei dubbi, è di avere coraggio, e seguire gli studi che si amano, anche se comporta un sacrificio. E' impossibile purtroppo a 19 anni avere le idee chiare a riguardo, e un errore è giustificato (io lo so bene). A questo aggiungo però che bisogna distinguere molto gli studi dal lavoro (come già scrivevo nel mio post): a me questo lavoro non entusiasma, ma se l'ambiente è buono, come qualunque lavoro, si fa il proprio dovere e si può tornare a casa con un sorriso anche se non si fa il lavoro più adatto per se stessi.

Doctor Faustus

Anonimo ha detto...

Grandissimo Dr Faustus, io tornavo ogni anno su questo blog per vedere se comparivi, ed eccoti qua.
Sono Filippo di alcuni commenti fa, qualche tempo fa..
Io pure ho conseguito la laurea, ma ero stato scaricato da una ragazza, quando facevo l'ultimo anno, dopo pochi mesi di relazione e questo mi aveva aperto una ferita parallela allo studio, portandomi a una sorta di crisi di identità costante.
Ma alla fine ho deciso di iniziare a lavorare nella mia terra d'origine, prendendo confidenza con guardia medica, turni di notte da solo in paesi sperduti, sostituzioni mmg, partite ecc, insomma tutto quello che si fa da neo-abilitati. Con sorpresa, mi sono sentito soddisfatto in certi momenti, i pazienti mi facevano regali, ero gentile con loro e loro con me, oltretutto ho sentito che mi piaceva il ragionamento clinico, la parte diagnostica e poi il fatto di "fare la cosa giusta", anche se si trattava di piccolezze, come inviare giustamente una persona in PS per sospetta IVU da catetere o impostare un antibiotico per una polmonite. C'erano però tanti momenti di incertezza in cui mi faceva schifo tutto.
Per farla breve, a poco più di un anno da quando ho cominciato a lavorare, mi sono iscritto e disiscritto proprio da Igiene, perchè il lavoro puramente impiegatizio non faceva per me e anche perchè sentivo di non imparare nulla, in un ambiente molto poco edificante. Inoltre, un'altra relazione è finita allo stesso modo, fotocopia della precedente, quindi ora sto provando a raccogliere i cocci e rifare il test, cercare risposte in me stesso e non all'esterno su chi sono e cosa voglio.. Se ti va di scambiare pareri scrivimi pure
filippobonaldi91@gmail.com

Claudia ha detto...

Ciao ragazzi, mi chiamo claudia, sono un altra collega in crisi...leggendo le vostre parole sembra di rivedere me stessa...mi sono iscritta in medicina a 19 anni convinta dai miei genitori,che mi dicevano che con medicina avrei avuto lavoro certo, senza essere mai entrata in un ospedale e senza pensare se mi sarebbe piaciuto fare il medico. Ho affrontato gli esami con grande difficoltà,lo studio mnemonico non è fatto per me,ma ho tenuto duro pensando che sarebbe andata migliorando...in realtà le cliniche per me sono state pure peggio...forse gli unici esami clinici che un minimo mi sono piaciuti sono stati neuro e psichiatria, mi ha sempre affascinato cercare di capire il funzionamento del cervello, la psicoanalisi ecc solo che frequentando un Po i reparti ho capito che studiare una cosa e farla sono due cose diverse, i pazienti psichiatrici sono pazienti molto pesanti, molti tossicodipendenti, rischi aggressioni continuamente,non mi piace l'approccio puramente farmacologico che hanno qui in italia. Neuro per certi versi è più vicina alla medicina interna che io odio, molte malattie croniche, anziani ecc Quindi ho abbandonato l'idea,chiesto tesi in medicina del lavoro più perchè molto burocratica che altro ma non mi ha mai entusiasmato più di tanto. Ora sono laureata e non so cosa fare nella vita. Tra l'altro lo studio durissimo mi ha portato a non vivere più, anch'io ho interrotto nel periodo della laurea una relazione che non mi faceva star bene, ho pochissimi amici perchè non ho mai avuto il tempo di farmeli, coi colleghi dell'università erano più litigate che altro, quest ambiente nel complesso ha scatenato negli anni numerose crisi di ansia e depressione che ora ho curato...Ho fatto ssm2020 e mi sono iscritta anch'io ad igiene ma più perchè non sapevo cos'altro fare che altro, io sono più inguaiata di voi dato che neanche economia mi ispira particolarmente. In questi anni sono solo riuscita solo a capire che non mi piace la clinica, sono una persona un Po introversa e sensibile e mi sento sempre a disagio col paziente, assorbo troppo la sofferenza e solo a pensare il resto della mia vita a fare notti ecc per una cosa che non mi piace muoio dentro...perdonate lo sfogo, è veramente frustrante per me non sapere che fare nella vita,mi vengono ogni giorno ripensamenti continui...filippo tu hai fatto il test quest'anno? che hai scelto alla fine?

