Trattato di Fisiologia del passato: beati loro! |
E che se tipo il valore normale è 100-120, uno si immagina che una volta arrivati a quei valori così alti al posto del sangue i pazienti hanno la marmellata, e con la siringa manco riesci a fare un prelievo.
Poi una sera vado in reparto, e mi fanno vedere la cartella di un paziente che gli fanno lo stick (la puntura sul dito) e niente: gli stara tutto il glucometro e non esce nulla. Gli fanno l'emogas, e pure lì la macchina oltre a un tot non arriva e non esce nessun risultato. Alla fine gli fanno il prelievo normale con l'analisi del laboratorio, e insomma viene fuori che di glicemia aveva 1900. Quasi cinque volte il valore che per la fisiologia era già il doppio di troppo.
Ed è ovvio che il paziente stava malissimo e stava per rimetterci le penne. Però viene pure da riflettere sui livelli estremi che può raggiungere il nostro organismo prima di sgretolarsi, cadere a pezzi, andare a farsi un giro e insomma finire in mano a quel tipo di dottori strani che visitano il paziente guardandone delle fettine sottili al microscopio.
Altro caso: la pressione normale di una persona è sui 120/80 mmHg. Poi magari trovi il signore iperteso che non segue la terapia e arriva a 160/100, 180/110 massimo. E infine arriva il giorno che prendi una pressione a qualcuno e leggi 240/130 che pensi che o hai sbagliato tu (cosa che personalmente penso sempre) oppure che tra un po' si crepa lo sfigmomanometro ed esplode mezzo reparto dell'ospedale.
Veniamo al pH, cioè all'acidità del sangue. Che poi non è acidità ma basicità (visto che il valore normale è sopra il 7) ma insomma basicità suona male e io dico acidità lo stesso.
Vabbè: il valore normale del pH di una persona sana dovrebbe essere intorno a 7,36-7,44. Però se arriva lo pneumologo, a 7,37 vi dice già che il paziente sta per morire e deve essere intubato. Se viene invece il medico d'urgenza per lui a 7,30 stiamo ancora più o meno nella norma e si domanda perché la gente va in pronto soccorso se non ha nulla e così via, insomma, a seconda di intepretazioni anche un po' personali.
Però sono tutti più o meno d'accordo che a un ph che scende a tipo 7,10 dentro al sangue vi si denaturano tutte le proteine (denaturano = si sfasciano) e state lì lì per diventare diversamente vivi, e sotto al 7,10 non c'è mai arrivato nessuno. Nessuno finché poi uno decide di intossicarsi con non so che farmaco, e arriva in pronto soccorso con un pH di 6,80. Ma che possa davvero arrivare a 6,80, se glielo dite all'esame di fisiologia vi assicuro che quelli vi trattano pure male, e vi bocciano.
Che è rimasto? Per il battito cardiaco vabbe': non mi è capitato di vedere valori particolarmente inaspettati. C'è però l'emoglobina (la proteina che porta in giro l'ossigeno all'interno del sangue) che sta mediamente attorno a valori 12-16 g/dl o giù di lì con differenze tra uomini e donne e a seconda di quale libro avete comprato.
Sotto a quei valori si parla di anemia. Sotto a 8 g/dl si parla di anemia grave, che ovviamente è una condizione che non si dovrebbe raggiungere, ma che tutto sommato non è nemmeno così rara da vedere. E poi arriva la signora che non sta poi nemmeno troppo male, fanno le analisi del sangue e trovi una Hgb (emoglobina) = 2 g/dl. Due. E due è molto meno di 12... o di 8, segno che l'ossigenazione delle cellule è una esigenza tutto sommato sopravvalutata.
Concludo con l'ultima cosa che mi è capitato di vedere: signora poverina che sta malissimo. Entra dentro, fanno le analisi per la glicemia e trovano 6 mg/dl. SEI milligrami decilitro, contro i più o meno 100 che dovrebbero essere la normalità.
