Un'aula durante il test di ammissione. |
Più che altro, si trattava di studenti neo-diplomati appena usciti dalle superiori
È vero che in mezzo ci sta sempre pure qualche vecchietto come me e le tante persone che ho conosciuto attraverso questo blog, ma insomma noi 30-40 enni aspiranti universitari siamo circa l'1% del totale, e nelle logiche dei grandi numeri contiamo relativamente poco.
50 mila diplomati sono più o meno un quinto dei ragazzi che finiscono il Liceo o i vari istituti professionali o come si chiamano adesso.
Dei ragazzi che finiscono le superiori, tra l'altro, non è detto che tutti proprio tutti tutti scelgano una carriera universitaria. Molti andranno a lavorare, o comunque in ogni caso decideranno di non proseguire gli studi, per cui arrivo (ammettendo di poter sbagliare di grosso) a ipotizzare che in linea di principio circa 1 studente universitario su 3 cerchi - come prima ipotesi - di entrare a medicina.
Ecco.
E a voi sembra normale questo? Sembra una cosa - diciamo - comprensibile dati i gusti e le aspirazioni del ragazzo adolescente italiano medio?
Secondo me, a parlare senza mezze misure, è una cosa totalmente fuori da ogni parvenza di ragionamento verosimile.
Nella mia classe del Liceo - ormai (oddio!) 20 e rotti anni fa - su 28 alunni o quanti eravamo, giusto un paio si sono iscritti a medicina.
Gli altri si sono omogeneamente sparpagliati tra biologia, giurisprudenza, odontoiatria, ingegneria (tipo il sottoscritto) architettura... e a tanti come dicevo semplicemente l'università non gli interessava, e non l'hanno fatta.
Che adesso 1 ragazzo su 3, 4 o 5 voglia davvero fare il dottore è - francamente - inspiegabile.
Dico: "inspiegabile", guardando ovviamente la cosa secondo quello che riterrei essere il punto di vista delle normali e fisiologiche e salubri aspirazioni del giovane essere umano tipo. Cresci, ti diplomi, maturi delle idee, sviluppi dei gusti personali, e nella vita provi a realizzare quello che ti piace.
Non credo, non voglio credere, e non crederò mai che la maggior parte degli esseri umani ambisca a infilarsi in qualche corsia ospedaliera, e passare intere giornate a mettere le mani addosso a persone che non stanno bene.
Che un ragazzo su 3 si senta in grado di bucare, tagliare, prelevare, consolare, consigliare e anche e semplicemente veder morire qualcuno sotto ai propri occhi - cosa questa che mi è successa già troppe volte anche solo da studente - è francamente - e assolutamente - inverosimile.
Non che la passione, la voglia, il desiderio di "curare" non possano realmente esistere a quell'età. Cavoli se possono! Ma se uno è schifiltoso di tutto e gli stanno sul cazzo le persone e - che ne so - se vede uno malato gli piglia il panico, con che ragionamento razionale arriva comunque a provare in ogni caso l'ingresso alla facoltà di medicina?
Dove stanno i secchioni innamorati di formule, grafici e funzioni? La gente che adora i computer e che non vorrebbe mai fare altro nella vita che un qualcosa che comprenda uno schermo e un mouse? E quelli che vogliono un lavoro creativo? Estinti aspiranti musicisti, cantanti, scrittori... e pure i semplici fancazzisti - quelli che all'università non ci andrebbero manco morti - che fanno? Provano comunque il test.
Ma perché? Come accidenti gli viene in mente?
Io un po' di motivi me li sono inventati... oppure ci ho ragionato bene sopra o ancora - semplicemente - mi vengono in mente adesso e ve li elenco qui:
1) Ci sono 8 milioni di trasmissioni, serial e programmi sui medici, e la gente "c'è andata in fissa" come si dice in termini aulico-letterari.
2) I genitori pensano che fare il medico sia la cosa più assolutamente indispensabile del mondo, e costringono i figli a iscriversi.
3) La gente non sa semplicemente che cazzo fare della vita, e sceglie un po' tipo a caso. Per dire: io, Ingegneria, l'ho fatta così.
4) Qualcuno pensa che se ci sono 50 mila domande l'anno ne varrà comunque sicuramente la pena, e per questo ci provano pure loro.
5) I miei amici provano il test di Medicina. E allora pure io.
5) Ci sono sempre state tantissime domande per medicina. Cioè: bo'?! Magari è così ma, sinceramente, non credo.
6) Hanno tutti letto il mio blog, e di conseguenza visto il mio trainante fascino ambiscono semplicemente a seguire le mie impronte. E mi sa che qui ci ho proprio preso.
7) C'è la crisi e stanno tutti sotto a un treno. Però nell'immaginario collettivo i dottori sono tutti ricchissimi con la Porsche, il Ferrarino, la Mercedes o la Maserati a seconda dei giorni della settimana (non mi venivano in mente 7 nomi di macchine, scusate) e allora: vai. Medicina è il percorso migliore per una vita agiata in un paese allo sbando.
Che poi, voglio dire: non erano i dentisti quelli che guadagnano tanto? E già da un pezzo odontoiatria non è una specializzazione di medicina, ma una laurea a parte.
Mi sa tanto che - qualcuno - s'è confuso...
Simone
P.S.
Adesso non vi iscrivete tutti a odontoiatria: non si guadagna più così tanto nemmeno lì.
112 commenti:
Ciao Simone, ma lo sai che questa cosa me la sono chiesta io tante volte ? Proprio non riesco a darmi una risposta. Le serie televisive non credo, non sono così stupiti i giovanotti italiani. Secondo me sono i genitori che spingono i figli verso medicina. Credo che dovrebbero un po' aggiornarsi sul fatto che l'era d'oro per il medico è passata.
Matteo
Matteo: in realtà io penso (e dico) sempre che il numero chiuso dà l'impressione che entrando si sia conquistato chissà che... in realtà non parlo proprio di numero chiuso nel post, ma insomma quando dico "se lo fanno tutti ne varrà la pena" un po' il senso è anche quello :)
Simone
credo dalle tue parole che la strada verso medicina dovrebbe essere il punto di arrivo di un percorso di maturazione che un diciottenne non puó assolutamente aver fatto...se non in rarissimi casi...
sì, questa è una posizione che condivido...medicina dovrebbe essere una facoltà per trentenni e anche ultratrentenni, no con adolescenti immaturi. infatti il prossimo 8 aprile, alla tenera età di 28 anni, andró a fare il test.
riki
Riki: be', non credo che un 18enne non possa in assoluto avere le idee chiare. Credo però che a 18 anni si abbiano tante idee diverse e anche alle volte strampalate e imprecise... il senso è che va benissimo che un adolescente voglia fare il medico. Va un po' meno bene che la maggior parte degli adolescenti voglia la stessa cosa.
Poi una scelta fatta dopo può arrivare con maggiore maturità... ma non necessariamente avere 30 anni (o 40) rende più "maturi" che averne 18.
Simone
I tuoi numeri nel dettaglio non mi tornano: i diplomati in Italia mi risultano circa 420k, gli aspiranti al test per medicina circa 85k (non so se inclusa o esclusa odontoiatria), ma la sostanza resta quella che descrivi (1/5). Le ragioni credo siano esattamente un mix di quelle da te elencate (non dimentichiamoci che l'anno dopo l'uscita di Top Gun la US Navy ebbe un boom nelle domande di arruolamento). Giusto, se non ti offendi, vedrei il punto 6) appena un filo in secondo piano rispetto agli altri.
Io credo che la gente si butti medicina proprio per l'appeal che ha nell'immaginario collettivo. Negli anni duemila gli iscritti ai test di ammissione sono andati aumentando in modo costante, tant'è che ogni anno che passa diventa sempre più difficile entrare. L'aumento penso sia dovuto ad almeno un paio di motivi:
- Con l'andare del tempo sprofondiamo sempre più nella merda come paese, salari, potere d'acquisto [...] e si tende a scegliere la via che sembra più "sicura".
- Il mestiere di medico, anche grazie a internet e alle serie tv, ha in parte perso quell'alone di fascino che rendeva la medicina una disciplina per "pochi eletti" (sì qui si va a pescare abbastanza indietro). Questa in realtà è una buona cosa. Anche se non ho l'esperienza per dirlo penso possa influire positivamente nel rapporto medico-paziente, ma è anche vero che stiamo sempre più diventando bersaglio di cause legali.
Nell'immaginario collettivo, comunque, il medico è una professione sicura, ben retribuita e ben rispettata. Tutte cose più o meno vere, ma con dei grandi "però":
- Quella di medico è sì una professione ben retribuita, ma quanti altri mestieri rendono di più senza doversi sciroppare più di 10 anni di studio e 60-80 ore di lavoro a settimana?
- Quanto detto nel punto precedente vale a patto di trovare lavoro. E se cerchi lavoro vuol dire che ti sei specializzato. Sappiamo bene come gira da quel versante. O emigri oppure hai una probabilità su tre (su quattro, su cinque, su dieci) di accedere a una formazione scadente e poco spendibile all'estero.
A tutto questo bisogna aggiungere la difficoltà del percorso: a medicina non serve essere geni, "basta" avere quel minimo di QI che la media di popolazione liceale possiede e avere tanta, tanta voglia di studiare. Anche una bella dose di perseveranza non fa male.
I liceali tutte queste cose le sanno? No. Però è anche giusto (e normale) che si impari a conoscersi per strada. Poi per gli impedimenti come i posti in specialistica c'è sempre il tempo di pensarci strada facendo.
visto che parliamo di numeri, quelli che hanno effettivamente provato il test quest'anno dovrebbero essere 69k, odontoiatri inclusi (gli iscritti erano un po' di più).
da noi ci siamo ripartiti tra:
- medicina (una che è uscita con 100 dallo scientifico e non sapeva scomporre in fattori x^3-y^3)
- ingegneria: 3 (quelli bravi in matematica)
- lettere: 2
- giurisprudenza: 1
- scienze dell'educazione o qualcosa di simile: 2
- economia: 1
- non iscritti: 3
- non pervenuti: 2 (nel senso che eravamo 15, ma due proprio non li ricordo!)
nelle altre classi gli iscritti a medicina non erano tantissimi, magari 2 o 3 ci provavano, ma non era fra le facoltà più ambite. ma diciamocelo, c'era e.r., non c'era dr house (per altro, se il lavoro del medico fosse come quello di una serie, preferirei morire). Io su questo sono d'accordo con Simone e anche sugli altri punti (blog escluso, anche se sicuramente nel mio caso mi è stato d'aiuto sapere che esistono altre persone coi miei dubbi).
Comunque direi Ferrari, Porsche, Lamborghini, maserati, bmw, mercedes, bugatti (insomma simone, la scelta era ampia! devi essere preparato e sapere già adesso cosa comprerai quando diventerai ricco ;) )
Io sono più piccola ma nella mia classe siamo stati in due a entrare, entrambi al secondo tentativo... a provare il test un po' di più (forse 5/20) però alla fine nemmeno negli anni successivi si è aggiunto qualcun altro... mi rincuora appartenere ancora alle vecchie statistiche.. fa vintage!
Ciao Simone!
Mi sono chiesta la stessa cosa. Credo che molti pensino che superare il test sia come vincere alla lotteria. Senza rendersi conto che le vere difficoltà arrivano dopo: anni di studio intenso, lotta per la specializzazione, lotta per il lavoro ed infine anche lotta per la pensione. Io, personalmente, se non avessi avuto una forte passione non l'avrei fatto.
