26/06/12

Studiare dopo i 30 anni: un altro piccolo gradino.

Tanti piccoli gradini... o un terribile pozzo senza fondo?
Oggi ho dato Urologia e Nefrologia, che insieme all'esame della settimana scorsa chiudevano il "ciclo" delle patologie integrate.

Le "integrate" sono (credo) le vecchie "cliniche" che si facevano una volta.

Una serie di cinque esami-contenitore formati da 2 o 3 materie accorpate insieme, più nozioni di anatomia patologica, laboratorio, farmacologia e qualsiasi cosa venisse in mente a chiunque al momento di qualche consiglio di facoltà particolarmente ispirato.

Essermi tolto questi cinque esami significa poco dal punto di vista medico (visto che tutto sommato non so come si cura nemmeno un raffreddore) ma doverli affrontare è stato come scalare una catasta di libri alta fino al cielo, e che formavano una specie di muro di Berlino tra me e gli esami degli ultimi due anni.

Se avete seguito un po' le mie vicende, saprete anche che ho faticato non poco per dare alcuni di questi esami. Prima con quello che non riuscivo proprio a superare, che mi segavano sempre. Poi con quegli altri che si erano tutti ammucchiati e che mi è toccato affrontare uno di fila all'altro, come una di quelle gare multi-evento dei videogiochi sulle olimpiadi.

E non è un caso se - da quanto mi sembra di aver capito - un sacco di studenti si impantanano proprio su queste patologie integrate, e ci mettono anni prima di venirne fuori. Se poco poco non avevo la fissa di fare tutto il prima possibile e se ero pure uno che voleva la media del 30 poi la specializzazione poi potevo prenderla tranquillamente in patologia o medicina legale... soltanto che non avrei fatto lo studente, ma la salma.

E insomma, bene: mi sono veramente distrutto per studiare, in questo periodo. Non sono ancora mai stato al mare, ho limitato le uscite con gli amici a una o due massimo a settimana, mi sono buscato pure una specie di congiuntivite con influenza annessa (perché non è già abbastanza bello studiare e basta: molto meglio studiare con gli occhi rossi che ti bruciano e che non vedi un cazzo) e ora che sto al PC ad aggiornare il blog con un occhio ancora mezzo chiuso ho una mezza idea di sdraiarmi sul letto e dormire una mesata di fila.

Solo che devo ancora mettermi lì, e decidere come concludere la sessione: degli esami del quarto anno mi restano Medicina di Laboratorio e Igiene. Se faccio Igiene è una cosa tranquilla e sono praticamente già mezzo in vacanza. Se faccio Medicina di Laboratorio mi tocca spingere fino a fine luglio, e c'è il rischio pure che vada male perché è uno di quegli esami con lo scritto a domandine assurde.

Certo che sarebbe bello iniziare il quinto avendola già fatta, sta medicina di laboratorio del cavolo. Per cui non lo so, ho qualche indecisione.

In questo momento mi sento come se ce l'avessi quasi fatta, con questa cosa della seconda laurea. Ho fatto un percorso enorme, ma c'è ancora un gradino che sta lì e che rischia di farmi inciampare: laboratorio, anatomia patologica, e non so che altro esame del prossimo anno che mi hanno detto che sarà un casino e che tutti gli studenti si disperano disperatamente prima di darlo.

Sto lì lì, ma sento che manca ancora abbastanza da non poter tirare i remi in barca e rilassarmi. Ancora no.

Ma comunque, c'è una cosa che so di per certo, è su questa non ci sono dubbi:

Domani, me ne vado al mare.

Simone

20/06/12

Nanni Moretti: i dottori che non sanno ascoltare... e i pazienti che non si fidano.


L'altro giorno ho rivisto per caso l'episodio di Caro Diario dove Moretti - poveraccio - si ammala di un misterioso prurito che non lo fa dormire e che a distanza di ben un anno gli verrà diagnosticato come Linfoma di Hodgkin.


Ora vi linko qui il video, ma non so se ci sono problemi di copyright... nel caso basta dirmelo e lo toglierò, ma lo trovate comunque su Youtube.

