07/04/12

Gli esami, e la fortuna.

La dea Fortuna mentre abbandona i neo-iscritti a Ingegneria
In alcuni momenti ho temuto che non ne sarei uscito vivo, ma alla fine anche questa sessione di esami si è conclusa... e con risultati decisamente migliori di quella di Dicembre (anche perché ci voleva poco).

Gli ultimi giorni di studio sono stati un massacro, e poi sul finale c'è stato il top della secchionaggine che non avrei mai immaginato di raggiungere: lunedì ho fatto un esame, sono tornato a casa, mi sono rimesso sui libri fino all'una di notte di martedì, e mercoledì mattina alle otto ero già in aula per l'altro esame che - tanto per non farcelo pesare - è durato qualcosa come sei ore. Alla fine ero così stanco che ci ho messo 3 giorni solo a rimettermi in piedi, e meno male che ci sono altri 2-3 giorni di vacanza così magari riesco a risistemarmi un po' prima che ricomincino le lezioni.

Se a qualcuno interessano i risultati: a gastro/endocrino dopo aver superato lo scritto (era la quarta volta) ho preso il primo voto che mi hanno dato e mi sono portato via un 25 sudato come non mai. Chiarisco in ogni caso che non avrei mai rifiutato e mai rifiuterò qualsiasi cosa in qualunque materia, che non è che sono ancora completamente rincoglionito.

Questo cavolo di gastro/endocrino mi ha fatto patire quasi a livelli di Teoria delle infrastrutture viarie o Meccanica Razionale, e alla fine era un po' un terno al Lotto: uno scritto troppo difficile (a certe domande non saprei rispondere nemmeno col libro sotto mano e Google a disposizione) e un orale che con 2 o tre interrogazioni estratte da un pool di 12 professori diversi si traduce in valutazioni completamente personalizzate per ogni singolo studente.

A ematologia/reumatologia - invece - è andata molto meglio. Prima mi ha interrogato un professore col quale sono andato particolarmente d'accordo durante i tirocini (qualcuno direbbe che ci avevo fatto bella figura, ma è sempre un fatto casuale). Poi mi ha interrogato un altro professore che chiamare disponibile è dire poco. Mettiamo pure che la materia tutto sommato non era troppo complicata e insomma: mi ha detto un bel po' di fortuna, e ho preso 29... che per la cronaca reputo il voto più triste del mondo di chi studia studia studia ma - poverino - non rende.

Sono convinto che avrebbe potuto tranquillamente girare tutto al contrario, e mi sarei bruciato un'altra volta tutti e due gli appelli della sessione: metti che ti interroga il professore fissato sulle cose che non entrano in testa a te, magari ti dice male allo scritto oppure ancora con esami e materie così vasti può capitare che ti chiedano un argomento che nemmeno hai guardato perché - semplicemente - te l'eri perso.

Credo insomma che la componente casuale in questi esami sia notevole, e che non bisognerebbe prendersela se i risultati non sono quelli che vorremmo. Solo che può succederti di avere una serie di momenti negativi tutti in fila uno dietro all'altro, e se ti dice male male male e poi ancora male puoi anche decidere che tutto sommato non ti obbliga nessuno a rovinarti la vita in questo modo, e alla fine ecco che tutto il lavoro di anni rischia di vacillare per qualche colpo di sfiga.

Ed è stato un po' questo il rischio che ho corso in questi ultimi mesi: rimanere indietro, scoraggiarmi, e alla fine lasciare che questa seconda laurea cadesse lentamente in secondo piano rispetto a tante altre cose. Perdere tempo, iniziare a occuparsi di altro... e insomma, rimandarla all'infinito o anche non arrivarci mai.

Che poi un po' mi fa anche rabbia, perché se avevo 20 anni e magari già ero insicuro di mio era ancora più facile finire in un loop mentale dove senti che non puoi farcela più, e alla fine lasci perdere o ci metti 10 anni a fare un esame. Il menefreghismo totale dell'ambiente universitario poi ci mette del suo, e capisco chi si scoraggia, ci mette tanto a laurearsi o alla fine nemmeno si laurea più.

C'è stato un momento in particolare, tra il venerdì e il sabato della scorsa settimana, nel quale mi sono detto che non ce l'avrei mai fatta a ripetere tutto e tanto valeva lasciar perdere e puntare sulla sessione di Giugno. Poi però non ho lasciato, e alla fine ci si è messa anche un po' di fortuna e - inaspettatamente - è andato tutto meglio che nelle più speranzose aspettative.

E ho dovuto scrivere tutto questo cavolo di papiro lento, retorico e illeggibile per arrivare al punto del discorso, ma era questo che volevo dire: alla fine la fortuna serve, e ce ne vuole tanta. Però se mollavo già per conto mio potevo anche avere dalla mia parte tutti i santi del Paradiso e tutti gli astri dell'universo, ma non avrei comunque ottenuto niente.