Unknown ha detto...

Inoltre sinceramente la mia paura principale nel lavoro del medico sono le grandi responsabilità di questo lavoro, unite al fatto che la medicina non è una scienza esatta, che un paziente potrebbe avere di tutto...quando ero in tirocinio in ps era venuto un pz con sincope, l ecg e gli esami tutti normali, visitato anche dal cardiologo e tutto ok...viene dimesso ma poco prima di uscire va in arresto e viene rianimato,e meno male che era ancora in ps...questo episodio mi ha segnato molto e mi ha spaventato a morte,ho capito che non sarei mai stata in grado di fare un lavoro simile, che sarei vissuta sempre nell'angoscia...

Anonimo ha detto...

Oltretutto non mi sento per nulla capita dai miei familiari, dicono che sono una bambina perchè non mi voglio assumere le mie responsabilità,che anche mio padre (geometra) fa un lavoro difficile e ha un sacco di responsabilità...che anche a lui non piace il suo lavoro ma lo fa...come se le responsabilità di un geometra e di un medico fossero le stesse,e anche le competenze (per fare il geometra serve un semplice diploma del cavolo,per fare il medico 11 anni di studio)...La verità è che mi hanno spinto a fare medicina per via delle prospettive lavorative, però il medico è un lavoro che in primis ti devi sentire di fare, non è un mestiere che puoi fare solo per soldi...Poi le prospettive lavorative sinceramente non le vedo comunque buone, in scuola prendi uno stipendio paragonabile a quello di una commessa, lavorando come uno schiavo 12 ore al giorno,notturni e festivi, spesso vieni lasciato da solo a fare cose che non ti competono e non ti viene insegnato nulla...Non vengono rispettati i tuoi diritti, spesso non concesse malattia o ferie, sempre a baciare i piedi al primario di turno... per poi ritornare nel precariato a fare guardie e sostituzioni,perchè, a meno che tu non sia anestesista, meu o chirurgo il lavoro certo non lo trovi appena specialista...insomma io vedo solo lati negativi, per cui consiglio a tutti quelli che sono indecisi di pensarci bene prima di fare medicina...Non fatelo solo per lavoro sicuro (che appunto non c'è) soldi o prestigio,o perchè semplicemente vi piace la medicina...fatelo se davvero volete fare il medico, se ve la sentite di avere a che fare tutti i giorni con la vita e la morte delle persone.

Unknown ha detto...

Inoltre è vero che in scuola di specializzazione in igiene sei tranquillo non fai notti ne hai responsabilità...però è solo per quattro anni...il mestiere dell'igienista mi hanno riferito non essere affatto tranquillo,lo sbocco principale è il lavoro in direzione sanitaria dove hai moltissime responsabilità, reperibilità festiva e notturna...insomma non sei certo come un impiegato in banca, e io ho paura di non riuscire a reggere tutti questi stress... Io sono una persona poco impulsiva e molto riflessiva, tendo a demoralizzarmi facilmente...Ho sempre avuto un certo interesse per i meccanismi alla base dei fenomeni, mi hanno sempre affascinato materie come la fisica, la biologia e la chimica proprio perchè sono materie molto di ragionamento, ti fanno capire cosa c'è dietro le cose che vediamo ogni giorno, mentre medicina è una scienza diversa, basata più che altro sull osservazione clinica e sull esperienza.. anche quando studiavo la patologie, mi sono sempre chiesta i perchè, mi piaceva studiare l'eziopatogenesi delle malattie, cosa porta a sviluppare una determinata malattia,più che i sintomi e la malattia in se...mi rendo conto però che sono campi più attinenti alla biologia e alla ricerca, che di fatto ha pochi sbocchi, è nella gara e spezzo disprezzata. Da qui il mio malessere e il mio vivere male gli anni di medicina. Perdonate lo sfogo ma è la prima volta che sento di colleghi che come me hanno dei dubbi e non sono super innamorati della medicina...mi sento sollevata di non essere la sola "pazza"...