Nicoletta
Anch'io sono anziana: ai miei tempi eravamo in 17 e il test lo fecero in 3 (2 figlie di medico e 1 che non passò e si iscrisse a giurisprudenza).
Ero piccola e confusa, mi iscrissi a Lettere e priva di qualsivoglia stimolo finii comunque in 6 anni!
Sono convinta che i vari serial contribuiscano in modo notevole al boom delle iscrizioni al test; una scelta consapevole a 18/19 anni la vedo veramente difficile.
p.s. fatevi un giro su fb nei millemila gruppi di preparazione al test: foto profilo e di copertina sono a scelta tra Grey's anatomy, Doctor Hosuse e Scrubs
*House -.-"
Quanti commenti... si vede che ho beccato un argomento interessante, almeno per una volta :)
Come faccio a rispondere a tutti?! Proviamo...
Valerio: scusate ho sbagliato i conti, o per lo meno ho messo quelli che ho trovato in giro per la rete... meno male che bene o male il senso del post rimane :)
Andrea: infatti io non critico chi fa questa scelta (avendola fatta tra l'altro a mia volta). Solo appunto ci si chiede perché siamo così tanti... e i motivi che dici sono sicuramente condivisibili.
Nimbus: grazie per aver contribuito ai "calcoli". E la macchina la farò scegliere all'autista, tanto la guida lui...
Therese: 5 su 20 è già abbastanza vicino ai numeri attuali... una volta come vedi era 1 o 2 massimo per classe.
Nicoletta: la passione può anche arrivare dopo, oppure andarsene... quella cosa della lotteria invece penso sia la giustificazione più comune, o almeno una delle più comuni.
Scimmietta: credo che i serial contribuiscano molto, almeno nel dare l'idea dell'esistenza di quel percorso. Cioè se certe professioni non sai nemmeno che esistono non puoi ovviamente restarne affascinato... e tanti telefilm su ingegneri, commercialisti o altro non è che se ne vedano. :)
Le copertine dei gruppi online in effetti sono quelle che dici tu. Ma anche a me verrebbe difficile trovare un'immagine diversa per "rappresentare" lo studio della medicina... a parte quella bellissima del blog che mi ha fatto Luca tempo fa.
Simone
due considerazioni veloci:
1)la tv fa molto...negli anni 90 ci fu il boom di giurisprudenza nel post mani pulite,negli ultimi anni il boom di medicina per colpa di er,third watch,greys anatomy et simila che oltretutto danno false speranze:le colleghe non sono quasi mai fighe e non esistono i dottori con la tartaruga e il sorriso da modello,dovremmo denunciarli per truffa :-)
2)seriamente:il nostro problema è la metodologia di accesso,in primis perchè non indirizza minimamente il candidato(sari un bravo medico perchè sfanghi i 30 quiz di logica con domande inutili?)e poi perchp da campo libero:i numero che citi sono veritieri ma non tengono conto di chi fa il tour de force delle ammissioni:quando lo feci io mi ricordo accanto a me e dietro di me gente che snocciolava il calendario di quei giorni:medicina,fisioterapia,infermieristica,farmacia,economia,odonto e tutta una serie di altre facoltà a test con il concetto del:tanto basta che entro da qualche parte.io dopo aver passato la forca caudina di ingegneria ed ora di medicina resto dell'idea che il sistema migliore è quello svizzero:iscrizione libera al primo anno,tetto di posti disponibili,passano i primi X in base alla media alla fine del primo anno.forse così hai gente veramente motivata e che non scalda banchi per il gusto italico del pezzo di carta.
DC: è vero, bisogna contare anche chi i test li prova tutti... ma sempre 50 mila (o quello che mi hanno corretto) sono!
Se contava la media dopo il primo anno a me mi cacciavano, visto che sto molto sotto la "media" delle "medie"... che è attorno al 29 e rotti.
Insomma non mi piace manco quello come sistema... ma penso che non me ne piacerebbe comunque nessuno :)
Simone
forse la tua stima numerica su quanti diplomati e aspiranti studenti universitari provano a fare medicina è un po' eccessiva (bisognerebbe conoscere il numero di immatricolati l'anno), comunque hai ragione sul fatto che i partecipanti al concorso aumentano ogni anno; ormai l'università è diventata di massa, si iscrivono in troppi, e dico troppi non perchè non debba essere sancito il diritto allo studio, ma perchè una buona parte all'università ci va a bivaccare; troppi laureati quindi, e conseguente difficoltà a trovare lavoro, specie oggi con la crisi economica; il numero chiuso dovrebbe evitare questo problema, ma attualmente stiamo vedendo quali sono i risultati di una programmazione sbagliata, e anche da noi si sta creando un surplus di laureati, che si accumulano e non accedono alla formazione specialistica; eppure da anni resiste l'idea che poi con medicina si lavora, e soprattutto si fanno i soldi; non è che sia del tutto sbagliato, ma oggi le cose stanno cambiando, e non va così bene a tutti; poi aggiungi che il prestigio sociale della professione medica è quasi impareggiabile, almeno nell'immaginario collettivo; quando dico che studio medicina ricevo subito complimenti, cosa che non accade agli amici che studiano giurisprudenza, economia, ingegneria, lettere; una stupidaggine secondo me, ma perchè? perchè gli altri corsi sono ormai corsi di massa, invece medicina è ancora considerata un corso elitario; ripeto, secondo me è una sciocchezza, ma è un'idea diffusa che resiste; tanto per fare un esempio estremo: mia madre, che ha sempre sostenuto il mio proposito di iscrivermi a medicina (quasi quasi era più convinta lei di me), trova inconcepibile che ci sia qualcuno che non voglia fare medicina
Gianni
Il mio interesse nella medicina è cresciuto proporzionalmente, negli ultimi due anni, di pari passo con i post riguardo le tue esperienze al policlinico...così settembre ho provato a fare il test e sono entrata. Il guaio è che per arrivare a fare il tirocinio e cominciare ad entrare nella mentalità che un giorno quello sarà il mio lavoro, dovrò aspettare ancora un anno e mezzo :( Per adesso mi sembra di stare ancora al liceo :(
Gianni: ai "miei" tempi anche ingegneria era considerata una laurea importante... adesso non l'ho capito, sinceramente :)
Comunque credo che l'atteggiamento di molti genitori, o di molti adulti in generale, sia proprio quello di tua madre... magari per i figli si cercano sempre quelle che sembrano le strade "migliori".
Marta: è cresciuto "parallelamente" ai post, o "per" i post?! Cioè la colpa sarebbe mia?! Scusami!!! :)
Simone
L'intenzione fin da piccola c'era...diciamo che mi hai aiutato a prendere una decisione ;)
@Gianni
Approvo le tue affermazioni, ma ritengo sostanzialmente che la Università non sia una moda. Affinché un paese si risollevi é necessaria la cultura scientifica e morale. La università, purtroppo, offre una cultura di base, lontana anni luce sia dalle esigenze di una azienda sia dalla pratica lavorativa.
@Simone
Io ritengo che la scelta della professione medica sia additabile a diversi motivi ulteriori:
lo svolgere sempre la professione per la quale ti sei preparato. Non si è mai visto un medico lavorare al call-center.
Si tratta di una laurea versatile sia in Italia che all estero, in quanto la salute é un bisogno collettivo primario.
L avanzare della età media italiana offre
un buon bacino di utenza.
Si tratta, tuttavia, di una professione estremamente rischiosa. La medicina non é una scienza esatta, inoltre presenta un grande numero di variabili.Come sottolineavi nel post relativo al sospetto di pericardite,é molto facile provocare disastri per una svista.
Simone, intendevo solo aggiungere un punto alla riflessione. Per il resto la penso come te!
Comunque vorrei aggiungere che fra associazioni degli studenti e avvocati/sciacalli si sta facendo un grande lavoro (inteso ironicamente) nel far entrare studenti in sovrannumero, sfruttando le incapacità del Ministero dell'Istruzione che per il test dell'anno scorso ha generato tutto quel casino di regole cambiate in corso d'opera e gente che si è ritrovata col culo all'aria.
A quanto ne so ora, oltre ai 10000 entrati in graduatoria a settembre e regolarmente iscritti, se ne sono aggiunti almeno altri 3000 + altri 4-5mila in attesa degli esiti dei ricorsi. Io davvero non so dove cazz.. andremo a finire e soprattutto non so perché la gente si accanisce tanto a voler entrare in sta facoltà che è tutto fuorché semplice. E soprattutto, come te non penso che tutti abbiano le capacità di frequentarla.
Con questo non dico che si debba impedire agli studenti di entrare, ma sto "diritto allo studio" che i rimasti fuori sbandierano assieme alle associazioni studentesche che se ne approfittano io davvero non so cosa sia. Il diritto allo studio vale per le scuole medie, le superiori... Non per una facoltà a numero chiuso in cui si entra per merito! Poi uno può benissimo questionare i metodi di selezione, ogni Paese ha i suoi e su ognuno ci sarebbero mille cose da dire. Ma in ogni caso, negli USA e in UK si entra dopo dure selezioni + lettere e colloqui motivazionali. Ci sono 4 anni di pre-Med school ai termini dei quali ci sono le selezioni per entrare in altri 4 anni di Med School e la selezione falcia circa 50% delle persone se non vado errando. Non vedo perché qui tutti dovrebbero aver diritto a una formazione eccelsa (quella che rivendicano quando vedono che non ci sono neanche i posti a sedere in aula, non ti parlo dei tirocini!), gratuita (!!!) e accessibile a tutti (!!!). Cazzarola, mica c'è solo bisogno di dottori a sto mondo! Un amico di mio padre si lamenta sempre che non trova un meccanico affidabile e competente (si parla di alti livelli di specializzazione) per le macchine del suo capannone... E lo stipendio che è disposto a sganciare pur di avere qualcuno di competente è da farci vivere una famiglia di 6 persone senza problemi!
Fra 10 anni vivremo in un mondo di dj, fotografi, psicologi e giuristi (medici no, visto che - per fortuna - è ancora a numero chiuso).
So che questo commento risulterà altamente impopolare ma certe cose vanno dette.
Marta: allora mi fa piacere! :)
Marco: certamente la professione medica è molto versatile, e anche per questo attira diverse tipologie di persone. Non ci sono dubbi!
Andrea: dici cose giuste e condivisibili! Io sono per "natura" contrario al numero chiuso, però è vero che tutti vogliono entrare e poi da dentro si lamentano del fatto che le risorse sono poche e non bastano per tutti... insomma come la giri la giri c'è sempre qualcosa che non va.
Grazie per l'intervento!
Simone
Io credo che il motivo principale sia il 7,tantissima gente è convinta che finiti i sei anni si trovi subito lavoro con stipendi da capogiro, che la crisi nel settore non esista, che iniziare la specialità sia una mera formalità, che passare il test d'ammissione sia la cosa più difficile e che poi tutto il percorso sia in discesa...se a questo aggiungiamo tutta la pubblicità fatta negli ultimi anni da tutte le serie TV, la frittata è fatta
Michele
Ps: complimenti per il blog (che seguo senza commentare ormai da un anno), davvero bellissimo!
Ciao Simone...onestamente un diplomato su tre che voglia fare medicina mi sembra proprio un'esagerazione, ho provato a cercare in internet dei numeri e per il 2013 ho trovato che circa 491mila ragazzi hanno sostenuto la maturità (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-24/esami-maturita-oltre-491mila-080433.shtml?uuid=Ab4vjq7H) quindi dai..possiamo un po' ridimensionare :)
Poi consideriamo anche che c'è molta più gente che si iscrive all'università ora che un tempo, e medicina è una facoltà che offre molto dal punto di vista lavorativo: ha uno scopo sociale, è ammirato e hai anche uno stipendio decente.