Io penso che non possiamo prevedere tutti gli eventi e non abbiamo il controllo su tutte le variabili in gioco, e ci sono cose dove anche se ci provi 100 volte potrebbe dirti male 100 volte di seguito. Però quando fai un tentativo per lo meno una possibilità te la stai dando, mentre ad arrenderti per conto tuo non ti rimane nemmeno quella.

Molta costanza e un po' di fortuna, ecco. È così che si arriva alla fine di un progetto lungo e complicato, secondo me.

E penso che la vita sia un po' tutta così.

Simone

P.S.

Buona Pasqua a tutti!

E se vi va seguite il mio Twitter, che magari vi dico le cose in tempo reale mentre faccio gli esami o quando vado a lezione!

10 commenti:

StellaPazza ha detto...

i periodacci prima o poi passano, la fortuna gira sempre. L'importante è credere in quello che si fa e seguitare a testa bassa nonostante tutte le avversità astrologiche e ambientali.
Avanti così e buona Pasqua!

Anonimo ha detto...

Grazie per aver scritto queste riflessioni. Confermo, a 20 anni se un po' di cose girano storte, alla fine molli. A me è successo con la facoltà di lingue, non era la facoltà giusta per me, ma all'inizio ero partita...poi è bastata una serie di intoppi insieme ad altre infelicità della vita e l'ho mollata. Alla fine ho fatto altro e trovato un corso di studio più giusto per me, ma a volte penso che se non avessi trovato intoppi sugli esami, la storia sarebbe stata diversa. Forse non migliore, però di sicuro non avrei perso tanti anni nel nulla. A 20 anni è troppo facile perdersi e sbagliarsi, secondo me è proprio perché hai 36 anni o giù di lì (non mi ricordo!) che hai trovato le forze per on mollare. L'Università italiana è assurda.

Simone ha detto...

Stella: auguri anche a te!

Anonimo: infatti. A 20 anni però hai il vantaggio che anche se ci metti un pochino più del dovuto tutto sommato hai tutto il tempo che vuoi e potresti fregartene... anche se quando la vivi probabilmente non è così facile.

Simone

Eddy ha detto...

Tanti auguri di Buona Pasqua

emma ha detto...

Combattere o fuggire.
Reagire o lasciar perdere.
Tempo fa in montagna c'era un gruppetto di capre. Quando ho sbattuto la portiera dell'auto una si è così spaventata che si e stesa a terra con le zampe all'in su.
Questa volta non sei stato capra.
Bravo Simone.

emma ha detto...

Scusate,mi correggo... essendo Simone uno scrittore non vorrei far brutte figure.
Su su l'accento non va.
Su giù sì.
All'insù invece si scrive così.
Buona Pasquetta a chi invece di stare tra i campi sta sui libri.
Ma...va...fa... alla segreteria didattica che ha deciso le date d'esame( i primi 3 tutti senza accento)

Simone ha detto...

Eddy: auguri,

Emma: accento o non accento è uguale, io sono uni scrittore alla mano. In bocca al lupo per l'esame!!

Simone

Anonimo ha detto...

Mi sono rivista in almeno due frasi del tuo ultimo post
1. Solo che può succederti di avere una serie di momenti negativi tutti in fila uno dietro all'altro;

2 perché se avevo 20 anni e magari già ero insicuro di mio era ancora più facile finire in un loop mentale dove senti che non puoi farcela più, e alla fine lasci perdere o ci metti 10 anni a fare un esame. Il menefreghismo totale dell'ambiente universitario poi ci mette del suo, e capisco chi si scoraggia, ci mette tanto a laurearsi o alla fine nemmeno si laurea più.

E così mi sono ritrovata dopo anni di crisi esistenziali, di mancanza di autostima di non-vita alla "tenera età"di 28 anni davanti ad un bivio e a dover decidere se non laurearmi più e quindi continuare a far decidere agli altri il mio presente ed il mio futuro o insistere soffrire,magari rinunciare ad altro ma arrivare al traguardo per poter dire "ce l'ho fatta".
A gennaio di quest'anno ho deciso per la seconda opzione, ho lasciato il lavoro full-time per uno part- time e sto studiando per la sessione estiva che sarà il primo vero banco di prova. Rimettersi a studiare dopo anni di interruzione non è semplice,mi sembra tutto così più veloce di me, ma leggere il tuo blog mi dà la carica ed ogniqualvolta che ho bisogno di rinfrancarmi mi basta una sbirciatina per rimettermi in carreggiata.
Grazie

Simone ha detto...

Cambio lavoro, nuove lezioni... mi pare che ce la stai mettendo tutta. Diciamo che la tua parte la stai facendo, e speriamo anche in un po' di fortuna :)

In bocca al lupo!

Simone

Dama Arwen ha detto...

Sì, è così!
Solo che io a questa conclusione ero arrivata già 5 anni fa… :-P
E senza iscrivermi all'università!!!

Ovviamente sto ironizzando, però sì, lameritocrazia va di pari passo con un po' di fortuna.