Medici non entrati in specializzazione. |
Durante uno degli ultimi tirocini, mi è capitato di discutere con una sorta di direttore sanitario, dirigente ospedaliero o insomma una persona di quelle che conoscono i meccanismi dell'ospedale.
E non so come, è venuto fuori il discorso lavoro/specializzazione.
«Ho sentito dire di una persona» gli ho detto io, «che dopo la laurea ha lavorato in un piccolo pronto soccorso con un contratto di collaborazione e con partita IVA».
Lui, però, è stato abbastanza lapidario.
«Non è possibile. Per lavorare in una struttura sanitaria, anche con un contratto precario e temporaneo, c'è bisogno comunque e in ogni caso di una specializzazione».
Capito? Io, a dire il vero, no: o questa persona di cui mi hanno parlato in effetti non lavora in pronto soccorso, e se l'è inventato (cosa - a mio parere - tutto sommato non impossibile). Oppure i dirigenti ospedalieri non sanno come funziona il posto che dirigono... che se ci penso, ahimé, non trovo del tutto impossibile nemmeno questa.
Ma, ok, cambiamo del tutto situazione e scenario. Andiamo tra gli studenti:
«Che specializzazione vuoi fare?» è la classica domanda che - presto o tardi - viene sempre fuori.
«Proverò a entrare nella specializzazione X" è l'ancor più classica risposta.
Un po' meno scontata è forse la domanda successiva, che faccio io ogni tanto:
«Cosa farai, se non entri?»
«Se non entro nella specializzazione X, allora proverò l'anno successivo a entrare nella specializzazione X»
Dove X ovviamente = X, la stessa specializzazione di prima.
Il senso del discorso, è che nessuno dice "se non riesco a entrare, provo qualcos'altro". Gli studenti di medicina sono tutti puntati e concentrati sulla loro specializzazione (che magari hanno dovuto scegliere 2 o 3 anni prima della laurea) e al di fuori di diventare medici specialisti non hanno altro progetto che quello di diventare specialisti medici.
Che a me pare giustissimo, no? Mi piace fare una cosa, per cui voglio fare quella: non c'è da discuterne.
Solo che i posti in specializzazione sono meno dei medici che si laureano. Ora non so farvi bene i conti precisi, ma a fronte di 10 mila posti al test di ammissione in medicina, si scende a 3500 borse di specializzazione per lo scorso anno che - così ho sentito dire - verranno ulteriormente ridotte a 2500 già dal prossimo concorso.
Cioè a seconda dei numeri che cambiano di continuo un medico su 2, su 3 o addirittura un medico su 4 trova posto in una scuola di specialità, mentre gli altri no.
E cosa fanno, questi altri rimasti fuori? Chiediamoglielo!
«Cosa farete, se non entrerete in specializzazione?»
«Se non entriamo in specializzazione, proveremo il concorso per entrare in specializzazione».
Ci siamo?
Da un lato, c'è la dirigenza, la parte organizzativa dell'ospedale, che non concepisce l'idea che qualcuno lavori in mancanza di un titolo specialistico. Non è proprio assolutamente minimamente pensabile che un non specialista si occupi di medicina. Lasciate proprio perdere.
Che poi, se vogliamo, è come se volessero dire che ti laurei in un ospedale che non ti rende in grado di lavorare nel medesimo ospedale che ti ha formato (perché - esplicitamente - se non ottieni dei titoli aggiuntivi loro non accettano di lavorare con te)... ma non cambiamo argomento, che se no non ne usciamo più.
Dall'altro lato - dicevo - i futuri medici non hanno un piano B: se non mi specializzo, mi specializzo. Altrimenti mi specializzo. Se no - dicevo - penserò a una specializzazione.
E poi, sopra tutto quanto, c'è uno Stato che ha creato un meccanismo dove prima mette un numero chiuso a monte, con il test di ammissione in medicina. Ma poi a valle non ha più i fondi per portare a termine la formazione di tutti, e impone una seconda scrematura, lasciando chissà quanti medici con una formazione incompleta.
Ma insomma. Ammettendo che tutto sommato di cosa faranno i miei colleghi medici è forse meglio che si interessino loro, parliamo piuttosto di me: che farò io che a specializzarmi dopo la laurea non vorrei provarci nemmeno?
Finora mi andavano bene i corsi da ecografista, un paio di master, e poi quel che succede si vede. Ma confesso che - di fronte all'assoluta certezza e determinazione di tante persone che ritengono che una specializzazione sia più che indispensabile - un po' mi sto preoccupando.