Mi sembri un po' troppo critico nei confronti di questi diciottenni che provano il test, magari sono confusi, magari i genitori ci tengono etc. ma soprattutto chi come me e forse anche te si è iscritto ad una prima laurea fondamentalmente sbagliando non credo sia in diritto di giudicare in maniera netta questa scelta..
Alla fine non credo che un 18enne di molto tempo fa invece si iscrivesse a medicina solo se aveva la vocazione..sicuramente c'erano anche lì i raccomandati col papà con lo studio, quelli alla ricerca di un lavoro prestigioso e via dicendo..solo ora sono di più..
Anonimo: grazie! E comunque in effetti per certi versi è vero che è il test lo scoglio più difficile... o no?
Unabottadivita: io direi uno su 4-5 contando che non tutti i diplomati comunque vogliono fare l'università.
In ogni caso non è che sono critico più di tanto: alla fine ognuno sceglie liberamente e magari farà anche scelte migliori delle mie all'epoca (ci vuole poco :) solo mi domando comnunque il perché... e il post era più riferito a questo.
Certo quando in reparto o in pronto soccorso o a pediatria o dove vuoi trovi sempre 1 o 2 studenti massimo per km quadrato mi fa pensare che forse tutta 'sta voglia di passare le giornate in ospedale non ce l'hanno in molti... ma alla fine la loro vita sarà comunque quella.
Simone
Uhm… come sai, io non ho frequentato l'uni e non so nulla di come vanno le cose se non tramite i tuoi racconti e quello dei miei amici coetanei quando l'hanno frequentata.
Ricordo che quando mi diplmai io, il test di ingresso a medicina prevedeva - mi pare - che uno fosse uscito dalla maturitò con 50 (sessantismi).
Se ora non è più così, l'abbattimento di questo muro potrebbe essere un altro dei motivi.
Una mai amica, con una grave malattia debilitante (a 18 anni era in sedia a rotelle con prob di equilibrio e tremore alle mani) voleva fare la PATOLOGA scherzando su se stessa dicendo:"vorrei fare il chirurgo, ma visto che tremo cosa combinerei sui pazienti? Il patologo seziona i cadaveri, oramai son già morti…).
Amo la sua forza di ovlontà.
Spesso parlavi di specializzazioni e tutto il casino che ne consegue (non cisono poi posti in italia, vai all'estero, ma se non sei specializzato non lavori ecc ecc).
Chiedo - xké non lo so - è così anche con quelle che io da profana non iscritta a Medicina considero SUPER specializzazioni?
Che ne so, neurochirurgo, quelli che fan i trapianti di cuore o le cose superdifficilissime??
l'ignoranza..ecco la risposta. Nel senso etimologico ovviamente..è stato così anche per me, che ero ignorante del fatto che avrei sacrificato gli anni migliori della mia vita in cambio di esaurimenti, disprezzo da parte dei professori, solitudine in un mare di "colleghi" che fanno casta a sé, autolesionismo e repressione. Rifarei la stessa scelta sapendo ciò che mi aspetta?mah..sono entrata a 23 anni, adesso ne ho 28, dipendo ancora dai miei genitori, non ho lo spazio temporale né economico per fare praticamente niente..non lo so se rifarei la stessa scelta. Il punto di noi "dannati" (quelli veri, intendo, non i figli di..)è che in una sfilza di settimane andate oggettivamente da schifo, un misero successo (che può essere saper fare l'ega o visitare un bimbo che non si dimena come un cavallo ma anzi..TI SORRIDE)ti illumina per giorni. Io questa la chiamo perversione.. ;)
Bree
Dama: le specializzazioni sono tutte uguali. Neurochirurgo, chirurgo toracico, cardiochirurgo... sono tutti corsi come gli altri.
Bree: non sai cosa ti aspetta, vero. Non che le altre lauree e le altre professioni non prevedano tanto stress e tanti momentacci... pensa agli avvocati che fanno 2 anni di tirocinio gratis!
Simone
Ciao, io faccio il quinto liceo scientifico e proverò quest'anno il test di medicina. Io sinceramente non mi considero una delle tante che prova per moda, io voglio fare il medico da quando avevo 5 anni e questa mia voglia non ha fatto altro che aumentare con gli anni. Nella mia classe, non proveranno tutti a medicina, anzi, metà classe (siamo 27) proverà ad economia, scelta per me assurda dato che siamo in un liceo scientifico, poi ci sono pochi che proveranno ingegneria e alcuni medicina. Essendo parte del sistema, e vedendo come ragionano i miei coetanei, posso dire che almeno il 90% dei maturandi non ha assolutamente idea di cosa fare! Scelgono a caso, non hanno delle vere e proprie aspirazioni, fanno l'università perché sanno che al giorno d'oggi serve la laurea, ma per nient'altro.. sono spaesati.
E poi ci sono quelli che fanno parte di quella categoria di giovani che provano a medicina perché è una moda, o semplicemente perché il mestiere del medico è visto come qualcosa di superiore, già superare il test è motivo di vanto per come la vedono loro. Sono coloro che non studiano neanche, provano e basta, e giuro, non ho ancora capito quale sia la loro logica. Perchè provare senza aver studiato? Credono sia un gioco fare il medico?! Mi fanno veramente ribollire il sangue dalla rabbia, a me che sto studiando per il test da mesi, in contemporanea con lo studio per la maturità. Io spero che la fortuna non gli aiuti, perché se ci ritroveremo ad essere pazienti di queste persone che per la medicina non hanno un minimo di passione, allora saremo messi proprio male!
Ciao, seguo da un po' il tuo blog e non ho mai avuto occasione ( o meglio coraggio) di scrivere un commento, ma questo argomento mi tocca sul personale. Sono una ragazza di 21 anni, tutti passati sui libri aggiungo, che, vuoi per sfortuna intrinseca, vuoi per altro, non è riuscita ad entrare alla facoltà di medicina. Per ben 2 volte. Essendo appassionata di scienza mi sono iscritta a biologia, anche se con qualche remora. Questo non perchè non sia un indirizzo interessante, ma per via del futuro che mi aspetta. ti posso dire che il motivo per cui io sono tanto ostinata ad entrare non è per via dei vari format televisivi che è verissimo hanno condizionato non poco l'opinione pubblica, o perchè sia interessata ad un lauto compenso, ma perchè alla fine dei conti, purtroppo, con una laurea in biologia o biotecnologie o qualsiasi altra in ambito bio-sanitario, in ITALIA non ci fai molto. Non c'è stata una sola persona che non abbia avuto da ridire sulla mia scelta. Ancora mia madre mi continua a chiedere che cosa farò di preciso dopo la laurea o anche dopo la specializzazione perchè, diciamocelo, per una persona che come me aveva in mente un lavoro ed è stata catapultata in un altro ambito, considerato da alcuni simile a quello medico ma che di certo non lo è, la situazione è dura. Chiamatela crisi o come vi pare, ma questa è la realtà. Conosco molte persone che dopo la triennale proveranno comunque a superare questo tedioso test, consapevoli degli anni di studio, della fatica che questa professione comporta ma che almeno ti può riservare un lavoro. Questa è la mia condizione, grazie simone per avermi lanciato il pretesto per questo commento. Spero vivamente di sbagliarmi e che altri ragazzi della mia età la vedano meno nera di come la vedo io.
Uno dei motivi a mio parere è la sostanziale scollatura tra la realtà liceale e quella universitaria-lavorativa. Mi riferisco ai licei per la mia personale esperienza e perchè, a prescindere dalle altre scuole superiori, se hai fatto il liceo è molto molto probabile che tu faccia l'università.
Ebbene io mi sono iscritta ad economia (scema io eh :) ) senza sapere niente di come fosse realmente: nè delle materie universitarie nè delle opportunità lavorative che avrei avuto dopo, ed intendo proprio quale fosse la realtà quotidiana di questi lavori. Stessa cosa si può dire, per assurdo, delle materie scientifiche: in biologia credo di non aver mai visto mezzo laboratorio.
Io ho fatto il quarto anno delle superiori negli Stati Uniti in scambio, e lì spesso molte materie hanno un approccio più pratico, e quindi lo studente ha anche un'idea più chiara delle cose che potrebbe andare a fare seguendo quella strada (ad esempio in chimica molto laboratorio, economia presentazione di business plan etc). Oltre a questo ci sono anche molte materie più pratiche (o semplicemente direi a contatto con la realtà!) come ad esempio cucina, giardinaggio, gioielleria etc.
Chiaro che uno studente statunitense avrà le idee molto più chiare.
Quindi secondo me molte menti confuse degli studenti si focalizzano su pochi mestieri "noti".
In classe mia su 25 in 3 si iscrissero a medicina, non tantissimi alla fine. Solo uno però ad agraria, ma se avessi saputo meglio di cosa si trattava sicuramente avrei trovato, per come sono io, agraria molto migliore di economia! (bè per la terza laurea c'è sempre la pensione :D)
ps chiaramente in quinta ci avevano fatto vedere la lista degli esami dei vari corsi universitari e sapevo, almeno a grandi linee, di cosa trattavano. Secondo me si tratta di conoscere e capire veramente cosa si va a fare. Scusa il pippone chilometrico ma spero di essermi spiegata su una cosa che essendo anche personale mi interessa molto.
inizio con il complimentarmi per il blog che,anche se ho scoperto da pochissimo,mi ha strappato un sorriso.
credo che tra tutte le persone che hanno commentato io sia la più "piccolina" perchè dovrò fare il test fra 2 anni,ma ho amici che lo daranno quest'anno e ho notato che le categorie di aspiranti medici del tuo post esistono veramente tra i miei amici.
qualcuno si mette a studiare seriamente ma altri...ti dico solo che indossano esclusivamente nike da quando hanno visto dottor house...ma ora io mi chiedo:come fa uno a vedere il dottor house,alzarsi dalla poltrona e dire che sarebbe bello lavorare con uno come lui,personalmente se proprio devo essere insultata continuamente anche per quanti cucchiaini di zucchero metto nel caffè resto a casa con mia madre e risparmio la fatica di fare il test.
e di grey's anatomy ne vogliamo parlare????ma dai...basta farsi un giretto in un ospedale per capire il dottore medio:basso,attempato,stempiato e con due occhiaie fino ai piedi;e poi se anche il dottore figaccione esistesse rassegnatevi perchè c'erano altre fan di grey's anatomy prima di voi che ve lo hanno già preso.
altri invece vogliono andare a fare il dottore per "rendersi utile e anche sfoderare la sua gentilezza e disponibilità innata",ma io dico se siete medici dovete essere gentili e disponibili e se invece diventate avvocati o riparatori di caldaie siete autorizzati a trattare gli atri a pesci in faccia??
e poi ci sono io,che ho ancora 2 anni davanti ma sono sicurissima della mia scelta,che da piccola volevo fare la principessa e non il medico macchecevoifà e che ho ancora speranza di credere che la moda di medicina finisca per quando darò il mio test... segui il mio ragionamento:anni fa c'erano le figurine dei calciatori e tutti a voler fare i calciatori,adesso i medici e se continuano altri 2 anni di mastechef,hell's kitchen e comprato e surgelato tutti vorrano fare i cuochi...si vabbè vado a dormire che è meglio(come mi vengono certe idee non lo so neppure io:)
eleonora
Roberta: certi comportamenti fanno un po' rabbia anche a me... ma ripeto anche io a quell'età non avevo le idee chiare, e magari avrei ragionato allo stesso modo. Forse... chissà?! In bocca al lupo!