Se vi ricordate, avevo iniziato con l'altro paziente che di glicemia aveva invece 1900. 1900 contro 6, più di 1800 punti di differenza, un rapporto di 330 a 1 in uno stesso parametro che è di importanza fondamentale per la sopravvivenza dell'organismo.
Il corpo umano è davvero qualcosa di incredibile.
Simone
19 commenti:
ma anche dentro al mio corpo ci sono tutte quelle cose che girano? ma sono abusivi o hanno condonato? e se decidono di fare una protesta? ecco perché non ci sono più le mezze stagioni...
Quando fanno una protesta so' cavoli amari!!! :)
Simone
Sarò strano, ma io sono sempre stato dell'idea che certi mali è meglio NON sapere di averli. Se non sai di avere quel problema stai tranquillo e vai avanti fino a settant'anni. Se per lo caso te lo scoprono, ti creano agitazione, ti tocca sottoporti a duemila terapie, passi dieci anni in cui ogni singolo giorno pensi alla tua anomalia fisica, e a settant'anni crepi lo stesso.
Veramente con 200 di minima o 6 di glicemia in ospedale di solito ti ci porta l'ambulanza... difficile decidere di non sapere quando non riesci nemmeno a stare in piedi o a capire cosa ti dicono gli altri! Che non si debba ricorrere troppo a dottori e medicamenti vari quando si sta bene, invece, lo penso anche io :)
Quello che scrivi è vero, ma facilmente comprensibile se si riflette sulla variabilità individuale (età, sesso, razza e...singolo individuo) e, soprattutto, su come vengono stabiliti i parametri medi. Ad esempio negli usa i valori ottimali di pa furono rivisti al ribasso per due motivi: le case farmaceutiche (e noi farmacisti) avrebbero venduto di più e i medici sarebbero stati più al riparo da casi di malapractice se qualcosa nella terapia andava storto ("ho dovuto metterti in terapia, rientravi nelle linee guida"). Oppure ci sono motivi persino surreali, e ti racconto questa storia vera: una bimba nacque con un raro problema cardiaco di entità X, l'indicazione all'intervento era a partire da 0,3X perché da 0,5X era prevedibile una rapida morte; ma la piccola aveva anche un altro problema Y per cui gli anestesisti dissero non possiamo addormantarla per operarla, ci dispiace; allora i pediatri andarono dai genitori e dissero la bimba è condannata ci dispiace; però la bimba non moriva, tutti contenti ma i medici si chiedevano come fosse possibile, finché un medico con pensiero laterale disse "scusate ma chi ha detto che sopra 0,5X non si sopravvive tanto che noi da 0,3X operiamo tutti?", risposta: "è scritto nei protocolli", "si, va be', ma chi ha scritto i protocolli?", "sono redatti sulla base delle linee guida", "e queste chi le ha stabilite?".....insomma lo staff si lanciò in una metanalisi/ ricerca bibliografica a ritroso e si scoprì che alla scoperta di questo problema, negli anni '70 (e quindi con conoscenze e le terapie di 40 anni fa), in un congresso non ci si riusciva a mettere d'accordo su quale valore fosse compatibile per la sopravvivenza, si andò allora per alzata di mano e poi si fece una media un po' ad occhio stabilendo che a 0,5X dovevi morire, da li discesero anche i valori che davano indicazione all'intervento, etc, etc.....è si operarono in perfetta buona fede molti bambini che probabilmente non ne avrebbero avuto bisogno.
e si operarono
Be' certo i vari intervalli di riferimento nascono anche da casistiche o da situazioni anche come quelle che descrivi tu.
Però la medicina "moderna" (parlo degli ultimi 20 anni) si basa su risultati statistici che sul grosso numero bene o male sono verificabili e sotto gli occhi di tutti. Le persone che non controllano la pressione, per dirne una, sono più soggette a determinate situazioni spiacevoli e chi fa determinati controlli - sempre sui grandi numeri - tende a evitarsi altri problemi.