Io sono ancora deciso a seguire i miei progetti, infischiandomene di tutto e di tutti. Ma non è che sono così fuori di testa da non dare minimamente ascolto a nessun altro: e se poi - davvero - non basta?
Se davvero dopo la laurea in medicina, con la laurea in medicina non ci faccio niente? Non mi toccherà mica tornare a fare l'ingegnere?!
Meno male che - per lo meno - non ho mai cancellato l'iscrizione all'ordine...
Simone
49 commenti:
Zerocalcare, o meglio il suo amico armadillo, direbbe: sticazzi (leggilo, ti piacerà). Ovviamente non lo direbbe solo lui, ma per ora lo sto leggendo e diffondo il verbo.
Io ti direi di provare comunque il concorso per la specializzazione. Male che vada, non lo passi e continui con master e simili. Per quanto ne so io, da neolaureato qualcosina la puoi fare, tipo le guardie (che sarebbe pure quello che vorrei fare io...) e le sostituzioni dei mmg. L'alternativa è specializzarsi all'estero.
Adesso un discorso più generale. Questa doppia strozzatura è un'inculata. Io sono dell'idea che il numero chiuso a medicina serva, se stabilito in modo sensato e programmando il giusto numero di medici da sfornare ogni anno. Personalmente, ridurrei gli attuali 10000 posti a circa la metà, ma questa è una mia idea. In specialità servirebbero comunque meno posti dei laureati, per avere un po' di selezione, ma non uno ogni quattro. Farei in modo che l'80% dei medici si specializzi, con la possibilità per i medici non specializzati di svolgere una qualche attività utile ma più generica.
Da quel poco che sto leggendo per ora, mi sembra che si stia cercando di caricare di più sugli infermieri, di avere meno bisogno di medici e di regolamentare i mmg (che oggettivamente sono un po' troppo pagati).
Questo è il mio pensiero postprandiale, capirai che sono più intento a digerire che ad articolare il mio pensiero e a tradurlo in parole.
Proprio un paio di giorni fa in una rivista di settore mi sono capitati davanti agli occhi i numeri dell'argomento; ve li riporto sperando siano veritieri: 10'000 matricole annue a medicina, 90% di laureati (quindi 9'000 laureati all'anno considerato che a regime i ritardi più o meno si compensano), 4'500 posti in specializzazione+900 al corso mmg. Quindi quasi la metà dei medici salta da un anno all'altro senza entrare in specializzazione, andando praticamente a saturare i posti l'anno dopo, o restando nuovamente fuori, ma dal punto di vista matematico ogni anno si crea/conferma un nuovo 40% di medici che non accedono e si sommano al 40% precedente (mi sa che mi sto capendo da solo...). D'altro canto resta il fatto che io medici non specializzati che lavorano a Roma ne conosco due (forse tre) e tra contatti in ambito professionale, parenti e amici direi che di medici ne conosco sicuro un centinaio....quindi qualcosa non torna. Una spiegazione parziale potrebbe essere che funzioni come per noi farmacisti: per lavorare nel pubblico è obbligatoria la specializzazione ma se l'ospedale di provincia non trova lo specializzato può coprire il ruolo anche con uno che ha solo la laurea quinquennale. Ma bastano i posti un po' meno ambiti a far tornare i numeri di sopra? Non mi pare...e allora boh....
Valerio, i numeri sono ancora più preoccupanti: oltre il 95% di laureati (facoltà col minor numero di abbandoni), confermo i 10000 posti, ma dal prossimo concorso, come ha detto Simone, 2500 posti in specializzazione. Credo anche io che nelle strutture private si possa lavorare con la sola laurea, magari qualcuno potrà confermare o smentire. Però hai fatto notare il problema principale: i medici che non passano, non vengono smaltiti, ma si accumulano.
L'articolo che ho letto io parlava di 2'500 posti di specializzazione nelle università statali più 2'000 in quelle semi-private (tipo Cattolica).
Credo anche io che in mancanza di specialisti in alcuni posti basti la semplice laurea. Però è tutto un po' un'incognita. La specializzazione la posso pure provare ma le possibilità restano scarsine e bisogna comunque organizzarsi anche per lo "scenario" peggiore in cui magari non si entra da nessuna parte... che di ritrovarmi alla fine senza sapere cosa fare non mi va per niente! :)
Simone
Partendo dal presupposto che, purtroppo, in questo mondo c'è abbastanza spazio per tutti ma che nel mondo del lavoro c'è spazio solo per pochi eletti... Io detesto che si dia a così tanta gente l'opportunità di studiare e credere di potersi realizzare nella vita per poi buttar giù ogni speranza con un soffio di vento. Detesto questa cosa. Non mettere tanti posti per i CdL a numero chiuso se già sai che non farai altro che lasciare a zonzo un sacco di laureati. Purtroppo per i medici vale come per tutti gli altri. O hai una specializzazione, o sei fuori. Anche se le tue conoscenze e competenze sono superlative assolute. Fa fede il titolo. E la raccomandazione... Mai dimenticarcela.