Anonimo: sei molto pessimista, però è vero che spesso i biologi si trovano a lavorare in secondo piano rispetto ai dottori... probabilmente anche senza un reale motivo visto che la preparazione del biologo su certi argomenti è sicuramente maggiore. Ti auguro di riuscire a realizzare comunque qualsiasi progetto deciderai di seguire!
Unabottadivit: 100% d'accordo, durante il liceo (ma anche durante l'università) è molto difficile capire come funzionerà un lavoro "vero" e comprendere le proprie reali aspirazioni. Purtroppo bisognerebbe cambiare molto le cose... ma non credo che succederà in tempi brevi.
Eleonora: ma ancora va di moda il dr. House? Pensavo fosse dei "miei" tempi... :) Comunque pensavo anche io che tra un po' vorranno tutti fare lo chef, per cui resisti che magari davvero la facoltà di medicina resterà deserta!
Oppure semplicemente impegnati e studia, vedrai che non è così impossibile questo test per chi si prepara seriamente. In bocca al lupo!
Simone
Alex: Ciao Simone, le tue sono sacrosante parole, e credimi sono davvero conclusioni che una mente di un ragazzo appena uscito dalla maturità non potrà mai riuscire a fare, non perché stupido sia ben chiaro, ma per il semplice motivo che non ha ancora quel bagaglio di esperienze che possono dargli un'idea chiara sul futuro. Un giorno all'università con l'open day può farti toccare con mano i vari corsi di laurea ma non ti chiarirà mai le idee su quale strada poter cominciare a costruirsi un futuro.
La mia esperienza personale? Mi piace tantissimo insegnare, mi sono laureato in filosofia, ho preso 2 specialistiche in filosofia della scienza e filosofia morale, per chiudere il cerchio mi sono laureato in teologia e ora mi stò specializzando in teologia morale, credimi un percorso di studi durato 7 anni e mi mancano altri 2 per finire l'attuale specialistica. Ora giustamente puoi pensare bene, ma che ci frega? Non so se sia pertinente ma dopo avrò solo 2 strade da fare:
1) Dottorato in filosofia
2) Dottorato in teologia
Detto ciò da alcuni mesi sono stato contagiato da una strana malattia, la voglia di far medicina. Visto che abbiamo avuto gli stessi sintomi, puoi darmi un consiglio? Saluti e grazie in anticipo
Alex: mi chiedi un consiglio in maniera davvero un po' troppo generica... allora iniziamo dall'inizio: per fare medicina devi iscriverti al test e credo sia già uscito anche il bando per cui sbrigati :)
I medici non sono generalmente questi grandi insegnanti, comunque...
Simone
Cmq l'anno scorso eravamo in quasi 90mila, non 50mila! :-/
Secondo me i più provano perché sono affascinati dalle serie tv tipo Grey's Anatomy. Ricordo che qualche anno fa era la stessa cosa con CSI e tutti volevano fare criminologia. E poi sì, tutti sono ancora convinti che facendo il medico si diventi ricchi, in verità non si sono accorti che - tenendo conto degli ultimi tagli- tra qualche anno medicina sarà una delle prime facoltà per numero di laureati disoccupati. Detto questo io non demordo e quest'anno a quasi 25 anni farò il test. Cmq andrebbe rivista tutta la scuola, gli adolescenti dovrebbero essere accompagnati e orientati in maniera seria nella scelta all'università. Io quando mi iscrissi a lingue lo feci per lo più a caso. Con gli anni poi è maturata l'idea di medicina. Ormai questo è il quarto anno che mi porto dietro sto tarlo, speriamo di toglierlo presto!;)
Fra
Alex: Hai ragione Simone. scusa, sono stato abbastanza vago. Mi cruccia un'unico pensiero, visto la lunghezza degli studi (diciamo una decina se tutto va bene fra 6 anni + specialistica) entrerò nel mercato del lavoro (medico) verso i 37 - 38 anni....Sarà una limitazione? Nel senso che nei concorsi pubblici ospedalieri ci sono limiti di età? Grazie in anticipo (la mia domanda come si può ben capire è che la mia paura è studiare, laurearsi e poi vedere che hai il futuro bloccato da limiti anagrafici)
Io sono dell'idea che molti neodiplomati provino il test di medicina perché passarlo "fa figo". Non vengono ammessi, si immatricolano in una facoltà completamente diversa e proseguono lì i loro studi. Quelli a cui interessa davvero medicina, se non passano il test al primo tentativo, lo riprovano per la seconda, terza,... volta.
Poi ci sono anche quelli che fanno il test spinti dai loro genitori, magari medici, convinti che sicuramente troveranno un ottimo e soddisfacente lavoro nel giro di poco tempo. Anche loro, se al primo tentativo non passano il test, e credo che solitamente non lo passino, non li ritrovi gli anni successivi.
Comunque, nonostante la moda di medicina, la mia classe del liceo era in controtendenza: solo tre di noi hanno provato il test, in due lo abbiamo passato e proseguiamo bene gli studi, l'altro invece non lo ha mai passato e ha scelto un corso di laurea non diversissimo da medicina.
Fra: 90 mila addirittura?! E vabbe' i conti li ho proprio sbagliati tutti allora... ;) Speriamo bene, in bocca al lupo come sempre!
Alex: non puoi fare laurea + specialistica in 10 anni. Sono 6 anni di laurea, 1 anno per abilitazione e attesa del concorso, e se entri subito le specializzazioni sono 4 o 5 anni... per cui conta insomma un paio d'anni di più.
In futuro ci saranno difficoltà un po' per tutti con molti medici che non entreranno in specializzazione ma finora non c'è mai stato un limite di età. Nessuno sa come sarà il nuovo concorso per l'accesso alle specializzazioni (che non è uscito ancora) per cui non si può dire nulla con sicurezza.
E: insomma farebbe "figo" entrare a medicina più che essere medico in sé... è un punto di vista che tutto sommato mi trova d'accordo e che mi pare tristemente verosimile.
Simone
Bisogna anche essere ottimisti. Sebbene ci siano stati grossi tagli con la legge di stabilità, con una tendenza negativa nel tempo, magari tra sei anni sarà tutto diverso. Indubbiamente é un settore altamente competitivo e, se non si é realmente motivati e determinati, si cambia persino facoltà ai primi anni.
Ciao Simone, ho trovato molto interessante il tuo post e così mi fa piacere portare il mio contributo alla discussione. Credo che siano state dette da chi mi ha preceduto cose validissime sulle ragioni che spingono le persone ad indirizzarsi verso lo studio della Medicina, ma ho come l’impressione che tutte le motivazioni evocate soffrano di essere tutte motivazioni, diciamo così, individuali: la ricerca del guadagno, il fascino del camice bianco, la possibilità di raggiungere una posizione indiscutibilmente di potere… e così via. Sono motivazioni individuali che non aiutano ad inquadrare il problema in una prospettiva che chiamerei sociologica, che credo più adatta per inquadrare il fenomeno. Oggi c’è una massiccia aspirazione a studiare Medicina e discipline affini (ma cercherò di mostrare tra un attimo come questa aspirazione ci sia di fatto sempre stata – e si sbaglia a pensare che il boom delle iscrizioni a Medicina sia dei nostri anni) perché la nostra società è sempre più una società medicalizzata, ovvero una società, sinteticamente, che interpreta i problemi sociali e individuali prevalentemente come problemi medici, più di quanto sarebbe lecito aspettarsi. Io ne faccio nella mia testa un problema pubblicitario: la Medicina è continuamente pubblicizzata e mi pare inevitabile scoprirci semplicemente ricettivi ad un’onda così tanto massiccia. Ogni giorno, su tutti i mezzi di informazione, si parla continuamente di medicina; perché se ne parla quando si discute di dieta, di crimine, di delinquenza, di droghe, di come organizzarsi la vita, di vecchiaia… Sempre viene fuori la medicina: il medico esperto, come del resto lo psicologo esperto, lo si infila dappertutto. Le motivazioni individuali, comprese le mie sia chiaro, quelle che mi hanno trattenuto oggi sui libri di Fisiologia, vengono dopo, solo dopo tanta pubblicità, e sarebbe un guaio se ci credessimo troppo autodeterminati nelle scelte che facciamo, più di quanto la società nella quale viviamo ci autorizza in realtà a fare.
Il tuo post Simone e i commenti che mi precedono mi ha incuriosito anche per un’altra ragione, questa: che si basa su una falsa credenza, ovvero la credenza che l’aspirazione agli studi di Medicina sia un fenomeno unicamente dei nostri anni. Niente di più falso, secondo me. Se oggi uno studente su tre, come da tuoi calcoli (complessivamente corretti mi sembra se si segue il trend degli ultimi anni, malgrado la precisazione di Fra), si indirizza verso gli studi di Medicina tentando il test, non fa poi qualcosa di così tanto differente rispetto ad un collega di qualche decennio passato. Sul finire degli anni Settanta, epoca che viene ricordata come l’epoca della pletora medica, risultavano iscritti a Medicina qualcosa come 190000 studenti contro neppure i 60000 attuali, e pensare che allora l’intera popolazione universitaria contava qualcosa come un milione di iscritti quando oggi si sfiora una popolazione di quasi due milioni. Voglio dire: la faccenda è un po’ più complicata di quanto si pensi a prima vista. Se fosse già entrato in vigore, chissà quanti studenti avrebbero fatto il test di ingresso a Medicina negli anni Settanta e chissà quanti sarebbero oggi gli aspiranti medici se non ci fosse il test; di certo potremmo confrontare meglio i numeri ma sfido a pensare che arriveremmo a delle conclusioni in grado di persuaderci che davvero tanti aspiranti medici come oggi non ci siano mai stati, considerazione che ripeto già i numeri a disposizione dovrebbero in qualche modo mettere in crisi. Sull’onda di questo io credo tra l’altro che la paventata disoccupazione della classe medica nel futuro sarà ben al di là dal verificarsi. Mentre scrivo questo commento, recupero un articolo di questi mesi dove leggo, a fronte del terrorismo psicologico a cui gli studenti di Medicina sono continuamente costretti, che nel futuro ci sarà una mancanza di medici visto che nei prossimi cinque anni almeno 17000 di loro andranno in pensione. Chissà chi avrà ragione, ma certo che qualche previsione potremmo fin d’ora candidarla ad entrare egregiamente nella Lista delle Previsioni Mancate, con buona pace di questi Esperti/Oracoli attuali che mi piacerebbe vedere in faccia quando un giorno verranno clamorosamente smentiti.
Sono stato troppo lungo… mi perdonerete...:-)
Ciao a tutti!
Matteo
Ciao Simone, commento per la terza (quarta?) volta perché penso che qui ci sia qualcosa che tutti dovrebbero leggere. Apre gli occhi su tante cose.
http://forum.facmedicine.com/threads/should-you-become-a-doctor.17826/
Comunque sia
Matto-guarito: intanto bentornato da queste parti, mi fa davvero piacere leggerti di nuovo.
Il tuo commento è davvero interessante, e mi sta facendo seriamente riflettere. Credo che dici delle cose giustissime, e che come in tutte le cose sia sempre utile non fermarsi alle prime considerazioni ma approfondire come hai fatto tu.
Grazie davvero!
Andrea: vado a leggere. Grazie!