Insomma, devo ammettere che non ho mai amato particolarmente Moretti. Però ho visto questo film anni fa, e a rivederlo oggi che capisco (un po') di queste cose mi ha suscitato tanti di quegli spunti di riflessione da farmi pensare che - tutto sommato - valga la pena di spendere qualche parola a riguardo.

Allora: Moretti non dorme la notte a causa di un prurito, e va dal dermatologo. In particolare va al famoso istituto dermatologico italiano dove - effettivamente - si dice che lavorino i migliori specialisti del settore.

In effetti, anche a circa 20 anni di distanza l'IDI ha un'ottima fama. Se fate una visita la mattina, è probabile che incontriate lo stesso medico super-luminare che fa visite private nel proprio studio il pomeriggio facendosi pagare 10 volte tanto. Insomma per la dermatologia Moretti è andato subito al posto migliore, e qui ha fatto bene.

Quello che personalmente mi fa riflettere, è che il regista si sia recato subito dal dermatologo, cioè dallo specialista. Forse nella realtà è andata diversamente (non è che poteva fare un film di 10 ore con tutte le visite dal medico di base o dall'amico studente di medicina) ma in effetti molti di noi... cioè tutti noi, compreso me stesso medesimo, quando non stiamo bene andiamo subito dallo specialista di riferimento.

E questo è un problema piuttosto serio: la gente va al Pronto Soccorso o dal chirurgo o a farsi controllare il fegato o qualche altro organo senza alcun filtro o indirizzo o visita preliminare. Così se invece che alla colecisti il problema ce l'hai al rene, tempo che ti giri tutti gli specialisti del mondo ci passa una vita e rischi che il problema si aggravi.

Cioè se vai dal dermatologo e dici che ti prude il sedere, quello - per prima cosa - penserà alle patologie dermatologiche che danno prurito al sedere. E un po' è colpa sua (perché magari non dovrebbe fossilizzarsi su una cosa sola) ma è pure colpa tua che non sei andato dal medico giusto e ti sei già fatto la diagnosi da solo.

E poveraccio Moretti prima di arrivare a capire che cosa aveva (quando l'agopunturista cinese lo manda finalmente a farsi una lastra) ci passa un anno di merda e rischia pure di lasciarci la pelle, che se invece di quel tumore era un altro fai passare un anno e addio, ormai è troppo tardi.

Da notare (se vedrete o avete visto il film) il secondo dermatologo che - visto che la terapia del collega non ha funzionato - richiede un emocromo: le banali analisi del sangue. Il primo dottore ha fatto quello che voleva il paziente (dargli un qualcosa per il prurito), e il secondo dottore trovandosi in una condizione in cui il problema non si era risolto, ha deciso di approfondire il problema.

Secondo me fino a qui era tutto non dico perfetto, ma ancora efficace: proviamo a curare la cosa che pare più ovvia, poi torni e nel caso facciamo analisi più approfondite. Fatto sta che non so per quale motivo le analisi del sangue di Moretti risultano normali, e finisce lì: non vengono fatti altri approfondimenti, e per un anno nessun dottore fa altro che prescrivere farmaci su farmaci sempre per lo stesso problema che non si risolve e anzi continua a peggiorare.

Questa cosa fa riflettere molto: vai dal dottore, quello sbaglia, perdi fiducia e cerchi un altro dottore. E poi cambi ancora, ancora e ancora.

Notevole - a parere mio - la superficialità di tanti specialisti: se sono mesi che il paziente sta male, evidentemente il problema va approfondito subito senza ripartire da zero con la stessa ipotesi diagnostica che non ha funzionato, e a maggior ragione se i sintomi sono anche peggiorati.

È anche vero che è sbagliato anche cambiare tanti dottori: cosa avrebbe fatto il secondo medico, una volta che nonostante le analisi "buone" il problema non si fosse risolto? Io penso che avrebbe deciso di approfondire ancora di più, ripetendo le analisi o ordinando quella benedetta lastra che alla fine è stata rivelatrice... ma prima dell'anno intero che invece è passato.