Da povero lavoratore precario in procinto di perdere il lavoro, il mio commento non potrebbe essere che "prova l'ingresso in una scuola di specializzazione". Nell'ospedale dove lavoro io, ad esempio, abbiamo un allergologo che, di fatto, fa il lavoro di ecografista. Poi magari avrà un ambulatorio suo etc etc etc... Ma Fa soprattutto l'ecografista.
Il tutto prenderebbe altri 6 anni del tuo tempo. Certo non fa piacere. Ma rincorreresti comunque il tuo sogno=)
Scusa il mio commento arrabbiato ma detesto il lavoro così come viene inteso in Italia è__é
Nicolò
D'altro canto di medici disoccupati praticamente non ne conosco, alcuni fanno lavori che probabilmente detestano (ma non è detto ;-) ) tipo mettere i timbri autorizzativi sul retro delle prescrizioni dei mmg per assistenza integrativa, o garantire la presenza in avvenimenti sportivi con continui contratti occasionali (scusate l'ossimoro) , o fanno i prelievi nei laboratori d'analisi privati, ma bene o male lavorano tutti, un paio l'informatore scientifico, e di questi tempi è comunque qualcosina.
ma io so che per specializzarsi pagano 1800 euro al mese, perchè non tiva proprio di entrarci?
Nicolò: mi spiace per il tuo lavoro! Per me il sogno era la laurea mentre altri 6 anni di "attesa" mi paiono troppi.
Valerio: quando parlo di corsi vari e master mi riferisco proprio alle possibilità di lavorare facendo altre cose, infatti.
Anonimo: un po' non mi fa impazzire l'idea che molte specializzazioni non siano ancora completamente formative e che si debba fare corsi e master anche dopo, magari all'estero. Un po' finire a 45 anni e ricominciare ancora da capo non è una bella prospettiva. Poi ripeto visto che entrare è utopico mi pare più sensato comunque organizzarsi per un progetto più concreto e realizzabile.
Simone
Purtroppo l'Italia è un Paese dove tutto è organizzato a cazzo e che ad andare avanti sono sempre i soliti figli di papà … è un sistema che ti spezza le gambe e che non ti da la possibilità di realizzarti. A questo punto io credo che sia più onesto, a fronte dei 2500 posti in specializzazione, ammettere il prossimo anno al massimo 4000 studenti in tutta Italia per evitare di lasciare a casa tanti infelici e frustrati.
Io conoscevo un medico che con la sola laurea lavorava in un centro di dialisi privato, poi riuscì ad entrare a medicina legale ed andò via.
Secondo me Simone devi provarci ad entrare in una specializzazione, verresti pagato e lavoreresti come un medico … vivila come se ti avessero fatto un contratto precario di 5 anni e dopo si vede … quanto meno ti ritrovi il titolo di specialista e prima o poi qualcosa ci fai. Io non lo so, parlo molto da ignorante in materia, ma credo che senza specializzazione il percorso si complica ulteriormente.
Giuseppe: io sono contrario a ridurre i posti per la laurea. Dovrebbero aumentare le possibilità dopo, non ridurle ancora di più. Se uno vuole fare il dottore non è giusto impedirglielo.
X TUTTI: Continuate a dirmi di provare e vi ringrazio per la fiducia. Resta il discorso del post: tutti convinti a entrare quando i posti sono sempre meno. Non entrare è la prospettiva più probabile e per la quale bisogna organizzarsi, non il contrario.
Noto comunque un certo scoraggiamento diffuso. Cioè nessuno dice "ma che ti frega la specializzazione non serve". Mi sa che stiamo messi male... :)
Io sarei il primo a volertelo dire che la specializzazione non serve a nulla perché odio profondamente questo sistema organizzato per distruggere la cultura e la formazione in Italia ... ma purtroppo non è cosi e bisogna prenderne atto. Alla fine, se vi sono buone possibilità di inserirsi anche senza specializzazione, allora chissenefrega ... ma bisogna essere certi di quello che fa
diedi un'occhiata sul sito di emergency per capire quali figure ricercassero: anche li si cercano solo medici specialisti !!!
Simone, però non ti capisco: l'università ha bisogno di programmazione e sostenibilità economica, non si può correre dietro le vocazioni del momento, inoltre se poi c'è necessità di X medici farne laureare 2X è antieconomico e frustrante per loro.