Simone
Credo che l'influenza del tuo blog sia tanto rilevante quanto il diffondersi delle varie serie tv a sfondo medico. Alex, ti prendo ad esempio. Sinceramente parlando non credo che sia una buona idea intraprendere medicina avendo alle spalle anni ed anni di studi letterario-filosofici. E se poi non dovesse piacerti? Sconvolgeresti di nuovo la tua vita studiando, che ne so, per diventare chef?! Credo che il proprio futuro vada immaginato fin da piccoli e non procedendo per tentativi. E comunque sia anche una volta trovato il lavoro dei tuoi sogni passerai delle giornate "no" in cui ti chiederai come sarebbe andata la tua vita se avessi scelto un'altra strada. Non passare il tempo a desiderare altro, a cercare di sconvolgere tutto per un "pensiero", sii felice con quello che ti sei costruito fino ad ora, usa il cervello razionalmente. Prendi ciò che ho scritto come un consiglio, sta a te poi decidere cosa fare. Tanti auguri per il futuro.
Alberto
@ Matteo_Guarito: hai fatto un commento super interessante..non avevo mai pensato alla medicalizzazione della società!
@Alberto: mi sembra un po' riduttivo dire che o il futuro si decide da piccoli o ciccia. Non tutti sanno da subito cosa vogliono fare. Per altro in società più dinamiche della nostra un adulto può reinventare la propria carriera più volte senza problemi.
Infine vorrei spezzare una lancia in favore di sti poveri ragazzi: secondo me molti di loro non sono così scemi da iscriversi ad una facoltà solo per un paio di telefilm fighi. (Anche perchè se non saremmo pieni di poliziotti!). Al massimo credo che, pur con la loro versione patinata delle cose, questi telefilm facciano vedere loro un mondo che sarebbe altresì nascosto. Cmq mi ricordo che quando ho scelto io l'università 7 anni fa tutti avevano meditato su cosa volevano fare nella vita in maniera abbastanza seria. Il discorso telefilm mi fa un po' troppo "ah questi giovani d'oggi che vogliono diventare tutti veline e calciatori con la testa vuota..".
Mi riferivo al fatto che il problema "cosa farò da grande?" dovrebbe porsi, almeno per gioco, verso le scuole elementari o medie e non ridursi all'ultimo momento o passare anni e anni pensando che tanto c'é tempo. Poi é ovvio che uno può trastullarsi quanto gli pare e piace, ma cambiare radicalmente la propria vita prendendo una decisione così importante, e allo stesso tempo così azzardata, non mi pare il caso.
Alberto
Alberto: tu dici? Credo che la visibilità del mio blog (poche centinaia di click al giorno da persone che magari ci inciampano per caso cercando tutt'altro) sia talmente irrilevante da non avere un reale impatto di qualche tipo sulla realtà dei grandi numeri che sono in gioco... comunque grazie per la fiducia! :)
Unabottadivita: credo anche io che il discorso di Matteo sia quello più "realistico", anche se di sicuro tante cose come TV e altro hanno il loro peso.
Simone
Alberto: con tutto il rispetto, ma c'è una notevole differenza tra le serie televisive e chi scrive un blog aperto dove mette in luce riflessioni ed esperienze reali di uno studente in medicina. Non colgo proprio il nesso...
Se poi vogliamo dare a Simone la colpa di trasmettere un forte entusiasmo per la professione che andrà a svolgere (tra l'altro mettendo anche in luce diversi aspetti negativi e difficoltà del percorso svolto), beh io non vedo il problema.
Mi chiedo poi perchè in alcuni commenti ci sia un velato livore verso chi vuole iscriversi a medicina, soprattutto se non si è neodiplomati.... Uno è libero di iscriversi dove e quando vuole in qualsiasi facoltà, valuterà da sè sicuramente pro e contro assumendosi la responsabilità delle proprie scelte, come nel resto della vita.
Stefania
Alex @ Alberto:
Grazie per avermi preso ad esempio , comunque credo di essere stato male interpretato, è verissimo che il proprio futuro non si costruisce procedendo a tentativi, ma vedi medicina per me non è un "pensiero" scelto giusto per fare un'altra strada. Quando ho studiato filosofia della scienza e filosofia morale mi sono imbattuto molte volte con tematiche inerenti studi non proprio letterari (almeno non solo prettamente letterari), quindi ho valutato attentamente il da farsi, (le mie possibilità, le mie conoscenze, attitudini ecc ecc) usando il cervello razionalmente mi sono chiesto se usciti da una facoltà come medicina quasi a 40 anni si è fuori gioco con i concorsi. Cioè, in altre parole, c'è un limite di età per i concorsi nell'area medica? Grazie (un auguri per il futuro anche a te, Alberto)
@Simone: dalle tue parti ci sono sempre rimasto, anche se come vedi intervengo occasionalmente e per una ragione molto semplice: che altrimenti correrei il rischio di stare più sul tuo blog che non sui libri a studiare!
@Unabottadivita: la medicalizzazione è un ambito di ricerca e di studio avvincente. Se la materia ti stuzzica, avvicinatici... Scoprirai testi e autori interessantissimi (primo fra tutti Ivan illich: un autore straordinario e di un fascino irresistibile) capaci di fornirti delle chiavi utilissime per capire la nostra epoca.
Ciao, il fenomeno dell'iscrizione di massa al test di medicina ha sempre colpito anche me. Io penso che sia dovuto a diversi motivi:
1) Un'errata organizzazione dell'Università italiana: io penso che medicina dovrebbe essere un corso di formazione post-laurea, come avviene negli Stati Uniti. Un ragazzo appena uscito dal liceo non può sapere se veramente è interessato alla medicina. Prima di tutto ci dovrebbe essere un triennio comune per tutti, una specie di "bachelor degree" dove ognuno si gestisce la propria carriera, scegliendo gli esami che vuole, in modo da farsi un'idea di quali siano le proprie passioni. Medicina dovrebbe essere invece una scuola post-laurea di 4 anni, come in America, alla quale si può accedere con una triennale di tipo scientifico. In questo modo si avrebbe una prima grande scrematura, in modo che solo chi riesce a laurearsi può tentare il test di medicina; inoltre si darebbe ai ragazzi il tempo necessario per farsi un'idea di cosa vogliono veramente fare nella vita.
2) Il concetto di "essere medico" ha assunto negli ultimi decenni un connotato di essere quasi un "supereroe". Mia madre mi racconta che ai suoi tempi (anni 60-70) i medici non erano affatto visti come adesso, anzi... il pensiero di fare medicina faceva a tutti un po' timore e un po' "senso" per dover mettere le mani sulle persone malate. Le figure professionali più omaggiate erano gli avvocati e gli ingegneri.
Al giorno d'oggi, invece, "essere medico" è visto come un status privilegiato, una professione che sembra superiore alle altre per motivi che la gente stessa non capisce del tutto. Di questo sono in parte complici le serie TV e film, che hanno trasformato la figura del medico in quella di un supereroe, ma anche una società in crisi economica dove i medici sono praticamente gli unici laureati a trovare ancora lavoro con una sicurezza quasi del 100%. Mquesti due fattori non sono certo gli unici, c'è sicuramente dell'altro... ma non vi so dire esattamente cosa.
Io sono laureato magistrale in biologia e adesso sono al terzo anno di medicina. Quando dicevo di studiare biologia, tutti mi rispondevano "ah, perché questa scelta?" oppure "cioè? in cosa consiste?". Ora che studio medicina, invece, tutti mi rispondono subito "ah bravo! quale tipo di medico vuoi diventare?" e cominciano a riempirmi di domande come se fossi un'astronauta che è stato sulla luna, con gli occhi illuminati di ammirazione. Tutto questo è assurdo.
Alex @ Simone
Compimenti per lo splendido blog :)
Non ho nulla da dire contro Simone, anzi, posso addirittura considerarmi un suo "fan". Il blog mi piace molto e ogni giorno controllo che non mi sia perso niente. Di conseguenza non credo che esista un "limite d'età" per intraprendere questo percorso, credendo ed appassionandosi realmente a ciò che si fa si può arrivare lontani e Simone ne é la prova. Alex, non conoscendoti mi baso su ciò che hai scritto. Mi sembra di capire che la voglia di studiare non ti manchi affatto, ma continuo a vedere, forse per ristrettezza mentale, filosofia e medicina due mondi che si toccano in pochissimi punti. Sono comunque pronto a ricredermi.
Alberto
Alberto: ma stai scherzando! Filosofia e Medicina sono da sempre due discipline unitissime. L'atto del prendersi cura dell'altro fin dall'antichità ha posto domande di senso (per esempio, sul senso della relazione, il senso della malattia e della morte...) e ancora oggi ne pone, basti ricordare che un tempo nelle facoltà mediche si studiava anche Filosofia e che ancora oggi presso alcuni dipartimenti delle Università italiane si studia Filosofia della Medicina (vedi il lavoro di Alessandro Pagnini a Firenze). Senza considerare le domande di ordine etico, dunque a tutti gli effetti filosofiche, che pone oggi il versante più avanzato della Biomedicina, che spinge a discutere di manipolazioni genetiche, prolungamento della vita, sostituzione di organi, clonazione. Problematiche che ci portano al centro di grande parte della riflessione filosofica odierna. Certo, è vero che fare i medici significa magari andare a toccare la pancia delle persone e fare cose poco gustose che certo non fanno piacere all'olfatto. Ma questi sono termini troppo ristretti per meditare su una disciplina che è straordinariamente assai più ampia e più nobile, per quanto pure sia nobile medicare una ferita piena di pus. La verità è che in tutte le discipline quando lo studio raggiunge uno stadio avanzato ha bisogno di una certa immaginazione. La filosofia è immaginazione. Ed è certo che può aiutare anche lo studio della medicina.
@Alberto: comunque radicare nell'epoca delle elementari e medie la scelta futura della propria professione a me sembra una prospettiva addirittura malinconica. Forse anche un po' inquietante.
Fermo restando che nessun corso di laurea offra certezze, esistono discipline più versatili( ingegneria, medicina, economia) e utilizzabili in ogni campo e stato.
Vorrei lasciare ad Alex una citazione di Massimo Gramellini:
Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione.
Avere un'idea fin da piccoli, per quanto assurda, aiuta a cominciare a costruirsi un futuro partendo dalla scelta della scuola superiore. Comunque la filosofia potrebbe anche studiare ogni campo possibile ed immaginabile, ma concretamente non potrebbe mai fornire una preparazione scientifica di base adeguata alla formazione di un medico professionalmente competente. Più che ricominciare da zero ed abbandonare tutti gli studi fatti fino ad ora, io mi cercherei qualcosa in grado di conciliare questi due interessi.
Alberto
@Alberto: con tutto il rispetto, se non provi su te stesso non puoi capire cosa spinge gente come Matteo, Simone, Nimbus (e speriamo anche Tartaruga e la sottoscritta) a ribaltare tutto.
Personalmente ho passato anni a tentare di "non buttare nel cesso" una laurea già presa, ma è più forte di me! quella strada e tutto quello che la circonda non sono il mio mondo, continuerò a viverlo se il test non dovessi passarlo ma non sarò mai soddisfatta.
Guardandomi intorno, ho capito che solo pochi sono veramente realizzati ma questo non vuol dire che ci si debba rassegnare perché tanto simo tutti nella barca.
Se a 30, 35 o non so quanti anni, si ha la possibilità di ribaltare tutto, è giusto provarci ed è un dovere nei confronti di se stessi.
@Stefano, ci sono anche le persone che, conscie della ammirazione che tale facoltà suscita, scelgono il percorso di studi proprio per quel motivo.
Ciao Simone,
come sempre i tuoi post sono interessanti spunti di riflessione.