Insomma chi esce peggio dal film di Moretti? Sicuramente molti specialisti, troppo innamorati della loro materia e forse troppo superficiali nel fare le diagnosi. Medici che parlano ma non sanno ascoltare, come dice il regista alla fine della storia, e che se ne escono con ipotesi strampalate (il paziente si gratta per motivi psicologici) invece di ipotizzare un qualcosa che - a un certo punto - è talmente evidente da sembrare quasi ovvio: prurito, sudorazione, perdita di peso. Ma che altro poteva avere?!

Ma sarebbero anche da sgridare un po' i pazienti. E con pazienti intendo tutti noi, nel momento in cui abbiamo bisogno di un medico: alle volte pretenderemmo quasi una medicina miracolosa che possa darci subito una risposta, e se la risposta non arriva è colpa del dottore che non capisce niente: lo si manda affanculo, e ne troviamo un altro più bravo.

Credo che l'ideale sarebbe avere a disposizione un medico di cui ci fidiamo davvero, e in grado nel momento in cui si presenti l'eventualità di indirizzarci verso gli specialisti più adatti alle determinate situazioni.

E con la speranza - ovviamente - di non averne bisogno mai.

Simone

18/06/12

Seconda laurea in Medicina: aggiornamento intra-esami.

Classico strumento medico (che a urologia non si usa mai).
Sto sotto esami e domani ho un orale, per cui vi aggiorno in frettissima sulle ultime novità.

L'altro giorno ho fatto lo scritto di malattie infettive, era facile ed è andato bene.

Stamattina ho fatto lo scritto di urologia, era facilissimo se non addirittura regalato e dovrebbe essere andato bene pure anch'esso.

Con questi due scritti un po' più soft credo di aver bilanciato quel cavolo di Gastroenterologia che invece era pazzesco: certo che alla fine avrebbero potuto farci fare 3 scritti normali, e non 1 impossibile e due superfacili... però visto che quello impossibile ormai è andato ora come ora mi sta bene che le cose siano andate così.

E anzi, se più avanti gli scritti diventano più semplici ancora di sicuro io non mi lamento! :)

Domani ho l'orale di malattie infettive e medicina della riproduzione. L'esame non è difficile e mi sento pure abbastanza preparato, l'unico problema è aver fatto tutto insieme e il poco tempo per ripetere, visto che oggi ho fatto lo scritto di un'altra materia... ma insomma sono ottimista e tanto non ho mai puntato a trentaellodi vari come invece fanno in molti.

Il 26 o 27 giugno (non mi ricordo) invece ho l'orale di urologia. Qui le cose sono un po' più complicate che è un esame con qualche difficoltà in più (centinaia di pagine di anatomia patologica). Però ho studiato un bel po' e avrò diversi giorni per ripetere tutto bene... insomma anche qui l'ottimismo ci sta tutto anche se un po' di sfiga potrebbe sempre mettermi i bastoni tra le ruote.

Ma la sfiga la teniamo sempre in considerazione per cui è tutto sotto controllo: la sessione è lunga e ci sono altri appelli, e su questi due esami non mi aspetto di avere problemi.

A Luglio invece ci starà medicina di laboratorio, e lì saranno veramente cavoli amari...

Ma a quella ci pensiamo dopo.

Simone

12/06/12

Studiare all'università: ma se poi agli esami mi bocciano? La lettera di Sara.

Tipico look estivo di chi deve dare Anatomia.
Ciao Simone.

Ho appena finito il secondo anno di medicina, ma dire "finito" è una parola grossa: diciamo che sì, ho ottenuto la frequenza delle lezioni, ma da qui a dire che l'ho completato è un'altra cosa.

Infatti, devo dare ancora anatomia I e di conseguenza la II e Fisiologia II più gli esami del secondo semestre del secondo anno, il tutto entro dicembre, perché devo ottenere i 70 crediti per potermi iscrivere al terzo.

Io ho un'enorme difficoltà nell'affrontare gli esami, cioè proprio il momento dell'esame stesso. Non sono stata molto fortunata, perché il mio "travaglio" è nato quasi due anni fa con l'esame di fisica, il professore era semplicemente un idiota e amava bocciare gente a caso, e io sono stata bocciata due volte; poi due volte a biologia; poi ho preso finalmente uno stentato 22, ma ero già a metà del secondo semestre del primo anno, e già indietro di tre esami sul programma.