Valerio: io non capisco invece proprio il bisogno di programmare. Quando facevo ingegneria non c'era numero chiuso e quelli bravi lavoravano tutti. Qui con la fissazione di selezionare i professionisti a priori il risultato è l'esatto contrario. Qualcuno potrebbe voler diventare dottore solo per piacere personale o per andare a esercitare in africa o 1000 altri motivi. Che lo stato ti consenta di realizzare le tue aspirazioni solo nell'ottica di assumerti e inserirti tra i propri dipendenti (cosa che di fatto non fa vista la carenza di posti) lo trovo invasivo e ingiusto. Tra l'altro io so che con i titoli necessari lavorerei certamente nel privato perché so fare bene il mio lavoro, al contrario lo stato non ti fa specializzare o iscrivere all'università non sulla base di capacità reali ma con test a crocette che con la realtà lavorativa hanno poco a che fare. Studiare non è un premio ma un diritto, secondo me.
A parte che il fatto che uno che vuole laurearsi per diletto o per fare volontariato è una situazione talmente rara che onestamente in un ragionamento concreto non mi pare rilevante, l'Università deve per forza programmare il numero dei docenti, dei laboratori, etc...specialmente per le facoltà scientifiche. Inoltre le tasse universitarie coprono solo una piccola parte del costo di uno studente universitario. Inoltre possono non piacerci le crocette, per carità, ma è come per i titoli o il curriculum scolastico: chi dice chi è più bravo a fare una cosa? Faccio provare tutti i laureati in medicina a fare il cardichirurgo o mi regolo assumendo tra un non specializzato e uno specializzato in cardiochirurgia il secondo per fare il cardiochirurgo? Io direi la seconda, poi magari una volta su 1000 quello senza specializzazione era un talento naturale, ma nessun sistema è perfetto...
A parte che il fatto che uno che vuole laurearsi per diletto o per fare volontariato è una situazione talmente rara che onestamente in un ragionamento concreto non mi pare rilevante, l'Università deve per forza programmare il numero dei docenti, dei laboratori, etc...specialmente per le facoltà scientifiche. Inoltre le tasse universitarie coprono solo una piccola parte del costo di uno studente universitario. Inoltre possono non piacerci le crocette, per carità, ma è come per i titoli o il curriculum scolastico: chi dice chi è più bravo a fare una cosa? Faccio provare tutti i laureati in medicina a fare il cardichirurgo o mi regolo assumendo tra un non specializzato e uno specializzato in cardiochirurgia il secondo per fare il cardiochirurgo? Io direi la seconda, poi magari una volta su 1000 quello senza specializzazione era un talento naturale, ma nessun sistema è perfetto...
Io già distinguerei studiare da lavorare. Studiare è un diritto, e puoi farlo senza iscriverti all'università o alla specializzazione. Quello per cui si lamentano le persone invece è che poi non trovano lavoro oppure non possono fare di quello che gli piace un lavoro. Solo che lo mascherano dietro un diritto.
Bisognerebbe mettersi dall'altra parte invece. E se fossi il legislatore e non lo studente?
Secondo me per prima cosa bisogna mantenere un numero di professionisti adeguato alla mole di lavoro attualmente da svolgere. Applicare il "libero mercato" alla sanità (cui non credo vada applicato) è rischiosissimo: se abbiamo una pletora di dentisti, pur di lavorare questi si inventeranno carie che non esistono, se abbiamo una pletora di ecografisti servirà un'ecografia anche per un brufolo e via di questo passo..... insomma diventano i professionisti a stabilire la mole di lavoro (ovviamente entro certi limiti). Credo che una volta quando i medici erano pochi, casi come la clinica s.rita (che si inventava tumori per ottenere i rimborsi sanitari) fossero impossibili. Ma se il tuo unico strumento è un martello, quasi tutto assomiglia a un chiodo. Quindi ammesso che secondo me una regolamentazione serva, e ammettendo che nessun sistema di selezione delle persone sia perfetto, si può solo cercare di selezionare i migliori secondo qualsiasi criterio che ci sembra opportuno: test, crocette, prova pratica.... tanto ognuno avrà dei pro e contro. Le crocette non hanno a che vedere col malato, la prova pratica apre la via a magheggi e baronie varie e via di questo passo. Quando ci sono le crocette, allora lo strumento adeguato è la prova pratica, quando è quest'ultima, allora è meglio tenere conto dei voti, etc etc etc.