Provo a dire la mia.
Io non credo assolutamente che una fiction, un film, un programma tv possano davvero influenzare in maniera così pesante le scelte delle persone.
Non posso pensare (o meglio, mi auguro davvero che non sia così) che uno decide di diventare medico perchè vede ER, anche perchè con buone probabilità sarà un pessimo medico.
Ritengo invece più fondata l'ipotesi che uno possa scegliere di diventare medico per esperienze personali dirette con i medici o per aver frequentato (nel bene o nel male) reparti di ospedali o medici in generale e magari aver trovato interessante quella professione.
Mi piace pensare che oggi si ragioni ancora sulla base delle esperienze personali dirette o indirette e non sulla base di ciò che ci propina il cinema o, peggio, la televisione (senza alcun intendo di snobbare questi mezzi di comunicazioni di cui anche io faccio largo uso).
Io sono un architetto che si sta riqualificando nella sanità (non medicina) con una professione sanitaria e la mia scelta è scaturita da diverse considerazioni: la prima, su tutte, è l'insoddisfazione di fare un lavoro che non da valore aggiunto agli altri, che non è UTILE per gli altri e di cui TUTTI potrebbero fare a meno (l'architetto appunto). Penso che molti giovani aspiranti medici la pensano un po come me, cioè pensano di voler diventare medico perchè ritengono la professione appagante oltre che economicamente, anche a livello personale / umano. Cioè la possibilità di diventare un chirurgo, nell'immaginario collettivo, equivale alla possibilità di diventare una persona affermata, ricercata, stimata e RISPETTATA.
Non credo neanche che i giovani scelgano di diventare medici per i soldi: non mi risulta che gli adolescenti di oggi siano così lungimiranti da pensare all'aspetto economico della loro futura vita. Piuttosto li vedo molto interessati all'affermarsi personalmente con gli altri e a voler essere rispettati.
Non va ovviamente sottovalutato che, sempre per l'immagine collettiva del medico, un chirurgo guadagna di più di un letterato o di un esperto di marketing, ma non è questo (a mio avviso) il motivo del boom di iscrizioni.
Il fatto di seguire l'amico che si iscrive può essere un altra motivazione valida ma, neanche questa è preponderante.
Il problema secondo me, e chiudo, non è tanto che ci sono migliaia di ragazzi che vogliono diventare medico ma piuttosto che tra queste migliaia di giovani ci sono, inevitabilmente, persona disappassionate, che non conoscono la materia che andranno a studiare, che non sanno niente di medicina (neanche per sentito dire), che scelgono la facoltà perchè pensano di affermarsi ma magari poi gli fa schifo e non la lasciano perchè stanno al 4 anno e hanno sudato le sette camicie. Si formano così medici mediocri, scontrosi e poco appassionati. Credo che il nostro servizio sanitario NON ha bisogno di medici dis-appassionati perchè, sempre secondo me, la medicina non è un settore che puoi affrontare se veramente non la senti dentro con tutto te stesso.
@Matteo-Guarito: avresti un'opera specifica di Illich da consigliarmi? Giusto per non buttarmi a caso. Io stavo pensando a Medical Nemesis che dici?
@Alberto: hihi mi sa che sei nel blog sbagliato per trovare consensi ;)A parte gli scherzi, la grande maggioranza delle persone che conosco ha deciso l'università solo quando si è trovata a dover scegliere; non dico che sia giusto solo che sia usuale.
Cmq io ringrazio Simone, per me leggere il suo blog è stato molto d'incoraggiamento nella mia scelta, come dimostrazione della fattibilità della cosa.
@unabottadivita: certo Nemesi Medica è la principale opera di riferimento per conoscere la riflessione di Illich intorno alla medicina. Interessante è anche Esperti di troppo (Edizioni Erickson), dove pure c'è un contributo di Illich insieme ad un altro interessantissimo (anche se non suo) sui Medici disabilitanti. Sull'argomento, se ti interessa, dai un'occhiata anche a questa bibliografia:
http://psicologiacacopedica.blogspot.it/2010/03/bibliografia-medicalizzazione_5379.html
Alex:
Condivido pienamente quel che ha scritto Matto-guarito, la medicina si intreccia con la filosofia in molti punti oggi, esempi? procreazione assistita, riproduzione in vitro, clonazione, manipolazione genetica e introduzione di frammenti di DNA da altri individui o specie per arrivare a certi risultati voluti o sperati, eutanasia, lasciar vivere una persona attaccata alle macchine oppure staccare la spina, e si può continuare ancora per molto.
Detto ciò vorrei chiarire alcune cose che nella vita il nostro senso comune o il modo di pensare e di prendere per vero tutte quelle stupidaggini che ci vengono trasmesse a scuola fin da piccoli da persone che si dicono maestri ma che in realtà non insegnano nulla, anzi, se andate a cercare su google "HA LO STESSO QUOZIENTE DI INTELLIGENZA DI EINSTEIN IN ITALIA FA IL MAGAZZINIERE" capirete tutto da voi, cioè il fatto di non mettere mai in discussione ciò che ci dicono, senza mai andare alla verità delle cose ci fa regredire come civiltà invece di avanzare.
Alex:
Prendiamo ad esempio quest'uomo con un quoziente intellettivo così alto, in grado di regalare all'umanità chissà quale beneficio se solamente avesse investito (o se avessero investito) le sue capacità in qualcosa altro.
Ma cosa centra con la filosofia? Centra e come.
L'uomo più intelligente, più geniale, più TUTTO, non può NULLA se la propria o l'altrui visione del mondo, della società o delle cose restano imprigionate nella rete di pregiudizi e delle credenze di ogni tipo.
Un esempio?
Erone di Alessandria, matematico greco, dopo anni di studi ed esperimenti costruì l'Eolipila, un giocattolo (almeno per il nostro punto di vista) che funziona sfruttando l'enegia del vapore.
Questo significa che la conoscenza della forza motrice del vapore si conosceva già nel primo o secondo secolo dopo Cristo, questo sapete cosa significa? Che se la rivoluzione industriale invece di avvenire nel 1700 fosse avvenuta 2000 anni fa, forse a quest'ora stavamo esplorando le stelle della nostra galassia, e invece ci accontentiamo di marte.
Con questo cosa voglio dire, che Erone, o la società del suo tempo, ha fatto un errore gravissimo:
Alex:
1) Prima ipotesi: Erone non aveva capito l'importanza della sua invenzione (Cosa che dubito fortemente);
2) Seconda ipotesi: La società del tempo non aveva bisogno di una macchina a vapore perchè aveva a disposizione manodopera a volontà e a costo zero tramite l'utilizzo degli schiavi (cosa che purtroppo mi ricorda la situazione odierna, l'utopia di utilizzare ancora motori endotermici che vanno con carburante fossile quando possiamo benissimo utilizzare altri metodi, le tecnologie ci sono, ma siamo miopi dal punto di vista socio-politico)
Cosa centra questo con la filosofia?
Bene la filosofia ci dona degli strumenti intellettivi che ci fanno capire le cose per come sono, ci aiuta ad avere una mente libera da qualsiasi pregiudizio e inquinamento culturale o mediatico.
Ci rende liberi.
Nel mio personalissimo (e quindi anche discutibile) caso, la filosofia mi ha dato la possibilità di guardare il mondo e capirlo, ma anche di guardare dentro di me e capire quali desideri (non sogni attezione) ci spingono a vivere.
Se la filosofia non mi avesse fatto scoprire i miei reali e intimi desideri, mai e dico mai avrei potuto dare un senso alla mia vita. E una volta che si trova il senso della propria vita allora e solo allora si può costruire un progetto di vita, solo allora si può scegliere in modo consapevole quel che si vuole fare della propria esistenza.
La cosa che fa sorridere ( ma che nasconde molta amarezza) è che la scelta del percorso di vita, e quindi dell'università, si è soliti farla quando non abbiamo raggiunto quella matura consapevolezza di chi siamo e cosa vogliamo essere.
Ora voglio dare risposta a coloro che intendono la filosofia o gli studi umanistici in generale come un universo parallelo e lontano anni luce dagli studi scientifici.
La filosofia non fornisce risposte, ma ci aiuta a trovare le domande giuste, se ci si domanda cosa c'è dietro le cose, dietro il mondo, dietro la natura, indagando e approfondendo arriviamo alle leggi matematiche, fisiche e chimiche, se ci domandiamo come nasce la società, perchè oggi viviamo in questo modo e non in un altro ecco che nasce la sociologia (e posso continuare a lungo), quindi se ci fermiamo a riflettere vediamo che alla base di ogni disciplina moderna ci sono dei filosofi che in un certo periodo si sono posti delle domande e nel trovre le risposte hanno fondato man mano le discipline e i settori che oggi ci ritroviamo a scegliere all'università.
E poi non è una scelta fatta per soldi, credetemi ci sono professioni che rendono molto di più, se vi guardate intorno potete ben constatare che le ville, le auto e barche di lusso, non ce l'hanno i dottori, anzi forse neanche i dottori possono permettersele :D
E poi quanto valore monetario hanno gli occhi di un uomo che ti guardano con riconoscenza per averlo aiutato nei suoi affanni e malattie varie?
Ai lettori l'ardua risposta
Ringrazio Marco per la citazione di Massimo Gramellini e gli lascio quest'altra citazione a me tanto cara:
Platone nel Fedro scrive: "Ma per chi si mette in belle imprese è bello sopportare ciò che la sorte gli riserbi di offrire"
Alex, ti ringrazio di avermi spiegato esaurientemente il tuo punto di vista non del tutto chiaro, fino ad ora, ad un ignorante in materia come me.
Alberto
@ Alberto
Siamo tutti ignoranti, sappiamo pochissime cose ma chissà quante ignoriamo
@Tutti: per la prima volta - credo - da quando ho aperto questo blog (o uno dei tanti che ho tenuto in passato) il numero dei commenti e la loro qualità è riuscita a "sforare" la mia capacità di gestirli e contro-commentarli tutti o quasi come faccio generalmente.
Insomma sono da un lato felice di aver trovato un argomento degno - una volta tanto - di interesse per chi mi segue, e dall'altro lato felicissimo di aver ricevuto una partecipazione così notevole e interessante.
Grazie davvero!
Simone
Ciao Simone.
Sono totalmente d'accordo con te. E' inspiegabile il numero di candidati che cresce di anno in anno.
PS: Hai cambiato stile nello scrivere? All'inizio mi sembrava una mail di un tuo lettore
Arianna: non mi pare... bo'?! :)
Simone
A proposito della "moda" di fare Medicina. Sentite questa. Siamo sul finire del 1800. Nelle università in Italia ci sono qualcosa come 20000 studenti scarsi. Ebbene, nel quadriennio 1896-1900 la Facoltà di medicina e chirurgia aveva il maggior numero di studenti, con una media del 38,8% sul totale degli iscritti, seguita da Giurisprudenza, con il 37%, Scienze matematiche, fisiche e naturali, con il 14,9%, e Lettere e filosofia, con il 9,3% degli studenti. Insomma, uno studente su 3 già a quell'epoca non solo si avvicinava alla medicina ma la frequentava davvero. Sorprendente non credete?
Sicuramente sì, sono numeri sorprendenti. Parliamo comunque di un'epoca in cui gli studenti universitari erano relativamente pochi e diciamo che il limite era dato dalle possibilità economiche delle famiglie più che dal numero di posti disponibili.
Forse l'idea del "dottore" nel senso di persona erudita che ha studiato non si discostava poi tanto da quella del "dottore" medico. Pochi studenti, insomma, ma forse anche poche possibilità di scelta.