Poi mi dirai che ci sono tanti altri fattori predisponenti che non possiamo nemmeno controllare, ma fregarsene di tutto sperando di cadere fuori dalla statistica è una scelta che al limite lascerei ai pazienti, e non ai dottori al posto loro e se uno ti chiede "scusi come sto?!" devi per forza dirgli le cose che hai studiato. :)
Simone
Però io non dicevo che i valori di riferimento siano tirati a caso e che quindi vadano ignorati (d'altronde ogni giorno mi portano in farmacia le analisi da leggere, a misurarsi la pressione, a fare gli meato chimici basilari che, oltre tutto facciamo anche pagare, ci mancherebbe che volessi sostenere che è tutto inutile), facevo solo notare che se si ha presente la variabilità da individuo a individuo e il (conseguente ma non solo) fatto che non sempre è possibile stabilire dei valori assolutamente positivi o negativi (anche perché spesso ancora non ne comprendiamo del tutto il significato, vedi il colesterolo negli anziani) si comprende meglio perché le analisi non ci dicono tutto e un bravo medico pretende sempre di visitare e parlare con il paziente. Insomma: non è...ingegneria dove se il carico su un pilone supera X puoi star sicuro che crolla ;-)
Emato
Ah, e una cosa importantissima: le statistiche poi bisogna iinterpretarle (dici: "ma come sono numeri....sono oggettivi"....magari!). Domani faccio uno studio in cui dimostro che gli ospedali sono i posti più pericolosi del mondo. Comincerò pubblicando la classifica (oggettiva e incontrovertibile) relativa ai posti dove si muore di più ;-))
Valerio: ok ho capito benissimo, certo c'è molta variabilità individuale.
Comunque ti stupirà, ma anche la resistenza del calcestruzzo è stimata in maniera statistica come per le cose mediche. Per cui dopo un carico limite il palazzo dovrebbe crollare, ma generalmente i materiali sono più resistenti di quello che si era ipotizzato nella progettazione e resiste a carichi maggiori. :)
Simone
Chiaro che "hai capito benissimo"....in fondo io riprendevo
solo quello che dicevi nel tuo post :-) Ps: non mi stupisce, ma evitavo di allargare troppo i termini della questione :-))
Ciao. Verifiche agli stati limite, classi di resistenza del cls...oddio mi viene l' ansia!
Un edificio e il corpo umano hanno molto in comune, è tutta questione di armonia delle parti, di equilibrio tra fragilità e resistenza ma, con mio grande stupore, il corpo umano può decidere di farti il gesto dell' ombrello e mostrarti la sua fragilità insieme alla sua resistenza, è il suo funzionamento e la capacità di adattarsi e guarirsi che lo rendono perfetto.
Veronica
Nella natura c'è qualcosa di molto "ingegneristico"... anche se è tutto molto più complesso e raffinato.
Simone
quindi questo ortopedico non aveva tutti i torti a convincere l'anestesista a eseguire l'intervento:
http://www.youtube.com/watch?v=g9eceK2_vZg
:-)))
È verissimo, c'è molto in comune in comune con l'ingegneria, la contrapposizione che avevo fatto aveva dei limiti di cui mi' rendevo conto mentre la scrivevo; solo che in fisiologia, patologia e farmacologia il numero di variabili che si dovrebbero conoscere e raccordare per avere un vero "quadro ingegneristico" è sconfinato e allo stato dell'arte della medicina è dura.....
Ahaha, a sti anestesisti non gli va mai di fa niente! :)
Simone
Grazie per i tuoi post! Quando lo studio per il test non va bene, quando non ne posso più delle crocette, faccio una pausa e vengo a leggere il tuo blog, e mi ricarico. Sì, voglio fare davvero il medico. Dopo la pausa però torno a studiare:) in bocca al lupo per tutto !
Anna: crepi il lupo! E in bocca al lupo anche a te!!!! :)
Simone
Posta un commento