Ed eccoci qui, oggi, con il libro del locomotore aperto davanti a me e il cervello che proprio non vuole lavorare. Ogni esame che ho fatto l'ho bocciato almeno una volta, se non due. E la mia autostima è andata a sotterrarsi, mentre invece è cresciuta enormemente l'ansia per ogni tipo di prova.

È già da un po' di tempo che mi chiedo se questo sia veramente il percorso adatto a me: sto male, ogni giorno che passa, perché penso agli hobby che vorrei coltivare, o più che altro a tutte le altre cose che vorrei studiare invece di ciò che sto affrontando adesso, e mi deprimo, davvero.

La notte non dormo, e se dormo ho gli incubi. Non riesco a parlare con i miei genitori di questo mio problema perché mia madre sembra totalmente sorda al discorso "sai mamma non so se voglio continuare medicina".

Non ricordo perché mi sono iscritta: ho visto il film Patch Adams, forse è stata quella la molla. Poi subito dopo la maturità mi sono messa a studiare per il test e a settembre sono entrata. Ma mentre la maggior parte dei miei amici, ammessi anche loro, esultavano di felicità, io non ero molto convinta. Anzi, non esultavo affatto. Tuttavia ho cominciato il percorso.

Faccio un piccolo flash-back: durante il mio ultimo anno di liceo, quando tutti i miei compagni cominciavano a maturare una decisione sul proprio futuro, io ero combattuta tra lettere moderne e medicina. Alla fine ho scelto medicina, e probabilmente non ero neanche troppo consapevole a cosa stessi andando incontro!

È giugno, la settimana prossima mi scontrerò con anatomia. Ogni esame per me è un parto. Anzi, forse sarebbe più semplice partorire, perché poi mi ritroverei tra le braccia una bellissima creatura, e invece io sono quasi convinta che anche stavolta andrà male. E lo dico non perché ho la sindrome di Calimero, ma per il semplice motivo che continuo a ripetere e a ripetere ma ancora non ricordo, soprattutto i rapporti di quegli stupidi organi.

Il mio ragazzo mi ha detto di aspettare di affrontare materie più coerenti con la medicina per poter decidere se veramente questa è la mia strada oppure no, ma io mi sento davvero soffocare. E ho un dubbio: se lasciassi adesso, me ne pentirei in futuro? Ovviamente tu non puoi avere la risposta, ma ho visto che hai dato buoni consigli ad altri ragazzi, precedentemente.

Io non so con chi parlare, sto stancando anche il mio ragazzo, il quale sostiene che stando nel "limbo" non si ottiene nulla, e che devo prendere una decisione. Io intanto mi sveglio ogni mattina con sempre più ansia, con la tachicardia, e perdo minimo 3 kg per ogni esame che faccio. La prospettiva di dover fare 4 esami entro la fine di luglio per potermi garantire l'ingresso al terzo anno è terrificante, mi sotterra.

Guardo i miei colleghi, vedo una massa di studenti speranzosi e convinti della loro scelta; nessuno di loro ha mai bocciato così tanti esami quanto me. Non mi reputo una persona stupida, ma semplicemente non riesco a sbloccarmi, e ovviamente più vanno male le prove più la mia sicurezza scende. E adesso è sotto le scarpe.

La mia media è del 25, ho pure scoperto che per ogni esame bocciato tolgono 0,25 punti dal voto di laurea, quindi ho due paranoie in più: primo, se non prendo minimo di 27 non entrerò nelle specializzazioni; secondo, che voto potrò mai prendere alla laurea se ho una media del genere?

Io sono appassionata di fotografia, di scrittura e di letteratura straniera. Sono le mie più grandi passioni. Quando ero piccola volevo fare la scrittrice, mia nonna ancora mi dice che le piacevano molto i miei racconti (che carina che è!).