Invece una cosa che mi sento di criticare e di cui nessuno si interessa è: ma come decidono quanti sono i posti in medicina anno per anno??? Di solito paventano cose tipo "tra X anni carenza di medici" " X mila medici hanno più di 70 anni".... ma ho il sentore che siano gli stessi che prevedevano che con l'euro sarebbe andato tutto bene o che le pensioni sarebbero bastate per tutti o che il SSN sarà sostenibile per sempre.... Ci sono solo tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche. Di solito dicono: siamo in 300000 medici e saremo solo 150000 tra 10 anni!!!Bisogna provvedere! Ma...... se alla popolazione 150000 medici in futuro fossero più che sufficienti??? Anche agli infermieri avevano applicato le stesse tattiche "da grancassa". Però, se il futuro andasse sempre come previsto, saremmo a posto. E di veggenti (di capacità quantomeno dubbia )penso che le conferenze Stato-Regioni siano piene. Matteo
Valerio: ognuno ha le sue opinioni, certo. Però a suo tempo senza numero chiuso ingegneria aveva più o meno il 100% di laureati occupati. Col numero chiuso al contrario chissà come non c'è più posto per tutti.
Se entri a cardiochirurgia di fatto diventi cardiochirurgo, non esistono specializzandi che non arrivano a fine percorso. Questo vuol dire che tra 2 medici assumi come cardiochirurgo quello che mette bene le crocette ed entra in specializzazione. Dove sta il talento in un sistema dove una volta ammessi non si può fallire?
Comunque ognuno ha le proprie ragioni, io penso che a fare l'ingegnere ero capace perché semplicemente se non sei capace in ingegneria entri di sicuro però poi non ti laurei.
Matteo: certo ogni cosa ha pro e contro. Però le crocette è un sistema dove per assurdo uno con l'emofobia può entrare in una scuola di chirurgia.
I numeri sono veri, i posti per i medici ci sarebbero. Solo non ci sono soldi per pagare gli specializzandi, per cui tagliano le specializzazioni e assumeranno specialisti stranieri o che si sono formati a spese proprie all'estero.
Simone
Comunque scusate, nel senso che non volevo tanto entrare nel discorso numero chiuso/aperto quanto condividere questa incertezza per il dopo laurea che un po' mi fa riflettere... come credo faccia riflettere un po' tutti e non solo gli studenti di medicina :)
Simone
se vuoi riflettere ancora di più, fatti un giro su doctor33. ogni giorno ci sono notizie che rendono più incerto il futuro.
Ciao Simone! È un po' che seguo il tuo blog e questo percorso che stai seguendo, e sono veramente ammirata ed anche un po' invidiosa del coraggio che hai dimostrato nell'intraprendere questo nuova scelta di vita! Ci sto pensando anche io, in realtà, ma ho paura di cosa possa comportare questa scelta... potrei farti qualche domanda? Ho degli amici che si sono già laureati in medicina, ma a dirla tutta mi vergogno un po' a chiedere a loro :( grazie in ogni caso! :)
Caro collega, purtroppo oggi per lavorare ti viene richiesta una specializzazione in qualsiasi azienda ospedaliera ma ti dirò di più, scordatevi contratti di lavoro a tempo indeterminato è rarissimo trovarne almeno in aziende pubblichesi entra nel ciclo delle partita iva o dei contratti da precari rinnovabili a tre mesi. Quello che è possibile fare da neoabilitati non specialisti in possesso del solo titolo di laurea in medicina e chirurgia sono le sostituzioni mediche in continuità assistenziale (Guardia medica) e dei medici di base. Attenzione, parlo di sostituzioni, perché per fare il medico di base e il titolare di GM bisogna entrare in un altro corso di specializzazione triennale gestito dall'ordine e il cui concorso viene indetto dalla regione di appartenenza. Al termine del corso si viene inseriti in una graduatoria regionale per poi andare ad occupare i posti vacanti per pensionamento dei titolari (quando questi non ti chiedono 60.000 euro in nero per la loro buonauscita e per lasciarti i loro assistiti, cosa ovviamente illegale.) Lo scorso anno sono stati 4500 i posti in specialità ospedaliere, e circa 900 in Medicina generale. il numero dei laureati è intorno ai 9000 ogni anno. fatevi un po' i conti di quanto siano i disoccupati o sottoccupati giovani medici in queste condizioni.
Nimbus: ok :)
Gio87: non ti basta il blog dove dico tutto?! :) chiedi pure!
Anonimo: è vero quello che dici! Però una metà almeno di medici "a spasso" mi pare troppo... dove stanno tutti quanti? Per me qualche alternativa deve essere possibile!
