Lo vedete, qui, il blocco di branca? Be', manco io. |
- Oncologia: esame piccolino ma molto mnemonico (tutti farmaci, procedure diagnostiche e chirurgiche e classificazioni) e che sinceramente non mi piace molto.
Non che reputi l'oncologia una materia di secondo piano - quando anzi in realtà è importantissima - ma questo esame riprende cose già viste riproponendole da un punto di vista molto specifico e - secondo me - forse un po' troppo specialistico per chi non è ancora un dottore a tutti gli effetti. Ma tanto non è che richiedano il mio parere per farci sostenere l'esame oppue no, per cui io me lo studio e basta.
- Anatomia patologica: questa è la bestia nera dell'intero corso di laurea... insieme a Biochimica, Anatomia, Microbiologia, Patologia 3. Vabbe', una delle tante insomma. Il corso è iniziato al terzo anno con vari moduli inseriti nei diversi esami, e termina solo adesso con l'esame finale dove ci sono i vecchi moduli più altri nuovi.
Dicono che poi non è davvero così difficile come sembra, ma al momento solo vedere la mole di slide che ho sull'hard disk è alquanto scoraggiante e sapere che per il 50% sono cose che ho già studiato (e prontamente dimenticato) negli anni passati mi deprime ancora di più.
- Inglese: be', inglese non è niente di che.
- Farmacologia: esame diviso in 10 esoneri, mi restano da dare gli ultimi 3 e poi è fatta.
- Diagnostica per immagini: qui non c'ho capito molto. C'è un libro, ci sono un po' di slide... ma il libro dice che non va bene e sulle slide manca mezzo programma oppure non si capisce una minchia. Poi 2 scritti, 3 orali, 100 professori, prove pratiche e chi più ne ha più ne metta: un mezzo casino. Credo sarà l'esame più difficile del semestre, ma penso che pure questo si farà. 3 o 4 volte, magari, ma si farà.
Il problema è solo il tempo: 5 esami in un mese e mezzo scarso, quasi tutti con almeno uno scritto e un orale in date diverse, e contando che adesso c'è un altro mese per studiare ma con in mezzo tutte le feste e perdite di tempo varie. Diciamo che gli esami veri e propri sono solo 3, ma è sempre troppa roba troppo ravvicinata.
E certo che potevo pensarci prima e iniziare a studiare con più anticipo... cosa che per tanti versi ho fatto, ma senza impegnarmici sul serio. Alla fine tra reparto, lezioni e tirocini chi c'ha voglia di studiare, se gli appelli non sono imminenti? Non c'ha voglia Nessuno, di certo (apprezzate il mirabolante gioco di parole estratto da un mio vecchio romanzo) e io meno di lui.
Se non altro, l'internato per la tesi procede meglio che mai: col professore che mi segue mi trovo benissimo, e non vorrei fare quello che si dà troppe arie ma ogni tanto arriva pure qualche piccola soddisfazione. Tipo gente che sta a medicina da qualche anno prima di me ma che mi sembra ancora più impedita (e ce ne vuole! :) riconoscere un blocco di branca in un elettrocardiogramma (ma è stato un caso) e cose del genere che magari altri sapevano già fare al primo anno di corso, ma io no.
L'altro giorno - per dirne una ultimissima e poi basta - ho aiutato a fare la visita a un signore che stava in reparto da un sacco di tempo e che è stato finalmente dimesso.
Più tardi, tornando verso casa, l'ho beccato vicino a dove parcheggio, e ci siamo fermati a salutarci: come va e come non va, qualche battuta che è un tipo simpatico, e poi tanto per fare una cosa originale mi chiede com'è che sono più grande degli altri studenti e le solite cose sulla seconda laurea, del perché e del percome e dei soliti cavoli miei che vado sempre in giro a raccontare a tutti.
Niente di particolare, insomma. Però ritrovare qualcosa dell'ospedale fuori dall'ospedale stesso è stato un po' come superare una specie di muro. C'è come uno scalino tra la vita vera e questa specie di esperienza un po' assurda di ricominciare da capo a 30 anni suonati, come se le due cose non si fossero ancora del tutto riamalgamate.
Ma per la prima volta lo scalino era così basso da riuscire a fare il salto da una parte all'altra solo per fare un saluto a qualcuno, anche se poi m'è toccato riscavalcare di corsa dall'altra parte, che c'ho almeno 2000 slide di Anatomia Patologica da memorizzare.
Una volta tornato indietro, però, nel mio mondo da studente anziano plurifuoritempomassimo, ero comunque un bel po' più contento.
Simone
13 commenti:
Beh guarda che a noi pazienti o parenti di pazienti fa molto piacere parlare a voi dottori, io mi fermerei molto volentieri a parlare con i medici anche in ambito non ospedaliero, per fare due chiacchere in un altro contesto. Mi piace la tua umanità, in verità è quello che desiderano anche i pazienti, però di solito si è timorosi di "scocciare" il dottore. Io con alcuni medici che hanno curato i miei genitori ci andrei volentieri a bere una birra fuori! Ma chi si azzarda a proporre una cosa del genere! In bocca al lupo per gli esami.