Allora da qui la domanda che chiunque mi potrebbe porre: ma perché non hai scelto qualcosa di inerente a queste due passioni? E la mia risposta... beh, non lo so. Non lo so proprio. Forse ho scelto medicina perché sapevo che uscita di qui avrei avuto un lavoro sicuro.

Forse non ho fatto lettere perché, diciamolo, non dà molti sbocchi lavorativi. Forse mi sono illusa che medicina fosse la mia strada, di avere una grande passione solo per aver visto un paio di film, o forse mi sono illusa di voler fare lettere solo perché sto crollando e cerco una via di fuga?

Non so cosa dire, non so cosa rispondere. Mi sembra di dedicare le giornate solo allo studio, e così è, ma la mia memoria vacilla, la mia voglia è sempre meno, e l'interesse zero. Le materie di quest'ultimo semestre sono state poco interessanti, forse un po' di più microbiologia, ma immunologia e genetica sono barbose, letteralmente.

Non so cosa fare. Ho l'angoscia a cominciare a studiare adesso, non voglio ripetere ancora l'osso temporale, non voglio dover dire a mia madre quando torna a casa stasera "uuh sì, una giornata di studio intensissimo!" e continuare a recitare che tutto va bene, è tutto ok, io sono motivatissima. Mi sembra di indossare una maschera e di fingere, forse sto cercando di convincere anche me.

Non so cosa fare della mia vita... non so neanche come me la potrei cavare in futuro con un morale del genere, dato che la strada è tutta in salita.

Aspetto la tua risposta,
Sara

p.s. ma i vent'anni non dovrebbero essere l'età più spensierata di una persona??! E se sono così ora, a 50 cosa farò?!?!?

07/06/12

Seconda laurea in Medicina: cosa farò dopo la laurea?

Sono ancora molto lontano dalla fine degli studi e da questa benedetta seconda laurea.

Intanto devo ancora dare troppi esami del quarto anno. Poi mancano quinto e sesto, e dopo la discussione della tesi ci saranno quei mesi di tirocinio e ancora l'esame di Stato. Il dopo laurea insomma è un periodo ancora fumoso e che si vede lontano e distante dopo ancora troppo studio e troppe rotture di palle da sopportare.

Però, insomma, io ci sto già pensando da un po': e dopo, che faccio?

Non è una decisione facile, ma è un qualcosa che bisogna considerare già da adesso perché la scelta del reparto dove fare la tesi implica quasi sicuramente la scelta dello (stesso) reparto dove puntare a una specializzazione.

Solo che io non so ancora che specializzazione farò, se mai ne farò una, e se ci mettiamo anche il fatto che in alcuni reparti dove pensavo di voler andare non mi sono nemmeno trovato così tanto bene ecco che mi ritrovo - a 37 anni suonati - a non aver ancora capito che medico voglio essere.

La mia idea era quella di fare il dottore che sa un po' di tutto. Il tizio che gli telefoni alle due di notte per un mal di pancia o che ti passa a visitare quando hai la febbre o ancora che se devi operarti o se hai qualche problema che non si risolve in quattro e quattr'otto sa dirti a quale specialista rivolgerti e magari ti segue durante le varie visite e le procedure che seguiranno.

Questa era insomma la mia idea di medico di base, completamente smontata dalla realtà della medicina odierna: per gli altri dottori se solo nomini medicina di base sembra che hai insultato le loro mamme defunte, sbiancano e quasi gli viene un mancamento.

I medici di base che ho conosciuto (lo so che sono qualunquista, ma è l'esperienza che ho avuto io) nella sala d'attesa si ritrovano quotidianamente una decina di vecchiette che non hanno nulla e vogliono solo parlare con qualcuno, e quando arrivi tu che forse potresti avere qualcosa manco ti guardano ma ti fanno il foglietto per la visita specialistica e vaffanculo... che c'hanno troppo da fa' per dare retta a un paziente singolo in particolare.

Allora l'idea, una delle idee, sarebbe quella di imparare a fare il medico sul serio specializzandomi in medicina interna, medicina d'urgenza, un master da qualche parte... insomma diventare capace al di fuori del pezzo di carta in sé, e poi lavorare magari nel privato. Ma è tutto vago e fumoso e alla fine sembra più un progetto campato per aria che una realtà attuabile.