Simone
Simone...premettendo che questo sistema mi sembra sempre più contorto e assurdo (sono al primo anno con un' altra esperienza universitaria sulle spalle) e che non è affatto giusto programmare l'accesso di 10.000 studenti senza garantire loro di poter continuare (ma pretendendo di fatto una specializzazione per poterlì far lavorare) arrivo al dunque...come "piano B" non hai pensato ad un futuro come MMG?
Elisa
La medicina generale è una sorta di specializzazione. Col taglio dei posti alla fine si fionderanno tutti lì non è che ci siano comunque tutti questi posti. Personalmente la medicina generale mi piace ma è un lavoro sempre più burocratizzato si rischia di fare solo carte su carte...
Io oggi ho chiesto a un paio di medici ormai amici che bazzicano la farmacia secondo loro che prospettive potevi avere (sintetizzandogli al massimo il suo percorso): 1a risposta- cercasse di entrare in una qualche specializzazione anche turandosi il naso, oppure gli conviene andare all'estero- 2a- finirà a fare prelievi e notti nelle residenze per anziani, altrimenti potrebbe provare a fare esperienza con le ong all'estero, perchè dopo un tot anni può stabilizzarsi come dirigente in Italia- ; entrambi sono scettici (come me) sulla possibilità di avere mercato tra i pazienti in privato, ma su questo in effetti conta più il parere del pubblico che del medico o del farmacista. Scusa se non ti do buone notizie ma ti giro pari pari le loro opinioni sperando possano esserti utili, se vuoi all'occasione contonuo a chiedere.
Oddio comunque questi me la tirano! :(
Comunque grazie lo apprezzo molto! Il mio prof dice che con master ed ecografie non avrò problemi a lavorare. A chi dare retta?!
Simone
In effetti hai ragione, Simone. Ma che fare? Bisogna essere preparati a qualunque evenienzaa...pensa a qualcosa che ti potrebbe piacere e poi agisci, prova e non lasciare nulla di intentato ;) spero che le cose migliorino un po' x noi in un futuro non troppo lontano. In bocca al lupo :)
Elisa
Beh, Luttazzi con la laurea in medicina ha fatto il comico!
pure Marco Marzocca e Cesara Bonamici lavorano in tv con la laurea in farmacia, e la Mussolini con quella in medicina si è buttata in politica...che sia il futuro e noi non lo abbiamo capito? Simone, comunque se il tuo prof dice così è probabile che abbia ragione lui, perchè evidentemente sa qualcosa che gli altri ignorano....però chiederei per trovare una conferma.
Io in effetti con la laurea in ingegneria volevo fare lo scrittore! :) continuerò a chiedere e a informarmi, ma la verità è che forse risposte e certezze vere e proprie non ci sono e dipende anche un po' da fattori come l'iniziativa personale, la capacità e la fortuna.
un commento al volo dal lavoro (cosa che non faccio mai per ovvie ragioni; )oggi un altro medico amico è passato in un attimo di calma e secondo lui c'è spazio (ovviamente solo nel privato) per un laureato in medicina senza specializzazione che si dedichi a settori specifici come le ecografie, a patto che sia veramente in gamba, in grado di creare un buon passaparola con un po' di public- relations, e sapendo che con una specializzazione adatta potrebbe ottenere lo stesso risultato faticando il 30% in meno...però lo spazio per lui c'è!
Valerio: e dai, finalmente una versione un po' meno pessimista! :) poi se oltre alle ecografie esce fuori che col master posso lavorare in qualche pronto soccorso allora è proprio come mi dice il mio professore (ma finché non lo vedo ci credo poco). Aggiungo che mio zio (unico dottore in famiglia, lui ha 2 specializzazioni kane i credo) mi consiglia pure di fare qualche corso post laurea in cardiologia così con i miei pazienti (privati ovviamente) posso giustificare anche di fargli un elettrocardiogramma. Secondo lui corsi post laurea servono più per "presentarsi" che altro, perché se ti presenti come medico senza altro semplicemente non si fida nessuno.
Simone
Ti ringrazio davvero per esserti interessato a questo modo, in ogni caso! :)
Simone
raccolto ora altro parere positivo (sempre premessi gli spazi comunque stretti); lei (era una donna 'stavolta)consigliava un master in medicina estetica, ma le ho detto che non lo vedevo nelle tue corde...
poi un giorno parliamo di come vangono resatte le carte intestate dei medici per attirare "pubblico"...entrato ora un altro amico anestesista lui vede spazi molto molto stretti, come medico di guardia nelle cliniche private, dove secondo lui non si sta neanche male ma si va per raccomandazione. ora me ne vado a casa ma sono contento che dopo le prime chiusure qualche apertura comunque è arrivata..ciao.
ps: in ospedale pubblico dicono tutti che non è possibile, ma c'è anche da dire che 2 su 5 non sapevano che esistesse il corso triennale da mmg... riciao
Valerio: grazie ancora! Le guardie nelle cliniche già immaginavo fossero fattibili, e magari sarebbe anche apprezzata l'esperienza in pronto soccorso... ma credo sia la stessa cosa a cui si riferiva qualcuno parlando di "fare le notti in ospizio".
