E vabbe': col manichino, so' boni tutti! |
Che poi possono sempre dirmi di no: che c'è troppa gente, che non ho la media richiesta, che non gli sto simpatco, che qualcosa comunque che non va se vai a vedere si trova sempre. Ancora - insomma - è tutta da vedere.
Il fatto però è che nemmeno io sono così sicuro al 100% che sia la strada giusta. Ma tutto sommato, chi si specializza con la sicura certezza che il percorso migliore era quello piuttosto che un altro?
Penso che a medicina d'urgenza ti capita di vedere un po' di tutto, e che quando esci da lì sei un medico vero di quelli che bene o male capiscono cosa hanno di fronte e sanno impostare e indirizzare un paziente di conseguenza. A me del pronto soccorso in sé e di tutte le puttanate che si vedono nei telefilm non me ne frega niente: io voglio andare lì per imparare, imparare e diventare un bravo dottore. La mia paura più grossa è finire questi studi di Medicina ritrovandomi poi senza sapere e saper fare un cavolo... e da questo punto di vista penso che questa specializzazione vada invece benissmo, e che sia forse la più completa.
L'alternativa sarebbe medicina interna, che è sempre una specializzazione dove impari un po' di tutto, ma forse è un po' più teorica mentre nell'urgenza c'è anche più un approccio pratico al paziente che tutto sommato mi attrae di più. L'internista conosce più cose, il medico d'urgenza sa fare più cose... almeno, dal poco che mi è parso di vedere.
Il problema è che mi spaventa proprio questo approccio pratico: se in tante specializzazioni è già tanto - e dico tanto - se alla fine prendi una vena o fai un emogas, in pronto soccorso ti capiterà di andare a mettere le mani su un po' di tutto.
E ora io ho retto i campioni bioptici e i reperti in formalina, ho retto l'autopsia, ho retto varie volte la sala operatoria, ho le visite in reparto, mi è capitato di togliere qualche punto e in ambulanza ci sono anche stato per un po'... ma da qui a pensare con certezza di essere in grado di affrontare a sangue freddo un'emergenza di quelle difficili, be', io non ci arrivo tanto a cuor leggero.
Mi sono chiesto tante volte: e se più di tanto non riesco a fare? Che mettere punti, medicare ferite, maneggiare fratture, disinfettare infezioni eccetera eccetera è una cosa da medici ma non tutti i medici fanno tutte le cose e le persone non sono tutte uguali.
E se stare a medicina d'urgenza diventa uno stress troppo grande? Se mi sento semplicemente male o se scopro che fino a quando si tratta di guardare e basta è tutto ok, ma nel momento di mettere le mani non riesco a sbloccarmi?
Sarà la mia mentalità ingegneristica che si è molto ammorbidita ma che non perderò mai del tutto, però io ho la fissa di voler tenere tutto sotto controllo per poi eventualmente sapere già come affrontare eventuali problemi.
E allora - mi sono detto - faccio così: vado a medicina d'urgenza (se mi fanno entrare) e ci vado tranquillo. Ci vado con l'idea che come va va, e non me ne frega un cazzo.
Poi se vedo che è troppo e non me la sento cambio e vado a medicina interna e amen. Senza stressarmi e senza tragedie, ma solo perché ho valutato diverse possibilità e poi ho solo scelto quella che era la migliore.
E così sarà strano, ma aver previsto anche la situazione peggiore mi tranquillizza molto, e non ho più questa sensazione di un possibile fallimento ma più che altro è come se avessi semplicemente scelto 2 vestiti diversi in un negozio, e stessi provando quello che mi sta meglio.
Certo uno mi piace un po' di più, ma pure l'altro in fondo mi va bene e se mi fa fare una figura migliore va bene così:
È comunque, sempre, una cosa che ho scelto io.
Simone