Bravo Simone. Coraggio.
Anonimo: io sono ancora uno studente per cui forse per i medici è un po' diverso, chi lo sa?! Forse un rapporto troppo informale pregiudica altre cose... comunque io sono uno piuttosto socievole in generale e probabilmente ogni dottore (e ogni paziente) avrà il suo carattere personale.
Stefano: grazie! :)
Simone
Ciao Simone!
Sono un'anestesista e ho trovato il tuo blog per caso.
Ti volevo fare i miei complimenti per la determinazione e l'impegno.
Mi ritrovo tanto nei tuoi post,e, anche se ad un'altra età, alcuni potrei averli scritti io.
Ciò che rende difficile Medicina non sono tanto gli esami (e, a partire dal terzo anno in poi io ne davo almeno uno al mese, come l"ovulazione), ma la forma mentis che devi acquisire per trovarti un giorno, magari una notte, da solo a prendere decisioni senza scappare urlando.
A questo proposito ti consiglio i racconti di Bulgakov, che era medico, alle prese con le sue prime esperienze professionali: esilarante ed onesto.
Eloisa
Eloisa: grazie per i complimenti! Il libro di cui parli credo sia questo, giusto?
http://www.ibs.it/code/9788817167949/bulgakov-michail/appunti-giovane-medico.html
Penso che lo comprerò! :)
Simone
Esatto!
Leggendo i suoi racconti ho riso fino alle lacrime e per chi ha intrapreso il nostro genere di studi si raggiunge una empatia incredibile con l'autore...
Compralo, ne vale la pena : )
Ok, mi sa che mi hai convinto e penso che lo farò! Ma i racconti miei non sono meglio?! :)
Simone
:) I tuoi racconti sono fantastici.
Per me è super interessante conoscere il punto di vista di un ingegnere su Medicina. Ho sempre pensato che " quelli intelligenti fanno Ingegnieria".
Così come ho sempre pensato che la nostra facoltà dovrebbe essere riformata, in 6 anni si potrebbe imparare molto di più, ed un vero peccato.
Se mi permetti ti vorrei chiedere una cosa: perchè fare medicina d'urgenza e non anestesia e rianimazione.?
E un'altra cosa: tutti i medici sono ansiosi e con manie di controllo, è solo che molti sono bravi a nasconderlo.
Elo: bo'?! Cioè, a me piaceva e piace ancora l'idea del medico che sa un po' di tutto. Ho girato vari reparti e alla fine mi sono trovato meglio lì.
L'anestesista mi piacerebbe ma forse è troppo specialistico, e poi ha un rapporto coi pazienti diverso perché tutto sommato non è che li visita e fa diagnosi ma si occupa della sua "parte" (come è ovvio).
Comunque a Medicina d'Urgenza come purtroppo in tante altre specializzazioni non vedo grosse possibilità di entrare (c'è gente che prende solo 30 e 30 e lode a ogni esame) per cui probabilmente sarà solo il reparto dove finirò per laurearmi. Ma di questo volevo parlare nei prossimi giorni :)
Simone
Simo, posso cogliere l'occasione di questo post per farti una domanda sul metodo di studio?
Quando hai dei malloppi giganteschi da memorizzare come ti organizzi? Fai dei riassunti? Degli schemi? semplicemente rileggi fino alla nausea?
Se ne hai già parlato sorry...
Grazie
Romina
Romina: avevo scritto qualcosa tempo fa:
http://www.simonenavarra.net/2012/04/metodo-di-studi-per-studenti-non-troppo.html
Simone
Caro Simone,
L'anestesista rianimatoreclinica si occupa di ripristinare le funzioni vitali quindi deve conoscere molto bene la fisiologia e la farmacologia e deve avere una buona manualità. Ci occupiamo della medicina più avanzata che ci sia, parte del nostro lavoro è lo studio Dell interazione uomo macchina ( paziente - respiratore) .
In ospedale è noto che il rianimatore sia uno dei medici piu completi, l' unico che sappia tirare fuori ilaziente dalle peggiori situazioni con un approccio estremamente pragmatico al problema clinico.
Come anestesista ti puoi trovare a far diagnosi di ima, embolia polm, pnx etc e a dover trattare il problema.
Attento a medicina d urgenza, rischi di essere un internista specializzato in acuti che però deve chiamare l anestesista per farsi aiutare nei casi piu critici
Grazie delle informazioni! A medicina d'urgenza è comunque quasi impossibile entrare (sono solo 2 posti) per cui non sarà quasi sicuramente quella la mia eventuale specialità. Ma non mi metto a fare la "gara" tra le specializzazioni: a me piace l'idea del dottore che vede un po' di tutto, l'anestesita rimane molto importante per l'urgenza e le situazioni critiche o per la ventilazione o per prendere vie arteriose eccetera ma io mi vedo più come il dottore che segue un po' di tutto e anche casi banali tipo se hai mal di pancia o se ti fa male un ginocchio... e chiamerò volentieri anestesisti o altri colleghi per fare le cose che non rientrano nelle mie capacità.
Simone
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