Per la medicina estetica direi di no... mentre riguardo al MMG loro se hanno una certa età credo il corso non dovessero nemmeno farlo essendo abilitati in automatico.
Simone
so che forse sarò impopolare e mi scuso preliminarmente ma..... sono contrario al numero chiuso sia nell'ingresso alla facoltà che nelle specializzazioni.
Se non ci fosse numero chiuso la moria degli studenti sarebbe molto alta(il fatto che ci sia il numero chiuso toglie di mezzo i meno motivati sin dal principio...ma anche i motivati che hanno scarse conoscenze di base, probabilmente provenienti da superiori in cui si aveva difficoltà a portare avanti una classe di pecore con due tre che volevano studiare seriamente, conoscenze di base che non so quanto contribuiscano effettivamente a formare il medico ), ma alla fin fine si tratterebbe di una sorta di selezione naturale e molto onestamente ciascuno addosserebbe solo a se stesso il fallimento della laurea o del sogno di diventare medico , come accade negli altri corsi che non prevedono numero chiuso e questo con buona pace di un ampio mugolo di sospiri ogni settembre.
Il problema della selezione scolastica è a monte:se la scuola superiore selezionasse come si deve prima dell'università non ci sarebbe una massa di diplomati senza senso che intasano i corsi di studi successivi.
Non so voi, ma nella mia classe forse solo il 30% era effettivamente motivato a studiare come si deve...il resto ha conseguito un diploma privo di conoscenze di base ...ma l'hanno conseguito lo stesso e questo ,credo, sia sbagliato(se si ha un titolo di studio è anche giusto che abbia un valore dato dalla serietà dell'istituzione stessa e che di per se indichi una certa spendibilità nel mondo del lavoro).
Probabilmente se la scuola superiore funzionasse seriamente si impegnerebbero un po' tutti (studenti, famiglie e docenti)anche prima dell'università oppure chi vale andrebbe cmq avanti e chi non vale troverebbe altro da fare nella vita(eccezioni sporadiche e in numero esiguo a parte).
Per quanto riguarda il lavoro...in Italia non c'è e vuoi fare il medico lo stesso e c'è il problema della specializzazione? ok,lasciate che l'ingresso nella specializzazione sia aperto e libero e tu studenteti specializzi e impari una lingua straniera come si deve e, se proprio vuoi e ti piace esercitare la professione di medico vai altrove, all'estero dove magari c'è anche una buona richiesta di medici preparati(classico caso di professionisti che se ne sono andati altrove e vivono meglio di qui sia come stipendio che come opportunità lavorative )....siamo in Europa anche per questo, svegliamoci e cerchiamo di ragionare al di fuori della piccola realtà nazionale che viviamo...
che senso ha, altrimenti stare in Europa?
è dura come visione? mi scuso e rammarico al tempo stesso ....è semplicemente quelo che penso.
Come studente voglio essere libero di formarmi come e dove posso e voglio anche esercitarela mia libertà di scegliere di andare altrove se qui non c'è lavoro....non è che mi sento ancorato ad un paese dove non ho opportunità concrete...
scusate di nuovo ...
In bocca al lupo per tutto :)
Non la vedo proprio al 100% come te, ma anche io sono sostanzialmente contrario al numero chiuso.
Crepi il lupo e grazie per il contributo!
Simone
Simone eh ...lo so....ma , errori di battitura a parte, sai quanti ingegneri , laureati in matematica ...materie scientifiche in generale(ma non solo, anche laureati in lettere)italiani se ne vanno regolarmente via ? Credo che ormai si debba entrare in quest'ottica un po' con tutte le lauree di tipo scientifico , medicina compresa...
Non ho detto che sia piacevole, anzi...ma parafrasando il titolo di un famoso romanzo, va dove ti porta --->la pagnotta :D
Buona notte :) e grazie a te per la pazienza
Peppe
Ma il fatto che non ci possiamo permettere ne da un punto di vista organizzativo (specialmente per le facoltã scientifiche) ne economico (dubito che le tasse universitarie coprano più del 30-40% del costo per far studiare) di avere un numero altissimo e oscillante di iscritti come lo risolvete?