Simone
secondo me ne hai tralasciato una fondamentale la 8) SI TROVA LAVORO. Che poi non sia propriamente vero nemmeno questo è un dettaglio. Nell'immaginario collettivo un medico disoccupato che tira avanti vivendo dai genitori e passando da uno stage all'altro non esiste!
74 commenti??? Meno male che sono io a pubblicare post che portano a discussioni accese ;-)
Triptofun: in effetti più che si trova lavoro, direi che (nell'ottica generale) si trova un OTTIMO lavoro... come bene o male mi sembra di aver detto nel post. Forse trovare un lavoro normale già è una buona attrattiva, in effetti.
Nimbus: una volta tanto... ti ho copiato! :)
Simone
Ormai non ci si pone più la domanda "ma io voglio fare medicina?" si fa direttamente il test perché è un debutto nella società.
Sarei felicissima :) grazie 1000 !!!! :)
Ok dopo Pasqua lo metto ciao e grazie!
Simone
Ciao Simone :) vorrei non fosse pubblicata la mia crisi perché devo ascoltare solo me stessa e avere tanti consigli mi confonderebbe ulteriormente ... Ti chiedo anche di cancellare il mio commento precedente, tanto le risposte le troverò solo in me stessa
Grazie in ogni caso
Cavolo avevo appena messo il post... ok ora lo cancello! :)
Simone
Ok fatto... in bocca al lupo comunque!
Simone
Simone ...
Scusa ancora ... Se hai salvato il post , puoi pubblicarlo basta che poi è possibile cancellarlo dopo un po'... Avevo promesso a mio padre che nn avrei chiesto consigli ma voglio "trasgredire " e vedere un po' i ragazzi come me cosa mi direbbero
Grazie ancora della disponibilità
Ok, riproviamo... ;)
Comunque sei anonima per cui nessuno sa che il post parla di te, puoi anche far finta che sia un discorso "generico" su qualcuno in una condizione simile alla tua!
Simone
Ciao Simone! Sai, non é la prima volta che mi capita di leggere i tuoi post sempre in cerca di persone che vorrebbero iscriversi a medicina in "tarda età"...leggevo di te e di tanti altri ravazzi che fanno quella che molti definiscono una pazzia..io ho 26 anni, quasi 27..ho provato il test per due volte alpena uscita dal liceo e a sorpresa per tutti non l'avevo passato e allora decisi di prendere una laurea triennale in ambito sanitario..il camice bianco mi perseguitava, mi sentivo sempre fuori posto non perche non mi piacesse il mio cdl ma perche volevo tantissimo essere dall'altra parte, al posto degli specializzandi che erano sempre intorno..e poi,una volta che ho stretto in mano il di laura mi sono chiesta "e adesso?"...provai il test a settembre e lo passai...non ci credevo.ero felice e spaventata al contempo.iniziai le lezioni e incontrai diversi ragazzi della mia stessa eta o quasi..per problemi vari in famiglia e un po influenzata dai dubbi dei miei compagni decisi di interrompere gli studi...ho sospeso tutto per un anno e sono andata a fare un master che mi piace MA....!!! Ora il nuovo anno accademico si avvicina e io non ho ancora preso la decisione se riprendere oppure no! So che la risposta e dentro di me ma ho voluto condividere con te il mio tortuosissimo percorso
Anonimo: grazie per il tuo racconto, e in bocca al lupo!
Simone
Ti posso chiedere una cosa...ma tu come ti sei trovato a fare il corso di medicina?
Facendo volontariato ho iniziato a capire che mi sarebbe piaciuto fare il medico... e dopo diversi anni ho fatto il "salto".
Simone
Un bel salto!!! Anche io ho fatto tanto volontariato..in croce rossa :-D Ma adesso a che punto sei? Sei ancora studente, gia laureato, soecializzando...?
Theodora
Theodora: ho finito gli esami e devo discutere la tesi.
Simone
Complimenti e in bocca al lupo!!!
Ciao Simone, scusami se mi permetto di commentare questo vecchio post ,ma l'argomento credo sia molto interessante.
Secondo te intraprendere la strada della facoltà di medicina , oggi come oggi è una scelta azzardata? Te lo chiedo perché io devo finire l'ultimo anno di superiori ma già è da molti anni che mi informo e cerco informazioni per intraprendere la strada della medicina. Ti chiedo questo perché dopo non vorrei ( come credo tutti) trovarmi come un pugno di mosche ( come si trova chi per esempio si laurea in psicologia nel 2014 ... 0,0% di lavoro in Italia). Credi che continuando ad avere questo flusso immane si arriverà presto ad una completa saturazione dei posti?
Mi spaventa questa cosa
Non penso proprio sia una scelta "azzardata". Qualcuno si iscrive a medicina pensando che diventerà ricco, ma la verità è che troverai semplicemente un lavoro normale.
Simo e
NO Simone, il mio scopo è appunto trovare un lavoro, per "campare" per vivere dignitosamente non arricchirmi e sperperare a destra e a manca sulle spalle e le tasche dei clienti. Io vengo da una famiglia modesta e sono un testimone in prima persona dell'egoismo illimitato di alcuni medici ( per motivi famigliari ci siamo rivolti a vari medici ... uno più carogna dell'altro e per qualsiasi cosa anche per medicazioni si sono pagati a peso d'oro; da me in Puglia ,visto e costatato, che la sanità pubblica è al collasso i privati lucrano alla grande.
Proprio per questi motivi il mio interesse non è lucrare ma vivere dignitosamente... e se magari quando arriverò alla laurea ( spero di arrivarci :) ) il mercato sarà saturo ho pensato all'estero ( sempre se anche quello non si saturerà!)
E allora che problema c'è?! Medici disoccupati non esistono.
Ciao Simone, credo che tu abbia toccato un argomento davvero interessante. In più, proprio adesso che devo intraprendere il mio percorso universitario, leggere il tuo pensiero mi ha un po' rincuorato. Ti spiego subito perché. Ho frequentato il liceo linguistico e dopo il diploma ho deciso di iscrivermi a Scienze della Comunicazione perché adoro scrivere articoli di qualunque tipo, a maggior ragione se online. Amo il mondo dell'informatica ed ogni volta che qualcuno ha bisogno di un aiutino (seppur semplice) con il computer mi chiama perché sa che posso (nelle mie capacità ovviamente) essere d'aiuto. Ci sono persone, come i miei genitori, che mi hanno lasciato completamente libera nella scelta, e di questo non posso che essere felice. Altre persone invece non fanno altro che dirmi che sarò disoccupata, che il corso di laurea che frequenterò non mi darà abbastanza sbocchi lavorativi e che nel migliore dei casi non avrò comunque guadagni (in fatto di soldi veri e propri) soddisfacenti. Questa cosa mi spaventa, non tanto per l'impiego fisso o la disoccupazione, ma per il semplice fatto che al giorno d'oggi si vive solo ed esclusivamente di apparenza. Se non frequenti una determinata facoltà...sei fuori, sei un fallito, un cretino, un buono a nulla perché gli esami che fai sono "niente" in confronto ad altri...e chi più ne ha più ne metta, perché di esempi così ce ne sarebbero una marea. La cosa che voglio far comprendere è che non sto criticando assolutamente chi fa ingegneria o medicina, ci mancherebbe!! Sto solo dando ragione agli esempi che hai scritto tu nell'articolo: ahimè, anche io non vedo più ragazzi con vere passioni quali la musica, la scrittura, il computer... Si sono creati troppi stereotipi e sempre più persone li stanno seguendo senza mettere in primo piano le loro vere attitudini. Per carità! Poi ci sono anche coloro che hanno la vera passione per la medicina, l'anatomia e quindi scelgono questo percorso di vita. La cosa più strana e deludente più che altro, è che facoltà come quelle di medicina ed ingegneria vengono scelte sempre più spesso "tanto per" e perché in una condizione di crisi come quella attuale assicurano un guadagno ed un impiego fisso. Auguriamoci solo che la condizione dell'Italia cambi, in modo da garantire ad ognuno un lavoro secondo le cose che ama e per le quali è più portato...senza dover intraprendere facoltà che non ci rispecchiano per niente solo per avere uno stipendio.
Detto ciò, concludo facendoti i complimenti per il tuo blog :)
E.
La verità è che l'ordinamento giuridico attraverso il numero chiuso protegge alcune facoltà e di conseguenza alcune professioni. Questo è il motivo principe per il quale queste facoltà sono così gettonate. Di contro alcuni indirizzi andrebbero eliminati essendo sostanzialmente tenuti in piedi perché sono posti di lavoro!
Trovo talora un po' di supponenza, da parte di chi è più in là con gli anni, nei confronti di questi ragazzi che escono dal liceo e tentano di trovare la loro strada. Ritenere che a 18-19 non sia possibile una scelta autonoma e consapevole è un tantino eccessivo; rimane il fatto che iniziare un lungo percorso di studi in giovane età lasci il tempo di maturare nel corso degli anni successivi le necessarie conoscenze che deve possedere un buon medico e, auspicabilmente, anche un po' di esperienza sul campo sotto la guida di chi non è più nuovo del mestiere. Fermo restando il mio rispetto per l'impegno e le capacità di ciascuno, a me non piacerebbe tanto trovarmi di fronte un medico sui 40 anni che si è appena laureato!
Sono completamente d'accordo sul fatto che ci sia un affollamento eccessivo delle facoltà di medicina dei vari atenei, complici i numerosi avvocati opportunisti che non si lasciano scappare l'occasione di fare soldi facili sfruttando un'indignazione diffusa tra ragazzi e genitori, spesso inopportuna se mi è concesso dirlo.
In un certo senso, se parliamo di indignazione "inopportuna" è un po' come ammettere che le scelte di alcuni non siano del tutto libere e consapevoli. O intendi dire che pur avendo la coscienza che il test li abbia esclusi giustamente tentano comunque di entrare pur sapendo di non meritarlo?
Comunque certamente non voglio fare di tutta l'erba un fascio col mio discorso. Molti scelgono medicina per una passione reale, ma c'è sul serio chi essendo indeciso probabilmente si lascia trascinare un po' dalla "moda", come la chiamavo qui.
Per il resto tra un neo-laureato di 25 anni e uno di 40 magari con 15 anni di "vita" in più si è meno propensi a buttarsi su cose in cui non si è abbastanza preparati o a prendere decisioni frettolose. Almeno questo concedimelo :)
Simone
Ciao Simone, mi chiamo Luca e ho 29 anni e, a 10 anni dal diploma, sono sempre più convinto che la scelta di medicina sia dettata dall'ipotesi numero 7! Un mio cugino ha finito il quarto anno del liceo scientifico, molto bravo a disegnare e a dipingere. Se facesse l'Accademia delle
Belle arti vivrebbe felice e senza pensieri: lo percepisco quando mi parla di arte, si vede il fuoco nelle sue pupille. Eppure ha deciso di frequentare medicina e sta studiando come un ossesso sui libri dei test...sta diventando triste e depresso. E sai perché? I suoi amici gli dicono che con l'arte andrà a vivere sotto i ponti. È accaduta anche a me la stessa cosa ma ho scelto l'università secondo le mie attitudini
Luca: eh già. Prova a convincerlo almeno a provarci con l'arte... poi se non va si "butta" su medicina o altre cose più vendibili :)
Simone
Per fortuna le esigue possibilità economiche e di una sicurezza nel nostro paese dopo i tagli alla sanità hanno ridotto le iscrizioni in questo ambiente negli ultimi anni (finalmente ero stufo di far lezione sui gradini) ...