Unknown ha detto...

Ciao ragazzi. Vi ringrazio per aver condiviso le vostre esperienze a avermi fatto sentire meno sola. Io ho 28 anni e sono ormai due anni fuoricorso a medicina..sto combattendo con l'esame di Farmacologia e me ne mancano altri 12. La cose che mi bloccano di più sono due : lo studio mi è diventato insopportabile, mi sento un pc nel quale stanno inserendo dati e numeri ; non riesco ad immaginare davvero la professione e soprattutto immaginarmi mentre la svolgo. Ogni anno quando arriva questo periodo penso all'idea di cambiare tutto ma non ne trovo mai il coraggio. Ho paura di non riuscire a concludere un bel nulla nella mia vita e sono in stallo. Ho iniziato un percorso di psicoterapia doloroso ma utile. Non credo abbastanza in me stessa? Sto facendo na grande cazzata con medicina? Ovviamente voi non avete le risposte però mi andava di condividere anche la mia esperienza che magari farà sentire qualcuno meno solo. D.

Leonardo ha detto...

Ciao a tutti, mi aggiungo anche io alla folta schiera degli indecisi/insoddisfatti. Sono un ragazzo di 24 anni che sta per laurearsi alla magistrale di lettere classiche (latino e greco per intenderci) ma mi sento molto molto molto insoddisfatto. Il mio percorso, tranne un momento iniziale di confusione, è stato molto lineare e privo di intoppi. Non posso dire che non mi sia piaciuto quello che ho studiato, ma ogni tanto non potevo fare a meno di pensare a medicina. Ora, non so quanto io stia effettivamente idealizzando questa facoltà e la professione del medico e quanto queste mie fughe immaginarie siano un modo per combattere questa insoddisfazione che mi attanaglia (legata probabilmente ai difficili e poco remunerativi sbocchi che la mia laurea offre. Mi direte: "Potevi pensarci prima, no?" Avete ragione ma all'epoca, per uscire dalla mia indecisione, pensai di studiare quello che mi piaceva e poi si sarebbe visto il seguito).
Durante il mio primo anno iniziai addirittura a studiare per il test e feci pure un corso (abbandonato a metà) perché decisi di non intraprendere quella strada (col senno di poi, non me lo spiego) e adesso mi ritrovo qui, alla fine di un percorso sicuramente completato con buoni risultati eppure non riesco a esserne contento. Dovrei pensare a completare la tesi, ma riesco a concentrarmi ben poco. Non so se riesco a vedermi come insegnante in una scuola, senza contare che i posti come docente di latino e greco (insegnare italiano o altro sarebbe un ripiego) sono pochissimi. Non so nemmeno se sono adatto a fare il medico, ma come potrei? Non si sa se si è tagliati per un mestiere finché non lo si comincia e io, qualora decidessi di iscrivermi e passare il test, lo farei a ben 31 anni. I miei forse potrebbero sostenermi in questa mia pazzia (qualche soldo da parte per pagarmi i primi anni ce l'ho) ma temo di commettere un altro errore. Il desiderio di studiare cose più pratiche e di svolgere una professione dove si applica costantemente ciò che si studia è forte e l'idea di poter essere d'aiuto alle persone (e anche ai miei familiari) mi piace non poco, ma basta questo per intraprendere un percorso così lungo ed estenuante?
All'anonima di cui sopra, per quanto difficile, termina il percorso! Non pensare troppo al futuro (facile a dirsi, lo so, io sono il primo che lo fa) ma concentrati su un esame alla volta, datti degli obiettivi a breve termine. Medicina offre davvero tante possibilità e dopo potrai decidere bene il da farsi!
Per chi volesse scambiare due chiacchiere tra noi indecisi, potremmo aprire un gruppo telegram se vi va! A volte leggere le esperienze altrui aiuta non poco.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, è un piacere sapere che moltissima altra gente si è trovata in queste situazioni e che questo post sia ancora vivo dopo ben 10 ANNI! Ahimè io sono ancora al primo anno di medicina, entrato quest'anno al primo tentativo. Mi sono iscritto a questa facoltà sia spinto dai parenti per il famoso lavoro sicuro che ci sarà dopo, sia perché mi piacevano e mi piacciono tutt'ora molto materie come la biologia (fatta al terzo anno di superiori) e la chimica, e inoltre mi appassiona molto lo studio del corpo umano, di fatti ho anche un libro a casa di anatomia che mi piace sfogliare saltuariamente. In questo periodo natalizio, essendomi allontanato un attimo dal vortice delle lezioni e avuto un po' più di tempo per riflettere sul mio divenire non so se questa possa essere la mia strada... Mi sono iscritto a questa facoltà sia peri motivi sopra elencati ma anche perché la figura del medico è una figura prestigiosa nella società, ma non sono mai stato convinto di volerlo fare IO il medico. Insomma anche leggendo in giro per i vari forum, i medici lavorano di notte, nei festivi, fanno turni a dir poco lunghi e stancanti, e siccome non voglio passare la mia vita dentro un ospedale, mi sto