Aggiungerei inoltre che la medicina interna - pur essendo forse la medicina migliore da un punto di vista delle conoscenze - la trovo di una pesantezza assoluta con infiniti libri da sapere a memoria e pazienti sempre più anziani e malandati che poveracci devi seguire senza poi cavare alla fine della fiera un vero ragno dal buco. Cioè, anche il mio post sulla medicina interna non se l'è filato nessuno! È proprio un settore un po' palloso, la verità è questa.

La medicina di urgenza è più interessante. O forse lo sarebbe, visto che è forse l'unico reparto dove ancora non sono riuscito a mettere piede per un tirocinio di prova. Stanno così incasinati che è un problema pure dire a uno studente "vieni, mettiti lì e non rompere i coglioni", come fanno invece negli altri reparti. E io dovrei chiedergli la tesi senza manco sapere di preciso cosa mi aspetta in anticipo?! Che confusione.

Dall'altro lato ci sono - perdonatemi il termine - le specializzazioni un po' più semplici. Sto parlando della chirurgia, e dico semplici non perché fare il chirurgo sia facile, ma perché hai la possibilità di concentrarti su poche patologie e tutto sommato le cose da ricordare come si deve sono in quantità limitata.

Cioè a medicina interna 10 pazienti hanno 10 malattie e 10 terapie diverse. A Urologia, se sei l'urologo che cura la prostata, su 10 pazienti 9 hanno problemi alla prostata e uno sta lì perché il medico di base s'è sbagliato a scrivere il nome del reparto sull'impegnativa e adesso al paziente poverino chissà che gli succede.

Però la chirurgia ha tutta una componente pratica che (come diceva qualcuno nei commenti passati) mi interessa evidentemente più di altre... ma è anche un grosso ostacolo: al Policlinico i chirurghi che operano non hanno meno di 50, 55 anni. Se loro hanno iniziato il loro percorso appena finite le superiori, ma che cavolo posso combinare io che ho iniziato 15 anni dopo? È una semplice questione di pratica e del tempo necessario ad accumularla, che probabilmente non c'è.

Il fatto è che i pazienti hanno diritto a essere operati dalla persona più abile e con maggiore esperienza. E a parità di età questa persona - probabilmente - non sarò mai io.

Aggiungiamo pure che di fare il chirurgo non me la sento nemmeno così tanto, che è una responsabilità immensa e secondo me se lo vuoi fare devi essere un tipo molto, molto molto molto ma dico davvero molto meno ansioso di me. O almeno credo, visto che è un qualcosa che puoi sapere davvero solo quando ti ci metti ma - per come è costruita questa facoltà - una volta che inizi anche solo per fare una prova poi cambiare strada in corso d'opera è davvero un casino.

Insomma, dopo la laurea: cosa farò?

Per il momento l'idea è di partire con l'internato per la tesi in medicina d'urgenza, all'inizio del quinto anno, per poi vedere se mi va di continuare in quel reparto oppure se mi converrà scappare appena si voltano un attimo. Di chirurgia invece mi limiterei a seguire qualche ambulatorio nell'ambito dei vari esami, tanto per avere un minimo di conoscenza delle varie patologie e dell'approccio a esse.

Poi ci sono altri progetti e altre idee che potrei affrontare e vedere a cosa porteranno: in fin dei conti sono sempre un Ingegnere (almeno se il timbro non scade dopo troppa inattività) e ho anche delle visioni un po' strane del mio futuro dove non è necessariamente scontato il fatto che io eserciti come medico: esistono anche la ricerca, o tanti ambiti dove conoscere la medicina può essere importante anche senza doverla necessariamente praticare.

Di idee e di interessi ne ho tanti, e mi piacerebbe anche provare più di una cosa: tutti i reparti, la ricerca, l'ingegneria in campo sanitario, il chirurgo, aprire una ONG, fare il medico di famiglia... ah e lo scrittore, sì: un giorno, potrei voler riprovare anche con quello.