Io proporrei un test psicoattitudinale (stile servizio militare), in quanto anche umanamente alcune persone a medicina non capisci cosa ci stiano a fare... (così come in altri ambienti)... Se non arrivisti...
Ma va bene così... Keep calm and take a degree!
Il post è vecchio, ma vorrei dare comunque il mio contributo. La questione a mio avviso è molto semplice. la professione medica è sostanzialmente l'unica nicchia rimasta al riparo dai meccanismi del libero mercato, e questo per una serie di motivi evidenti (numero chiuso, scuole di specializzazione, preponderanza del SSN tra i possibili sbocchi etc etc). Questo ha consentito di mantenere retribuzioni più alte e condizioni di lavoro più favorevoli. Si studia di più? non è del tutto vero a mio avviso. In effetti si studia per 6 anni (1 in più rispetto al canonico 3+2) ma questo è tutto. La specialità è pagata, e verosimilmente un medico specializzando guadagna discretamente di più rispetto a un ingegnere alle prime armi e molto di più rispetto a un avvocato/commercialista appena iscritto all'ordine. A ciò si aggiunga che entrare in una scuola di specializzazione è decisamente più semplice che accedere ad un ph.d in molteplici altri ambiti. Dopo 10 anni cosa succede? succede che la retribuzione del medico è salita considerevolmente, mentre quella delle altre figure sopra descritte, già più bassa in partenza, mediamente ha stagnato o è cresciuta ad una velocità inferiore.
Ciò considerato, dato che l'unico modo rimasto per ottenere una vera relizzazione economica sembra passare per la facoltà di medicina e chirurgia, come si può rimproverare a qualcuno di provare il test senza tanto convincimento? In fin dei conti, da quanto leggo sul presente blog, non è improbabile finire per laurearsi, anche con un buon voto, senza aver mai suturato una ferita o avendo fatto le belle statuine a tirocinio. E dopo? be', ci sono sempre le specializzazioni non cliniche. Se si vogliono meno persone ai test di ingresso o si aumentano le retribuzioni e le condizioni di lavoro per gli altri professionisti o si livellano al ribasso quelle dei medici. Per il bene di tutti auspico la prima soluzione, ma considerando la direzione in cui si muove la società non mi sorprenderebbe veder praticata la prima.
Anselm: fai un ragionamento correttissimo. Quello che penso io però è che se a 18-20 anni la motivazione che influenzerà e determinerà tutto il resto della tua vita è la possibilità di uno stipendio migliore (che poi manco è certa) anche a costo di fare a vita qualcosa che non ti interessa e non ti appassiona... insomma il problema è questo. Vedere la vita non come possibilità di realizzazione personale, ma come necessità della maggiore sicurezza economica possibile a costo di qualsiasi altra cosa.
Simone
Sono molto d'accordo con quanto scritto nel post da Simone.
Io sono un pentito della mia scelta, la voglia di mollare tutto è fortissima, solo che non ho ancora maturato una convinzione per un'alternativa.
Ci sono molti motivi che spingono oggi a fare il test: il mio forse è un caso unico, ve lo racconto.
-Intorno ai 15 anni mia madre ha cominciato a portarmi da personaggi (guru della spiritualità diciamo) che tenevano seminari, corsi, semplici riunioni con adepti devoti (comunemente chiamate "sette segrete") in cui spiegavano per sommi capi come dovrebbe essere vissuta la vita (tante belle frasi che abbindolavano i meno scaltri). A fianco di questi signori, laici o preti che fossero, c'erano anche sparuti medici che infiorettavano le teorie magiche dei sopracitati con qualche nozione tratta dalla biologia, dalla fisiologia, ecc.. Esempio pratico: "la malattia è una disarmonia che origina dalla sfera spirituale, il sintomo è la manifestazione di un disordine che non vediamo, ma dobbiamo ricercare dentro noi stessi, i nostri genitori e il nostro modo di pensare". Ovviamente si tenevano alla larga dall'elargire cure alternative per i tumori per non incappare in qualche denuncia.
Fatto incetta di queste teorie scollate in gran parte dal metodo scientifico, ho sentito il desiderio di emulare tali dottori.
Volevo arrivare, udite udite, a CURARE i malati con la forma d'arte terapeutica più elevata: la PAROLA. Niente farmaci, niente terapie, niente protocolli. Bastano cure naturali, camminate nel verde per ripristinare i sensi e tutto torna magicamente come nuovo. Bramavo essere come gesù.
Dunque ho fatto il test, ero convintissimo, lo giuro. Solo mi mancava un'idea: non sapevo cosa facesse veramente un medico.
--> inutile dire che, dal primo tirocinio fatto al primo anno, i dubbi si sono fatti strada finchè ora, al quarto anno, sono più che fermamente convinto che il medico non è ciò che voglio fare. Non seguo più guru, santoni, corsi e altro. Ho rinnegato me stesso negli anni di università, gettando nelle fiamme quel periodo adolescenziale speso a cercare l'ascesa spirituale.
......Dunque, se avete avuto l'ardire di leggere, Simone spero più che altro concludo con le mie considerazioni:
-medicina richiede una vocazione
-se non avete una vocazione iniziale, trovatela entro un paio di anni, cioè chiedetevi profondamente se vi piace (un'amica che era passata da giurisprudenza a medicina, ma ancora non sapeva se fosse la scelta giusta, chiese nel suo paese di frequentare l'ospedale per un paio di settimane per vedere coi suoi occhi e sentire sulla pelle se era quello che faceva per lei; che dio la benedica)
-se dopo 2/3 anni spesi a rimuginare siete ancora perplessi e, soprattutto, i TIROCINI non vi danno la spinta mattutina a dire "sì, voglio continuare" considerate bene un cambio di rotta.
Vorrei anche chiedere a Simone un consiglio spassionato se mi legge.
Ho scoperto che ci sono dei master in management sanitario alla Bocconi, costano, ma poi aprono la strada verso un mondo non più medico, ma economico, gestionale, che va dalle imprese alle industrie, dalle aziende farmaceutice a quelle sanitarie pubbliche e private, da onlus a organizzazioni sovranazionali della sanità, perfino alla consulenza (quella feroce e spietata).
Io sono estremamente sensibile (altro motivo per cui l'ospedale mi dà la nausea), non ho la competizione nel sangue e l'ambizione che provo per questa strada nuova non la sento basata su un terreno solido. Sono una persona tutto sommato umile e sono pieno di paure, me le vivo, ci sguazzo. Adoro riflettere sul senso di ogni cosa e parlare a tu per tu con le persone per farle sentire accolte.
Secondo il tuo sentire, ha senso finire medicina (giuro che sono bloccato dall'ansia nel fare parziali che richiedono 3-4 giorni di studio medio-intenso, figurati affrontare anatomia patologica) per poi virare col master verso una professione non più clinica? Premetto che il lato economico non mi dispiace affatto, soprattutto la macroeconomia, la gestione aziendale e la finanza.
Grazie,
Filippo
Ciao! Grazie per il lungo commento.
Riguardo alla tua domanda: non so niente di questi master e delle possibilità lavorative che possono offrire. Detto questo, se ti sembra un percorso interessante mi pare che come scelta abbia assolutamente senso.
Grazie ancora e in bocca al lupo!
Simone
Io sono iscritto ad Arti e mi ero prenotato inizialmente al test di architettura, che non ho fatto per varie complicazioni economico-famigliari al momento del test (marzo 2014), ma non ricordo una soddisfazione ed una gioia più grande del giorno in cui in terza media, dopo aver studiato l'apparato digerente, una mia parente si lamentava sul divano per una difficoltà a digerire e intuii una mancato funzionamento delle contrazioni peristaltiche. Ho sempre ostacolato il pensiero scientifico; alle medie mi stavo innamorando delle scienze naturali ed ho scelto il classico, al classico mi sono appassionato di scienze naturali e biologia, chimica la facevamo poco, e non ho avuto il coraggio di tentare il test perché si accetta di più di rimanere intrappolati nella sicurezza piuttosto che accettare la sfida di dirigerci verso qualcosa di poco controllabile, difficile da padroneggiare, che potrebbe disorientare. Dice bene Anselm: "la specialità è pagata, e verosimilmente un medico specializzando guadagna discretamente di più rispetto a un ingegnere alle prime armi e molto di più rispetto a un avvocato/commercialista appena iscritto all'ordine." E poi volete mettere la gioia che si prova nel tentativo, anche solo individuale, di cimentarsi, se si hanno le giuste conoscenze, nella ricerca scientifica ed arrivare ad intuizioni valide? Così come in Ingegneria ed Economia si possono confutare e avvalorare tesi e studiare cose per cui c'è un interesse attualmente collettivo, rispetto alle altre facoltà; per cui ritengo che lo stimolo sia anche esterno.
La storia delle "attitudini" mi ha un po' rotto francamente perché in alcuni periodi ho verificato che non è proprio così. Anzi per noia e mancanza di entusiasmo mi proporrei di adottare un atteggiamento anti-attitudinale o contrario a quello che penso che siano le mie attitudini e i miei studi precedenti; quando mi preparai ad un corso di cameriere, ad esempio, non pensavo potessero interessarmi le tecniche di conservazione degli alimenti eppure le ho trovate interessanti e utili.
L'argomento è molto interessante. Secondo me la ragione principale non è economica, difatti i g 18-20 enni sono giovani che sono più concentrati sui loro bisogni personali e sulla ricerca di autostima. Il medico è una figura che storicamente ha sempre goduto di stima, rispetto e anche dell'ammirazione degli altri "comuni esseri umani", caratteristiche non secondarie per un 18enne che si trova all'inizio della giovane età adulta e che si sta faticosamente costruendo una personalità. Quindi prova il test, magari lo passa perché si è impegnato molto ed è anche moderatamente intelligente. Poi però nel corso degli anni si rende conto che dopo i primi esami, quando si entra nel vivo della materia (3-4 anno)non è così appassionato della materia e anzi la sola idea di parlare coi pazienti, di visitare e di sorbirsi le lamentele angocianti della gente che sta male, di consolare (come fa il medico di base) gli da fastidio. Però non torna indietro perché non vuole buttare all'aria la fatica finora fatta, non vuole deludere genitori e/o amici che lo ammirano eccetera. Poi quando si laurea faticosamente cominciano ad esserci i problemi relativi al concorso di specialità e ci si rende conto che i medici vengono denunciati continuamente per cui ti crolla anche l'ideale del medico ripettato e ammirato da tutti. Senza scordare il cosiddetto TRANSFERT, ossia che non tutti medici hanno capacità e voglia di ascoltare i pazienti per cui a lungo andare si sviluppa insofferenza. Ovviamente poi quando si ha 30 anni poi non si ha voglia di cambiare mestiere e lì si che subentrano le ragioni economiche che si fanno sentire, la voglia di crearsi una famiglia oppure semplicemente di godersi la vita. Per cui si tira avanti e si vive da frustrati.
Questo è quello che penso io poi ovviamente ognuno ha il suo parere grazie
Niente da fare, il 10% tenta medicina perché vuole fare il medico, il 90% perché sono convinti che essere medico significa guadagnare soldi a palate.
Che mondo di merda.
ci sono offerte di lavoro per cardiologi, anestesisti e altre specializzazioni all'estero come Francia, Germania, Danimarca, insomma lavori richiesti ovunque per stipendi da pazzi. 200k lordi l'anno o addirittura in Francia 330k lordi l'anno per anesteististi in cliniche private. io direi che per un investimento di 10 anni +, il ritorno è più che assicurato;
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