convincendo sempre di più che forse questa non è la mia strada. Di fatti il mio timore è che possano interessarmi le materie di questi primi 3 anni, anatomia, fisiologia, biochimica ecc. e poi iniziando a frequentare il 4 anno e in poi possano interessarmi molto meno le materie e cominciando ad entrare nei reparti scoprire che questa professione non è per me. Inoltre volevo soffermarmi su come la facoltà di medicina sia davvero lunga, parliamo di 6 anni + 4/5 anni (dove si è retribuiti è vero, ma specialmente negli ospedali più o meno grandi non è che si riesca a far molto) per un totale di 11/12 anni, mentre coloro di qualunque altra facoltà come ingegneria, giurisprudenza o economia nel giro di 5 anni già sono nel mondo del lavoro, e se non ci è fuori corso parliamo di 23/24/25 anni. Ogni volta penso a quando finiranno questi 6 anni per poter finalmente iniziare a lavorare e gudagnar qualcosa, cosa che desidero di più per essere indipendente dai miei, ma so che questo non è lo spirito giusto nell'affrontare questo percorso così lungo. Quindi quello che mi chiedo io è: ne vale la pena investire tutto questo tempo in una formazione che non sono convinto al 100% faccia per me? Con il tempo mi sto convincendo sempre di più che per fare il medico non serve solo essere appassionati delle materie, ma davvero avere una vocazione nel fare il medico, bisogna davvero voler fare quello... Molti dicono che la vocazione è una cazzata, ma io non la penso così, penso che ci debba davvero essere una predisposizione nel voler intraprendere la professione del medico. Detto questo spero che mi possiate dare degli spunti di riflessioni, anche da Dottor Faustus che so essere un veterano di questo post!! sui quali meditare un po' per capire meglio cosa vorrò fare nella mia vita! Grazie a tutti in anticipo per le risposte.
G.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
Sono incappata in questo blog per caso, e leggendo questi commenti mi sono sentita meno sola.
Vi spiego la mia situazione: ho 24 anni e sono al sesto anno, mi mancano due esami e ho già iniziato con la tesi, e anche io sono sempre meno convinta che la medicina (in generale) sia la mia strada. Ho cominciato senza troppa convinzione, perché ho superato al primo colpo il test di ingresso e nei primi anni gli esami mi sono risultati relativamente facili (a parte anatomia). Arrivata alle cliniche e ai tirocini la situazione è peggiorata: studiare mi è risultato sempre più difficile e mi sembra che dopo ogni esame il mio cervello si svuoti di tutte le nozioni apprese. Stesso vale per i tirocini: non ho ancora trovato nulla che mi appassioni o di cui essere entusiasta, nulla che vorrei fare per tutta la vita insomma (senza contare il fatto che causa Covid non sia riuscita a fare granché di pratico). Vedo i miei compagni di corso con le idee chiare e conoscenze decisamente più avanzate delle mie e sono molto preoccupata.
Nell’ultimo anno e mezzo (grazie alle lezioni online), ho avuto modo di vivere all’estero e lavorare nell’ambito del turismo (come receptionist) e, per quanto possa sembrare assurdo, trovo questo lavoro molto più gratificante e “mio”.
Inoltre, l’idea di dover studiare per il test di specialistica, sperare di passarlo, essere “maltrattata” per 4/5 anni e poi dover fare a vita un lavoro che non mi piace davvero mi angoscia incredibilmente, tanto che da mesi faccio fatica a dormire, concentrarmi e avere in generale una vita normale.
Sono quindi in una situazione disperata: dopo aver conseguito la tanto ambita laurea (perché ormai finirò questo percorso), avrebbe senso mollare tutto per dedicarmi alla mia “passione”?
Probabilmente avrei dovuto rendermi conto prima di quanto medicina fosse una scelta sbagliata per me, ma purtroppo non si può tornare indietro.
Grazie a tutti in anticipo per i commenti e consigli.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!
Ogni tanto ritorno su questo blog perché Anche io purtroppo rientro tra la schiera di coloro che non sono soddisfatti del percorso intrapreso. Ho 27 anni, ormai mi mancano 5 esami alla fatidica laurea quindi, come ha detto G prima di me, questo percorso lo porto a termine. Devo dire di ritrovarmi molto in ciò che ha detto G, condivido tutte le preoccupazioni in merito alla preparazione del test di specializzazione e allo sfruttamento per altri 4 o 5 anni, mi sento meno sola! Detto ciò, anche io non so cosa farò una volta laureata, ad ora cerco di portare a termine questo percorso che si è rivelato essere un errore, ma indietro non si torna. Penso però che non sia mai troppo tardi per inseguire i propri desideri, forse mi sbaglio, ma magari prenderti una pausa dopo la laurea potrebbe schiarirti le idee, e comunque non per forza bisogna fare la specializzazione! Credo, e spero, che una volta finito il tutto sarà più facile ragionare sul futuro a mente libera.
A.