Valerio: io penso che col tempo si arriverebbe a un equilibrio "naturale". Nel senso che a ingegneria per esempio si iscrivevano in tanti ma molti non si laureavano... la grande richiesta per medicina nasce anche - ma ammetto che è un'opinione personale - perché col numero chiuso molti la vedono come la facoltà dove una volta che entri sei a posto e avrai un lavoro assicurato.
Se insomma iscriversi a medicina rappresentasse l'inizio di un percorso piuttosto che il "premio" per chi superà il test probabilmente le richieste sarebbero molto inferiori.
Allo stesso modo entrare in specializzazione automaticamente ti porta a specializzarti e pure lì si pensa (anche a ragione) che entrando si avranno automaticamente dei vantaggi. Se invece uno specialista fosse giudicato per la qualità del proprio lavoro piuttosto che per il concorso che ha fatto prima di iniziare a specializzarsi anche qui le cose sarebbero diverse.
Poi è vero come dici tu, organizzativamente andrebbe rivisto tutto e sarebbe forse troppo complicato.
Simone
Ciao Simone,
ho scoperto da poco il tuo blog ed ho iniziato a leggerlo con piacere. Mi trovo in una situazione molto simile alla tua. Ho una laurea di 5 anni in Biotecnologie ed avevo un lavoro, che ho dovuto abbandonare quando ho scoperto di aver passato il test per medicina (le due cose non erano proprio conciliabili...). Ora sono al terzo anno, sono al passo con gli esami ed ho quasi 31 anni! Leggere le tue parole mi ha dato molto conforto. Nonostante sia sicurissima della mia folle scelta (anche io sono stata tacciata di pazzia dai 3/4 delle persone che conosco)ho i miei momenti di depressione e devo dire che mi hai molto aiutato... Grazie!
Dimenticavo, anch'io sono alla Sapienza!
Ciao! Felice di essere stato di conforto nei momenti difficili... grazie e in bocca al lupo! :)
Simone
Per quanto riguarda il tuo dubbio sul post-laurea (che fra tre anni sarà anche il mio) credo tu faccia bene a sondare tutte le possibili vie ed il master mi sembra una buona idea. Sicuramente senza una specializzazione le cose si fanno più difficili, ma anch'io credo che un medico difficilmente rimane senza lavoro (certo, non sto parlando di un posto fisso). Tanto più che tu, da quel poco che posso aver capito di te leggendoti e senza conoscerti, mi sembri una persona molto in gamba. Quello che non capisco è: perché non vuoi neppure tentare il concorso per la specializzazione? giusto per non avere pentimenti, magari si libera un posto...
Nicoletta (sono quella del post precedente)
Perché non mi va di studiare 1 anno per provare a entrare (se ti laurei a Luglio il concorso è a Giugno!) e poi impiegarne altri 4-5 per poi ritrovarmi magari alla fine a dovere di nuovo inventarmi qualcosa da fare solo a 45 anni invece che a 39.
Simone
Ciao.
capito sul tuo blog tramite un giro piuttosto lungo...
comunque...
il problema, come altri prima di me hanno accennato, è il concetto italiano di lavoro.
più nello specifico, io mi sono finalmente reso conto che in italia il lavoro non è, come altrove, mezzo di realizzazione personale e miglioramento collettivo, ma, meramente, un ammortizzatore sociale.
tanto che il lavoro è considerato un "diritto".
c'è pure scritto in costituzione che questo è un paese fondato sul lavoro.
e se è fondato sul lavoro vuol dire che tutti devono aver accesso al lavoro, costi quel che costi.
sono arrivato a pensare che sia una stronzata.
il lavoro è una "possibilità", come l'esser genitori (altro millantato diritto...): se sei capace lavori, se non lo sei a casa...
invece qui per far lavorare tutti a prescindere da quel che sanno fare (o piuttosto dovrei dire "nonostante" quel che sanno fare...) finiamo per fare tutti una vita del cazzo.
io ho un percorso che assomiglia in qualche modo al tuo, ma in peggio. Nel senso che non sono riuscito a fare per 10 anni il lavoro che sognavo di fare e per cui avevo studiato, e quindi mi ritrovo a riprendere un'altro titolo, all'università.
ma di certo, quando avrò finito, di restare in un paese a cui avevo giurato fedeltà due volte (senza evidentemente prestare adeguata attenzione al fatto che il giuramento non fosse reciproco...) e che per risposta m'ha tradito e truffato, non ne ho voglia.
quindi le mie professionalità andranno altrove.
potrei dirti di fare altrettanto, ma dipende da un sentire che ognuno ha per sè...
in bocca al lupo.
F
Posta un commento