Alla fine il mio guaio è sempre stato che vorrei fare tutto... e come per tutti quanti, il problema vero non è voler fare le cose o saperle fare. Bensì, semplicemente, riuscire a dedicargli abbastanza tempo.

Simone

03/06/12

Medicina, quarto anno: lo studente (quasi) sotto esami.

Simone M. Navarra ha scritto Il mondo nuovo. Quasi.
È una calda domenica pomeriggio, fuori c'è un sole che scioglie l'asfalto, le strade sono deserte, la gente è andata al mare o a pranzo fuori... e io sto a casa a studiare l'anatomia patologica delle gromeluronefriti. La sto studiando per la terza volta in particolare, che ancora non me la ricordo per niente e il fatto che all'esame la chiedano sempre non è proprio di conforto.

Ieri sera, sabato, l'ho passato a studiare. Venerdì sera, invece, pure. Un po' urologia, e un po' malattie infettive, che per provare a rimettermi in pari con gli esami al primo appello devo dare due esami.

Ma è tutto ok: è la vita di tutti gli studenti secchioni come me (basta leggere gli status dei miei compagni di corso su Facebook) ed è quello che mi sono scelto. Se poi ripenso ai fine settimana passati fuori dai locali in attesa che arrivassero tutti quelli che dovevano arrivare, la fila per entrare dentro e le ore stipati in mezzo alla confusione e al casino... be', davvero il fine settimana sui libri non mi fa rimpiangere proprio nulla.

In tutto questo essere assolutamente sotto esame, il bello è che i corsi non sono ancora finiti: continuano ad arrivare docenti nuovi e a spiegare cose nuove o a rispiegare cose vecchie che avevano dimenticato di aver già spiegato anni fa. L'idea che a una settimana dall'appello di certe materie non abbiamo ancora tutti gli argomenti o le slide o comunque il programma finito mi fa pensare che forse c'è un mondo migliore in cui per fare un esame ti compri un libro e studi su quello... ma di sicuro questo mondo non sta né a Ingegneria e né tanto meno a Medicina.

Ma insomma niente panico: gli esami di questa sessione, sono quasi tutti più semplici e più brevi di tanti altri che ho già dato in passato, e non mi preoccupano molto. L'unica incognita è per Medicina di Laboratorio con un programma sparso su tutti i libri del terzo e quarto anno (!!) e per il quale si preannuncia un altro massacro con lo scritto impossibile stile Gastro/Endocrino e poi l'orale che non si sa che ti chiedono... ma se già mi rimanesse solo quello inizierei comunque il prossimo anno in una situazione più che ottima.

Del quinto anno di Medicina so che sono 10 esami (e pensare che al terzo erano solo quattro!) ma mi dicono che tolti due un po' rognosi gli altri otto sono abbastanza fattibili. E insomma devo finire gli esami del quarto, fare i due rognosi del quinto e poi finalmente posso spaparanzarmi e stare tranquillissimo fino alla laurea...

Anche se ho la brutta e inquietante sensazione che non sarà proprio così. :)

Simone

COMUNICAZIONI DI SERVIZIO

UNO: La scorsa settimana ho ricevuto un surplus (sarebbe a dire "tante") di richieste di consigli e suggerimenti per seconde laure o casini vari con l'università.

Credo di aver risposto a tutti... ma se non l'avessi fatto è solo per problemi logistici (nel senso che tra tante lettere ne avrò persa qualcuna) e in caso non abbiate timore di scrivermi nuovamente!

DUE: Tanti auguri al blogger scrittore cavaliere di gran croce dott ing illustriss. Glauco Silvestri, che compie 40 anni. Non so bene di preciso quando è stato o quando sarà, comunque auguri!!

TRE: qualche giorno fa ho ritrovato un mio ebook - Il mondo quasi nuovo - su un sito di quelli che accorpano ebook gratuiti trovati in rete.

Questo libro in particolare è una raccolta presa da uno dei miei vecchi blog, e anche se non se l'è praticamente filato nessuno ci tengo molto e vi invito a scaricarvelo, condividervelo, twittarvelo e magari pure a leggervelo e a farmi sapere che ne pensate.