Anonimo ha detto...

@ anonimo del 21 gennaio

riesco solo ad immaginare come ti senti, però secondo il mio parere termina il percorso, sarebbe un dramma rinunciare alla laurea a pochi esami da quest'ultima. Detto ciò, anche se so che potrebbe sembrare una frase fatta, "dopo la laurea potrai comunque fare quello che vuoi", perché a nessuno piace di buttarsi in un futuro che non è quello per cui abbiamo studiato anni e su cui abbiamo versato continui sacrifici, ma davvero fai quello che ti renda felice.

@ A

Sono contento che ti ritrovi nelle mie parole, detto ciò pensa convenga anche a te finire la laurea visto che ti mancano pochi esami dal conseguimento di questa.

Come già detto, io sono appena entrato al primo anno al primo tentativo... La cosa che voglio puntualizzare è che se "limitassi" la mia visione della realtà al solo presente sarei contento del percorso che sto intraprendendo, però visto che mi reputo un persona abbastanza premurosa haha, pensando al "dopo" mi vengono mille dubbi a riguardo.

Sto pensando sempre di più che forse ho confuso un normale "interesse" per argomenti inerenti al corpo umano (anatomia, fisiologia), con una passione e ragione di vita. Come detto nel messaggio precedente aiuto volentieri altre persone, tuttavia l'ambiente ospedaliero mi mette abbastanza a disagio e questa è una cosa davvero da non sottovalutare, magari si potrebbe prendere in considerazione il percorso di medico di medicina generale, che però ha una borsa di studio mensile davvero da fame.

Il fatto è che, come ha scritto qualcuno molti messaggi e anni fa haha, con una laurea come economia o ingegneria davvero puoi fare quello che vuoi, puoi aprire un'attività, puoi lavorare come dipendente, puoi fare qualcosa in tutt'altro campo rispetto a quello nel quale ti sei laureato, invece medicina è un percorso davvero vincolante, fatto per medici e per coloro che hanno davvero intenzione di diventarlo, perchè per fare notti, festivi e turni lunghi ci deve essere davvero passione, o a farlo per tutta la vita impazzisci.

Mi capita che molti quando vengano a sapere che studio medicina mi osannino e mi elevino a semiDio, anche se sembra che siano tutti contenti di questo tranne che io. A volte mi sento anche in colpa con i miei che non mi fanno mancare niente nonostante non sia ne ricco ne benestante di famiglia, perchè sono davvero contenti del percorso che sto intraprendendo, ma ogni volta che esce il discorso mi sento davvero soffocare e cerco sempre di non dare corda.

Insomma pensavo per poter fare il medico bastasse essere appassionati delle materie, ma a quanto sto capendo non è proprio così! Aspetto vostre risposte, sapete, il confronto fa sempre bene e aiuta ad alleggerire la mente secondo me!

Con affetto, G.